Germania | Elezioni Land Renania-Palatinato 2021

Dati elettorali e rilevazioni precedenti

di Ninni Radicini
18 marzo 2021


Bandiera del Land tedesco Renania-Palatinato Nelle elezioni per il rinnovo dei 101 seggi del Parlamento regionale (Landtag) della Renania-Palatinato (Rheinland-Pfalz), svolte il 14 marzo 2021, la SPD (Partito Socialdemocratico Tedesco) del Primo Ministro uscente Malu Dreyer è stato confermato primo partito con il 35.7% (691.055 voti, 39 seggi), ottenendo il medesimo numero di seggi conseguito nelle Regionali del 2016. La CDU (Unione Cristiano-Democratica), con il suo candidato principale Christian Baldauf, si è fermata al 27.67% (535.345 voti; 31 seggi, -4), minimo storico alle elezioni regionali nel Land sud-occidentale. A seguire i Verdi con il 9.3% (179.902 voti; 10 seggi, +4), AfD (Alternativa per la Germania) 8.28% (160.273 voti; 9 seggi, -5), FDP (Partito Liberale Democratico) 5.52% (106.835 voti; 6 seggi, -1), FW (Elettori Liberi) 5.35% (103.582 voti; 6 seggi, +6). Nessuna rappresentanza per La Sinistra, che con il 2.49% (48.210 voti) non raggiunge la soglia di sbarramento del 5% stabilita nel sistema elettorale tedesco per partecipare alla ripartizione dei seggi (con il primo voto si sceglie il candidato nel collegio elettorale, con il secondo voto si sceglie la lista di partito). Altre sei liste ottengono percentuali di voto inferiori al 2%.

In Renania-Palatinato gli elettori aventi diritto sono stati 3.1 milioni, suddivisi in 52 collegi elettorali. Sono stati ammessi alla consultazione elettorale 13 partiti, complessivamente con 716 candidati. L'affluenza dei votanti è stata pari al 64.4%, in diminuzione sul dato delle elezioni regionali del 2016 quando i votanti furono il 70.4%, allora in netto aumento (+8.6%) in confronto alle Regionali 2011. Nella percentuale dei votanti del 2021 è da evidenziare un incremento notevole della componente del voto postale (prima delle Regionali si ipotizzava che questa modalità di voto sarebbe stata utilizzata dal 60% degli elettori). Nelle elezioni 2021 i partiti di minoranza raggruppati nella categoria "Altri" hanno totalizzato il 5.7%. Nel 2016, nella stessa categoria furono classificati 9 partiti, che totalizzarono il 5%, tra i quali La Sinistra al 2.8%, Elettori Liberi 2.3% e 7 liste con percentuali sotto l'1%.

Una rilevazione condotta da Insa Institute, realizzata all'inizio di marzo, indicava una competizione equilibrata tra SPD e CDU, con i Cristiano-Democratici al 30%, in diminuzione percentuale di consensi (-3) sul dato della precedente rilevazione a febbraio, e una uguale percentuale per la SPD, altrettanto in perdita (-1). I Verdi al 12% confermavano il dato del mese precedente, AfD al 10% aumentava di un punto, stabile FDP al 6%, mentre Elettori Liberi al 4% (+1) si avvicinava alla soglia di sbarramento, da cui rimaneva distante La Sinistra ferma al 3%. In crescita, al 5% (+2), l'insieme dei partiti di minoranza.

Una novità nella composizione del Parlamento regionale della 18esima Legislatura è l'incremento da 5 a 6 dei gruppi parlamentari, a seguito dell'ingresso - per la prima volta - dei rappresentanti di Elettori Liberi. Il numero dei seggi ottenuto dai partiti della maggioranza uscente - SPD, Verdi, FDP - che hanno formato la cosiddetta coalizione "semaforo" (in riferimento ai colori dei tre partiti: rosso, verde, giallo), è tale da porre le condizioni per una sua prosecuzione nella Legislatura entrante. Le alternative, considerate di più complessa realizzazione, sono una "Grande Coalizione" tra SPD e CDU e un'alleanza tra SPD, Verdi ed Elettori Liberi. La SPD governa in Renania-Palatinato da 30 anni, con maggioranze differenti: governo monocolore, alleanza con FDP, con i Verdi, con entrambi. La soglia del 45% dei consensi nelle Regionali fu lambita dai Socialdemocratici nel 1991 quando ottenne il 44.8% e superata nel 2006 con il 45.6%, da cui derivò la formazione di un governo monocolore.

Un'altra rilevazione pre-elettorale condotta da Politbarometer in Renania-Palatinato indicava la SPD al 33% (+2 in confronto al dato di febbraio), CDU 29% (-4), AfD 9% (+2), FDP 7% (+2), Verdi 11% (-2), La Sinistra 3% (-1), Elettori Liberi 4%, Altri partiti complessivamente al 4%. Anche in base a questa rilevazione la coalizione di governo uscente avrebbe avuto la maggioranza parlamentare, con il 59% degli intervistati favorevoli a una prosecuzione della Presidenza di Malu Dreyer (SPD) e il 28% a favore di Christian Baldauf, il candidato principale della CDU, sebbene il 36% degli intervistati dichiarasse di non avere deciso per chi votare o se andare a votare.

