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Prima del nuovo numero di Kritik

Mostre e Iniziative culturali sulla Sicilia, in Sicilia e di Artisti Siciliani


   
  • Elena Frazzetto | Francesco Grasso | "Dei fiori e altri incanti"
  • Kultur Ensemble Palermo | Un nuovo ciclo di incontri per il 2025 con "Ne vogliamo parlare?"
  • Agrigento 2025 - Concerto | Klangforum Wien

  • Crucifixus. Antiche e nuove musiche della Settimana Santa | Concerto del Coro Cum Iubilo
  • Il FINC Festival dalla Sicilia alla Francia: nasce il FINC on Tour a Belfort
  • Non ragioniam di lor..." | Il canto III dell'Inferno tra storia, poesia, arte e musica

  • ALENFADO in concerto
  • Una tavola rotonda per rafforzare il tedesco in Sicilia
  • "La Lettura non Isola" | Avvicinare le isole minori, lettura e scrittura come strumento di incontro

  • La deutsche vita | Cineclub 2025
  • Poptical | Gianni Versace Dancing Pop Tribute
  • Attorno a noi il Mare | Um uns das Meer / Autour de nous la mer

  • Concerto: Adam H. & The Silent Treatment
  • "Emilio Isgrò. Autocurriculum sotto il sole"
  • Franco Carlisi e Francesco Cito | "Romanzo italiano"

  • L'Associazione Siciliana Amici della Musica compie 100 anni
  • Ferdinando Scianna | "La geometria e la compassione"
  • MAPPA-MONDO. Fotografie di dieci paesi in Sicilia

  • Gianfranco Anastasio | "Con gli occhi della mente"
  • Simone Geraci | La stagione che tarda ad arrivare
  • "La Bocca dell'Anima", regia di Giuseppe Carleo

  • SalinaDocFest 2024
  • Blu Sicilia | Il mare nell'arte isolana dal Novecento alla Contemporaneità
  • Yoko Ono | "Wish Tree for Sicily" ("L'albero dei desideri per la Sicilia")

  • Giuseppe Patanè | "EGO"
  • Valentina Mir | "Kosmoopera"
  • Carmelo Bongiorno | "L'Isola intima, radiografie dell'anima"


  • Opera a tecnica acrilico su tela di cm 60x60 denominata Volo di rondini 2 realizzata da Francesco Grasso nel 2017 Opera a tecnica acrilico su tela di cm 50x70 denominata La giostra realizzata da Francesco Grasso nel 2020 Collage a tecnica mista con acrilico su tela di cm 50x70 denominato Albero realizzato da Elena Frazzetto nel 2024 Opera a tecnica acrilico su tela di cm 40x50 denominata Composizione realizzata da Elena Frazzetto nel 2025 Elena Frazzetto | Francesco Grasso
    "Dei fiori e altri incanti"


    12 aprile (inaugurazione) - 30 aprile 2024
    Galleria "Arianna Sartori" - Mantova
    info@ariannasartori.eu

    Ritornano gli Artisti Elena Frazzetto e Francesco Grasso con la nuova mostra alla Galleria Arianna Sartori, dove nel 2024 hanno presentato la mostra "Del colore, anzitutto" e nel 2023 la mostra "Fantastiche visioni cromatiche" ed in entrambe le occasioni hanno suscitato interesse da parte del pubblico e della critica. L'esposizione è presentata da Giuseppe Bella e curata da Arianna Sartori

    Elena Frazzetto (Catania, 1957) inizia i suoi studi artistici presso il Liceo Artistico Statale di Catania. Frequenta i Corsi di Pittura e di Scultura dell'Accademia di Belle Arti di Catania e consegue la laurea Specialistica di Decorazione. Dal 1986 al 2019 ha insegnato "Laboratorio di Decorazione Pittorica" e "Discipline Pittoriche" presso l'Istituto Statale d'Arte di Siracusa e di Catania e al Liceo Artistico Statale M.M. Lazzaro di Catania. Dal 1976 ha tenuto diverse personali e partecipato a numerose mostre collettive e rassegne d'arte.

    Francesco Grasso (Catania, 1952) ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte e l'Accademia di Belle Arti di Catania nel Corso di Pittura diplomandosi nel 1977. Nel 1975 ha ottenuto il 1° premio alla quarta edizione del "Premio Lubiam" di Mantova. La sua prima mostra personale è alla New Gallery di Catania nel 1977. Ha insegnato Discipline Pittoriche e Laboratorio di Tecniche Murali. Dal 1979 al 2018 è docente presso l'Istituto Statale d'Arte di Catania e al Liceo Artistico Statale M.M. Lazzaro di Catania. La sua personale ricerca artistica si sviluppa usando la tela pagina per il suo "diario pittorico" raccontando gli eventi e le esperienze in una sorta di notes autobiografico. Ha partecipato a numerose mostre collettive e rassegne d'arte. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.

    ___ Elena Frazzetto - I fiori, di ogni specie
    di Giuseppe Bella

    I fiori. Di ogni specie, in varie fogge. Epifania costante, in pittura. Ditemi: c'è mai stato un artista che non abbia subito il delicato sortilegio del loro apparire? Raffigurano ciò che il bello naturale produce come forme di compiuta e fragile eleganza, con il germe tuttavia del progressivo smorire in marcescenza. Si tratterebbe allora, per lo sguardo, di coglierli o nell'attimo del loro splendore o in quello stadio che prelude al loro essiccamento - in quella fase che si situa tra vividezza e rovina, tra colori che principiano a stemperarsi e un'opacità di morte.

    Elena Frazzetto sceglie di votarsi a quel tipo di felicità cromatica, a quella voluttà di chiarezza che fu di Matisse; quando pensa ai fiori, li immagina come corpi di colori puri, con predominanza di giallo e di rosso. Ritorna, in questo modo, a quella maniera espressionistica che potremmo definire mediterranea, perché nella temperie solare del Sud trova la sua schietta sorgente. Saremmo persino autorizzati a pensare che la pittura di Elena Frazzetto, pur mantenendo il rispetto della figura, sia, nella sua intima essenza, immateriale.

    Non si incontra la materia con la sua labile grazia, nelle sue visioni floreali o campestri; né la materia con la sua corruttibile concretezza, la materia che trattiene la luce ma anche la sua ombra, lo spettro della corruzione che inevitabilmente prenderà il sopravvento. Non la materia pereunte, pertanto. Solo luce: la gaiezza del suo manifestarsi. Con i colori attraverso cui si sostanzia. Se non c'è materia, il dolore non avrà campo. Se la materia è ridotta a semplice concrezione di luce, svanisce ogni dissidio tra la figura e l'ambiente in cui si colloca. La figura avrà la medesima natura e qualità dello sfondo; nessuna prerogativa ontologica la stacca da ciò che la contiene e circonda. Ecco, quindi, un vaso con fiori traboccanti.

    I colori di cui i fiori si adornano sono gli uguali di quelli che tingono la base su cui il vaso poggia nonché lo sfondo che potrebbe essere una parete, ma con identica probabilità anche una banda di cielo iperuranico, sì che il vaso appare come fluttuare danzando su onde di colore. Dai fiori sprigiona un campo di energia espulsiva per cui macchie cromatiche si proiettano tutt'intorno, come quelle esplosioni solari che insinuano nelle tenebre dello spazio lingue di fuoco sfrangiate e vibranti. I fiori, in questa poetica di Frazzetto, non hanno nome; non importa che l'abbiano. Come in quel verso balbettante della Stein ("Una rosa è una rosa è una rosa"), possiamo qui ripetere, ribaltando: "Un fiore è luce è luce non altro che luce".

    Ma non solo fiori Elena dipinge; anche paesaggi, alcuni ottenuti, con tecnica collagistica, distendendo lembi e scarti di giornali, che costituiscono l'insolita campitura per la successiva applicazione di carte veline percorse da bande di tenui colori (azzurro, giallo paglierino, verde); si colgono pure segni come riccioli o svirgolature ornamentali. Qui c'è materia, ma non è la materia a cui comunemente si pensa; è materia, per così dire, denaturata. Oppure: declinata per allusioni o simulazioni, perciò vuota di sostanza e presentata nel suo nudo profilo di linee e onde e rotondità collinari.

    Altrove, il paesaggio è dipinto con l'esplicita intenzione di rappresentare una realtà tangibile: e c'è l'albero, immancabile topos figurale, leggero e snello; e il tronco ha il colore del legno giovane, con nervature di verde - lo stesso verde della fronda. Ma ecco che il terreno su cui l'albero si radica, è un'improbabile sovrapposizione di strisce, un nervoso intreccio di fasci colorati in cui è ripreso il tema cromatico del verde e del marrone, oltre al rosso che combinandosi col verde dà un giallo paglierino. Finzione e pretesto, dunque: per inscenare ancora una volta la chiarità di quell'energia primeva che si addensa in materia per rendere palpabile il mistero del creato.

    Ora si tratta di constatare come Elena Frazzetto affronta e risolve il problema della figura umana. Ho disponibile alla mia osservazione un ritratto di donna. Certo è difficile se non impossibile eludere il tema del corpo fisico, della carne, quando l'artista si pone davanti a una persona con il proposito di trasferirne in pittura (in scultura, in concetto) l'essenza umana (il carattere, il temperamento, le qualità morali); si può nobilitare questo corpo o degradarlo o denigrarlo: ma è lì ed è materia mobile. La nostra artista aggira il punto.

    Volge lo sguardo al proprio interno, al mondo oscuro del sogno e del ricordo, lì dove le figure sono fantasime, ombre che labilmente si configurano, per poi dissolversi nel nulla come lo spettro della madre, nella Nekyia, che Odisseo tenta inutilmente per tre volte di abbracciare. La donna di questo ritratto flette le braccia unendole ai gomiti e con le mani fa una coppa su cui si adagia il volto; di lei è mostrato soltanto il busto. Tutto è trasparente. Attraverso il corpo si vede lo sfondo; pure qui, ritagli di giornale. Ma è la posa, l'espressione di questo fantasma ciò che si imprime nel nostro sguardo: un fantasma che emerge da un ricordo, un ricordo che nasce da altri sogni.

    ___ Francesco Grasso - Ritratto dell'artista da fanciullo
    di Giuseppe Bella

    Da giovane pittore, Francesco Grasso amava le tonalità chiuse e mormoranti; il suo culto era dedicato alle cromie uniformi, estese campiture di verde, di blu o di viola talora striate di arancio o di bianco, spesso composte per bande orizzontali, bagnate marginalmente dalla luce, riportanti in superficie i segni del lavorio del pennello, con marcate rigature impresse come obliqui freghi: si intuiva che, sotto, agivano pulsioni a stento trattenute, ciò che dava alla sua pittura un carattere di ricerca irrequieta.

    Era, quello, il tempo del cielo e delle acque (Cielo, Mare n.1, Cielo, Mare n.2, entrambi del 1980) i quali apparivano ai suoi occhi creati da un'identica sostanza, che poteva indifferentemente collocarsi ora in basso ora in alto; tuttavia, si trattava di una sostanza da cui non si sprigionava serenità, ma un senso di allarme, non proprio di minaccia - ma insomma, c'era in essa come un presagio. Si potrebbe addirittura affermare che, in quegli anni, l'energia creativa di Grasso era dominata, pur lui giovane, dalla figura del Senex - entità archetipica incline alla saggezza ma, insieme, alle meditazioni melanconiche.

    Poi, in quello stesso torno di tempo, accadde qualcosa, un evento tale da torcere la direzione del suo sguardo; non più rivolto, questo, alle profondità della mente. In ogni momento, tutto, occorre dire, è presente in nuce nel mondo immaginifico dell'artista, quindi disponibile all'utilizzo; possono cambiare, come in effetti variano, le forme dell'espressione, secondo le mutevoli tecniche con cui un'idea viene nel tempo resa operante nello spazio dell'azione creativa; ma le configurazioni simboliche rimangono immutate, uguali a se stesse, sempre, mai in sostanza si trasformano, sia che agiscano come archetipi, sia che sgorghino dalle terre profonde della mente.

    Due nobili ombre sono solite visitare Francesco nei giorni più grigi e inquieti, nelle ore dominate dallo spleen, quando gli sforzi dinanzi alla tela non producono i risultati voluti; sono i fantasmi mentali di Klee e Kandinsky. Il primo porta con sé l'idea che l'immaginazione, lungi dall'essere una mera attività della mente, separata dalla realtà per quanto a essa funzionale, è - o dev'essere - un esercizio spirituale che dia senso e nobiliti la presenza nel mondo dell'artista. Kandinsky, dalle visioni ugualmente psicagogiche, offre in dono l'idea che forme e colori debbano entrare in un rapporto di reciproca risonanza, animando forme che riemergono dai territori fabulosi dell'infanzia. Ma non sono venuti a impartire lezioni, i due Maestri. Devono aiutare Francesco a tirar fuori da sé gli eidola che ci sono, celati nel fondiglio brumoso dell'inconscio-mare calmo, ma faticano a nascere. Devono adempiere un compito maieutico.

    Il da?µ?? che guidava l'occhio e la mano di Francesco si raddolcì, pertanto, tralasciò il diletto degli abissi, sia acquorei sia celesti, e scrutò in alto. Sospeso fantasticamente nell'aria immobile, si svelò l'Aquilone. Questa mirabile visione fu propiziata sia dall'influsso dei due Maestri sia, verosimilmente, anche dal fatto che Francesco conoscesse a fondo, apprezzandole, le esperienze neoavanguardistiche della pop art (Michelangelo, acrilico su tela 1982, et alia). Sia come sia, da quel momento il Fanciullo cominciò a crescere negli spazi insondabili dell'animo di Grasso. L'Aquilone rimarrà a lungo una presenza iconica costante nella sua vita artistica: e insieme a esso, quale sfondo gioioso, ecco che il cielo assume un aspetto versicolore, l'aria si scompone in mille e mille molecole sfavillanti.

    Non c'è decennio, nella produzione pittorica di Grasso, in cui l'Aquilone non faccia la sua apparizione. È un emblema di ardita leggerezza, l'aquilone. All'estremità del filo che lo trattiene dall'involarsi, c'è sempre un bambino, che ride e saltella. Però, anche qui si annida un'ombra. Si rammentino quei versi di Pascoli: l'allegria fanciullesca trascina con sé tristi ricordi, ricordi di morte. Questo per dire che, nelle ultime pitture del nostro, le rondini quali creature aguzze lanciate in voli temerari, i fiori sgargianti e d'incredibile esuberanza, l'intera natura infiammata da un tripudio di colori, celano tutti, sotto una patina di idillio, una segreta inquietudine.

    Le scene originate dalla fantasia di Grasso, in questi ultimi anni, hanno assunto una valenza vieppiù infantile; quadri ricomposti dagli occhi pieni di stupore di un pittore/fanciullo dinanzi alle fiabe che si rivelano nelle visioni di paesaggi già noti ma riscoperti in nuove configurazioni, e degni di costituire un "diario pittorico", una sorta di registro degli stupori, delle meraviglie che una collina/mondo/seno-materno, un vulcano eruttante, un trenino dal fumo diffuso come una nuvola puntiforme, suscita negli occhi candidi del bambino scaturito dalla canizie. Un digesto degli incanti, nelle cui pagine le immagini riposino, mentre lievitano dentro l'anima nel silenzio dei giorni e delle notti. (Estratto da comunicato stampa)

    Immagini (da sinistra a destra):
    1. Francesco Grasso, Volo di rondini 2, 2017, tecnica acrilico su tela cm 60x60
    2. Francesco Grasso, La giostra, 2020, tecnica acrilico su tela cm 50x70
    3. Elena Frazzetto, Albero, 2024, collage su tela a tecnica mista acrilico cm 50x70
    4. Elena Frazzetto, Composizione, 2025, tecnica acrilico su tela cm 40x50




    Locandina del ciclo di incontri Ne vogliamo parlare organizzato a Palermo da Goethe e Institut français Kultur Ensemble Palermo
    Un nuovo ciclo di incontri per il 2025 con "Ne vogliamo parlare?"


    - Primo appuntamento
    .. Proiezione reportage Blickwechsel - Publika und Politiken der Darstellenden Künste (2024)
    29 aprile 2025, ore 17.30
    Goethe-Institut Palermo - Cantieri Culturali alla Zisa (Palermo)

    ... Conferenza
    29 aprile 2025, ore 18.30
    Institut français - Cantieri Culturali alla Zisa (Palermo)
    www.institutfrancais.it/palermo/riflessioni-sulle-politiche-culturali-contemporanee-nel-contesto-teatrale

    Nel 2025, la programmazione culturale di Kultur Ensemble Palermo (frutto della collaborazione tra il Goethe-Institut e l'Institut français Palermo) si arricchisce di un nuovo capitolo: un ciclo annuale di incontri tematici, pensato come occasione di discussione e approfondimento su temi di grande attualità. Questo nuovo formato, realizzato grazie al sostegno del Fondo Culturale Franco-Tedesco, intende stimolare una riflessione condivisa, coinvolgendo attivamente la cittadinanza e invitando il pubblico a interagire con esperti e professionisti provenienti dai mondi dell'arte, della scienza e dell'accademia, sia tedesca che francese e italiana.

    Il ciclo di incontri prende il nome di Ne vogliamo parlare? - non un semplice titolo provocatorio, ma un invito esplicito a prendere parola e ad approfondire temi cruciali del nostro tempo, attraverso il confronto diretto con coloro che, per esperienza o competenza, possono offrire nuove prospettive sulle sfide contemporanee. Per la sua prima edizione, il ciclo è dedicato al tema centrale della città, analizzando le dinamiche che la caratterizzano e il modo in cui esse influenzano il nostro presente e, inevitabilmente, il nostro futuro. Tra i temi trattati, le politiche culturali in ambito teatrale, l'accesso all'acqua, le trasformazioni del lavoro, i cambiamenti demografici e la sicurezza con l'obiettivo di offrire una visione inclusiva e articolata delle evoluzioni che le nostre città stanno affrontando. Questi incontri si propongono come uno spazio di discussione, un'opportunità per riflettere insieme sui cambiamenti che ci riguardano da vicino.

    Il primo appuntamento di Ne vogliamo parlare sarà incentrato sulle politiche culturali contemporanee nel contesto teatrale. La creazione culturale è minacciata dalla crisi economica e da politiche culturali sempre più rigide. Ancora una volta, oggi il teatro è uno dei settori più colpiti dai tagli di bilancio: i vincoli finanziari e l'esortazione alla produttività economica hanno la precedenza sulla necessità di creare. In Francia, alcuni importanti direttori di teatro stanno gettando la spugna, rifiutandosi di essere "testimoni di una scomparsa programmata".

    Oltralpe, in Francia come in Germania, la libertà di creazione e di programmazione viene minacciata dalla pressione politica o di gruppi estremisti che sempre più spesso sfocia in atti di censura. Eppure, proprio mentre perde la sua centralità sociale, il teatro - e con esso i molti luoghi in cui si fa teatro, tra spazi pubblici, educativi o militanti - interroga un elemento fondamentale delle nostre società contemporanee: quello della presenza e delle relazioni, della loro forza e della loro fragilità.

    Interverranno ospiti di rilievo come la drammaturga, scrittrice e avvocata Olga Bach (Berlino/Palermo), l'attore e regista teatrale Noël Casale (Théâtre du Commun, Corsica), il regista e autore teatrale, attore, docente di regia Accademia delle Belle Arti di Palermo e direttore artistico Segesta Teatro Festival Claudio Collovà (Palermo), il performer Ernesto Tomasini (Palermo/Londra), che arricchirà l'incontro con degli interventi artistici. La discussione si svolgerà in italiano e sarà moderata dalla giornalista Helen Hecker.

