Grecia: Evangelos Venizelos nuovo presidente del Pasok

di Ninni Radicini
21 marzo 2012


Evangelos Venizelos nuovo presidente del PasokLe elezioni primarie per la presidenza del Pasok - Movimento socialista panellenico, svolte il 18 marzo, hanno sancito la prevista vittoria di Evangelos Venizelos. Ministro delle Finanze del governo tecnico-politico di Lucas Papademos e del precedente di George Papandreou (presidente uscente del Pasok), Venizelos, 55 anni, si presentava come unico candidato, poichè altri non hanno raggiunto il numero di sostenitori necessari previsto dallo statuto del partito per essere ammessi alla competizione (ogni candidatura deve essere firmata da almeno 94 dei 377 componenti del Consiglio nazionale). L'affluenza ai seggi è stata il doppio delle attese: hanno votato 236.151 cittadini, fra iscritti e sostenitori, Venizelos, che ha ottenuto 230.105 voti, dopo la pubblicazione del risultato definitivo ha presentato le sue dimissioni da ministro.

Il Pasok ha già utilizzato il metodo delle primarie per scegliere il proprio presidente nel '04 e nel '07, entrambe vinte da George Papandreou (nel '07 in competizione con Venizelos). Il voto è stato preceduto dalla Conferenza programmatica e dal Consiglio nazionale del partito, durante i quali sono state gestite le fasi relative alla presentazione delle candidature e la definizione del nuovo programma elettorale, in vista delle elezioni anticipate previste tra fine aprile e inizio maggio.

Per Venizelos la necessità di far risalire il consenso del Pasok, in questa fase al minimo storico (intorno al 10%), dopo aver raggiunto il 43,9% alle elezioni legislative del '09. Una settimana prima, in occasione della presentazione della candidatura, alla platea della Conferenza nazionale del partito, ha sottolineato la necessità per il Pasok di ristabilire il legame con i lavoratori, per non rimanere impantanato "tradendo se stesso e il suo fondatore". Una svolta da realizzare trasformando il Pasok da "partito del settore pubblico a movimento di cittadini; un partito sinceramente popolare e patriottico".

Già a fine febbraio una rilevazione di Gpo/Mega sui candidati alla presidenza di Pasok indicavano in Venizelos la personalità con maggiore consenso da parte degli elettori socialisti, il 43.7%, seguito da Andreas Loverdos, ministro della Sanità, con l'11.1% (sebbene nei giorni precedenti avesse espresso il suo sostegno a Venizelos), Michalis Chrysochoidis, ministro dello Sviluppo, al 5.6%, Louka Katseli, deputato indipendente (prima nel gruppo parlamentare del Pasok), al 3.3%.

Fondato nel settembre 1974 da Andreas Papandreou - personalità carismatica del Socialismo europeo e internazionale - il Pasok ha governato la Grecia dall'ottobre 1981 a luglio '89 (primo ministro A. Papandreou), dal '93 al 2004 (con Papandreou fino all'inizio del '96, poi Costas Simitis fino al marzo '04) e dall'ottobre '09 a novembre '11 con George Papandreou, figlio di Andreas.

Il 20 gennaio '12 George Papandreou (presidente dell'Internazionale Socialista) ha annunciato che non avrebbe concorso per la rielezione alla presidenza del partito. Dimessosi da primo ministro a seguito delle divisioni interne nel governo sulla linea da seguire in merito alle misure di austerità richieste di Ue/Bce/Fmi, ha conservato la presidenza del Pasok motivando la decisione con la finalità di salvaguardarne l'unità, pur non confermando né escludendo una ricandidatura.

La decisione di non candidarsi ha chiuso una fase di indeterminatezza che ha avuto effetto sia sull'elettorato sia sugli equilibri del partito, alla prova di orientamenti differenti sui provvedimenti del governo tecnico-politico di Papademos. Il Consiglio nazionale del partito ha accolto la proposta di Papandreou di far svolgere l'elezione del nuovo presidente dopo il voto parlamentare di metà febbraio sulla nuova serie di riforme. L'ex premier, contestato da una parte del Pasok per il modo in cui ha gestito la crisi economica e finanziaria, ha ribadito di ritenere di aver salvato la Grecia accettando il piano di Ue/Bce/Fmi e ha chiesto al Pasok di continuare a sostenerne la piena implementazione. "La Grecia è nella sua peggiore crisi dal Dopoguerra, nel momento peggiore per l'Europa", ha detto Evangelos Venizelos.