In riferimento a una rilevazione condotta da Forschungsgruppe Wahlen per ZDF tra gli elettori della Renania-Palatinato una settimana prima delle elezioni regionali, la base per la vittoria della SPD è stata ancora rappresentata dagli elettori della fascia di età superiore ai 60 anni. In questo gruppo il 41% vota per SPD (+1) mentre nel gruppo di età inferiore ai 60 anni la percentuale è stata del 30% (-5). Al contrario per CDU si è ridotto l'elettorato di età oltre i 60 anni (33%, -7) e quello della fascia al di sotto dei 30 anni (15%, -11). I Verdi aumentano i consensi sia nella fascia oltre i 60 anni sia in quella inferiore ai 30 anni: nella seconda in modo sostenuto (18%, +9) nella prima in modo meno impetuoso (5%, +3). L'altra componente determinante per la conferma di SPD primo partito è la notevole popolarità del Primo Ministro Malu Dreyer, il cui consenso per la qualità della sua amministrazione ha raggiunto il 76%.

I risultati della CDU in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato sono stati considerati "prevedibili" dal presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble (la CDU non ipotizzava alcun sorpasso nei confronti dei Verdi in Baden-Württemberg e della SPD in Renania-Palatinato) e il presidente del partito Armin Laschet, prima delle elezioni, ha escluso che avrebbero avuto ripercussioni sui vertici del partito.

Considerando i flussi elettorali, in base alle rilevazioni di Infratest Dimap, verso la SPD sono confluiti 19mila ex elettori di CDU nelle elezioni regionali del 2016 e 4mila ex elettori AfD. Ma i Socialdemocratici hanno contemporaneante perduto 8mila propri elettori del 2016 passati ai Verdi, 4mila passati ad FDP e ad altri partiti di minoranza. Il dato più eclatante è il passaggio all'astensione di 31mila suoi ex elettori. Nel computo tra elettori in ingresso e in uscita, SPD ha perso 24mila voti.

Verso la CDU c'è stata la confluenza di 8mila ex elettori di FDP mentre 96mila suoi ex elettori stavolta si sono orientati verso altri partiti: 19mila verso la SPD, 9mila ai Verdi, 3mila verso AfD, 11mila verso altri partiti di minoranza. La componente maggiore del voto in uscita è rappresentata dai 54mila ex elettori CDU che hanno scelto l'astensione. Nel computo tra voti in ingresso e in uscita la CDU ha perso 88mila voti. In AfD la confluenza di 3mila ex elettori di CDU è stata surclassata dalla perdita di 4mila ex elettori del 2016 passati alla SPD, altrettanti verso FDP, 2mila ai Verdi, 4mila verso partiti di minoranza. La quota principale dei voti non confermati è data dai 42mila suoi ex elettori passati all'astensione. In totale AfD ha perso 53mila suoi precedenti elettori.

FDP ha incremento i propri consensi con 4mila ex elettori di SPD, altrettanti provenienti da AfD e mille in precedenza elettori di partiti di minoranza. Hanno invece ceduto 8mila suoi ex votanti a CDU, 2mila ai Verdi, 6mila si sono astenuti. In totale FDP ha perso 7mila voti. I Verdi hanno ottenuto 9mila voti da ex elettori di CDU, 8mila da ex SPD, 2mila da ex AfD e altrettanti da ex FDP. Hanno invece ceduto 2mila voti di suoi ex elettori a partiti di minoranza e 4mila suoi votanti del 2016 si sono astenuti. In totale per i Verdi un computo positivo di 15mila voti.

Il 14 marzo in Baden-Württemberg nelle elezioni per il rinnovo dei 154 del Parlamento regionale i Verdi si sono confermati primo partito con il 32.6% (58 seggi). A seguire la CDU con il 24.1% (42 seggi), AfD 9.7% (17 seggi), SPD 11% (19 seggi), FDP 10.5% (18 seggi), La Sinistra 3.6%, Elettori Liberi 3%, Altri 5.5%. Affluenza alle urne 63.8% (nel 2016 fu 70,4%). Una settimana prima delle elezioni in Baden-Württemberg, una rilevazione di Politbarometer per ZDF indicava i Verdi al 35% (+1 da febbraio), CDU 24% (-1), AfD 11%, SPD 10% (entrambi senza variazioni), FDP 10% (+1), La Sinistra 3% (senza variazioni), l'insieme degli Altri partiti di minoranza 7% (+2). Ma il dato più eclatante era il 52% degli intervistati che non aveva ancora deciso per chi votare o se recarsi alle urne.

Si è dimostrato determinante per il risultato dei Verdi il notevole consenso nei confronti dal Primo Ministro Winfried Kretschmann, fautore di una linea pragmatica e centrista. Oltre alla continuazione della coalizione uscente composta da CDU e Verdi, un'alternativa sarebbe rappresentata da una maggioranza formata da SPD, Verdi ed FDP, quest'ultima con uno dei migliori risultati conseguiti nell'arco di 50 anni, sebbene Christian Lindner, presidente del partito, non consideri la coalizione "Semaforo" applicabile a livello federale.

Sia Armin Laschet, Presidente della CDU eletto a gennaio 2021 dopo le dimissioni di Annegret Kramp-Karrenbauer, sia Markus Söder, Presidente della CSU (Unione Cristiano Sociale), hanno considerato deludenti i risultati dei Cristiano-Democratici nei due Länder tedeschi sud-occidentali, ritenendo siano stati condizionati dalla gestione della emergenza sanitaria per il Covid-19. D'altro segno la valutazione della SPD, il cui risultato in Renania-Palatinato è stato considerato come una indicazione rilevante in prospettiva delle elezioni legislative federali del 26 settembre 2021 per il rinnovo dei seggi del Bundestag, le prime, dal 2005 dopo 4 legislature, nella quali Angela Merkel ha preannunciato che non sarà candidata della CDU/CSU alla Cancelleria della Repubblica Federale Tedesca.



* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).

Articoli di Ninni Radicini sulla Germania
Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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