    La discussione sarà preceduta dalla proiezione del reportage Blickwechsel - Publika und Politiken der Darstellenden Künste (2024, 63', v.o. con sottotitoli in italiano), che avrà luogo alle ore 17:30 presso il Goethe-Institut. Il film esplora le strategie artistiche messe in atto in ambito teatrale contro le forze di estrema destra, con particolare riferimento al partito AfD (Alternative für Deutschland), che nelle elezioni federali del 2025 ha registrato oltre il 20% dei consensi, il risultato più alto dalla sua fondazione nel 2013. Un invito a partecipare, con l'intento di stimolare il dialogo e il pensiero critico, valorizzando la pluralità di voci che animano le dinamiche culturali delle nostre città.

    __ Olga Bach

    Olga Bach, nata a Berlino, ha studiato filosofia e filologia tedesca alla Freie Universität di Berlino e alla Istanbul Üniversitesi, in Turchia. Durante i successivi studi di giurisprudenza all'Università Humboldt di Berlino, ha scritto la sua prima opera teatrale "Die Vernichtung", che è stata nominata per il Mülheim Dramatist Prize e invitata al Berlin Theatertreffen con la produzione di Ersan Mondtag. La rivista Theater Heute l'ha eletta "Giovane autrice dell'anno 2017". Da allora, le sue opere sono state rappresentate, tra gli altri, al Teatro di Basilea, alla HAU di Berlino e al Münchner Kammerspiele. Nel 2023 è nata sua figlia e il suo romanzo d'esordio "Kinder der Stadt" è stato pubblicato da Kiepenheuer und Witsch, Colonia. Nel 2024 ha superato il secondo esame di Stato e da allora è avvocato a tutti gli effetti. Vive a Palermo, dove, oltre alla sua attività di scrittrice, fornisce consulenza legale ai migranti.

    ___ Noël Casale
    Teatru di u Cumunu / Théâtre du Commun
    Compagnie teatrale di servizio pubblico (Bastia)

    Nato a Bastia nel 1960 da una famiglia di operai comunisti. Dall'età di 16 anni lavora per quasi dieci anni nella marina mercantile e come scaricatore nel porto di Marsiglia. A 25 anni scopre il teatro a Parigi. Ha studiato con Stuart Seide e Bernard Dort al Conservatorio Nazionale Superiore d'Arte Drammatica. Ha lavorato come attore sotto la direzione - in particolare - di Christian Benedetti, Agathe Alexis, Marie-Ève Edelstein, Marc François, Claude Régy, Pascal Omhovère, Xavier Marchand...

    Dal 1995, ha adattato e diretto opere di Virginia Woolf, Leslie Kaplan, Marguerite Duras, Tarjei Vesaas, William Shakespeare, Pierre Corneille, Fontenelle, Joseph Conrad, Hans Magnus Enzensberger, Ranuccio Bianchi Bandinelli oltre a produzioni proprie. È sostenuto in Corsica e altrove - La Fonderie a Le Mans, lo Studio-Théâtre a Vitry-sur-Seine, il C.D.N. a Gennevilliers, Montpellier e Strasburgo (T.J.P. ), Scènes Nationales de Dieppe et de Fécamp, Les Labos d'Aubervilliers, Théâtres des Bernardines, Lenche, Joliette-Minoterie (Marsiglia), Collectivité de Corse, Théâtre de Bastia, Teatro Argentina-Teatro Nazionale di Roma (Italia)... ecc. Come autore è stato vincitore di borse di scrittura Beaumarchais, AFAA e Institut français a Roma, New York e Il Cairo. Ha realizzato residenze di scrittura presso la Chartreuse de Villeneuve les Avignon e a Marsiglia (Théâtre Joliette).

    FORZA BASTIA - La Revue Littéraire des Éditions Léo Scheer (2007)
    GENS de BASTIA (Bastia l'hiver, Liberty Valance est mort, Forza Bastia, Reprise d'un triomple, Vie de Jean Nicoli) - Éditions Albiana (2020)
    BASTIA AN ZÉRO VINGT - Edizioni Eoliennes (2022)
    www.theatreducommun.fr/noel-casale/

    ___ Claudio Collovà

    Nato a Palermo, Claudio Collovà, docente di Regia all'Accademia delle Belle Arti di Palermo, direttore artistico delle Orestiadi di Gibellina dal 2009 al 2017, e attuale direttore artistico dal 2022 del Segesta Teatro Festival, e di Ierofanie Festival nei Parchi Archeologici di Segesta e Naxos Taormina, ha debuttato nel 1987 con Il cavaliere bizzarro di Michel de Ghelderode. Molti dei suoi lavori sono stati presentati in festival internazionali di teatro. La sua poetica, principalmente legata alla pittura ed alla fisicità dell'attore, si incrocia spesso con la danza e trae origine da fonti di ispirazione non solo teatrali.

    Tra i suoi lavori più conosciuti ricordiamo Le buttane di Aurelio Grimaldi, Eredi su Magritte, Miraggi Corsari da Pasolini, Fratelli di Carmelo Samonà, La caduta degli angeli da i drammi celtici di W.B. Yeats, K. l'agrimensore dal Castello di Kafka, La famiglia dal Re Lear di Shakespeare, La terra desolata di Eliot, Hamlet Album de Familie da Müller e Shakespeare rappresentato a Bucarest e in Italia in lingua rumena per il Teatrul Mic (Piccolo Teatro), Donne in tempo di guerra da le Troiane di Euripide che ha inaugurato il Festival di Potsdam nel 2005. Per l'Unione dei Teatri d'Europa ha diretto Woyzeck di Büchner al Wihelma Theater di Stoccarda, poi coprodotto nel 2005 col Teatro Garibaldi di Palermo e in una successiva edizione a Budapest in lingua magiara con Maladype Szene.

    Col Teatro Biondo Stabile di Palermo sono stati coprodotti gli spettacoli La terra Desolata di Eliot (2004), Uomini al buio - Ulyssage # 6 da Joyce, Artista da Giovane dal Dedalus di Joyce, e in produzione I nostri tempi dall'opera di Michele Perriera e sempre con lo Stabile porta a conclusione il progetto di collaborazione triennale con Ulyssage # 3 Telemachia nuovo capitolo dall'Ulisse. Ha inoltre scritto da Rilke e diretto Ogni qualvolta levo gli occhi dal libro, che ha aperto il Festival delle Orestiadi nel 2014, e con gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ha diretto Ulyssage # 4 - La Biblioteca. Come attore ha lavorato, tra gli altri, con Antonio Neiwiller negli spettacoli Dritto all'inferno, Salvare dall'oblio e Canaglie prodotti da Teatri Uniti di Napoli.

    Lavora regolarmente nel campo della formazione tenendo seminari in tutta Italia, e ha insegnato regia presso le Università di Palermo, Pescara e Milano. Dal 2010 al 2017 è stato direttore artistico delle Orestiadi di Gibellina e il suo spettacolo Massa e potere da Canetti ne ha aperto la xxix edizione. Nel 2011 il Festival delle Orestiadi vince il primo nazionale della Critica come miglior festival di teatro contemporaneo in Italia. Per il Teatro Biondo Stabile di Palermo scrive e dirige la riduzione da Stefano D'Arrigo Horcynus Orca, e da Carmelo Samonà, Fratelli, rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Nel 2002 fonda a Palermo con la coreografa Alessandra Luberti Officineouragan, spazio dedicato alla ricerca teatrale e coreografica.

    Insegna dal 2009 Regia presso l'Accademia delle Belle Arti di Palermo. Docente e regista a Siracusa dal 2017 presso la scuola di alta formazione dell'INDA, Istituto Nazionale del Dramma Antico, ha diretto lo spettacolo Cassandra da Christa Wolf nel 2018. Nel maggio 2018 scrive e dirige Angeli in Biblioteca da I Quaderni di Malte Laurids Brigge, primo studio su Rilke. Nell'aprile del 2019, dirige Il Piccolo Amleto da Shakespeare, Müller e Rilke. Viaggio al termine della notte, di Luois-Ferdinand Céline, prod. Teatro Biondo Stabile di Palermo, 2021. Woyzeck Fragments, da Büchner, Accademia delle Belle Arti Palermo, Dipartimento Scenografia 2023. The Waste Land and Other Poems, concerto con Ubi Ensemble e la Banda di Palermo, Segesta Teatro Festival 2023. Il suo ultimo lavoro, Delitto e castigo, da Dostoevskij, prodotto dallo Stabile di Palermo.

    Nel cinema ha lavorato come attore con, tra gli altri, i registi Michael Cimino, Wolf Guadlitz, Marco Risi, Federico Cruciani, Luca Ribuori, Roberto Andò, Marco Bellocchio, Giuseppe Carleo, Anita Doron, Laura Schimmenti, David Riondino, Alessandra Pescetta, Adriano Casale, Stefano Lodovichi, Olga Torrico, Paolo Licata e altri. Nel 2019 fonda Area Madera, spazio di ricerca e di sperimentazione teatrale, una ex falegnameria nel centro di Palermo. Nel 2014, il festival internazionale delle Orestiadi vince il Premio Nazionale della Critica come migliore festival italiano. Nel 2021 è stato insignito del Premio Internazionale Antonio Gramsci per il teatro. Nel 2023 è stato insignito del Premio Promotori di Cultura, di Naxos Legge a Naxos Taormina. All'estero ha lavorato in Mali, Germania, Ungheria, Romania. Nel 2019, a Palermo, con Miriam Palma e Alessandra Luberti, ha fondato Area Madera, spazio aperto alla ricerca artistica.

    ___ Ernesto Tomasini

    Ernesto Tomasini è un artista palermitano residente a Londra da 33 anni, con una carriera internazionale che lo ha visto esibirsi in teatri e musei in 17 nazioni. Nel Regno Unito ha interpretato ruoli da protagonista con la compagnia di Lindsay Kemp, in spettacoli d'avanguardia, musical del West End e al Royal National Theatre. In Italia ha lavorato con i registi Roberta Torre, Marco Gandini e Franco Maresco, esibendosi esclusivamente in pièce scritte apposta per lui. È autore/interprete di cinque testi teatrali rappresentati in diversi paesi.

    Come cabarettista è attualmente vedette dell'esclusivo Crazy Coqs di Londra ed è stato protagonista dei circuiti, sia ufficiali che underground, di Copenaghen, Parigi e Atene, per citarne solo tre. Si è esibito come performance artist alla Berlin Biennale, alla Tate Britain e nei musei di arte moderna di Buenos Aires, Bogotá, Mosca, e tanti altri. Come attore di cinema, TV e doppiaggio è stato diretto dai premi Oscar Alfonso Cuarón, James Ivory, Ridley Scott e Kevin Spacey. Come cantante ("dotato di una voce straordinaria, con una capacità di estensione di 4 ottave" - RAI Radio 3) si è esibito in storiche sale da concerto, tra cui la Royal Albert Hall (Londra), la Volksbühne (Berlino) e la Sala Apolo (Barcellona), collaborando con icone pop e di elettronica come Marc Almond, Peter Christopherson, Current 93 e Man Parrish.

    I suoi sodalizi più recenti includono il producer Shackleton, al CaixaForum di Madrid e all'EYE di Amsterdam; il direttore d'orchestra Omer Meir Wellber, al Teatro Massimo di Palermo e al Festival Toscanini di Parma; e il compositore Simon Fisher Turner, al Museo del Cinema di Torino. Nel 2023 è stato tra i protagonisti dell'opera La fille du régiment al Teatro Massimo Bellini di Catania, accanto al tenore John Osborn. La sua discografia comprende 18 album e una colonna sonora per Bruce LaBruce.

    Tomasini è l'unico italiano ad aver tenuto delle masterclass nei 121 anni della Royal Academy of Dramatic Art e ha insegnato recitazione in Spagna, Italia, Messico e India. Ha sfilato alla LFW, Pitti Uomo e House of Fraser per stilisti come Nasir Mazhar e Carlo Volpi. Ha posato per pittori e fotografi come Hector De Gregorio e Wolfgang Tillmans e suoi ritratti fanno parte di collezioni come quella del museo di arte contemporanea di Vienna. (Estratto da comunicato stampa Goethe-Institut Palermo)




    Agrigento 2025 - Concerto | Klangforum Wien
    26 aprile 2025, ore 21.00
    Teatro Luigi Pirandello - Agrigento
    www.klangforum.at

    In questa occasione il Klangforum Wien interpreta alcune opere di compositori selezionati tramite il bando NEW MUSIC - NEW HORIZONS, lanciato insieme alla Fondazione Agrigento 2025 nell'ambito di "Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025". I musicisti erano stati chiamati a presentare composizioni proprie capaci di esplorare la profonda intersezione tra suono, connessione umana e identità del Mediterraneo.

    Fondato nel 1985 fra gli altri da Beat Furrer, l'ensemble conta oggi 25 solisti provenienti da tredici paesi diversi. Insieme ai principali compositori contemporanei esplora nuovi orizzonti creativi. Aperto nel pensiero, virtuoso nell'esecuzione, preciso nell'ascolto: il Klangforum Wien attinge a un suono inconfondibile e stimola il pubblico con nuove esperienze. L'ensemble ha al suo attivo circa cinquecento prime assolute di pezzi firmati da compositori provenienti da tre diversi continenti e vanta una vasta discografia di oltre 70 CD e un gran numero di premi e riconoscimenti. Numerose le sue apparizioni (più di 2000) nelle più prestigiose sale concertistiche e teatri dell'opera d'Europa, America e Giappone, oltre a partecipazioni ai maggiori festival mondiali e a impegnate iniziative d'epoca più recente. (Comunicato di presentazione Forum Austriaco di Cultura Roma)




    Il Coro Cum Iubilo Crucifixus
    Antiche e nuove musiche della Settimana Santa


    Concerto del Coro Cum Iubilo

    www.corocumiubilo.it


    .. 09 aprile 2025, ore 21.00 (ingresso gratuito)
    Chiesa dei SS. Pietro e Paolo Apostoli - Palermo

    .. 15 aprile 2025, ore 21.00 (ingresso gratuito)
    Parrocchia dei Santi Vito e Francesco - Monreale (Palermo)

    Il coro Cum Iubilo, fondato nel 1997 dal suo attuale maestro e direttore artistico Giovanni Scalici, si propone l'obiettivo di diffondere il repertorio corale sacro di varie epoche, dal canto gregoriano alle moderne forme di sperimentazione del linguaggio compositivo vocale, nella consapevolezza che tale tradizione costituisca un vivo ed inestimabile patrimonio artistico ed un'inesauribile fonte di arricchimento culturale ed umano.

    Il coro è stato presente nel panorama musicale siciliano esibendosi in stagioni concertistiche, rassegne, spettacoli teatrali, manifestazioni culturali e religiose, convegni nazionali ed internazionali, su invito di enti pubblici, associazioni musicali, istituzioni scientifiche, associazioni culturali e movimenti umanitari. Di particolare rilevanza la partecipazione alla Settimana di musica sacra di Monreale (2002, 2010, 2011 e 2016), alla Stagione Concertistica dell'Associazione per la musica antica "Antonio Il Verso" (2010 e 2014), al Festival di musica antica di Gratteri (2009), al Festival Organistico di San Martino delle Scale (2004, 2008, 2010, 2011, 2013, 2016, 2017, 2020 e 2021), al Festino di Santa Rosalia (2004), alle manifestazioni natalizie del Comune di Palermo (2013, 2014 e 2015), al Ruvo Coro Festival (2024) e alle Rassegne Corali Internazionali di Salerno (2004) e Milazzo (2011).

    Nel 2001 il coro ha inciso il primo volume dell'opera sacra di I. Sgarlata. Nel 2007 ha proposto, in prima esecuzione moderna, brani gregoriani inediti trascritti dai codici dell'Archivio Storico Diocesano di Palermo. Nel 2008 ha realizzato lo spettacolo "Inferi e luce, parole e musica" con gli attori Michaela Esdra e Giancarlo Zanetti. Nel 2010 la schola gregoriana maschile del coro si è unita all'Ensemble Seicentonovecento, diretto da Flavio Colusso, nell'ambito della Settimana di musica sacra di Monreale e nel 2012 ha proposto, in prima esecuzione moderna, la "Calata dei Veli" per soli, voci maschili e organo (1628), della quale ha poi realizzato l'incisione audio nel 2015.

    Nel 2013 il coro ha inciso il disco "Sancta Maria La Nova", contenente, tra l'altro, la "Missa Cum Iubilo" in alternatim con i versetti organistici di G. B. Fasolo. Nel 2015, in occasione del 750-esimo anniversario della nascita di Dante Alighieri, il coro ha realizzato uno spettacolo/concerto dal titolo "Il canto gregoriano nella Divina Commedia". Nel 2018 il coro ha partecipato alla biennale europea di arte contemporanea "Manifesta" a Palermo, su invito dell'artista Marinella Senatore. Il coro si è classificato al primo posto ai Concorsi Corali Nazionali di Catania (2004), Polizzi Generosa (2007), Alessandria della Rocca (2007 e 2018) e Caccamo (2007).

    Ai Concorsi Corali Nazionali di Polizzi Generosa (2007) e Porto Empedocle (2003) ha inoltre vinto il Trofeo "A.R.S. Cori" come miglior coro siciliano partecipante. Al Concorso Nazionale "Eliodoro Sollima" di Enna (2014) il coro è risultato vincitore nella categoria "Primo Premio" con il punteggio di 99/100, ed è stato altresì insignito del premio speciale "E. Sollima". (Comunicato stampa)




    Locandina con scene tratte da spettacoli al teatro GRRRANIT Il FINC Festival dalla Sicilia alla Francia: nasce il FINC on Tour a Belfort
    02-13 aprile 2025
    Théâtre GRRRANIT - Scène nationale de Belfort
    www.fincfestival.com | www.grrranit.eu

    Il FINC - Festival Internazionale Nouveau Clown debutta in Francia con la sua prima edizione itinerante ospitata dal Théâtre GRRRANIT di Belfort, proponendo grandi nomi della clownerie contemporanea. Il pubblico siciliano e italiano del FINC è invitato a seguire il festival in Francia, dove gli abitanti di Belfort sono pronti ad ospitarlo nelle proprie case per un'esperienza unica di condivisione culturale. In senso contrario, Il GRRRANIT sta informando il suo pubblico che la 4a edizione del FINC Festival si terrà in Sicilia, a Giardini Naxos e in altri comuni siciliani, dal 26 giugno al 13 luglio 2025, in modo che chi lo desidera possa organizzarsi per il viaggio e la partecipazione. Una collaborazione internazionale di prestigio tra Sicilia e Francia, che valorizza i due territori e ne rafforza il legame celebrando il potere della risata senza confini.

    - Un evento che celebra il clown senza confini

    Dopo il successo delle edizioni siciliane, il FINC - Festival Internazionale Nouveau Clown inaugura la sua prima edizione itinerante, il FINC ON TOUR, con una tappa d'eccezione a Belfort, in Francia, dal 2 al 13 aprile 2025. L'evento, ospitato dal prestigioso Théâtre GRRRANIT Scène Nationale de Belfort, porterà in scena alcuni tra i migliori artisti internazionali della clownerie contemporanea senza parole, offrendo al pubblico francese di qualsiasi età un'immersione nel mondo del clown contemporaneo.

