Grecia: "No" alla strumentalizzazione della storia macedone
di Ninni Radicini
30 dicembre 2006
L'eventualità che la Fyrom (acronimo di Former Yugoslav Republic of Macedonia ovvero Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia) utilizzi il nome "Alessandro il Grande" per rinominare l'aeroporto della capitale - Skopje - ha determinato la protesta del governo greco. Il ministro degli esteri Dora Bakoyannis ha sottolineato che questa intenzione è contraria all'accordo stipulato nel 1995 tra i due stati sull'uso del termine "Macedonia", oltre che ai rapporti di buon vicinato e agli impegni della Fyrom verso la Unione europea. In modo più ampio, la Grecia contesta alla Fyrom un uso improprio della Storia, a partire dall'attribuzione di una continuità con il regno di Alessandro.
"Duemila e trecento anni di Storia non possono essere alterati" - ha detto il ministro Bakoyannis - "Alessandro il Grande è entrato nella Storia per aver portato la civilità ellenica in tutto il mondo allora conosciuto." Insieme all'uso del nome, Atene, all'inizio degli anni '90, ritenne inopportuno da parte della Fyrom l'utilizzo, nella sua bandiera nazionale, del sole a sedici raggi, simbolo di Alessandro Magno e del suo regno.
Per Antonio Milososki, ministro degli esteri della Fyrom, "la decisione di rinominare l'aeroporto di Skopje non ha intenzioni nascoste e non è un modo per monopolizzare una figura storica rispettata in molti paesi, tra cui Grecia, Fyrom, Bulgaria e India". Oltre all'aeroporto della capitale è stato anche proposto di rinominare "Apostolo Paolo" quello di Ohrid. Preoccupazione da parte delle autorità locali di Thessaloniki, capoluogo della Macedonia, regione settentrionale della Grecia.
Esiste infatti nella Fyrom una corrente di pensiero secondo cui nella parte occidentale della regione greca risiederebbero "decine di migliaia di abitanti di lingua slava", da considerare "minoranza slava". Il ministro Bakoyannis, rispedendo al mittente questa tesi, ha ribadito che, a parte la questione del nome, il livello di cooperazione tra i due stati è ottimo. Gli investimenti greci nella Fyrom rappresentano quasi il 60% del totale proveniente dall'estero e hanno permesso l'avvio di progetti e opere nei settori della sanità, dei trasporti, della cultura.
Il Consiglio della Unione Europea, nel dicembre 2005 ha concesso alla Fyrom lo status di paese candidato pur senza specificare la data d'inizio dei negoziati. Bruxelles ha però ricordato che il mancato raggiungimento di un livello ottimale di relazioni di buon vicinato rappresenta un ostacolo notevole per le ambizioni di ingresso nella area comunitaria. Il nome-acronimo Fyrom è quello con cui la ex repubblica jugoslava è stata ammessa nelle organizzazioni internazionali (Ue, Fmi, Cio, etc.), sebbene dal 1993, dopo quanto stabilito in tal senso dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, vari stati l'abbiano riconosciuta come "Repubblica di Macedonia", compresi gli Usa nel 2004.
Atene chiede che la questione sull'utilizzo del nome "Macedonia" sia risolta attraverso un negoziato con la mediazione dell'Onu. Condizione necessaria affinché "qualunque parlamento greco" possa ratificare gli ingressi della Fyrom nelle organizzazioni euro-atlantiche. La Fyrom però rilancia perché ritiene che il suo ingresso, e più in genere quello dei paesi dell'area balcanica, nella Ue sia un obiettivo strategico della Grecia. A tal proposito, nella stampa greca è stato evidenziato il rammarico nel notare che alcuni stati confinanti (Fyrom e Turchia), la cui evoluzione è sostenuta da Atene, non abbiano rinunciato a iniziative in senso contrario al principio del buon vicinato.
* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007