Grecia: Credibilità internazionale e stabilità politica

di Ninni Radicini
29 dicembre 2005


Il Parlamento della Repubblica Ellenica ha approvato la legge finanziaria con 166 voti a favore e 133 contro. Per il 2006 sono previsti una serie di traguardi tra i quali: la crescita del Prodotto interno lordo (3.8% contro il 3.6% del 2005), quella delle esportazioni (6.8% contro il 5%); la diminuzione della inflazione (3.2% contro 3.5%) e della disoccupazione (9.8% contro 10%). Il primo ministro Kostas Karamanlis, definendo il bilancio "di transizione dalla incertezza alla sicurezza", ha reso noto che negli ultimi due mesi le entrate fiscali sono aumentare dell'11%, grazie all'azione di contrasto della evasione fiscale, e che si punterà alla riforma del settore scolastico, alla trasparenza assoluta del sistema politico e alla protezione dell'ambiente.

In sede di dibattito, come in ogni normale dialettica parlamentare, l'opposizione non ha mancato di contestare i dati forniti dal governo. Il Pasok, il maggiore partito di opposizione, con il suo leader George Papandreou ha sostenuto che la finanziaria "manca di credibilità come quella del 2005" e l'unico obiettivo raggiungibile è la diminuzione della coesione sociale.

Karamanlis ha respinto le dichiarazioni di Papandreou invitandolo a confrontare i dati del governo di Nuova Democrazia con quelli del Pasok. Critiche anche da parte di Alekos Alavanos, presidente di Synaspismos - Coalizione della Sinistra e degli Ecologisti, e da Aleka Papariga, segretario generale del KKE - Partito comunista ellenico, che ha accusato sia ND sia il Pasok di seguire la stessa linea di politica economica, a svantaggio delle fasce più deboli della società.

Papariga ha anche chiesto a Pasok ed ND di esprimere la propria posizione ufficiale in merito alla intenzione del Consiglio d'Europa di approvare un atto sui "crimini dei regimi totalitari comunisti", in discussione a gennaio. Per il KKE rappresenta una "persecuzione dei partiti comunisti". La finanziaria è stata criticata dalla Unione centrale delle municipalità e delle comunità greche (KEDKE). Una sua delegazione ha manifestato all'esterno del Parlamento chiedendo un aumento delle risorse destinate agli enti locali. Karamanlis ha detto che la correzione al ribasso dei fondi sarà equilibrata da una parte del budget nazionale.

Valutazioni differenti si sono avute in merito al risultato del recente summit della UE svoltosi a Bruxelles, in particolare sull'assegnazione alla Grecia di 20.1 miliardi di euro per il periodo 2007-13. Il governo ha rimarcato la rilevanza del risultato conseguito, anche in virtù delle tensioni e dei veti che hanno caratterizzato il vertice, prodromo forse di ben maggiori contrasti nelle prospettiva di ulteriori allargamenti. Che si tratti di un risultato di prestigio, lo dimostra in modo implicito la dichiarazione del KKE, per cui se da un lato i fondi elargiti da Bruxelles saranno utilizzati soprattutto per infrastrutture e potenziamento del mercato, a vantaggio degli imprenditori, e hanno come unico fine quello di perpetuare il "mito" della UE, quest'anno segnata da profonde crisi, tra cui la doppia bocciatura del Trattato costituzionale in Francia e Olanda, per altro verso quanto destinato alla Grecia è "meglio di niente".

Sul fronte della liberalizzazione dei mercati la Grecia procede raggiungendo risultati concreti, da presentare in sede comunitaria come punti di merito. Tra questi, la recente attivazione della prima centrale elettrica privata. Realizzata a Echedoros (Tessalonica), dovrebbe diventare uno dei maggiori centri di produzione energetica del Sud Est dell'Europa, nella prospettiva di agganciarsi alle grandi reti continentali. Non c'è stato però molto tempo per discutere sulla manovra finanziaria perchè tutta l'attenzione è stata catalizzata da una dichiarazione di Karamanlis.

Il premier ha detto che il governo ha intenzione di avviare un procedimento di revisione della Costituzione. Papandreou ha replicato che si tratta di un tentativo di eludere le difficoltà della maggioranza. Le modifiche, secondo quanto riferito dal ministro Prokopis Pavlopoulos (Affari interni, Pubblica Amministrazione, Decentramento), in una intervista al giornale Vima non riguarderanno le relazioni tra Stato e Chiesa, la legge elettorale, e l'articolo 14 che stabilisce l'incompatibilità tra proprietà dei mass media e incarichi pubblici. Tema, quest'ultimo, al centro di una controversia non solo all'interno del mondo politico greco ma anche tra governo e Ue.