    L'idea di portare il festival oltre i confini italiani è nata nel 2023, quando gli ideatori e direttori, i clown Daniele Segalin (in arte Dandy Danno) e Graziana Parisi (in arte Diva G), hanno incontrato Eleonora Rossi, direttrice del Théâtre GRRRANIT, durante la seconda edizione del festival in Sicilia. Colpita dalla qualità e dall'originalità della proposta, la direttrice ha deciso di ospitare il FINC a Belfort, inaugurando la prima nuova esperienza internazionale del festival.

    Il FINC ON TOUR rappresenta una grande e prestigiosa opportunità per il festival siciliano e per il pubblico di Belfort, che potrà scoprire una forma d'arte innovativa e inclusiva, capace di affascinare grandi e piccoli. Senza parole, ma ricchi di emozioni, i clown contemporanei selezionati dal FINC mettono in scena il potere della risata e dell'espressione autentica, senza confini culturali, in un dialogo universale che unisce e arriva direttamente al cuore degli spettatori.

    - Un ponte culturale e sociale tra Sicilia e Francia

    Nel segno del clown e dell'ospitalità diffusa, il FINC invita il suo pubblico a seguirlo a Belfort. Il legame tra la Sicilia e la Francia si esprime non solo attraverso gli spettacoli, ma anche grazie a una reciproca e speciale accoglienza, per il pubblico italiano in Francia e quello francese in Sicilia. Il FINC sta invitando e supportando il suo pubblico ad organizzarsi per seguirlo a Belfort attraverso il suo sito e i suoi social network, ricevendo sino ad ora sono già 15 adesioni a questo straordinario Fan Tour. La città di Belfort è pronta ad accoglierli. Come sottolineato da Eleonora Rossi nel suo video di invito, gli abitanti si stanno organizzando per accogliere nelle proprie abitazioni il pubblico italiano del FINC, offrendo loro l'opportunità di immergersi nelle tradizioni e nello spirito della città, vivendo l'evento non solo come spettatori, ma anche come ospiti privilegiati di una comunità che ha scelto di aprire le proprie porte per condividere un'esperienza artistica e umana.

    In senso contrario, il Théâtre GRRRANIT sta informando il suo pubblico sulla prossima edizione del FINC Festival, in modo che chi lo desidera possa organizzarsi per il viaggio e la partecipazione. La residenza artistica sostenuta dal Ministero della Cultura francese è un riconoscimento importante per la qualità artistica della coppia che ha ideato e dirige il FINC Festival. Oltre agli spettacoli, il festival proporrà anche due masterclass dedicate agli studenti di teatro del conservatorio di Belfort e all'associazione Clown Chiffon, guidate dagli stessi Dandy Danno e Diva G, per approfondire le tecniche della comicità fisica muta.

    - Una collaborazione internazionale di prestigio

    L'approdo del FINC Festival a Belfort è il frutto di una collaborazione di grande valore artistico e culturale. Il Théâtre GRRRANIT fa parte della prestigiosa rete delle Scènes Nationales, un riconoscimento assegnato dal Ministero della Cultura francese a circa 70 teatri e centri culturali d'eccellenza, distribuiti su tutto il territorio francese. Le Scènes Nationales sono istituzioni chiave nella promozione delle arti performative contemporanee, con particolare attenzione a teatro, danza, circo e musica. Oltre a ospitare spettacoli di alta qualità, hanno il compito di sostenere la creazione artistica, favorire l'accesso alla cultura e valorizzare le nuove forme di espressione. Questa collaborazione è quindi un riconoscimento dell'alto livello artistico del FINC Festival, che con questa edizione itinerante entra a far parte di un circuito culturale di grande prestigio.

    - Il FINC Festival - Chi, cosa, dove, quando...

    Il FINC è un festival che nasce dalla visione di Daniele Segalin (in arte Dandy Danno) e Graziana Parisi (in arte Diva G), artisti e direttori del festival, con l'obiettivo di ridefinire la visione tradizionale del clown, offrendo una nuova prospettiva sull'umorismo e una visione diversa sulla comicità visuale. Il suo tema principale è l'autoironia, una qualità che il Clown domina con maestria. Il FINC amplia il concetto stesso di clown e lo porta in una dimensione più contemporanea e universale. La sua comicità si esprime senza parole, affidandosi a gesti, espressioni facciali e movimenti del corpo, in un linguaggio immediato e accessibile a tutti, che supera le barriere linguistiche e culturali.

    Il FINC è riconosciuto dal Ministero della Cultura italiano, che lo sostiene sin dalla sua prima edizione, e fa parte di EFFEA - The European Festivals Fund for Emerging Artists, rete di festival di alta qualità artistica promossa dalla European Festivals Association e co-finanziata dall'Unione Europea. La IV edizione si svolgerà tra il 26 giugno e il 13 luglio 2025 a Giardini Naxos e in atri comuni siciliani in via di definizione, con il sostegno del Ministero della Cultura, dell'Ente Parco Archeologico di Naxos, del Comune di Giardini Naxos dove Theatre Degart ha sede e degli altri Comuni, in partenariato con importanti operatori del turismo e associazioni culturali del territorio. (Comunicato ufficio stampa LP Press - Luigi Piga, Giardini Naxos, 17 febbraio 2025)




    Locandina del convegno Il canto III dell'Inferno tra storia, poesia, arte e musica "Non ragioniam di lor..."
    Il canto III dell'Inferno tra storia, poesia, arte e musica


    22 marzo 2025
    Teatro delle Balate - Palermo

    Alla vigilia del Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, il canto III dell'Inferno rivisitato dal punto di vista storico, poetico, artistico e musicale. Il qualunquismo degli ignavi e il "fine pena mai" dei dannati sotto lo sguardo del passato e del presente. I professori Mollica, Muraglia e Pavone propongono un evento "multidisciplinare", di carattere divulgativo, rivolto a non specialisti ma filologicamente accurato dal punto di vista storico-letterario e della lectura dantis.

    Il pubblico avrà il piacere di ravvivare antichi ricordi giovanili, di approfondire alcuni aspetti legati al canto e di essere accompagnato in un percorso che favorisca la riflessione sull'universalità del messaggio dantesco e l'attualità delle questioni da esso sollevate. Il Dantedì è stato istituito nel 2020 dal Consiglio dei Ministri, in vista della commemorazione per il settecentesimo anniversario della morte del poeta, avvenuta nel 1321. La data del 25 marzo corrisponde al giorno dell'anno 1300 in cui, secondo la tradizione, inizia il viaggio nell'aldilà della Divina Commedia.

    Laura Mollica, palermitana, architetto e insegnante di Storia dell'Arte nei Licei, coltiva da anni la passione per l'iconografia dantesca e per la trasposizione musicale di brani della Commedia, che ha realizzato in occasione di letture pubbliche del poema dantesco. È particolarmente impegnata nella ricerca sulle contaminazioni tra arte, letteratura e musica. È autrice, insieme a Maurizio Muraglia, del volume Dante parla ancora? Il messaggio della Commedia alle donne e agli uomini del terzo millennio (Di Girolamo Editore, 2021).

    Maurizio Muraglia, palermitano, insegnante di Lettere nei Licei, nonché esperto in didattica e formatore, si dedica da anni all'esplorazione del poema dantesco sia nell'ambito della sua professione docente sia, più recentemente, con contributi danteschi pubblicati da siti web e con letture pubbliche. È autore, insieme a Laura Mollica, del volume Dante parla ancora? Il messaggio della Commedia alle donne e agli uomini del terzo millennio (Di Girolamo Editore, 2021). Ha recentemente pubblicato il volume Cento finestre sull'umano. Parole dantesche tra passato e presente (Di Girolamo Editore, 2024). È stato uno dei relatori della Settimana di Studi Danteschi del 2024.

    Marco Pavone, palermitano, docente di Analisi Matematica all'Università di Palermo, ha una formazione classico-umanistica originata dagli studi liceali e arricchita con l'assidua frequentazione, in tempi recenti, della Settimana di Studi Danteschi. Negli ultimi anni ha imparato a memoria 31 canti dell'Inferno, motivato soprattutto dal piacere estetico che gli procura il suono stesso prodotto dagli endecasillabi e dalle terzine incatenate. Ha sviluppato uno stile personale e originale di recitazione, in cui il rigore metrico e il rispetto per l'integrità dell'endecasillabo si coniugano con un fraseggio che si ispira al legato musicale e ai dettami stilistici del canto gregoriano e della musica sacra rinascimentale. (Comunicato stampa)




    Particolare della locandina del concerto degli Alenfado il 6 aprile 2025 ALENFADO in concerto
    06 aprile 2025, ore 18.15
    Re Mida casa-cultura - Palermo (zona via Campolo)

    Il concerto è un ponte musicale tra il Portogallo e la Sicilia, un viaggio che parte dalle intense atmosfere del fado dei quartieri di Lisbona e arriva alla scoperta di sonorità assonanti nella musica popolare siciliana, con caratteristiche e temi comuni, come la nostalgia, il rimpianto, il viaggio, il fatalismo, la speranza, le pene d'amore. Il programma del concerto comprende, tra gli altri, brani di Amália Rodrigues, "la Regina del fado", e di coloro che hanno raccolto la sua eredità, come Mariza, ma anche brani dei Madredeus, del repertorio di Rosa Balistreri e proprie composizioni.

    Il gruppo Alenfado, composto da sei musicisti palermitani, si è formato nel 2015 con l'intento di diffondere la conoscenza del fado, la tipica canzone popolare portoghese. Ha svolto un'intensa attività esibendosi in numerose stagioni concertistiche, rassegne e festival musicali. Nel 2022, in particolare, il gruppo ha partecipato al II Festival Internazionale do fado "do mar e dos portos" di Senigallia. Nel 2020 è uscito il primo CD del gruppo Alenfado, intitolato Passeando. (Comunicato stampa)




    Bandiera della Sicilia Bandiera della Germania Una tavola rotonda per rafforzare il tedesco in Sicilia
    Strategie per scuola e lavoro


    15 marzo 2025, dalle 10:00 alle 15:30
    Cantieri culturali alla Zisa - Palermo
    www.goethe.de/palermo

    Rafforzare e migliorare le possibilità dell'apprendimento del tedesco nella regione Sicilia - è questo il focus della tavola rotonda organizzata dal Goethe-Institut Roma e dall'Ambasciata della Repubblica Federale di Germania insieme al Goethe-Institut Palermo. Negli ultimi anni scolastici la Regione ha visto un decremento del 20% degli studenti di tedesco, che ad oggi conta solo circa 7.000 alunni che studiano il tedesco come seconda lingua straniera, contro i 61.500 di francese e i circa 28.000 di spagnolo. Su 710 scuole nella Regione che prevedono lo studio delle lingue straniere, 71 scuole offrono il tedesco come materia (Dati del MIM). Sono dati che non rispecchiano la domanda di questa lingua nei settori occupazionali, considerando che la Germania è il primo partner commerciale dell'Italia (dati Istat) e che nel turismo al primo posto, tra i mercati esteri che scelgono l'Italia, c'è per l'appunto la Germania (dati Enit su incoming 2024).  

    L'obiettivo dell'evento è quello quindi di avviare uno scambio tra dirigenti scolastici e docenti, rappresentanti del DAAD e dei dipartimenti di Germanistica, aziende, centri d'esame e associazioni culturali italo tedesche in Sicilia, nonché decisori politici e altre istituzioni tedesche per capire insieme quali interventi e quali iniziative intraprendere per rafforzare la presenza del tedesco nella Regione.

    «In un mondo sempre più globalizzato, la conoscenza delle lingue straniere è fondamentale. Il tedesco apre le porte a una delle economie più forti in Europa e offre numerose opportunità culturali e professionali anche in Italia. Attraverso questo dialogo possiamo sviluppare iniziative innovative che rispondano alle esigenze di studenti e insegnanti. Valorizzare la presenza del tedesco in Sicilia è una scelta strategica che favorisce la comprensione interculturale e contribuisce alla creazione di un ambiente inclusivo e multiculturale» come afferma l'Ambasciatore Hans-Dieter Lucas.

    Secondo Karin Ende, direttrice della cooperazione linguistica del Goethe-Institut Italia, va considerato che "Il calo del numero di studenti di tedesco è sicuramente dovuto ai cambiamenti demografici, ma anche alla mancanza di consapevolezza delle opportunità offerte da questa lingua. Insieme alla rete delle scuole, le organizzazioni culturali e le università, il Goethe-Institut in Italia vuole dare un contributo significativo per contrastare questa tendenza e suggerire percorsi formativi e professionali per il futuro delle nuove generazioni in Sicilia."

    Il plurilinguismo vissuto si andrebbe ad inserire in un contesto già di per sé favorevole a Palermo, dove il rientro di numerosi espatriati, anche dalla Germania, e la creazione di start-up nell'economia digitale e in altri settori dimostrano quanto la Sicilia sia già attraente per gli stranieri. La promozione della lingua tedesca e di altre lingue può rafforzare ulteriormente questo sviluppo. Conoscere il tedesco apre nuove opportunità, sia nella formazione che nel mondo del lavoro.

    Alla tavola rotonda parteciperanno, tra gli altri, Karin Ende, Direttrice della Cooperazione Linguistica del Goethe-Institut in Italia e Vicedirettrice del Goethe-Institut Rom, Heidi Sciacchitano, Direttrice del Goethe-Institut Palermo, Andreas Krüger, Direttore dell'Ufficio Culturale dell'Ambasciata di Germania, nonché rappresentanti del DAAD, dell'Università di Palermo, dell'USR Palermo, dell'Agenzia centrale per le scuole all'estero (ZfA), di associazioni culturali italo-tedesche di Trapani e Catania, oltre a dirigenti scolastici, insegnanti, rappresentanti dell'Ufficio per gli scambi giovanili italo-tedeschi VIAVAI e del mondo imprenditoriale. (Comunicato stampa)




    "La Lettura non Isola"
    Avvicinare le isole minori, lettura e scrittura come strumento di incontro


    06 febbraio 2025
    sanlorenzofondazione.org

    Si è chiuso in questi giorni "La Lettura non isola", il primo illuminato progetto di Fondazione Sanlorenzo, organizzazione no profit nata con l'obiettivo di sostenere le isole minori del Mediterraneo. Dedicato alle scuole isolane per colmare il divario con quelle sulla terraferma, "La lettura non isola" ha visto il coinvolgimento dell'Istituto Omnicomprensivo Luigi Pirandello di Linosa (Agrigento) e dell'Istituto Comprensivo A. Schiaffini di Santo Stefano di Magra (Spezia). Il 13 gennaio è partita la seconda edizione, con il gemellaggio tra l'Istituto Santa Lucia di Lipari (Messina) e l'Istituto Jona di Asti.

    "Siamo partiti dalla scuole, perché la nostra missione di valorizzazione dei patrimoni culturali, sociali, naturali ed economici delle piccole isole non può che partire dalle generazioni più giovani" racconta Cecilia Perotti, che ha avuto l'idea della Fondazione insieme al fratello Cesare e al padre Massimo. "Vogliamo contribuire attivamente a trasformare le isole minori in luoghi dove crescere e scegliere di rimanere e questo ci sembra uno dei modi migliori per farlo".

    È nato così "La lettura non isola", un corso di scrittura creativa che mette a dialogo i giovanissimi studenti isolani con i loro coetanei della terraferma: un modo per allargare i confini di ognuno, creando legami attraverso gli strumenti della lettura e della scrittura. Il progetto parte da una riflessione sul concetto di isolamento che può riguardare sia la vita sulle piccole isole, per le scarse opportunità educative e culturali che limitano l'affaccio degli studenti sul mondo esterno, ma, paradossalmente, anche la vita in città, dove il medesimo isolamento sociale può essere creato dall'iperconnessione e dalla velocità delle informazioni. Come uscirne? Facendo sistema, leggendo e scrivendo insieme, confrontandosi, diventando consapevoli del proprio stile di vita e di quello degli altri, imparando attraverso l'ascolto e lo scambio reciproci.

    E in effetti è proprio quanto ha funzionato nella prima edizione, strutturata in un ciclo di lezioni e di laboratori di scrittura in contemporanea nella scuola di Linosa e in quella spezzina, con momenti di condivisione a distanza e creazione di racconti ispirati agli argomenti trattati in aula, poi pubblicati sul sito del progetto, con un concorso letterario finale che premierà due giovani autori, uno per ogni classe.

    Entusiasti docenti e studenti che hanno sposato con entusiasmo il progetto. "La Lettura non isola è un titolo che già dice tutto: ha permesso a me e ai miei alunni di collaborare con una realtà nuova e sorprendente come la scuola multiclasse di Linosa, dando avvio ad un gemellaggio che mi auguro continui. Il merito va anche alla conduttrice, Beatrice Sciarrillo, che ha coinvolto gli alunni delle due scuole in un percorso condiviso di parole, fantasia e creatività narrativa di cui i nostri ragazzi, tutti, hanno tanto bisogno" racconta Donatella Scaletti della scuola di Santo Stefano di Magra. "È stata un'opportunità fantastica per i nostri ragazzi che hanno avuto la possibilità di imparare cose nuove ed entrare in contatto con una realtà diversa. C'è stata molta curiosità reciproca e tanto affiatamento" aggiunge Giusy Cavallaro, professoressa della scuola di Linosa.

    La Fondazione Sanlorenzo nasce nel 2021 dalla volontà dei suoi fondatori, Massimo Perotti insieme ai figli Cecilia e Cesare, di sostenere quelle comunità che più` di tutte affondano nel mare le proprie radici, ovvero le isole minori italiane. L'obiettivo è colmare il divario con la terraferma mettendo a disposizione strumenti e opportunità per preservare e valorizzare il patrimonio socio-culturale, economico e ambientale di queste terre. Tre sono le aree di intervento. La ricerca, con borse di studio per progetti di ricerca antropologica, sociale, culturale o ambientale rivolte ai giovani. L'educazione, con la creazione e promozione di progetti per le scuole e gli studenti, come "La Lettura non isola: laboratorio di scrittura creativa tra isole e terraferma" che crea gemellaggi con classi di terraferma. E infine l'ascolto, con un bando destinato ad enti locali e soggetti privati dei territori insulari per finanziare progetti che portino beneficio alle comunità, attirando risorse ed energie per rilanciare il territorio. (Comunicato ufficio stampa White Lady)




    Composizione astratto-geometrica gialla, nera e rossa
    Locandina della rassegna cinematografica La deutsche vita Cineclub 2025 organizzata dal Goethe-Institut Palermo La deutsche vita
    Cineclub 2025


    14 gennaio - 25 marzo 2025, ogni martedì alle ore 18 (ingresso libero)
    Goethe-Institut Palermo (Cantieri Culturali alla Zisa) - Palermo
    goethe.de/palermo

    Il Goethe-Institut Palermo inaugura la nuova edizione del cineclub "la deutsche vita" presso la Sala Wenders ai Cantieri Culturali alla Zisa. La rassegna propone undici film in versione originale con sottotitoli italiani, con un focus speciale su Rainer Werner Fassbinder, in occasione dell'80º anniversario della sua nascita. "La deutsche vita" edizione 2025 è il consueto appuntamento con il cineclub del Goethe-Institut Palermo. La rassegna è realizzata anche in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura della Città di Palermo, Centro Evangelico di Cultura "Giacomo Bonelli", Sicilia Queer filmfest.