Per ridurre gli effetti del vuoto di potere nel partito, a fine gennaio Kostas Skandalidis, ministro per l'Alimentazione e lo Sviluppo Rurale, proponeva di avviare intanto l'elezione del nuovo leader del gruppo parlamentare. Qualche giorno prima, quaranta deputati del Pasok avevano contribuito a bloccare in Parlamento la norma sulla liberalizzazione delle farmacie sostenuta dal governo e richiesta da Ue/Bce/Fmi (la riforma è stata poi approvata l'1 marzo).

La prima elezione di George Papandreou a presidente del Pasok, nel febbraio '04, si ebbe un mese prima delle elezioni legislative. Pasok, fino ad allora al governo, perse contro Nuova Democrazia, il cui leader Kostas Karamanlis diventò nuovo primo ministro. Alle elezioni del '07 ND si confermò primo partito e Karamanlis primo ministro. Nonostante la seconda sconfitta consecutiva George Papandreou fu rieletto presidente prevalendo su Evangelos Venizelos e alle elezioni anticipate dell'ottobre '09 il Pasok tornò al governo.

Il 12 febbraio '12, in occasione del voto del Parlamento sulle nuove misure di austerità, i tre partiti sostenitori del governo Papademos - ND, Pasok e Laos - Partito popolare ortodosso (passato poi all'opposizione) - hanno vissuto divisioni interne rilevanti. In particolare, nel Pasok nei giorni precedenti tre deputati si sono dimessi e il giorno prima del voto in nove dichiararono che avrebbero votato contro; altri hanno espresso dubbi e critiche tali da non poter affermare, fino al momento della votazione, quale sarebbe stata la loro decisione. Tra i deputati dimessi, Yiannis Koutsoukos, vice ministro del Lavoro e in prima presidente del sindacato dei dipendenti pubblici Adedy. Il 27 febbraio, Christos Papoutsis, ministro per la Protezione del Cittadino si è dimesso per partecipare alla elezioni per la presidenza del Pasok.

Dopo il voto del 12 febbraio, le espulsioni decise da Nuova Democrazia e Pasok nei confronti di propri deputati contrari alle misure di austerità hanno avuto effetto sugli equilibri politico-parlamentari. Dal gruppo del Pasok sono usciti in 22; da ND 21. Se il rapporto di forza tra le due formazioni rimaneva pressoché inalterato, gli effetti per il Pasok e per il governo diventavano rilevanti, poiché Pasok ritrovava senza la maggioranza assoluta passando da 153 seggi a 131 (su 300 complessivi del Parlamento). La presenza di varie decine di deputati indipendenti e la prossimità di elezioni anticipate hanno così determinato le condizioni per una notevole fluidità nella composizione dei gruppi parlamentari.

Il 2 marzo Haris Kastanidis, ex ministro della Giustizia, ha annunciato che i deputati espulsi dal Pasok a seguito del voto contrario al secondo bailout stavano sviluppando un coordinamento. "Non posso essere d'accordo con la linea stabilita da un ristretto gruppo ideologico nel partito, che è stato trasformato dai neoliberisti. Siamo nel centro-sinistra, parte della tradizione socialdemocratica europea, i cui valori difenderemo.", ha detto Kastanidis.

In una rilevazione condotta da Public Issue, tra l'8 e il 13 marzo, il Pasok è all'11%, a fronte del 25% di Nuova Democrazia, il 15% di Sinistra Democratica, il 12% di Syriza - Coalizione della Sinistra radicale, l'11% di Kke - Partito comunista, il 4% di Laos. Seguono altre formazioni che oscillano intorno alla soglia di sbarramento del 3%. Con questi dati Nuova Democrazia, pur essendo primo partito, non avrebbe la maggioranza parlamentare per formare un esecutivo monocolore, da cui la necessità di trovare una coalizione per il futuro governo ellenico.



* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.

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Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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