A fine ottobre la Commissione Europea e la Grecia hanno trovato un compromesso sulla legge che vieta ai proprietari di mass media di ottenere contratti nel settore pubblico. Secondo la UE questa legge - così come le disposizioni inserite nella revisione costituzionale del 2001 - discriminano i proprietari dei media perchè conterrebbe il presupposto che essi, per loro natura, sarebbero portati a esercitare una influenza indebita nel settore pubblico. Nel 2002 il precedente governo socialista aveva fatto passare una legge di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia.

In quella occasione la UE non aveva avuto nulla da eccepire, perchè erano previste una serie di clausole che permettevano di superare la visione originaria di netta separazione tra proprietari di mass media e settore pubblico. Questo tema è stato uno dei principali della campagna elettorale per le Legislative 2004. ND contestando l'"alleggerimento" della norma da parte del Pasok ha proposto in alternativa una legge più ermetica, diventata caposaldo del suo programma.

Dopo aver vinto le elezioni, il partito del premier ha avviato l'iter parlamentare e la legge è stata approvata nel gennaio 2005. Il progetto di compromesso tra UE e Grecia sostanzialmente depotenzia il bando, passando al Consiglio nazionale della Radio e della Televisione greca la responsabilità di stabilire se i proprietari dei mass media che entrano nel settore pubblico esercitino pressioni indebite tramiti i loro mezzi di comunicazione. Siamo quindi in presenza di un raro caso di inversione di ruoli nel tradizionale confronto tra UE e stati comunitari. In genere alla UE si fa riferimento come "paladino" dell'etica contro i tentativi da "soliti ignoti" dei secondi. Stavolta è stata una legge nazionale a ergersi a difesa di un principio etico (su cui, è ovvio, si possono avere valutazioni e opinioni differenti), mentre la UE ha tentato, in buona parte riuscendoci, di affermare una linea più permissiva.

L'attenzione all'etica nella politica risulta apprezzata dagli elettori greci. In una recente rilevazione condotta dalla Mrb a inizio dicembre, ND - Nuova Democrazia si conferma primo partito con 36.9% contro il 34.7% del Pasok - Movimento socialista panellenico. A seguire il KKE - Partito comunista greco (7.3%), Laos - Partito popolare ortodosso (3.6%), Synaspismos - Coalizione della sinistra e degli ecologisti (3.4%). Nonostante la differerenza, non certo incolmabile tra i due maggiori partiti, gli intervistati credono che se si votasse a brevissimo termine sarebbe ND a vincere (58% contro 29%). Soprattutto sono i politici dei Nuova Democrazia a confermare un notevole livello di credibilità tra gli elettori.

Dora Bakoyannis, sindaco di Atene, è il politico più popolare (61.1%) e Karamanlis è considerato più adatto di Papandreou nel ruolo di primo ministro (43.5% contro 34.9%). Non solo in politica interna ma anche in politica estera la Grecia segna risultati di rilievo, anche nelle iniziative apparentemente non eclatanti. Ad esempio, quaranta deputati del Congresso statunitense hanno firmato una dichiarazione che sollecita la Fyrom (ex Repubblica jugoslava di Macedonia) a raggiungere un compromesso con la Grecia in merito al nome dello Stato, chiamando le autorità di Skopje a riesaminare il contenuto di libri, mappe geografiche, e testi scolastici in modo da non creare dissapori con la parte greca in fase di negoziato.

In altro ambito, l'eco delle memorabili Olimpiadi di Atene del 2004 è ancora attivo. La Cina ha chiesto alla Grecia di aiutarla nella organizzazione della prossima edizione dei Giochi, dato il patrimonio di conoscenza ed esperienza maturato lo scorso anno. Consulenza di altissimo livello ufficializzata a maggio con formazine di un comitato di cooperazione olimpica cino-greco. Una collaborazione la cui qualità e i cui riscontri sono sintetizzabili nella decisione della Cina di nominare la Grecia "Stato onorario" delle olimpiadi di Pechino. La prevista prossima visita di Karamanlis in Cina sancirà inoltre la ratifica di un protocollo per la dichiarazione dell'"Anno della Grecia in Cina", nel periodo tra settembre 2007 e la fine del 2008.



* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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