Il Partito Socialdemocratico mantiene il primo posto in un quadro politico trasformato
di Ninni Radicini
25 settembre 2024
Dopo le elezioni statali in Turingia e Sassonia, il 22 settembre le consultazioni elettorali per il rinnovo dei seggi del Parlamento (Landtag) del Brandeburgo hanno
acquisito una rilevanza oltre i confini locali, come dimostrato dall'incremento dell'affluenza alle urne, che ha raggiunto il 72.9% degli aventi diritto, in aumento del 12%
in confronto alle elezioni del 2019. Questa elezione ha completato la serie delle tre consultazioni (Turingia, Sassonia, Brandeburgo) svolte in Länder formati da territori che fino al 1990 furono parte della Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est).
Il governo statale uscente del Brandeburgo è stato formato da SPD, CDU, Verdi, la cosiddetta coalizione "Kenia" (i colori dei tre partiti sono uguali a quelli che compongono la bandiera dello Stato africano), presieduta dal socialdemocratico Dietmar Woidke, Primo Ministro dal 2013. La coalizione, formata dopo le elezioni del 2019, ha contato su una maggioranza parlamentare di 50 seggi su 88 (SPD 25; CDU 15; Verdi 10).
Fin dalla riunificazione tedesca del 1990, il Brandeburgo ha sempre eletto Primo Ministri di SPD. Il Partito Socialdemocratico Tedesco si è confermato primo partito
con il 30.9%, AfD (Alternativa per la Germania) al 29.2% ha aumento i consensi, BSW (Alleanza Sahra Wagenknecht) 13.5% alla prima partecipazione, CDU (Unione Cristiano-Democratica) 12.1%, Verdi 4.1%, La Sinistra 3.5%, BVB/FW (Movimento Civico Unito del Brandeburgo / Elettori Liberi) 2.6%, Altre formazioni di minoranza complessivamente hanno totalizzato il 4.6%. Gli 88 seggi del Parlamento statale, attribuiti in parte con il sistema proporzionale con sbarramento al 5% e in parte con il sistema maggioritario, sono stati così suddivisi: SPD ottiene 32 seggi (+7), AfD 30 (+7), BSW 14, CDU 12 (-3). Rimangono fuori dal parlamento i Verdi (-10), La Sinistra (-10), BVB/FW (-5) e i Liberali, che gli exit pool rilevavano in grado di ottenere una propria rappresentanza parlamentare.
La CDU non è riuscita ad eleggere alcun proprio candidato nella quota maggioritaria; soltanto SPD e AfD hanno eletto propri candidati, con una concentrazione
territoriale netta: i Socialdemocratici hanno prevalso nelle circoscrizioni occidentali, AfD in quelle Orientali da Nord a Sud. Per l'attribuzione diretta dei seggi (la quota con sistema maggioritario) i candidati di Alternativa per la Germania hanno prevalso in 25 circoscrizione su 44, la SPD in 19.
Il risultato elettorale ha confermato i dati delle rilevazioni pre-elettorali che indicavano SPD primo partito seppure con un margine ridotto su AfD. L'eventualità che
AfD, dopo i risultati particolarmente positivi in Turingia e Sassonia a inizio settembre, potesse essere il partito più votato in una roccaforte dei Socialdemocratici, si
ritiene abbia influito sulle scelte di una parte dell'elettorato che in precedenza aveva votato per altri partiti. Alla vittoria di SPD ha contribuito il consenso personale di Dietmar Woidke, la cui attività di governo in particolare sulla sicurezza sociale e sullo sviluppo della economia ha trovato riscontro nei sondaggi. L'altra componente determinante nella campagna elettorale è stata la polarizzazione della scelta: SPD o AfD.
Sulla SPD sono confluiti in particolare molti voti di elettori che nel 2019 avevano votato per i Verdi oltre che quote di ex elettori di CDU, La Sinistra, e BVB/FW e di
ex astenuti. Ma i Socialdemocratici hanno avuto anche una perdita di propri ex elettorali che in questa elezione statale si sono orientati verso AfD e BSW.
Su Alternativa per la Germania sono confluiti ex elettori di pressoché tutti i partiti principali, con particolare rilievo da CDU e da ex astenuti. Viceversa una quota di ex
elettori di AfD si è diretta sulla Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) che, in misura persino maggiore a AfD, ha attratto elettori da tutti i partiti tradizionali e dall'area dei non votanti.
Un risultato ambivalente per la CDU, che ha attratto ex elettori dei Verdi ed ex non votanti ma ha perduto proprio precedenti elettori a vantaggio di
Socialdemocratici, Alternativa per la Germania e Alleanza Sahra Wagenknecht. All'opposto di BSW, i Verdi hanno invece perduto propri ex elettori verso CDU, SPD,
BSW, AfD, area dell'astensione. La Sinistra ha perduto molti elettori a vantaggio di BSW ma a fronte della prevedibilità di questo passaggio, oltre a una quota a
vantaggio di SPD e di BVB/FW, appare più ricevente la quota di suoi ex elettori che hanno scelto di votare per AfD. Flussi elettorali con segno negativo per BVB/FW (partito che associa i cittadini a livello municipale e statale fondato nel 2008) che ha attratto un quota di elettori di La Sinistra e tra gli ex astenuti ma ha perso in modo consistente in uscita verso SPD, AfD, BSW.
Per i Liberali di FDP l'elezione in Brandeburgo ha rappresentato, dopo quelle in Turingia e Sassonia, la conclusione di una serie particolarmente negativa. Nei tre Länder orientali non ha raggiunto la soglia di sbarramento del 5% prevista per ottenere seggi, fermandosi a percentuali non oltre l'1%: in Turingia l'1% (13mila voti), in Sassonia lo 0.9% (21mila voti), in Brandeburgo 0.8% (12mila voti). Nella valutazione dei risultati, una delle componenti considerate è stata il ruolo che i Liberali hanno scelto di svolgere nel governo federale, di cui fanno parte insieme con Socialdemocratici e Verdi, la coalizione "Semaforo" (in riferimento ai colori dei tre partiti). Una posizione eclettica o critica che avrebbe dovuto permettere ai Liberali di distinguersi da SPD e Verdi, tendenzialmente più simili nella linea programmatica.
Socialdemocratici e Cristiano-Democratici insieme totalizzano la metà degli 88 seggi del Parlamento statale. Esclusa un alleanza con AfD, per la SPD soltanto un'alleanza con BSW permetterebbe di avere una maggioranza parlamentare e formare una coalizione di governo.
Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007