Progetto Invisibile
Arte e Design italiano a Cipro

Opere di Eva Fischer, Angelo Mangiarotti, Ambrogio Pozzi, Giotto Stoppino, Mario Bellini, Alessandro Guerriero, Cini Boeri, Carla Accardi, Alessandro Mendini, Paola Navone, Riccardo Dalisi, Renato Mambor, Mimmo Paladino, Gianluca Lerici, Angela Rui, Lisa Ponti, Paola Pezzi, Bonomo Faita, Elisabetta Di Maggio, Flavio De Marco.

27 novembre - 31 dicembre 2009
Centro Culturale Old Pallouriotissa Market - Nicosia (Cipro)
www.naba.it

Ventisette artisti e designer raccolti in una esposizione sull'arte e il design italiani degli ultimi decenni, a cura di Massimo Martignoni e Remo Rapetti, proprio nel cuore del Mediterraneo, in un luogo ricco di fascino e di storia quale è Cipro. Il concetto di "invisibile" è stato interpretato dagli artisti e dai designer nei modi più diversi e personali. Il quadro dell'arte e del design italiani tracciato in questa rassegna cipriota va dagli anni '50 a oggi (in prevalenza le opere sono però molto recenti). Un resoconto generale, per rapidi cenni, potrà risultare utile allora per districarsi tra i meandri di un periodo tanto vasto. Il lavoro cronologicamente più lontano (1959) è Muro incantato di Eva Fischer, pittrice che testimonia quella fase postbellica tesa nel dibattito tra Realismo e Astrazione.

A rappresentanza degli anni '60, stagione indimenticabile del design italiano, due gioielli: la lampada Saffo di Angelo Mangiarotti, di opalescente eleganza, e il Cono o servizio impilabile di Ambrogio Pozzi, il maestro della ceramica. Si entra negli anni '70 e il design, con due primi attori, è sempre di grande qualità. Giotto Stoppino porta la lampada Drop, fantasmino luminoso, Mario Bellini la seduta Cab 413, di quella famiglia Cab che per pulizia formale e strutturale è una delle vette più alte del suo catalogo. Il decennio successivo è documentato da Ornamento 328 di Alessandro Guerriero, rilettura Astratto-futurista che trova le sue ragioni nell'orizzonte programmatico del gruppo di avanguardia "Alchimia" (di cui egli è stato, nel 1976, il fondatore), e da Ghost di Cini Boeri, in cui il termine di riferimento all'invisibilità trova qui la più felice e logica delle soluzioni.

Carla Accardi, personalità tra gli artisti italiani dell'ultimo mezzo secolo, presenta Orli di cobalto, n. 535A. Datato 1996, il dipinto è un esempio di quella ricerca liricamente astratta che Carla Accardi conduce senza tentennare dai tempi lontani dei suoi esordi. Da lì si passa al nuovo secolo che raccoglie tutti i restanti lavori. Proust di Alessandro Mendini si riallaccia idealmente all'opera di Guerriero (tramite il lavoro comune nel laboratorio di "Alchimia") e così, per le stesse ragioni, il tavolino Babu di Paola Navone. Riccardo Dalisi, memoria anch'egli di non dimenticate istanze "radical" del design italiano, espone cinque piccole sculture in filo di rame e filo di ferro, Caffettiere invisibili, uscite dalla sua magica fucina napoletana. Una fresca ventata sixties alita sulle silhouette di Disinvestire di Renato Mambor: echi Pop Art (ricordi di quell'esperanto romano-americano dei suoi anni '60) per un dipinto che è stato realizzato pochi mesi fa per la mostra di Cipro.