    Questa edizione rende omaggio a Rainer Werner Fassbinder, figura emblematica del Nuovo Cinema Tedesco, con quattro titoli, tra cui Mutter Küsters' Fahrt zum Himmel (Il viaggio in cielo di mamma Kusters) e Enfant Terrible. "Fassbinder ha avuto il coraggio di mettere in discussione le ipocrisie della società borghese e di raccontare le contraddizioni più profonde della condizione umana. Celebrare l'80º anniversario della sua nascita significa ricordare quanto il cinema possa essere un potente strumento per sfidare il conformismo e riflettere sulle tensioni tra individuo e sistema", afferma Heidi Sciacchitano, direttrice del Goethe-Institut Palermo. L'omaggio al regista è realizzato in collaborazione con il Sicilia Queer filmfest.

    In occasione del Giorno della Memoria, in collaborazione con il Centro Evangelico di Cultura "Giacomo Bonelli", sarà proiettato Die Rote Kapelle (L'Orchestra Rossa), un tributo a chi ha resistito al regime nazista e ai milioni di vittime dell'Olocausto. Ricordare è un dovere collettivo e il cinema ci aiuta a mantenere viva la memoria delle tragedie del passato, offrendoci strumenti per comprendere meglio il presente.

    Ancora in collaborazione con il Centro Evangelico di Cultura "Giacomo Bonelli" è la proiezione del film di Wim Wenders Der scharlachrote Buchstabe (La lettera scarlatta), una reinterpretazione del classico letterario di Nathaniel Hawthorne, ambientata nell'America puritana, ma intrisa delle inquietudini e delle domande morali che risuonano anche nel presente. In un momento storico in cui le pressioni sociali e i giudizi morali sono amplificati dai social media e da un conformismo sempre più pervasivo, La lettera scarlatta ci ricorda quanto sia urgente difendere l'autonomia personale e il diritto di vivere fuori dagli schemi imposti dal sistema e da società intolleranti.

    Il programma affronta anche questioni contemporanee, come il cambiamento climatico e i diritti umani. Altro tema centrale della rassegna è la figura materna. In un presente segnato da guerre, crisi sociali e ambientali, la madre diventa metafora della speranza e della resistenza umana. La rassegna si inaugura proprio con il potente Deutschland, bleiche Mutter (Germania pallida madre) di Helma Sanders-Brahms, nella versione integrale restaurata digitalmente dalla Stiftung Deutsche Kinemathek. Un capolavoro che intreccia memoria storica e intimità personale per raccontare le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi di una donna e madre. Un film che parla a un presente segnato da nuove guerre, migrazioni forzate e crisi umanitarie, sollevando domande sulle conseguenze della violenza sulla società e sul ruolo delle donne nella ricostruzione di un mondo lacerato.

    In un'epoca in cui le crisi globali ci costringono a confrontarci con le nostre fragilità umane, questo film diventa un monito e un invito alla riflessione collettiva su cosa significhi davvero ricostruire, non solo le città, ma anche le relazioni umane e i valori che ci definiscono. Per le scuole interessate sono previste proiezioni speciali in giorni e orari da concordare. Per informazioni e prenotazioni: info-palermo@goethe.de .

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    Programmazione: Heidi Sciacchitano
    Tecnica, proiezioni: Francesco Rizzuto
    Accoglienza: Anna Rizzuto, Salomé Galès
    Proiezioni per le scuole: Julia Ernst, Roman Maruhn
    Progetto grafico: Luca Bendandi/Vetro Ed.

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    _ Calendario delle Proiezioni

    14.01. Deutschland, bleiche Mutter (Germania pallida madre)
    21.01. Contra Contra - La parte avversa
    28.01. Die Rote Kapelle (L'Orchestra Rossa)*
    04.02. Baal**
    11.02. Casting**
    18.02. Mutter Küsters' Fahrt zum Himmel (Il viaggio in cielo di mamma Kusters)**
    25.02. Enfant Terrible**
    04.03. The Fourth State (Il quarto Stato)
    11.03. Der scharlachrote Buchstabe (La lettera scarlatta)
    18.03. Ökozid (Ecocidio)
    25.03. Rabiye Kurnaz gegen George W. Bush (Una mamma contro G.W. Bush)

    *In occasione del Giorno della Memoria
    **In occasione dell'80° anniversario della nascita di Rainer Werner Fassbinder (1945-2025)

    Tutti i film sono in versione originale tedesca con sottotitoli italiani, tranne The Fourth State che è in versione originale inglese con sottotitoli italiani.

    _ Schede dei film

    .. 14.01.
    Deutschland, bleiche Mutter (Germania, pallida madre)
    di Helma Sanders-Brahms, Repubblica Federale Tedesca 1980, 152'
    con Eva Mattes, Ernst Jacobi, Elisabeth Stepanek, Angelika Thomas
    Restauro digitale a cura della Stiftung Deutsche Kinemathek

    Attraverso gli occhi di Lene, una giovane donna costretta a navigare le difficoltà della Seconda Guerra Mondiale e della ricostruzione, il film offre una prospettiva personale sugli orrori della guerra, le relazioni familiari e il peso delle aspettative sociali. Narrata dalla figlia Anna, la storia si intreccia con la riflessione sulle cicatrici lasciate da quegli anni nella società tedesca. Il film unisce realismo e lirismo, offrendo una prospettiva femminile sostenuta da immagini suggestive e simboliche. Il restauro digitale valorizza la fotografia di un'opera potente che riflette su guerra e resilienza.

    .. 21.01. Contra Contra - La parte avversa
    di Sönke Wortmann, Germania 2020, 104'
    con Christoph Maria Herbst, Nilam Farooq, Hassan Akkouch, Ernst Stötzner

    Il professor Richard Pohl è un accademico cinico e provocatorio, che si trova in difficoltà dopo un commento offensivo fatto a Naima, una studentessa di origini arabe. Per evitare ripercussioni, il docente viene incaricato di preparare la giovane per un'importante competizione di dibattito universitario. Nel processo, entrambi affrontano pregiudizi reciproci, crescendo e imparando l'uno dall'altra. Facendo leva su dialoghi arguti e un tocco ironico, il film intrattiene affrontando allo stesso tempo temi importanti come inclusione, stereotipi e dialogo intergenerazionale.

    .. 28.01. Die Rote Kapelle (L'Orchestra Rossa)
    di Stefan Roloff , Germania 2003, 81'
    con Hans Coppi Jr., Greta Kuckhoff, Helmut Roloff, Adam Kuckhoff
    In collaborazione con Centro Evangelico di Cultura "Giacomo Bonelli"

    Il film documentario racconta la storia di uno dei più importanti gruppi di resistenza antinazista durante il Terzo Reich. Attraverso immagini d'archivio, interviste ai discendenti dei membri e animazioni stilizzate, il film ripercorre le attività clandestine del gruppo, fatto di intellettuali, artisti e operai, che sfidarono il regime nazista con operazioni di spionaggio e sabotaggio, pagando spesso con la vita. Un'opera intensa, capace di catturare l'essenza della lotta contro il totalitarismo e di porre l'accento sull'importanza della memoria storica.

    .. 04.02. Baal
    di Volker Schlöndorff, Repubblica Federale Tedesca 1969, 84'
    con Rainer Werner Fassbinder, Hanna Schygulla, Margarethe von Trotta, Günther Neutze
    In collaborazione con Sicilia Queer filmfest

    Adattamento del dramma di Bertolt Brecht, racconta la vita di Baal, poeta anarchico e autodistruttivo, che rifiuta le convenzioni sociali vivendo tra alcol, passioni fugaci e violenza. Il film esplora il conflitto tra genialità e autodistruzione. Rainer Werner Fassbinder offre una performance magnetica, rendendo Baal un antieroe affascinante e disturbante. La regia di Schlöndorff, realista e incisiva, enfatizza il lato oscuro dell'opera originale. Un adattamento crudo e provocatorio, che riflette sull'alienazione e sulla fragilità del genio creativo.

    .. 11.02. Casting
    di Nicolas Wackerbarth, Germania 2017, 91'
    con Andreas Lust, Judith Engel, Milena Dreißig, Corinna Kirchhoff
    In collaborazione con Sicilia Queer filmfest

    Dietro le quinte della preparazione di un remake televisivo di Le lacrime amare di Petra von Kant di R.W. Fassbinder. Vera, la regista, è alla ricerca dell'attrice perfetta per il ruolo principale, ma la produzione si trasforma in un incubo a causa delle sue insicurezze e delle tensioni tra cast e troupe. Al centro della storia c'è Gerwin, un attore che partecipa come spalla durante i provini, sognando un'occasione per emergere. Acuta satira sull'industria cinematografica che esplora dinamiche di potere, frustrazioni, ambizioni e illusioni del successo e che mette in luce le fragilità umane dietro la facciata dello spettacolo.

    .. 18.02. Mutter Küsters' Fahrt zum Himmel (Il viaggio in cielo di mamma Kusters)
    di Rainer Werner Fassbinder, Repubblica Federale Tedesca 1975, 113'
    con Brigitte Mira, Ingrid Caven, Margit Carstensen, Karlheinz Böhm
    In collaborazione con Sicilia Queer filmfest

    Emma Kusters è una donna della classe operaia, il cui mondo crolla quando il marito, operaio in una fabbrica, uccide un dirigente e si toglie la vita. Alla ricerca di risposte e giustizia, Emma viene coinvolta da movimenti politici di sinistra e giornalisti sensazionalisti, ma il suo dolore viene strumentalizzato, lasciandola sola e disillusa. Fassbinder offre un ritratto spietato della società tedesca, mettendo a nudo la manipolazione mediatica e le divisioni ideologiche. Il film è una critica sociale profonda, che intreccia tragedia personale e commento politico con il tipico stile provocatorio di Fassbinder.

    .. 25.02. Enfant Terrible
    di Oskar Roehler, Germania 2020, 134'
    con Oliver Masucci, Hary Prinz, Katja Riemann, Eva Mattes
    In collaborazione con Sicilia Queer filmfest

    Biopic stilizzato sulla vita intensa e turbolenta di Rainer Werner Fassbinder, una delle figure più influenti e anticonformiste del Nuovo Cinema Tedesco. Il film segue la parabola del regista, dai primi lavori teatrali fino alla sua prematura scomparsa, mostrando il suo genio creativo, gli eccessi autodistruttivi e le relazioni tormentate con collaboratori e amanti. Attraverso una narrazione episodica, il film evidenzia i contrasti di un uomo che viveva al limite. Tra eccessi e provocazioni, uno stile volutamente teatrale, con scenografie artificiali e luci espressioniste, il film è un omaggio provocatorio che celebra e interroga il lascito di questo controverso e geniale artista.

    .. 04.03. The Fourth State (Il quarto Stato)
    di Dennis Gansel, Germania 2012, 115'
    con Moritz Bleibtreu, Kasia Smutniak, Max Riemelt, Rade Serbedzija

    Paul Jensen è un giornalista tedesco che accetta un incarico a Mosca. La sua vita prende una piega drammatica quando si innamora della giovane attivista Katja e viene involontariamente coinvolto in un attentato terroristico. Accusato ingiustamente e imprigionato, Paul si trova a scoprire una rete di intrighi politici e corruzione, mettendo a rischio la sua vita per svelare la verità. Narrazione tesa, ritmo coinvolgente, temi come la manipolazione mediatica e il potere autoritario, sono gli ingredienti di questo thriller dall'atmosfera cupa e opprimente, resa credibile dall'ambientazione moscovita e da una fotografia fredda e grigia.

    .. 11.03.
    Der scharlachrote Buchstabe (La lettera scarlatta)
    di Wim Wenders, Repubblica Federale Tedesca 1973, 86'
    con Senta Berger, Hans Christian Blech, Lou Castel, Yelena Samarina
    In collaborazione con Centro Evangelico di Cultura "Giacomo Bonelli"

    Ambientato nel New England puritano, il film diretto da Wim Wenders - rilettura personale del celebre romanzo del 1850 di Nathaniel Hawthorne - racconta la vicenda di Hester Prynne, una donna condannata all'emarginazione sociale per aver avuto una figlia fuori dal matrimonio. Costretta a indossare la lettera scarlatta "A" come simbolo di adulterio, Hester affronta ipocrisie e pregiudizi di una comunità rigidamente moralista. Wenders adatta un classico letterario filtrandolo attraverso il suo stile contemplativo, prediligendo una narrazione che si concentra sulle atmosfere e sui temi universali di colpa, vergogna e resistenza.

    .. 18.03. Ökozid (Ecocidio)
    di Andres Veiel, Germania 2020, 90'
    con Friederike Becht, Nina Kunzendorf, Brenda Turner, Ulrich Tukur

    Nel 2034, i rappresentanti di diversi Paesi colpiti da disastri ambientali, accusano la Germania di aver mancato agli impegni per la riduzione delle emissioni, contribuendo a danni irreversibili. Il film intreccia fatti storici con ipotetici scenari legali, esaminando le responsabilità politiche e industriali verso il pianeta. Veiel realizza un'opera provocatoria e attuale, che mescola finzione e realtà per affrontare la più urgente delle sfide globali. Ökozid è un monito avvincente, che invita a riflettere sull'urgenza dell'azione climatica e sulle responsabilità collettive. (Comunicato stampa Goethe-Institut Palermo)

    Composizione astratto-geometrica gialla, nera e rossa




    Foto scattata da Alessandro Rizzo relativa all'evento Poptical Gianni Versace Dancing Pop Tribute Poptical
    Gianni Versace Dancing Pop Tribute


    22-23 marzo 2025
    Palazzo Biscari - Catania
    www.sabinalbano.com/barock-gianni-versace | Locandina

    Evento site specific a cura di Sabina Albano, curatrice WorldWild della collezione privata di abiti e oggetti raccolti negli anni da Antonio Caravano. Una due giorni dedicata al sarto più innovativo e originale della storia del Made in Italy, che nel 1978 ha fondato la sua celebre maison, riconosciuta globalmente per aver reso realtà ciò che sembrava irrealizzabile. Il tutto grazie a una straordinaria creatività, una profonda comprensione della storia e dell'arte, sia classica che contemporanea, e una solida esperienza nel campo della sartoria.

    Poptical è un viaggio sensoriale che celebra l'arte della moda, ispirata alla potenza del movimento e alla vivacità del colore. La mostra si ispira alla collaborazione di Gianni Versace con alcuni dei più grandi coreografi, tra cui Maurice Béjart, unendo il mondo della danza al design di alta moda. Attraverso i costumi creati per le performance teatrali e le coreografie, l'esposizione racconta un incontro affascinante tra eleganza e movimento, tra bellezza e drammaticità.

    Parallelamente, la pop art, che ha influenzato profondamente l'estetica di Gianni Versace, trova una visibilità unica in questa mostra. Con il suo stile audace e iconico, Gianni Versace ha trasformato la moda in un linguaggio popolare, dove la cultura di massa si mescola alla raffinatezza, dando vita a collezioni che celebravano la pop art attraverso colori vibranti, forme e pattern iconici. Ogni elemento del percorso espositivo racconta una storia di innovazione e genialità, attraverso la quale il grande stilista ha saputo anticipare i tempi, influenzare la cultura popolare e lasciare un segno indelebile nel mondo della moda.

    «Dopo il grande successo delle edizioni precedenti - dichiara Sabina Albano - ritorna la terza edizione di One Night with Gianni, un viaggio attraverso l'estetica audace e visionaria di Gianni Versace, dove geometrie ipnotiche, stampe optical e richiami pop si fondono con l'eleganza del balletto e della danza. La mostra esplora i capi piu` iconici del designer che hanno ridefinito il concetto di movimento e forma, trasformando il corpo in una tela vibrante. Tra suggestioni pop art, contrasti cromatici e richiami teatrali, l'universo di Gianni Versace prende vita in una celebrazione dello stile e dell'arte in movimento. Poptical Gianni Versace Dancing Pop Tribute è un invito a scoprire e riscoprire il suo genio creativo in modo nuovo e coinvolgente. Parlare di Gianni Versace significa andare alle radici della nostra cultura. In fondo, sono un'archeologa con la passione della moda. Un abito non è altro che un reperto, figlio di iconografie artistiche, anch'esso un pezzo di storia: la nostra.»

    Nel salone da ballo centrale, sarà esposti abiti ispirati all'Optical Art, ovvero, tailleur bianchi e neri, abiti con fondo nero e piccoli pois bianchi, tailleur a pied de puel, a spina di pesce o a righe in cui a fare da padrone è il contrasto bianco e nero declinato con una varietà importante di materiali. A contrasto, irromperanno i colori ispirati alla PopArt: camicie che ritraggono ballerini, orchestre e danzatori, titoli di spettacoli cui Gianni Versace, attraverso la matita e i colori di Bruno Gianesi, ha pensato per le illustri collaborazioni con grandi coreografi, come Maurice Béjart.

    Tailleur giacca e gonna e foulard accoglieranno tutte queste rappresentazioni molto colorate che rimandano alla Pop Art e al mondo dello spettacolo e che addirittura rappresentano i sipari teatrali di cui in alcuni casi riportano scritti anche i nomi di alcuni teatri come La Fenice di Venezia o La Scala di Milano. Le giacche e le gonne nelle loro forme sembrano richiamare i sipari teatrali trasformandosi in sculture di tessuto che una volta indossate diventano altro ancora, grazie al movimento e alle pieghe delle stoffe.

    Grazie a questa selezione sarà possibile ripercorrere le scelte stilistiche compiute negli anni '90 da Gianni Versace caratterizzate dalla sua stretta collaborazione con le seterie di Como, in special modo con quella di Ratti che ha una fondazione che continua a perpetuare i nomi di vari artisti, tra cui Gianni Versace. Questa partnership con Ratti ha dato vita ai colori brillanti e alle stampe audaci che ritroviamo nei foulard e nelle fodere interne delle giacche e gonne dei tailleur divenuti ormai dei pezzi cult delle collezioni dedicate a Gianni Versace. Tutti gli outfit provengono dalla A.C. Private Collection di Antonio Caravano e dalla collezione di Franco Jacassi, uno dei maggiori esperti di vintage al mondo.

    Nella galleria laterale, invece, sarà allestita una mostra riservata ai bozzetti realizzati da Bruno Gianesi - capo ufficio stile di Gianni Versace per più di dieci anni - dedicato al mondo della danza e del teatro e poi ci saranno le opere optical di Marcos Marin ispirate a due modelle iconiche scoperte e che poi hanno sempre lavorato con Gianni Versace.

    A seguire, negli ambienti più intimi del palazzo, nel Boudoir della Principessa, sarà allestita un'immaginaria camera da letto, dedicata a Gianni Versace con libri e oggetti a lui cari. È nel salotto Bois de rose con pavimento in tarsie di marmo e le sue pareti in legno di palissandro con tarsie meravigliose che si concluderà questo percorso emozionale alla scoperta della vita intima, della mente geniale e dei capi di Gianni Versace. È proprio nel salotto Bois de rose che incontreremo un cartomante che ci darà delle informazioni sul nostro futuro. One night with Gianni nasce come il racconto di una serata trascorsa da Gianni Versace con Gianni Versace che con la sua mente ha catturato, di periodo in periodo, l'aria del tempo (pop art, optical, amore per la danza, la commistione tra balletto e costume).

    L'evento site specific di Catania rientra in un progetto internazionale, un percorso entusiasmante che conta già altre nove prestigiose tappe: quella appena inaugurata in Spagna a Malaga Gianni Versace Retrospective, le due scorse edizioni di One Night with Gianni Barock / Bold Iconic Tribute to Gianni Versace (aprile 2024) e One Night with Gianni / Gianni Versace Baroque Tribute (gennaio 2023) nel prestigioso Palazzo Biscari di Catania. Le esposizioni in Polonia a Poznan (2024), di Groningen nei Paesi Bassi (2023). I successi delle mostre di Singen (2021) e Berlino (2018) in Germania, Borås in Svezia (2020) e la prima sensazionale retrospettiva nel 2017, a venti anni dalla scomparsa di Gianni Versace, al MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

    La scelta di Palazzo Biscari come sede dell'esposizione, con la sua eleganza senza tempo e la sua architettura raffinata, conferisce alla mostra un'atmosfera esclusiva, rendendo l'esperienza ancora più suggestiva e coinvolgente. La manifestazione è organizzata e promossa dall'associazione culturale Saint Caprais; patrocinata dall'Accademia di Belle Arti Catania e da ADI Sicilia. La mostra non è ufficiale né autorizzata o associata a Gianni Versace Srl e/o alla famiglia Versace. (Estratto da comunicato stampa)




    Katharina Ziemke in una fotografia scattata da Michele Galassi Mélodie Richard in una fotografia scattata da Lucas Partensky Attorno a noi il Mare
    Um uns das Meer / Autour de nous la mer
    Installazione video-sonora di Katharina Ziemke e di Mélodie Richard


    07 marzo 2025, ore 18.30-20.30 (Rinfresco offerto da Mandrarossa)
    Bottega 1 - Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo
    goethe.de/palermo

    Il pubblico palermitano avrà l'occasione di immergersi nell'installazione video-sonora realizzata da Katharina Ziemke e Mélodie Richard, con la quale Kultur Ensemble Palermo dà il via alla programmazione di quest'anno. La residenza di Katharina Ziemke e Mélodie Richard è sviluppata in collaborazione con la Fondazione Sant'Elia di Palermo. L'installazione sarà aperta alle scuole nelle giornate di giovedì 6 marzo e venerdì 7 marzo.

    In un progetto che esplora lo stato degli habitat marini, lo sfruttamento delle risorse, il passato e il possibile futuro del Mar Mediterraneo, Katharina Ziemke e Mélodie Richard congiungono due diverse modalità di relazionarsi al mondo, quella artistica e quella scientifica. Le sfide ecologiche vengono affrontate da una prospettiva insolita e poetica. Avvicinando i campi della scienza e dell'arte visiva, il duo di artiste cerca di cogliere la portata emotiva dei fenomeni legati al mare, sostenendo la divulgazione delle scoperte scientifiche con l'intento di aumentare la sensibilizzazione pubblica su questi temi. 

    Conosciutesi in occasione di una collaborazione presso la compagnia teatrale berlinese Schaubühne oltre dieci anni fa, durante i due mesi della loro residenza le artiste hanno preso contatto la stazione zoologica Anton Dohrn di Palermo, la cui sede centrale è stata fondata a Napoli dall'omonimo scienziato tedesco nel 1872. Le ricercatrici e i ricercatori coinvolti nel progetto, in particolare la prima ricercatrice Sylvaine Giakoumi, hanno sostenuto la ricerca rilasciando interviste che saranno parte integrante dell'istallazione. L'immagine video, fluida e mutevole, è creata a partire da disegni realizzati dall'artista visiva Katharina Ziemke con inchiostro pigmentato su carta di riso: filmati attraverso una lastra di vetro, i disegni si espandono e sembrano vivi, richiamando i movimenti del mare.

    Proiettati in un'installazione immersiva, i disegni animati sono accompagnati da una componente sonora realizzata dall'attrice e musicista Mélodie Richard. Unisce canti, musica, suoni, testimonianze scientifiche e personali, includendo la partecipazione di alcune alunne e alunni, studenti e studentesse, coinvolti durante i laboratori tenuti dalle artiste durante la residenza. Così stratificato, l'audio dà voce a una vera e propria colonna sonora che guida il pubblico nelle profondità marine. La ricerca dei testi inseriti nell'istallazione è stata realizzata dalla drammaturga Alessandra Tribotti.

    Katharina Ziemke (Kiel, 1979) ha studiato all'École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Inizialmente formatasi in pittura, oggi pratica varie forme d'arte tra cui la performance, la videoarte e il teatro. È membro del gruppo interdisciplinare di artiste AGOSTO con sede a Berlino, della Station urbaner Kulturen Hellersdorf della nGbK Berlin e del gruppo von Wolff/Ziemke art & science. Artista visiva specializzata nell'arte e nella scienza, dal 2019 Ziemke lavora sul cambiamento climatico e sulla sostenibilità, e dal 2020 sulle donne nella scienza. Nel 2023 ha collaborato con istituzioni scientifiche come la Humboldt Universität di Berlino e il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi.

    Katharina Ziemke collabora regolarmente con il direttore artistico del teatro della Schaubühne di Berlino, Thomas Ostermeier, per il quale crea performance di pittura diretta, come per Professeur Bernhardi nel 2017 e La Mouette nel 2013, 2016 e 2024. La sua esperienza teatrale le ha permesso di sviluppare una metodologia per "mettere in scena" dipinti ad acquerello, che vengono esposti davanti al pubblico e sottoposti a una trasformazione che viene filmata. A livello internazionale, Katharina Ziemke ha tenuto mostre personali alla Humboldt Universität (Berlino, 2023), al Centre d'art Madeleine Lambert (Vénissieux, 2017), alla Schaubühne (Berlino, 2016), alla Zürcher Gallery (New York, 2009) e al Musée de l'Abbaye Sainte-Croix (Les Sables d'Olonne, 2008).

    Tra le sue mostre collettive figurano Quartier général (La Chaux-de-Fonds, 2022), Centre d'Art Contemporain (Meymac, 2019), Kunstquartier Bethanien (Berlino, 2015) e Printemps de Septembre (Tolosa, 2008). Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui il Fonds national d'art contemporain (Francia), la Collection de la Ville de Vénissieux (Francia) e la Danske Bank (Danimarca). Nel 2023 le è stata assegnata una residenza presso la Cité internationale des arts di Parigi. Katharina Ziemke è rappresentata dalla Galerie Isabelle Gounod, Parigi.

    Mélodie Richard è attrice e musicista. Dopo essersi diplomata al Conservatorio Nazionale Superiore d'Arte Drammatica di Parigi nel 2010 incontra Krystian Lupa, con cui ha lavorato come attrice nelle sue tre produzioni in lingua francese, fino all'ultima, Les Émigrants. A questo incontro ne sono seguiti altri importanti, come quello con Christophe Honoré, Thomas Ostermeier, Georges Lavaudant, Denis Podalydès e Célie Pauthe, che le hanno proposto di interpretare alcune delle donne più affascinanti del repertorio, tra cui Louise Miller, La Mouette, Bérénice, Cléopâtre, Electre, Katia Kabanova e Célimène. Ha approfondito la sua pratica recitando accanto ad attrici come Nada Strancar, Anne Alvaro, Nathalie Richard, Dominique Reymond e Valérie Dréville.

    Al momento, è in tournée con un libero adattamento femminista di Martin Eden di Jack London, scritto dalla regista Alice Zeniter. Come musicista - pianista e cantante - dirige e realizza l'adattamento sonoro di L'Amour et les Forêts, l'ultimo romanzo di Éric Reinhardt. Ha cantato il suo primo recital al Théâtre de l'Odéon, e ha messo in musica un adattamento della vita di Charlotte Salomon e un altro di Nuits de la Pleine Lune di Rohmer, basato sulla stella cadente Pascale Augier.

    L'attrice realizza regolarmente creazioni sonore, come la "fantascienza telefonica" che immagina e suona durante la pandemia, o l'universo sonoro per la videoinstallazione su Marie Phisalix, la prima scienziata che ha lavorato presso il Museo di Storia Naturale di Parigi, un'opera dell'artista berlinese Katharina Ziemke. Le piace condividere il suo amore per le scrittrici tenendo regolarmente delle letture pubbliche, in particolare dei testi di scrittrici pioniere come le sorelle Brontë, Jane Austen, George Eliot e George Sand. È anche apparsa regolarmente in televisione e al cinema, in particolare con Nina Companeez, Arnaud Desplechin, Abdellatif Kechiche, Christophe Honoré e Olivier Assayas. (Comunicato stampa Goethe-Institut Palermo)

    Immagini (da sinistra a destra):
    1. Katharina Ziemke, © Michele Galassi
    2. Mélodie Richard, © Lucas Partensky




    Adam H. & The Silent Treatment
    Concerto 19 febbraio 2025, dalle 19.00 alle 21.00
    VIAFARINI - Milano
    www.viafarini.org

    Adam H. & The Silent Treatment in concerto per presentare in anteprima Holocene. L'album è frutto di un viaggio tra i templi della Sicilia dove il musicista e compositore statunitense e il duo di ingegneri del suono hanno realizzato registrazioni ambientali, ispirate dai suoni della natura come dai versi degli animali che popolano i parchi archeologici. Al loro rientro l'album è stato costruito come inno intimista, prodotto tra Berlino e la Dordogna, dove la musica è stata composta appositamente per accompagnare le registrazioni sul campo, come un canto per onorare le reliquie dell'Olocene.

    Ad aprire il concerto la band italiana Kubri, nata a Piacenza nel 2016 come progetto di improvvisazione libera sperimentale. Il nome Kubri, che in arabo significa "ponte", riflette la missione della band di collegare generi diversi come psichedelia, jazz, folk, post-rock e avanguardia senza appartenere completamente a nessuno di essi. (Comunicato stampa)




    "Emilio Isgrò. Autocurriculum sotto il sole"
    25 gennaio 2025, ore 17.00 (Ingresso: gratuito)
    Cinema Eliseo - Cesena
    www.ilvicolo.com

    Proiezione del docufilm di Davide Bassanesi, realizzato nel 2024 (durata proiezione: 70 minuti). Si tratta del racconto della vita e delle opere dell'artista siciliano Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937), uno dei maggiori protagonisti dell'arte del "secolo breve". La proiezione sarà preceduta da una introduzione dell'architetto Marisa Zattini che presenterà brevemente la rivista trimestrale di arte e letteratura "Graphie", giunta al suo ventisettesimo anno di vita. Il docufilm verrà introdotto da Monica Andreucci, giornalista e curatrice della rassegna del Cinema Eliseo, "La grande Arte al Cinema".

    A conclusione del pomeriggio, visita guidata alle tre mostre in corso. Questo, per offrire un ampliamento nell'ambito delle riflessioni sull'arte contemporanea che un progetto calligrafico come quello in corso può aver stimolato. Qual è il rapporto fra arte e parola? Ciò che lega queste due sfere è indubbiamente la volontà di coniugare arte e vita. Isgrò porta il libro alla dimensione di quadro. Abbiamo visto che la parola e le lettera dell'alfabeto possono trasmutarsi in perfetta opera d'arte. Ma chi è Emilio Isgrò? Un artista, un pittore, un poeta, uno scrittore, un drammaturgo, un regista, un filosofo. Un personaggio che con la parola ci lavora "a tutto tondo" e investiga le profondità e gli abissi. Sin dagli anni Sessanta si è cimentato sulle cancellature di tanti testi, interrogandosi e interrogandoci. Le sue cancellature sono "macchie pittoriche", una rimodellazione del testo per mutarne il senso, in una lettura altamente selettiva.

    Questo appuntamento anticipa la conclusione del progetto "Cosmografie & Alfabeti" prevista per domenica 26 gennaio 2025. Tre le mostre "calligrafiche": Rosetta Berardi & Maeda Kamari ~ " Alfabeti & Memorie" (Chiesa di Santa Cristina) e Gianluca Bosi ~ "Arazzi di luce - La scrittura si fa immagine" (Chiesa di San Zenone). Una interessante conclusione del progetto "Cosmografie & Alfabeti", incentrato sul tema della calligrafia che prevede visite guidate dagli Artisti Rosetta Berardi e Gianluca Bosi, nel pomeriggio di domenica 26 gennaio. (Comunicato stampa)




    Franco Carlisi e Francesco Cito
    "Romanzo italiano"


    21 dicembre 2024 (inaugurazione) - 19 gennaio 2025
    MO.CA. Centro per le Nuove Culture - Brescia
    www.eventoromanzoitaliano.it

    L'esposizione, curata da Giusy Tigano e organizzata da GT Art Photo Agency in collaborazione con SMI Group (S.M.I Technologies and Consulting, Younified, Wyl e SM Innovation Polska), presenta 120 fotografie in bianco e nero di due dei fotografi italiani di maggior rilievo a livello internazionale, i quali si confrontano e lasciano che le loro opere dialoghino tra loro, creando una narrazione condivisa sul tema del matrimonio. Le immagini di Carlisi e Cito ci offrono un racconto visivo profondo e originale, un romanzo per immagini che sfida la fotografia matrimoniale tradizionale, distaccandosi dagli stereotipi di stile e linguaggio. La loro esplorazione visionaria, narrando con toni poetici, ironici e disincantati le emozioni e i molteplici aspetti relazionali e sociali del matrimonio, si distingue per un approccio in netta controtendenza rispetto alle rappresentazioni più convenzionali del rito nuziale.

    Le fotografie di Franco Carlisi sono una selezione del più ampio progetto "Il Valzer di un giorno", vincitore del Premio Bastianelli nel 2011 e del Premio Pisa nel 2013. Il lavoro si concentra sulle nozze in una Sicilia nascosta, lontano dalle convenzioni, catturando l'essenza di un momento che si svolge oltre la rappresentazione scenica del matrimonio. Le immagini, dal grande impatto visivo e quasi barocche nella loro intensità, raccontano scene in cui il tempo rimane in sospensione per cogliere dettagli intensi e spontanei, come un abbraccio, uno sguardo, la lacrima di una sposa o la commozione di un genitore.

    Andrea Camilleri, nell'introduzione al libro Il Valzer di un giorno, sottolinea come Franco Carlisi sia capace di trasformare la fotografia matrimoniale da un'evanescenza romantica a una rappresentazione vivida e carnale: "L'occhio di Franco Carlisi coglie continuamente dei 'fuori campo' e ce li restituisce, direi proprio da narratore, con straordinaria vivezza e intensità. Le foto matrimoniali di solito anelano all'evanescenza, alla leggerezza, alla purezza, alla solennità. Invece, attraverso lo sguardo di Carlisi, tutto diventa carnale, vissuto forte, reale, senza mezze tinte".

    La selezione fotografica di Francesco Cito proviene dal progetto "Matrimoni Napoletani" (o "Neapolitan Wedding"), vincitore del prestigioso World Press Photo nel 1995 (categoria "Day in the Life", 3° premio). Anche in questo caso, l'autore abbandona la monotonia della fotografia matrimoniale convenzionale per creare un linguaggio visivo nuovo, fortemente autoriale, che esplora le dinamiche sociali del matrimonio con occhio critico e riflessivo.

    L'approccio di Cito scompone il matrimonio tradizionale, come scritto da Michele Smargiassi nell'introduzione al libro Neapolitan Weddings, analizzando con precisione il meccanismo socio-antropologico di questo rito: "Sposarsi qui non è solo folclore ed esibizione. Non è solo un giorno speciale... Tutto il contrario, è la sospensione dell'ordinario, il trasferimento momentaneo ma radicale di un'intera comunità parentale, amicale, sociale in un'altra dimensione, senza più alcun rapporto con l'esistenza ordinaria di tutti. Cito affronta una 'struttura' possente, coerente, collaudata, funzionante: il moderno matrimonio foto-genico nella sua fenomenologia più completa e pura. E la de-struttura per comprenderla e smontarla con cura".

    La selezione fotografica di Francesco Cito è invece parte del più ampio progetto "Matrimoni Napoletani" (o "Neapolitan Wedding"), vincitore del prestigioso World Press Photo nel 1995 (categoria "Day in the life", 3° premio). Anche in questo caso, non si rinviene traccia della staticità e della monotona ripetitività della classica fotografia matrimonialista "di mestiere", spesso assoggettata per necessità alle specifiche richieste degli sposi; si delinea piuttosto una cifra espressiva fortemente autoriale e slegata dai dettami della fotografia di genere convenzionale e stereotipata.

    La mostra alterna le opere dei due autori, creando un'esperienza visiva coinvolgente che guida il pubblico attraverso un percorso fortemente emozionale. Pur nelle loro differenze stilistiche, Carlisi e Cito riescono a trattare un tema universale come quello del matrimonio, particolarmente sentito in Italia, con una visione condivisa e coerente, creando un racconto visivo inusuale e spiazzante con profonda sensibilità e commovente leggerezza.

    Durante il cocktail di inaugurazione della mostra di sabato 21 dicembre 2024, è prevista una performance musicale del pianista e compositore Davide Ferro in duetto con la cantante jazz e arpista Sonia Caputo (Resonance Duo). Davide Ferro è anche l'autore della colonna sonora "Evocazioni" che accompagna la mostra, composta appositamente per questo progetto, che fa da sottofondo al viaggio fotografico durante tutto il periodo espositivo. (Estratto da ufficio stampa De Angelis Press, Milano)




    L'Associazione Siciliana Amici della Musica compie 100 anni
    Presentate la Stagioni concertistiche 2024/2025


    Le Stagioni concertistiche aprono le celebrazioni del primo secolo di attività. La stagione serale 2024/2025 sarà composta da 12 concerti ospitati al Politeama Garibaldi: primo appuntamento domenica 17 novembre 2024 con il pianista russo Arcadi Volodos. La stagione pomeridiana cambia giorno e si sposta alla domenica alle 17.15 al Politeama Garibaldi: sei concerti da novembre ad aprile dedicati principalmente al grande repertorio per pianoforte.

    Fra gli artisti coinvolti Sergio Cammariere e il suo quartetto jazz, i pianisti Francesco Libetta e Arsenij Mun, Federico Maria Sardelli e il suo ensemble Modo Antiquo, il pianista cubano Omar Sosa, il jazz italiano di Nicky Nicolai e Stefano Di Battista e il coro gospel Florida Fellowship Super Choir. In corso la campagna abbonamenti: fino al 30 settembre sono attivi i rinnovi, dal 1° al 30 ottobre si potranno sottoscrivere i nuovi. Dal 4 novembre aperta la vendita dei singoli biglietti

    L'Associazione Siciliana Amici della Musica, fondata nel 1925 da Vito Trasselli-Varvaro, guarda al raggiungimento dei suoi primi 100 anni di attività con grande ottimismo: l'ultima stagione, quella del 2023/2024, ha infatti registrato un aumento generale delle presenze del 42% rispetto la precedente, con particolare successo per i concerti serali che hanno visto raddoppiare i biglietti venduti (da 2.604 a 5.223) e crescere di oltre il 60% gli abbonati, di cui un terzo sono under 40.

    È da questo successo che è stata ideata dalla Direttrice artistica Donatella Sollima, in concerto con la Presidente Milena Mangalaviti, la Stagione serale 2024/2025, la numero 92, che amplia la propria offerta portando a dodici il numero dei concerti che si terranno di lunedì alle 20.45 al Politeama Garibaldi e rinnova la proposta pomeridiana con una rassegna di sei concerti che si terranno la domenica alle 17.15 sempre al Politeama Garibaldi.

    «L'Associazione Siciliana Amici della Musica - dichiara la Presidente Milena Mangalaviti - è oggi più solida che mai: ha rafforzato le proprie finanze, ha ingaggiato professionalità di alto livello, così da poter consolidare, ampliando e rinnovando, il proprio pubblico che torna a riempire il Politeama Garibaldi. I risultati dell'ultima stagione ci danno grande fiducia e ci hanno permesso di costruire un'offerta ampia che si rivolge ad un pubblico sempre più eterogeneo. Le due stagioni che si susseguiranno nel il 2025, anno delle celebrazioni del nostro centenario, segneranno una svolta nella storia dell'Associazione che si avvicina a chiudere il primo secolo di vita per iniziarne uno nuovo che vogliamo inaugurare anche con delle novità.