Mimmo Paladino, 3 Kafka, e Enzo Cucchi, Spiccioli (opera solo "presentata" dall'artista in ossequio allo spirito della rassegna), portano la testimonianza transavanguardista, che a distanza di tre decenni rimane tra le più importanti virate di percorso dell'arte contemporanea. Al comando di Lisa Ponti, presente con quattro lavori in formato (il suo) A4, la penna e la matita (talvolta è la forbice, quando si tratta di collage) compiono veloci acrobazie segniche e consegnano, nel tempo di un respiro, disegni-messaggi poetici e sognanti. Gianluca Lerici-Professor Bad Trip, vicino al linguaggio dei comics e della street art, era un vero portavoce della cultura figurativa underground. Il suo Robota (2003) è indicativo del talento di un autore scomparso prematuramente nel 2006.

Il gruppo di giovani autori che chiude la sezione arte della mostra è rappresentato da opere recentissime (alcune delle quali eseguite per l'occasione). Angela Rui, Progetto imprevisto, lavora al pari di Lisa Ponti con la modalità (è arma affilata) del disegno. Paola Pezzi, Cipro/Italia, e Bonomo Faita, Roccia con rovine e cipressi, dimostrano una sofisticata abilità nel montaggio (vera costruzione) dell'opera d'arte: che diventa fantasmagoria di segni e di colori nel primo caso, esercizio e gioco citazionista (De Chirico non è lontano) nel secondo. Echi concettuali e lirismo, a dosi differenziate, fanno da sfondo ai lavori di Elisabetta Di Maggio, Senza titolo, le cui foglie di edera tagliate a mano con bisturi mettono in luce, nella loro fragilità, nuove e preziose orditure, di Lorenzo Missoni, Il mondo lentamente si consuma, lucida aggregazione plastica di legno, ferro, ceramica, e di Flavio De Marco, Paesaggio, ovvero residuo iconografico di una perduta distanza reale.

Rimangono, per finire, le opere di quella nuova ondata di progettisti che stanno rinnovando il panorama ultimo del design italiano. Giulio Iacchetti, Lingotto forma ghiaccio, è sempre da ammirare per il tocco leggero (e sapiente) con cui mescola rigore formale-funzionale e ironia. Lo stesso si deve dire di Paolo Ulian, Matriosca, e di Andrea Maragno-Joe Velluto, Lampada parziale + lampada disfunzione, altrettanto calibrati nelle loro intelligenti parafrasi in tema di form follows function. In chiusura Giovanni Innella/Id-Lab, Pelle di una sedia universale di Joe Colombo, traduzione tangibile di un feticcio degli anni '60, e i Soup Studio, Tensione in libreria, che con cavi e tiranti d'acciaio ci mostrano razionali e pratiche applicazioni del "progetto invisibile". (Massimo Martignoni)

Un progetto dell'Associazione NABAFuturarium, attraverso cui NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, costruisce e gestisce la rete di relazioni con il mondo professionale e con le istituzioni più significative della città, in modo da facilitare il passaggio degli studenti dal mondo accademico a quello professionale, con particolare attenzione al settore no profit. NABAFuturarium è attiva dal 2004. La mostra fa parte della manifestazione "Cipro-Italia A/R. Architettura Arte Design", in cui si inserisce anche una mostra su architetti ciprioti che hanno studiato in Italia, a cura di Emma Tagliacollo, che si svolgerà nello stesso luogo e nelle stesse date.

Immagini (da sinistra a destra):
1. Alessandro Guerriero, Ornamento 328, tecnica mista e digitale cm150x150, 1982
2. Mimmo Paladino, Selva/Rumore di fondo, olio su tela con cornice di ferro cm70x39.50, 2006



Puoi proseguire con la presentazione delle seguenti rassegne:
Cipro: arte, musica e teatro. Nel 50esimo anniversario della indipendenza (giugno 2010)

Cipro e l'Italia al tempo di Bisanzio (L'Icona Grande di San Nicola tis Stégis del XIII secolo dal Museo Bizantino di Nicosia restaurata a Roma)

Settimana Cipriota a Roma e nel Lazio (maggio 2008)

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