    Se questa prospettiva entusiasmante è oggi possibile, oltre al merito della dedizione di tutto lo staff e all'affetto del pubblico, è anche grazie al supporto delle Istituzioni, dal Comune di Palermo, in primis, alla Regione Siciliana e al Ministero della Cultura, nonché alle collaborazioni con tante istituzioni del territorio. Sempre di più vogliamo essere un punto di rifermento non solo per Palermo, ma per tutta la Sicilia, onorando così la volontà del fondatore, Vito Trasselli-Varvaro, che cento anni fa ebbe la luminosa idea di creare un'Associazione dalla prospettiva regionale».

    L'Anteprima della Stagione concertistica serale 2024/2025 sarà il 14 ottobre 2024 e avrà come protagonista il cantautore Sergio Cammariere e il suo quartetto jazz. Il concerto è quasi tutto esaurito e restano in vendita gli ultimi posti. L'inaugurazione sarà affidata al russo Arcadi Volodos (eccezionalmente di domenica, 17 novembre 2024), vera leggenda degli 88 tasti che sarà per la prima volta a Palermo. Si proseguirà con il duo formato dal violinista e violista Michael Baremboim e dalla pianista Nathalia Pegarkova (25 novembre) e con il recital dell'esperto di musica del Novecento per tastiera "Made in USA" Emanuele Arciuli (9 dicembre). Appuntamento natalizio lunedì 23 dicembre con la tradizione del gospel afroamericano interpretata dal Florida Fellowship Super Choir.

    Il 13 gennaio, primo concerto del 2025, sarà protagonista il pianista salentino Francesco Libetta che proporrà un programma dedicato anche alle musiche di Ezio Bosso. Per il Giorno della memoria, il 27 gennaio, il duo formato dal clarinettista Francesco Paolo Scola e dal pianista Fausto Quintabà sconfinerà nel repertorio klezmer della mitteleuropa. Appuntamento con il repertorio barocco il 10 febbraio con un reading concerto tratto dal libro "L'affare Vivaldi" edito da Sellerio, grazie al quale il pubblico sarà accompagnato alla scoperta delle musiche del compositore veneziano con Federico Maria Sardelli - il più grande conoscitore al mondo di Vivaldi - e la sua orchestra Modo Antiquo.

    Imperdibile appuntamento con il jazz internazionale lunedì 24 febbraio con i pianisti cubani Omar Sosa e Marialy Pacheco. Marzo sarà invece il mese dei giovani talenti della tastiera: con il vincitore del Premio Busoni 2023 Arseni Mun (10 marzo) e la quattordicenne austriaca Sunny Ritter (24 marzo). Il 7 aprile si terrà il concerto del quartetto spagnolo Cuarteto Iberia, formato da giovani musicisti under 30 e promosso dalla piattaforma europea MERITA, con il quale si esibirà la danzatrice Yuriko Nishihara, segnando così il ritorno della danza agli Amici della Musica. Ultimo appuntamento (14 aprile) con il jazz italiano di Nicky Nicolai e il quartetto del sassofonista Stefano Di Battista che con il concerto "Mille Note Blue" eseguiranno la rielaborazione dei brani più celebri del repertorio italiano degli anni Sessanta e Settanta.

    La Stagione pomeridiana 2024/2025 cambia il suo giorno abituale: dal lunedì i concerti si terranno la domenica. Una rassegna composta da sei appuntamenti, ospitati tutti alle 17.15 al Politeama Garibaldi, e dedicata principalmente alle grandi pagine del repertorio pianistico: dalle sonate "Al chiaro di luna" e "Appassionata" di Beethoven, alle Variazioni Goldberg di Bach, dalle pagine di Chopin e Liszt a quelle di Scarlatti e Schubert. E ancora le sonate per violoncello e pianoforte di Shostakovich e Rachmaninov, il concerto di Natale (15 dicembre) con il Coro di Voci bianche del Conservatorio "A. Scarlatti" di Palermo che sarà presente anche con il suo Ensemble per il concerto di Carnevale con Il carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns (16 febbraio). Fra gli artisti coinvolti la pianista Violetta Egorova (10 novembre), il violoncellista Christian Barraco con la pianista Irene Inzerillo (19 gennaio), il pianista russo Mikhail Kambarov (16 marzo) e la pianista statunitense Nina Tichman (13 aprile).

    Per sottoscrivere i nuovi abbonamenti sarà possibile farlo dal 1° al 31 ottobre 2024: da quest'anno si potrà acquistare sul sito www.amicidellamusicapalermo.it e online sarà possibile utilizzare la Carta Docente. Dal 4 novembre 2024 inizierà la vendita dei biglietti per i singoli concerti. Riconfermata l'iniziativa per gli under 40 che prevede l'abbonamento alla Stagione serale con il costo speciale di 40€ (più prevendita). Il Box Office convenzionato è alla libreria Moltimondi in via Mariano Stabile n. 233. Tutti i biglietti e gli abbonamenti sono venduti sul circuito TicketOne. (Comunicato stampa)




    Ferdinando Scianna
    "La geometria e la compassione"


    14 novembre 2024 - 18 gennaio 2025
    Centro Culturale di Milano
    www.cmc.milano.it

    Ferdinando Scianna, uno dei fotografi italiani più autorevoli a livello internazionale, noto per la capacità di incidere profondamente la realtà attraverso le sue opere fotografiche, sarà protagonista con la nuova mostra, curata a quattro mani dallo stesso autore insieme a Camillo Fornasieri. Patrocinata dal Comune di Milano e da Regione Lombardia, composta da 60 opere fotografiche in bianco e nero Original Print e accompagnata da un importante Libro Catalogo edito da Silvana Editoriale per la Collana Quaderni del CMC, la mostra non è solo un'opportunità per riflettere sul ruolo della fotografia nel mondo contemporaneo, ma anche il pensiero originale dell'autore siciliano sulla condizione umana e sulla sua fotografia come dimensione identitaria con il mondo.

    Un'esposizione dalla grande potenza espressiva che trova la sua genesi nella decisione di Scianna di accogliere l'invito dell'amico Giovanni Chiaramonte, pochi mesi prima della sua scomparsa nell'ottobre 2023, di realizzare una sua mostra che fosse una meditazione sul tema del dolore. Come afferma lo stesso Scianna - nato a Bagheria nel 1943 e che non ha mai chiuso gli occhi di fronte alle condizioni di limite in cui l'uomo vive e spera vivendo - la fotografia non ha il potere di cambiare il mondo, ma può aiutare a vedere ciò che spesso scegliamo di ignorare, e compito del fotografo è cercare di far sì che lo spettatore, attraverso la dimensione identitaria delle fotografie, possa ritrovare in esse qualcosa della propria verità, del proprio vissuto.

    Le immagini selezionate per la mostra raccontano di realtà che conosciamo ma che spesso non vogliamo guardare, momenti che Scianna ha incontrato nel suo percorso e che ha voluto trattenere e condividere. Immagini che riflettono la sua ricerca fotografica e colgono con caparbietà e passione frammenti del reale con una precisa autenticità storica. Durante i suoi reportage, le immagini sono testimonianza di un approccio alla fotografia sempre intimamente legato alla vita stessa. Un racconto che cerca di dare voce al dolore e all'ingiustizia, ma anche al desiderio umano di felicità che persiste nonostante tutto, come spiega lo stesso autore partendo dal titolo della mostra: "Niente si può esprimere senza geometria, senza forma, e la forma di ogni uomo e donna è la ricerca della felicità. Il dolore degli altri ci provoca compassione perché ci allontana tutti dal diritto a essere felici. Con questa mostra e il libro che l'accompagna ho voluto raccontare che anche nel più cupo dolore si scopre l'ansia di cercare la felicità".

    Immagini con una grande densità emozionale che, in questa mostra, corrono insieme alle parole. Fotografie dalla struttura di racconto e di memoria, con un'ambizione e una dignità letteraria. Nel corso degli anni Scianna ha infatti sentito crescere dentro di sé l'esigenza di esprimere, in una letteratura ibrida di immagini e parole, la sua complessa relazione con la realtà e con sé stesso. Proprio per questa ragione, per la mostra Scianna ha scritto numerosi testi che riflettono sugli "incontri" che ha vissuto nel corso della sua carriera. Le immagini esposte al Centro Culturale di Milano, provenienti da paesi come Etiopia, Sudan, Bangladesh, India, Vietnam, Stati Uniti, Italia, Francia, America Latina e Libano, rappresentano volti e situazioni che hanno lasciato un'eco profonda nell'animo dell'autore.

    La mostra e il libro associato sono organizzati in otto capitoli, ognuno dei quali esplora temi come miseria, malattia, catastrofi, violenza, emigrazione, emarginazione, solitudine e, infine, la morte. I diversi capitoli raccolgono le parole e le immagini che hanno dato forma agli incontri vissuti da Scianna, offrendo una visione profonda e toccante del mondo e delle sue contraddizioni. Con questa mostra Scianna si riavvicina ad alcuni dei suoi reportage e alla sua ricerca fotografica, ricordando il periodo in cui conobbe lo scrittore Leonardo Sciascia, col quale strinse una profonda amicizia e realizzò diverse collaborazioni, a partire dal libro Feste religiose in Sicilia del 1965, che gli valse il Premio Nadar l'anno successivo.

    Fu proprio Sciascia a incoraggiarlo a continuare a fotografare la sua Sicilia, persone, volti, feste religiose e popolari, nonché il primo a spingerlo a unire la sua fotografia con la scrittura, la parola come un luogo che accoglie il mistero del mondo attraverso la fotografia. La mostra di Scianna è seguita da un'altra esposizione nella Sala Erculea del CMC, intitolata "Salvare l'ora" (21 novembre 2024 - 18 gennaio 2025) e che presenta 70 Polaroid e 70 Haiku realizzati da Giovanni Chiaramonte negli ultimi anni della sua vita. L'intento non è di mettere a confronto i due artisti, ma di celebrare l'amicizia e il dialogo tra due grandi fotografi che si sono confrontati sui temi più profondi e radicali dell'esistenza. (Estratto da comunicato ufficio stampa De Angelis Press, Milano)




    Sala Mappe di Palazzo Butera in una foto scattatata da Sandro Scalia MAPPA-MONDO. Fotografie di dieci paesi in Sicilia
    Giorgio Barrera, Martina Della Valle, Sebastiano Raimondo, Moira Ricci, Sandro Scalia, Maria Vittoria Provato


    Palazzo Butera - Palermo
    30 ottobre - 11 dicembre 2024

    Progetto di ricerca fotografica contemporanea voluto dall'Accademia di Belle Arti di Palermo in partnership con la Fondazione di Palazzo Butera, sostenuto da Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Curato da Roberta Valtorta il progetto ha preso avvio in seguito al ritrovamento a Palazzo Butera, nel corso dei lavori di restauro al piano nobile, di 10 mappe, dipinte ad olio, estremamente dettagliate di proprietà feudali della famiglia dei Branciforte, corrispondenti ai paesi di Mazzarino, Santa Lucia, Pietraperzia, Niscemi, Barrafranca, Grammichele, Butera, Raccuia, Militello e Scordia.

    Sei fotografi sono stati incaricati dall'Accademia di Palermo di produrre dei progetti fotografici a partire dalle dieci mappe: Giorgio Barrera, Martina Della Valle, Sebastiano Raimondo, Moira Ricci, Sandro Scalia, Maria Vittoria Trovato. Dipinte a olio da più artisti (ad oggi se ne conosce solo uno, Filippo Giarrusso) intorno alla metà del 1700, le mappe sono portatrici di importanti indizi che hanno permesso una lettura del presente e una ricognizione in situ delle permanenze, un dialogo con la storia e l'attualità dei luoghi, vuoi con ricognizioni fotografiche esperienziali e puntuali, vuoi con creazioni immaginifiche di nuovi paesaggi. L'intero corpus di opere realizzate (dodici stampe per ciascun autore) entrerà a far parte della Collezione dell'Accademia di Belle Arti di Palermo.

    Il lavoro di ricerca e le opere prodotte saranno documentate in un volume edito da Dario Cimorelli con testi di Claudio Gulli, direttore di Palazzo Butera, Monica Maffioli, storica della fotografia e Roberta Valtorta, storica e critica della fotografia e curatrice del progetto. Il catalogo conterrà oltre alle fotografie realizzate dai sei autori (9 per ciascuno di loro), le immagini delle mappe settecentesche e alcune fotografie, in forma di omaggio, che Giovanni Chiaramonte - a sua volta coinvolto nel progetto ma mancato nell'ottobre 2023 - realizzò in uno di questi paesi, Raccuja, nel 1999.

    La mostra presenta una selezione di opere fotografiche dei sei autori allestite luogo il percorso espositivo che ospita la ricchissima collezione di Francesca e Massimo Valsecchi. A partire dal mese di settembre il progetto e le singole indagini dei sei fotografi saranno presentate sui canali social, Instagram e Facebook, dedicati: @mappamondo_fotografieinsicilia.

    Il progetto ha impegnato sei fotografi in progetti dedicati a dieci paesi della Sicilia (Mazzarino, Santa Lucia, Pietraperzia, Niscemi, Barrafranca, Grammichele, Butera, Raccuja, Militello, Scordia), un tempo feudi dei Branciforte, principi di Butera. Questi feudi rappresentati in dieci grandi e affascinanti mappe settecentesche conservate a Palazzo Butera, Palermo, sono stati il punto di partenza dei sei autori per sviluppare le loro riflessioni sul territorio che cambia e sul senso dei luoghi nel tempo.

    Non si è trattato di una "documentazione" (tema già concettualmente molto sondato grazie alle numerose importanti esperienze di committenza pubblica, ormai storicizzate, svoltesi in Italia e in Europa dai primi anni Ottanta all'inizio dei Duemila), ma di indagini completamente libere, in senso fisico e soprattutto mentale, e di costruzioni di immaginari, attraverso modalità progettuali e narrative diverse che affermano la assoluta soggettività della rappresentazione e le grandi possibilità della fotografia di immaginare il paesaggio.

    Giorgio Barrera (Cartofotografica) ha realizzato un polittico di richiamo pittorico con immagini del solo paesaggio intorno alla città, e non dell'agglomerato urbano come accade nelle antiche mappe, mettendo in discussione l'impianto prospettico tradizionale e creando, attraverso il collage digitale e l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, un insieme visivo credibile ma non realmente esistente.

    Martina Della Valle (Di ricotte ed altre cose) ha raccontato "di ricotte ed altre cose" riunendo immagini tra loro molto diverse (paesaggi, antichi oggetti della tradizione, ricotte, strumenti di lavoro, pecore, figure di pastori presenti nelle mappe di Palazzo Butera) e approdando a un teatrino al cui centro sta, protagonista, la ricotta siciliana.

    Sebastiano Raimondo (Il mappamondo di Palazzo Butera) ha ricercato il mistero dei luoghi, le tracce della storia e insieme lo stato delle cose nella contemporaneità, raccogliendo solitari frammenti di realtà, talvolta di valore iconico, in un vagare visivo di forte tono interrogativo-esistenziale.

    Moira Ricci (è in gioco la verità) ha inventato, attraverso prelievi da Google street view e interventi di intelligenza artificiale, un paese siciliano contemporaneo abitato da figurine, simile a un presepe, con i segni dell'urbanizzazione incontrollata e della distruzione del territorio, un luogo "somigliante", ma assolutamente non esistente.

    Sandro Scalia (L'eredità dei Branciforte) ha compiuto lunghi e meticolosi viaggi per individuare punti simbolici nel paesaggio antropizzato, incluso Palazzo Butera stesso, sottolineando l'importanza, in fotografia, dell'incontro con i luoghi e del ripetuto ritorno.

    A Maria Vittoria Trovato (PRG) dobbiamo un'esplorazione di schietta matrice "topografica" di una serie di odierni uffici comunali di alcuni di questi paesi (così diversi dal Palazzo), in cerca di piante legate ai piani regolatori che mostrano soprattutto l'espansione urbana contemporanea, in un importante confronto tra mappe di ieri e mappe di oggi.

    Giorgio Barrera (Cagliari, 1969) ha studiato Fotografia alla Fondazione Marangoni di Firenze. È stato assistente di Joel Meyerowitz, ha vinto, tra gli altri, i premi Baume & Mercier, Canon, FNAC, e ha collaborato con vari Istituti di Cultura italiani, con il Mibact e altre istituzioni e gallerie, e ha esposto i suoi lavori in Italia e all'estero. Lavora con la fotografia, il video e la scrittura, focalizzando la sua ricerca sull'analisi dei linguaggi visivi, la creazione di immaginari, il rapporto tra realtà e soggettività. Promuove e segue progetti culturali e dal 2020 cura la collana dei volumi Anatomia e dinamica di un territorio (Quinlan). Fra le sue pubblicazioni, La battaglia delle immagini (Postcart, 2016), Campi di Battaglia 1848-67 (Silvana Editoriale, 2011), Attraverso la finestra (Zone Attive, 2009).

    Martina della Valle (Firenze, 1981) si é diplomata nel 2003 al corso triennale di fotografia dell'Istituto Europeo di Design di Milano. Sviluppa immagini, situazioni e fotografie. La sua ricerca muove dalle basi della tecnica fotografica, e si sviluppa attraverso vari media assumendo forme diverse, dalle tecniche di stampa in bianco e nero, a formati di lavoro collaborativi, dall'installazione site-specific, al video e al disegno. Tra i libri nei quali è pubblicato il suo lavoro: Italiens. Young Italian Artists In Berlin (Electa, 2013), Laboratorio Italia (Johan & Levi, 2010), Minyonies. Trama doppia (Alghero, 2006), Lo Sguardo Italiano. Italian Fashion Photography since'51 (Charta, 2005). Dal 2008 vive e lavora a Berlino. 

    Moira Ricci (Orbetello-GR, 1977), è cresciuta nella campagna maremmana fino ai 19 anni quando si è trasferita a Milano per studiare fotografia al Centro Bauer e poi Multimedia all'Accademia di Brera. La sua ricerca artistica spesso d'impronta autobiografica, indaga attraverso la fotografia, il video, l'installazione i temi dell'identità individuale e sociale, della storia familiare e del legame originario con il territorio, intrecciando invenzione tecnologica e riscoperta dell'immagine vernacolare. Ha esposto in sedi pubbliche e private in Italia, Europa, Stati Uniti, Asia e le sue opere sono presenti in importanti collezioni italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni: 20.12.53-10.08.04 (Corraini, 2023) e Capitale terreno (Silvana Editoriale, 2015).

    Sebastiano Raimondo (Gangi, 1981), laureatosi a Palermo con Giovanni Chiaramonte, fa parte del gruppo Presente Infinito con il quale ha realizzato vari progetti tra i quali Madonie Paesaggi 1973 2021 nel 2021 per il MIC. Nel 2020 è tra i finalisti del VAF-Stiftung con il progetto Custodire soglie - Palermo ed espone nelle città di Kiel in Germania e Ferrara in Italia. Nel 2022 vince con il progetto Reduce-re il primo premio della Biennale di Fotografia di Vila Franca de Xira in Portogallo e pubblica nel relativo catalogo fotografie e testo. L'ultima pubblicazione per l'editore Lettera Ventidue riguarda una delle prime e poco conosciute opere dell'architetto Fernando Tavora a Oporto. Vive tra Portogallo e Italia, è dottorando all'ISCTE-IUL di Lisbona e insegna Fotografia all'Accademia di Belle Arti di Palermo.

    Sandro Scalia (Ragusa, 1959), studia Fotografia al Centro Bauer di Milano, all'Accademia di Belle Arti di Palermo e consegue la laurea specialistica a Catania. Inizia a lavorare professionalmente negli anni Ottanta a Milano collaborando con redazioni, case editrici, fondazioni e studi di architettura. Impegnato da sempre nell'osservazione del paesaggio, lavora sulle stratificazioni e sull'azione del tempo. Dal 1998 è professore di Fotografia presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha pubblicato molti libri, tra i quali: Palermo/periferie (ABAPA, 2020), Belice punto zero (INGV, 2020), Le città di Palermo/Cities within the City, (Charta, 2000), Tratti (Peliti Associati, 1999).

    Maria Vittoria Trovato (Gela, 1982) vive e lavora a Siracusa. Ha studiato Filosofia a Catania e Fotografia alla NABA di Milano. Nel 2007 inizia a collaborare con lo scrittore Marco Ciriello a un progetto sul mare, le navi e gli uomini che vi lavorano. Nel 2011 si trasferisce a Berlino, dove collabora con l'agenzia fotografica Ostkreuz e nel 2018 ritorna a Siracusa per aprire la Libreria Zaratan, un punto di incontro dedicato ai libri, alla fotografia e alla musica. Insegna fotografia presso Made a Siracusa e all'Accademia di Belle Arti di Palermo. Le sue fotografie sono apparse su diverse riviste italiane e internazionali. (Comunicato ufficio stampa Alessandra Pozzi)

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    GIORGIO BARRERA

    - Polittico | Dal testo di Roberta Valtorta in catalogo

    Giorgio Barrera compone un polittico nel quale tutti i tradizionali criteri tipici dei polittici che conosciamo dalla storia dell'arte vengono rovesciati. Mentre nei polittici classici dominano le figure e le loro storie (la Vergine, il Cristo, bambino o in croce, i Santi), e il paesaggio compare talvolta solo come sfondo, qui esso è invece protagonista assoluto, e solo in una delle scene è dato spazio a una figura umana (se escludiamo alcune davvero microscopiche figure che si trovano in cammino qua e là). Anche rispetto alle mappe di Palazzo Butera il polittico stabilisce una grande distanza: in quelle una descrizione dettagliata è rivolta al tessuto urbano, qui viene raccontato il grande verde territorio intorno, fatto di montagne, colline, pianure.

    Ma la "realisticità" dell'insieme, che farebbe pensare che Barrera ha condotto un accurato lavoro su un unico paesaggio considerato nei suoi diversi aspetti, è solo apparente. L'autore, infatti, non solo ha mescolato tre paesi, Pietraperzia, Butera e Mazzarino, unificandoli in un continuum, ma ha anche fatto ricorso a collage digitali e all'intelligenza artificiale per ottenere un insieme che pare coerente (una certa continuità delle linee, una certa proporzione, una certa omogeneità cromatica) ma nel quale ogni regola prospettica è distrutta. Dai suoi interventi nasce infatti una nuova credibilità tecnologica di natura multiforme, aperta a ogni possibilità, e non più basata sulla ideale unificazione dello spazio che ha governato a lungo sia la pittura sia la fotografia.

    - Cartofotografica | Testo di Giorgio Barrera

    La mia ricerca si basa sull'analisi dei dieci dipinti cartografici e sul metterli in relazione con la fotografia documentaria. Il lavoro si forma seguendo innanzitutto un principio di complementarità. Nei dipinti, infatti, la rappresentazione della città è preminente rispetto al territorio che sembra avere la funzione di contenitore o di sfondo. La mia indagine si concentra invece sul paesaggio di oggi, nel quale al contrario la città è inserita e nel quale tuttora sussiste uno scambio fra segni ed elementi presenti nelle raffigurazioni pittoriche e viceversa. Una delle cose che più mi hanno colpito osservando i dipinti è stata il comprendere quanto siamo ormai abituati a percepire le immagini bidimensionali in maniera prospettica anche quando queste in effetti non lo sono.

    Il primo e fondante motivo di indagine è stato il riconoscimento del punto di vista adottato e presente in quasi tutti i dipinti: ovvero, una sotto-forma di prospettiva che induce lo spettatore a immaginare la rappresentazione prospetticamente, a pensarla veritiera. Questa abitudine a vedere prospetticamente ma anche foto-realisticamente (nel mio libro La battaglia delle immagini l'avevo chiamata "fotograficità implicita") e percepire quindi con questo animo anche ciò che non è mostrato in quei termini mi è parso un motivo di indagine interessante e, se si vuole, anche una sfida.

    Dal punto di vista visuale ho sentito perciò la necessità di nascondere la prospettiva fotografica, cosicché molte delle immagini che costituiscono il progetto sono collage digitali composti da elementi (alcuni generati con l'IA) che diminuiscono la credibilità prospettica dell'immagine fotografica e da inquadrature con forme particolari: entrambe vogliono alimentare o avvicinare l'illusione pittorica. L'uso del polittico, così come le forme delle inquadrature, mirano, in questo dibattito che ho innescato fra pittura e fotografia, a porre lo spettatore innanzi alle immagini fotografiche che ho realizzato con un animo simile a quello con il quale si affrontano queste opere pittoriche.

    MARTINA DELLA VALLE

    - Ricotta | Dal testo di Roberta Valtorta in catalogo

    Il lavoro di Martina Della Valle non presenta riferimenti di tipo cartografico, fondandosi invece su un metodo di analisi tipico dell'antropologia. L'artista si concentra su un elemento preciso: la bianca ricotta, con la sua forma semplice che viene da lontano, gentilmente torreggiante, e la matericità che porta i segni del suo cestello. Formaggio antichissimo, ben presente nelle rappresentazioni artistiche (dagli affreschi pompeiani, alle miniature medioevali, alle nature morte di Vincenzo Campi), simbolo della fame dei poveri contrapposta al potere nel film di Pasolini, La ricotta, 1963, diventa per Della Valle una "guida" ai luoghi, agli oggetti, alla memoria. Il "racconto" procede a balzi, di frammento in frammento, in un bianco e nero che azzera la storia.

    Parte da piccole figure di pastori dipinte nelle mappe del Palazzo, fa perno su un documento seicentesco del Principe che nomina la ricotta come elemento economico importante, tocca Grammichele, Scordia, Militello, tra pecore dolcissime, musei, paesaggi, oggetti della tradizione, ricotte intere e sparse nel piatto, noncurante di logiche narrative "coerenti" (forse non esiste in fotografia la possibilità di una vera narrazione), rincorrendo invece simboli, tradizioni, pensieri. Trova una sorta di "finale" in un teatrino, anch'esso in bianco e nero: un'orgogliosa ricotta entra a Palazzo, eccola sotto il sontuoso lampadario, le piante ai lati fungono da sipari e le rendono onore. Di fianco c'è un contadino, anch'egli ha messo piede nel Palazzo dove la storia non lo prevederebbe, e la sa creare, nel calderone.

    - Di ricotte e altre cose | Testo di Martina della Valle

    Di ricotte e altre cose è un viaggio a tratti immaginario che prende avvio dalle comparse che animano le periferie dei feudi ritratti nelle mappe di Palazzo Butera. La ricerca prosegue ricostruendo i legami tra le realtà rurali e la città, sia all'epoca dei dipinti sia al giorno d'oggi. La ricotta, cibo semplice e al tempo stesso onnipresente in molteplici forme nell'entroterra siciliano, legato a molti riti e tradizioni, è assunta qui, come anche nell'omonimo corto pasoliniano (La Ricotta, in Ro.Go.Pa.G., 1963), come simbolo di abbondanza e potere, della relazione tra il palazzo e i feudi, tra la città e la campagna. La fuscella di ricotta diventa così una sorta di condensato del paesaggio naturale e antropologico.

    La serie fotografica parte dalle immagini ravvicinate della crosta dei dipinti che spostano il fuoco sui dettagli ai margini del paesaggio: contadine, pastori e greggi. La narrazione procede attraverso un'indagine sul campo nelle zone tra Grammichele, Scordia e Militello, visitando luoghi tradizionali di produzione della ricotta, allevamenti, musei (per esempio, l'Archivio Storico "Mario De Mauro" di Scordia) e collezioni privatedi oggetti del passato. I paesaggi di campagna, dipinti e reali, si affiancano a utensili tradizionali, reperti archeologici e still-life per creare un archivio immaginario ed eterogeneo. Un itinerario che dalle sale del palazzo porta alla campagna e viceversa.

    Cuore concettuale del progetto è un documento custodito nel Municipio di Grammichele: il bando di Carlo Maria Carafa principe di Butera (citato anche nel titolo del lavoro) che stabilisce meticolosamente le modalità di svolgimento della fiera della Madonna del Piano, unico santuario a Grammichele salvatosi dal terremoto del 1693. Nel manoscritto si nominano vari prodotti locali, tra i quali ovviamente la ricotta, e se ne evidenzia l'importanza non solo come fonte di sostentamento ma anche come merce di scambio e strumento di rappresentanza politica. Il viaggio culmina con il ritorno a palazzo con un teatrino che inscena l'intera storia attraverso una rappresentazione immaginifica e surreale. All'interno di uno dei saloni, visto com'era prima dei lavori di restauro, un pastore rompe silenziosamente la cagliata in un calderone di rame. Tra sfarzosi arredi, piante e soffitti affrescati, una grande forma di ricotta riempie il centro dello spazio dominando la scena.

    SEBASTIANO RAIMONDO

    - Verità | Dal testo di Roberta Valtorta in catalogo

    Il lavoro di Moira Ricci, E' in giocola verità, mette in discussione la possibilità di descrivere lo stato delle periferie in espansione, prendendo Pietraperzia come esempio. Nell'immagine creata dall'artista l'impianto urbanistico antico raffigurato nel dipinto settecentesco sembra proseguire con lo stesso punto di vista dall'alto, come "logico" ampliamento contemporaneo. Molto forte è il balzo estetico (la percezione) dal centro storico graziosamente rappresentato nella mappa al disastro dell'espansione urbana avvenuta nel caos, senza regole e senza rispetto. Ma quale rappresentazione intende proporre l'artista?

    Non vi è, qui, alcun impiego della fotografia: la rappresentazione, completamente mediata dalla anonima visione tecnologica di Street View attraverso prelievi di immagini di zone periferiche del paese, è poi ulteriormente contaminata con l'intelligenza artificiale. Siamo di fronte a un'immagine di un luogo verosimile ma inventata in ogni suo aspetto: il raccordo tra gli spezzoni di tessuto urbano, l'aggiunta di elementi di paesaggio siciliano (o comunque mediterraneo) come palme, fichi d'India, aranci, colline, incendi, ombrelloni, rifiuti, parabole per la tv, venditori ambulanti e altre figurine che animano una sorta di assolato presepe. Nulla di vero (ma quale mappa è "vera"? e quale immagine lo è? e che cos'è il vero?), in un gioco di combinazioni che genera un paesaggio che non c'è. Al centro, l'artista ha "scavato" un allarmante vuoto d'immagine che ha la forma della antica mappa con la sua cornice: la storia è sparita, restano solo le rovine del contemporaneo.

    - Il mappamondo di Palazzo Butera | Testo di Sebastiano Raimondo

    I dieci dipinti da cui parte il nostro progetto comune erano posti come sovrapporta di una sala di Palazzo Butera. Sui telai che reggono quelle tele a olio, raffiguranti le città dei Branciforti, sono riportati dei numeri che potrebbero indicare la posizione di ciascuna città nella sequenza delle porte d'ingresso alla sala originale. I dipinti, realizzati tra la prima e la seconda metà del Settecento in occasione della visita dei Borboni da Napoli, non rappresentano la Sicilia regolata dai tempi del grano da cui traevano le loro ricchezze, ma un'immagine idealizzata che i proprietari del palazzo volevano mostrare ai loro ospiti. Per il mio progetto ho scelto le città di Butera, Mazzarino, Grammichele e Niscemi perché ho trovato le loro riproduzioni per la prima volta in uno dei volumi del catalogo della mostra Le città immaginate (*1) con un testo della professoressa Maria Giuffrè.

    L'autrice nomina le quattro città, indicando le prime due come città-monumento e le altre due come città nuove di fondazione: questo è stato il riferimento iniziale per il mio progetto. Dopo aver visitato la sala diverse volte, ho cercato di comprendere il possibile significato contemporaneo di quei dipinti e le ragioni alla base della mia idea da sviluppare. Penso che i Branciforti avessero concepito la sala come un vero e proprio mappamondo con le città che circondavano le pareti sopra le porte di accesso. Probabilmente erano interessati all'idea di rappresentazione come possibilità di anticipare e proiettare la costruzione, ancora da completare nel Settecento, del loro mondo inteso come universo creato.

    Il 'mappamondo' di Palazzo Butera oggi è sospeso a un soffitto, al centro di un'altra sala, non possiamo farlo girare con un dito, ma possiamo girarci attorno seguendo una linea spezzata. Ha un diverso significato simbolico di cui i suoi nuovi principi ci mostrano la struttura: le cornici, i telai, il retro delle tele e l'enigmatica doppia numerazione apposta su cornici e telai. Per il mio progetto ho voluto recuperare l'idea etimologica della mappa come un tovagliolo da tavola che contiene traccia del mio mondo e di quello che mi ha ospitato, e l'idea delle porte come soglie dalle quali si entrava e usciva dall'originale mappamondo dei Branciforti. Ho portato da casa dei 'tovaglioli' 4x5 pollici e ho riportato con me quello che è avanzato dal convivio immaginario con i nuovi principi: un necessario superfluo ai margini del mappamondo.

    *1. Le città immaginate. Un viaggio in Italia. Nove progetti per nove città, catalogo della XVII Triennale (Milano, 1987), Electa, Milano 1987, 2 voll.

    MOIRA RICCI

    - Tovagliolo | Dal testo di Roberta Valtorta in catalogo

    Sebastiano Raimondo arriva a fotografare quattro paesi, Butera, Mazzarino, Grammichele e Niscemi, per vie culturali: come spiega, ne aveva visto le rappresentazioni in uno dei cataloghi della mostra, tenutasi alla Triennale di Milano nel 1987, Le città Immaginate, un viaggio in Italia (proprio in quegli anni iniziavano a fiorire importanti studi sul paesaggio, in connessione con il mutamento postindustriale), e aveva letto lo scritto della studiosa siciliana Maria Giuffrè. Questa mediazione di tipo culturale è una premessa importante poiché nutre nell'autore uno sguardo intellettuale parallelo a quello fotografico rivolto ai luoghi, conferendo al lavoro il colore della memoria: di ciò che è già stato e di ciò che è già stato pensato e detto.

    Dei luoghi Raimondo indaga la condizione contemporanea diversa da quella del passato in silenziosi, solitari frammenti urbani dai colori caldi che mostrano un ambiente in crisi, o nel bianco e nero di una sughereta. Raccoglie dei rettangoli di paesaggio: sono i negativi di grande formato tipici di una fotografia di osservazione lenta, riflessiva, poteremmo dire meditativa. Il suo discorso trova un finale in un dipinto che si trova nel novecentesco Teatro Intelisano, affacciato sulla piazza centrale di Grammichele (ora sede di una banca e in parte abbandonato), che l'autore propone in bianco e nero, segno di lontananza storica. Nella scena uno dei signori seduti a tavola, i servitori intorno, tiene accanto a sé un tovagliolo. Il cerchio si chiude: sappiamo infatti che la parola latina mappa significa tovaglia, tovagliolo, ma si trova già usata dagli antichi agronomi per indicare la rappresentazione grafica di un terreno.

    - È in gioco la verità | Teato di Moira Ricci

    Durante il sopralluogo nei dieci feudi della famiglia dei Branciforti, per raggiungere il centro delle città dovevamo attraversare una zona contemporanea. Le città presentano tutte una parte antica affascinante, con costruzioni robuste, un ordine architettonico preciso in armonia con la natura e le esigenze umane, nonostante il deterioramento causato dal tempo. La parte contemporanea che circonda la città vecchia è invece molto diversa: vi si trovano abusi edilizi, case e costruzioni incomplete, immondizia disseminata, incendi qua e là nel territorio, stili architettonici vari e materiali di scarsa qualità, oltre a manifesti pubblicitari e asfalto e arredi urbani deteriorati. Anche se questo è da molto tempo ormai un tratto comune a molte città con una storia antica.

    È in gioco la verità è una mappa immaginaria, costruita utilizzando dettagli della città di Pietraperzia prelevati dalle zone più contemporanee da Street View di Google Maps ed elaborati con l'intelligenza artificiale di Adobe Photoshop. L'intento era quello di rappresentare la città con gli strumenti più contemporanei di mappatura, ricreando però il punto di vista "a volo d'uccello" adottato nei dipinti delle mappe presenti a Palazzo Butera e tenendo alcune delle loro caratteristiche. La nuova mappa che ho ricostruito, quindi, non ha una vera prospettiva, i piani sono falsati, ho lasciato spazio al paesaggio intorno e ricreato alcune scene con persone. Lasciando bucata al centro la silhouette del dipinto-mappa di Pietraperzia, senza la cornice originale, ho fatto in modo che questa nuova 'cornice' possa spingere a riflettere su come si siano evolute le città e le persone che le vivono.

    SANDRO SCALIA

    - Petit tour | Dal testo di Roberta Valtorta in catalogo

    Con grande cura e grazie a viaggi ripetuti nel tempo, Sandro Scalia ha fotografato tutte e dieci le città del Principe nella metodica ricerca di un confronto tra un passato carico di bellezza e un presente difficile e spesso scollegato dalla storia che lo ha preceduto e, alla fine, generato, anche se questo sembra spesso impossibile. L'immagine più rappresentativa dell'assenza di dialogo tra passato e presente è forse quella che mostra una triste Butera precipitare scompostamente giù per la collina in assurde e stonate, aggressive strutture decise chissà da chi. Una sorta di ricerca del tempo perduto, quella di Scalia, non però nostalgica, non triste, ma ricca di schietto realismo.

    Si affida infatti a una fotografia basata sull'attenta osservazione di luoghi e architetture, in esterni e in interni, sul desiderio di mostrare le cose per aiutare una riflessione sul nostro disordinato presente, una fotografia ancora fiduciosa che vedere significhi capire: proprio in questo senso l'adozione del formato quadrato mira a dare equilibrio all'analisi dei territori. La sistematicità del lavoro, organizzato in un petit tour siciliano che riecheggia il grand tour che a lungo condusse nobiltà e intellettuali europei a conoscere il Mediterraneo, cuore profondo della civiltà, ma anche il Viaggio in Italia di ghirriana memoria, trova espressione completa in un leporello, libro a fisarmonica che vuole suggerire una possibile narrazione dei luoghi.

    - L'eredità dei Branciforti | Testo di Sandro Scalia

    Queste immagini rappresentano lo stato della mia lunga ricerca sul paesaggio siciliano, in bilico tra memoria e presente. Nella fattispecie lo scopo è quello di individuare le tracce del tempo nelle dieci città-feudo dei Branciforti, così come raffigurate nelle mappe pittoriche della seconda metà del Settecento ospitate a Palazzo Butera a Palermo, e di compararle con le attuali immagini satellitari. Preso atto delle trasformazioni avvenute, è stato necessario avviare un accurato viaggio di esplorazione dei luoghi, al fine di "prendere le misure" e tentare possibili rappresentazioni, capire cosa fosse accaduto in alcune città rispetto ad altre e comprenderne il motivo. Le tracce dei feudi sono difatti ancora visibili ovunque, sono sopravvissute al tempo, anche agli scempi edilizi degli anni cinquanta.

    Di fronte a un simile scenario non è rimasto altro che percorrere le strade, città per città, tornando spesso più volte negli stessi luoghi, visitando biblioteche, musei, chiese, conventi, giardini, dimore pubbliche e private, rileggendo il paesaggio, che caratterizza fortemente quest'isola, nelle diverse stagioni. La campagna fotografica ha rivelato così aspetti inediti, stratificazioni visibili, memorie scomparse o celate in maniera consapevole da chi avrebbe dovuto tutelarle. Nei dipinti si nota, ad esempio, che le campagne sono sempre ben coltivate e curate.

    Oggi, con il passare del tempo, il medesimo scenario si conserva ancora solo grazie alla cura dei contadini che, con la sapienza della loro cultura rurale, salvaguardano la natura, la terra, il paesaggio stesso. Nella totalità dei dieci feudi sopravvivono ancora oggi tenute agricole, terreni seminativi, frutteti. Tra questi è possibile vedere piccoli borghi rurali, conventi fuori le mura, chiese di campagna, ponti e le trazzere regie, vie di comunicazione storiche. Più complesso è invece il raffronto tra la raffigurazione urbana dei dipinti e le città attuali: infatti, alcuni edifici storici presenti nelle mappe sono ancora oggi identificabili e nella gran parte dei casi lo schema viario coincide e permette l'orientamento.

    Purtroppo, l'espansione dei centri urbani ha reso anche poco riconoscibili i nuclei storici originari. Le ampie piazze si sono ridotte, i giardini e gli orti sono stati edificati, così come i terreni di pertinenza dei conventi. Tra le dieci città, Butera, adagiata su un piccolo altopiano, è oggi la più compromessa perché, non potendo espandersi, ha demolito gli edifici originari e riedificato in altezza con superfetazioni 'creative'. Mazzarino e Raccuja sono le città che hanno meglio tutelato il loro patrimonio. Le immagini realizzate nel corso di questa ricerca sono state raccolte in un libro a leporello che permette di ripercorrere, come in un loop, il fascino di questo Grand Tour dell'isola.

    MARIA VITTORIA TROVATO

    - Piani regolatori | Dal testo di Roberta Valtorta in catalogo

    Sempre all'opera di Ghirri rimanda gentilmente il lavoro di Maria Vittoria Trovato, questa volta all'Atlante che il maestro emiliano realizzò nel 1973 fotografando le pagine del libro "assoluto" che racchiude tutti i segni della terra, in un viaggio concettuale compiuto sulla carta e non nella realtà. Le mappe fotografate da Trovato non parlano di viaggi: sono, infatti, le tavole dei piani regolatori rintracciate negli uffici comunali di Militello, Grammichele, Butera, Niscemi, Raccuja, Barrafranca. I colori pastellati, rosa, giallo, azzurro, blu, grigio, le linee geometriche, le gradevoli composizioni astratte, donano a queste tavole tecniche qualcosa di poetico, che pare positivo, gli elementi grafici sintetizzano piacevolmente la complessità di territori invece colpiti da una urbanizzazione mal controllata, violenta. La distanza dalla realtà è enorme.

    La fotografa offre al nostro sguardo, alternate alle tavole, un panorama della collina di Butera in cui il disastro è evidente, il ritratto frontale di un impiegato comunale, l'immagine di un fitto bosco, quella di una porta chiusa al di là della quale non sappiamo che cosa immaginare. Eppure non c'è dramma in questo lavoro, ma solo un disarmante senso di attesa. Il Principe chiamò dei pittori perché raffigurassero al meglio le sue città in dipinti da mostrare agli ospiti del palazzo; a partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento i Comuni producono piani regolatori, strumenti urbanistici complessi per la pianificazione del territorio: vengono pubblicati sul sito comunale e possono essere consultati presso gli uffici tecnici di città e paesi, sono per tutti.

    - PRG | Testo di Maria Vittoria Provato

    PRG è un lavoro che inizia negli uffici tecnici delle dieci città del principe, diventa un viaggio attraverso le tavole dei piani regolatori o di fabbricazione di questi paesi e poi guarda ai luoghi reali nel tentativo di comprendere le intenzioni e i bisogni di queste comunità nel corso tempo. Il confronto con le mappe di Palazzo Butera porta a esplorare le trasformazioni del paesaggio legate ai cambiamenti sociali e culturali avvenuti in questi territori. Davanti alle tavole dei piani regolatori, lo sguardo che abbraccia tutto consente di vedere con più chiarezza le diverse aree di espansione nate intorno al nucleo originario dei vari paesi, ma anche di cominciare a giocare con la fantasia per immaginare quei luoghi.

    Adesso c'è chi osserva la città vecchia dall'alto e chi dal basso, sono state costruite nuove strade e nuovi quartieri, i centri storici si sono lentamente spopolati, molte persone sono andate a lavorare all'estero e non hanno fatto in tempo a vivere nella città che avevano immaginato. A volte i desideri possono venire disattesi, ma molti continuano a custodirli e una porta diventa la traccia di un sogno da seguire. Altri sono rimasti e c'è chi ha deciso di rinunciare a un bosco per farsi spazio e costruire futuro, chi ha scelto di vivere con l'essenziale circondato dalla natura, chi lotta per il paesaggio e chi per dare spazio all'arte e alla cultura. Qualcuno non ha mai smesso di pensare che tutto sarebbe stato diverso se il principe non fosse venuto a mancare così giovane.

    Chi c'era prima e chi non è potuto esserci

    Alle origini di questo progetto c'è il puntuale lavoro di documentazione delle dieci città del Principe compiuto dal 2016 al 2019 da circa venti studenti dell'Accademia di Belle Arti di Palermo sotto la guida di Sandro Scalia, in un confronto tra la descrizione fornita dalle mappe settecentesche e l'attualità dei territori. Le loro fotografie sono state i primi importanti materiali che hanno permesso ai sei fotografi incaricati di incontrare per la prima volta i dieci paesi siciliani. A tutti gli studenti va un grande e sincero ringraziamento. Nel progetto iniziale proposto alla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell'ambito di Strategia Fotografia 2023 tra i fotografi era compreso anche Giovanni Chiaramonte, siciliano di nascita e milanese d'azione, maestro della fotografia italiana di paesaggio, ricercatore, docente. A Chiaramonte, scomparso il 18 ottobre 2024 dopo una lunga malattia, va il nostro pensiero. Gli rendiamo un piccolo omaggio pubblicando nel catalogo dedicato al progetto alcune delle fotografie del castello dei Branciforte a Raccuja da lui realizzate nel 1999 su incarico dell'architetto Pasquale Culotta, accompagnate da uno scritto di Monica Maffioli. (Comunicato stampa)

    Immagine:
    Sala Mappe di Palazzo Butera - Foto Sandro Scalia




    Fotografia di Giovanni Chiaramonte realizzata nel 1999 che ritrae una parte di Castello Branciforti a Raccuja Copertina del catalogo della mostra Mappa-Mondo Fotografie di dieci paesi in Sicilia MAPPA-MONDO. Fotografie di dieci paesi in Sicilia
    Fotografie di Giorgio Barrera, Martina Della Valle, Sebastiano Raimondo, Moira Ricci, Sandro Scalia, Maria Vittoria Provato


    Presentazione del progetto e del catalogo al pubblico e agli studenti
    30 ottobre 2024
    Accademia di Belle Arti di Palermo - Cantieri Culturali alla Zisa - Palermo

    .. ore 17.00, inaugurazione della Mostra a Palazzo Butera

    - Catalogo Dario Cimorelli Editore

    Il volume contiene oltre alle fotografie realizzate dai sei autori, le immagini delle mappe settecentesche e alcune fotografie, in forma di omaggio, che Giovanni Chiaramonte - a sua volta coinvolto nel progetto ma mancato nell'ottobre 2023 - realizzò in uno di questi paesi, Raccuja, nel 1999.

    «Per Giovanni Chiaramonte la Sicilia diventa il luogo del 'ritorno' - scrive Monica Maffioli nel catalogo -, la terra alla quale sente di appartenere e dove, non a caso, svolge gran parte del suo lavoro sia come fotografo sia come docente presso la facoltà di Architettura dell'Università di Palermo, formando una generazione di fotografi siciliani che hanno introiettato i principi del suo percorso intellettuale e professionale; allievi che, in alcuni casi, condividono con il 'maestro' le sue giornate siciliane trascorse alla ricerca dei luoghi del racconto umano, testimoniato dal paesaggio, dalla natura e dall'abitare.» (Estratto da comunicato stampa)

    Immagini (da sinistra a destra): 1. Giovanni Chiaramonte, Castello Branciforti, Raccuja, 1999 2. Copertina del catalogo della mostra "Mappa-Mondo Fotografie di dieci paesi in Sicilia"




    Opera di Gianfranco Anastasio denominata Tempo Attesa Opera di Gianfranco Anastasio denominata Tempo Bianco Fotografia che riprende Gianfranco Anastasio nel suo studio Opera di Gianfranco Anastasio denominata Guardiani Gianfranco Anastasio
    "Con gli occhi della mente"


    05 ottobre - 15 novembre 2024
    Galleria Carta Bianca - Catania
    www.galleriacartabianca.it

    Una prestigiosa personale di Gianfranco Anastasio (Messina, 1956), artista storicamente legato alla galleria, ormai alla sua terza presenza dopo le mostre del 1999 e del 2009.

    Claudio Cerritelli, il critico di riferimento dell'Astrazione italiana, così scriveva di Anastasio su un quaderno che sarà presente all'inaugurazione: "Nei discorsi sulla pittura astratta è spesso prevalsa la convinzione che il colore debba sempre calibrare la sua temperatura originaria per essere luce che vive nello spazio dell'opera, non a caso la sua pregnanza si identifica nella qualità manuale del pittore che ne disvela il volto senza ancora conoscerlo. In questa fase di accertamento, la superficie dipinta non è solo rispondente al processo esecutivo e alle sue pratiche materiali ma evoca soprattutto l'idea che "dipingere è pensare con gli occhi", definizione che Anastasio propone nelle sue "scritture bastarde" parallele alla pittura. Le riflessioni teoriche e i frammenti aforistici nascono dall'esperienza sedimentata in lunghi anni di analisi del rapporto tra progetto e opera....

    Gli esegeti della pittura di Anastasio (da Crispolti a Caramel, da Barbera a Frazzetto, da Meneguzzo a Bazzini) hanno indicato secondo angolazioni diverse un ampio campo di riferimenti che attingono alla linea aniconica del contemporaneo. Queste radici oggettivamente verificabili vanno ricondotte alla soggettività di un pensiero basato su assonanze che l'artista trasforma in dati esperienziali, legati alle antinomie del vissuto. Dunque, non riducibili ad un citazionismo reverenziale, rivelatori piuttosto di differenti dislivelli immaginativi: disciplina e trasgressione, volontà affermativa e abbandono estatico, linee di fermezza e forme di spaesamento spaziale, entità misurabili....

    Per Anastasio la dimensione del colore è plurale, si nutre di luci dove ogni elemento è calibrato in termini di relazione, infatti un colore preso in sé stesso non è mai intenso come quando si manifesta insieme ad altri colori. Non sempre questa considerazione incontra i favori dei pittori astratti, ma in questo caso può dirsi aderente alla posizione anomala ed eretica del nostro artista, alla sua necessità di infrangere le regole del sistema linguistico iper-aniconico. Quello che resta è la promessa imperfetta di una nuova durata" - così ha scritto l'artista alla ricerca di nuovi orizzonti, tramutando le ombre interiori in nuove promesse di luce, in perpetuo dialogo con il futuro della pittura... All'interno di questa tensione creativa recita un ruolo decisivo il movimento perpetuo della memoria tra il passato e il futuro, essendo il presente solo un punto di passaggio relativo a ciò che la pittura è stata e vuole ancora essere, aperta ai giorni a venire e agli sguardi futuri."

    Racconta Gianfranco Anastasio: "Il testo, pubblicato nel quaderno, è stato scritto da Claudio Cerritelli pochi mesi prima che ci lasciasse. Stavamo lavorando a una mostra che poi non è stato possibile organizzare, non c'è stato tempo. Era stato al mio studio a Messina in compagnia di Francesco Rovella per vedere i lavori recenti, poi ci siamo incontrati più volte a Milano con lunghe discussioni caratterizzate da un'autentica passione per la pittura, sulla sua necessità e vitalità, ma anche piene di ironia e curiosità, nel labirinto del suo studio pieno di libri e di opere, seduti al bar o passeggiando per le strade dei Navigli." (Comunicato stampa)

    Immagini (da sinistra a destra):
    1. Gianfranco Anastasio, Tempo Attesa
    2. Gianfranco Anastasio nel suo studio 3. Gianfranco Anastasio, Guardiani
    4. Gianfranco Anastasio, Tempo Bianco





    Dipinto a olio su tela di cm 100x100 denominato La sognatrice realizzato da Simone Geraci nel 2024 Dipinto a olio su tela olio su tela di cm 150x150 denominato La stagione che tarda ad arrivare realizzato da Simone Geraci nel 2024 Dipinto a olio su tela olio su ardesia di cm 31x21 denominato La sognatrice realizzato da Simone Geraci nel 2024 Simone Geraci | La stagione che tarda ad arrivare
    18 ottobre - 09 novembre 2024
    Galleria Edarcom Europa - Roma
    www.edarcom.it | Locandina della mostra

    L'esposizione, curata da Francesco Ciaffi e Roberto Sottile, presenta, per la prima volta negli spazi espositivi della galleria, il lavoro del giovane artista palermitano, i cui dipinti sono connotati da una raffinata ricerca sui monocromi e sull'eleganza e la delicatezza senza tempo del corpo e dei volti femminili. La mostra, inserita nella programmazione della IX edizione della Rome Art Week.

    Francesco Ciaffi, nel testo in catalogo, a proposito del lavoro di Geraci annota che "Il filtro pittorico che utilizza, caratterizzato da una tavolozza di cobalti, ottani e turchesi, innalza il soggetto in una sorta di galleggiamento onirico in cui le angosce del quotidiano si disciolgono per lasciare allo spettatore una pacifica emozione di amorevole nostalgia".

    E Roberto Sottile, sempre in catalogo, osserva "L'opera di Simone Geraci si distingue per la capacità di esplorare l'umanità nella sua essenza più introspettiva, offrendo uno sguardo delicato e profondo sull'interiorità dell'uomo. Nelle sue tele, il confine tra reale e immaginario si dissolve, in un gioco di rimandi tra presenza fisica e dimensione concettuale. L'immagine stessa si fa reale e nello stesso momento si sublima con il paesaggio, creando una fusione tra corpo e ambiente, tra pensiero e spazio, che trasforma l'opera in un'esperienza immersiva". (Comunicato di presentazione)

    Immagini (da sinistra a destra):
    1. Simone Geraci, La sognatrice, 2024, olio su tela cm 100x100
    2. Simone Geraci, La stagione che tarda ad arrivare, 2024, olio su tela, cm 150x150
    3. Simone Geraci, La sognatrice, 2024, olio su ardesia cm 31x21




    "La Bocca dell'Anima", regia di Giuseppe Carleo
    Il film uscirà nelle sale italiane e negli USA


    Il film "La Bocca dell'Anima", esordio al lungometraggio di finzione del regista palermitano Giuseppe Carleo, prodotto da Favorita Film in associazione con El Deseo, con il contributo del MiC - DG Cinema e Audiovisivo e della Regione Siciliana - Sicilia Film Commission è stato presentato in anteprima mondiale al 70° Taormina Film Festival il 18 Luglio 2024 presso il Palazzo dei Congressi di Taormina.

    L'anteprima mondiale verrà seguita dall'uscita in sala prevista per il 26 Settembre prossimo dal distributore Artex Film, che è anche il distributore internazionale dell'opera, già presentata all'American Film Market di Santa Monica (California, USA) lo scorso Novembre dove si è garantita una prima vendita internazionale grazie ad un accordo firmato da Artex con la nordamericana Capital Motion Pictures che distribuirà il film negli Stati Uniti, in Canada e negli UK con il titolo internazionale The Healer.

    Ispirato ad una storia vera e ambientato nella Sicilia rurale del Secondo Dopoguerra, "La Bocca dell'Anima" racconta l'oscuro trauma che cova nell'anima di Giovanni Velasques. Tornato nel suo paese natale, un piccolo villaggio arroccato fra le aspre montagne di una inusuale Sicilia innevata, Giovanni incontra una vecchia maara che, per liberarlo da quel dolore, lo inizia all'arte della magia. Il film, dal piglio antropologico, scava nella memoria siciliana, esaltando il linguaggio della magia popolare e raccontando per la prima volta il percorso attraverso cui un uomo diventa mago...

    Il film è stato voluto fortemente dal Direttore Artistico del TFF Marco Müller, in accordo con il comitato selezionatore, che ha dichiarato in occasione della conferenza stampa di presentazione del Festival "chi di voi si ricorda il lavoro straordinario dell'antropologa siciliana Elsa Guggino, non potrà non amare "La Bocca dell'Anima" il film di Giuseppe Carleo che prova a scavare in quella parte della memoria siciliana". Sono proprio i testi dell'antropologa Elsa Guggino, La magia in Sicilia e Il corpo è fatto di sillabe, che fanno da spunto alle indagini del regista e sceneggiatore Giuseppe Carleo e del co-sceneggiatore Carlo Cannella che con l'antropologa hanno dialogato nel percorso di costruzione del film.

    Con un cast siciliano di eccellenza, il film vede come protagonista accanto all'attore italo-iraniano Maziar Firouzi (Giovanni Velasques), Marilù Pipitone nel ruolo della moglie, Serena Barone ("Le Sorelle Macaluso", "Baarìa") che interpreta la maga, Maurizio Bologna ("Màkari", "Il commissario Montalbano") nel ruolo del prete antagonista del mago, e altri volti noti al teatro siciliano e volti nuovi al grande schermo, abilmente esaltati dal regista. Il film ha visto inoltre coinvolte maestranze locali ed ex allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia dove Giuseppe Carleo ha studiato recitazione prima e regia del documentario dopo, tra cui il direttore della fotografia Leone Orfeo, la scenografa Laura Inglese, il montatore Riccardo Cannella, il fonico di presa diretta Andrea Sileo, la sound designer Silvia Orengo, il fonico di mix Carlo Purpura e il produttore delegato Elio Cecchin.

    Il film è stato prodotto da Tancredi Vinci, Rita Vinci e Giuseppe Carleo per Favorita Film in associazione con El Deseo, con il contributo del Ministero della Cultura - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e della Regione Siciliana - Sicilia Film Commission, realizzato nell'ambito del Patto per lo Sviluppo della Regione Siciliana (Patto per il Sud) FSC 2014-2020. (Estratto da comunicato ufficio stampa Reggi&Spizzichino Communication)




    Panorama di Salina da una terrazza sul mare SalinaDocFest 2024
    18a edizione, 12-15 settembre 2024
    Isola di Salina (Sicilia)
    www.salinadocfest.it

    Un festival in continuo movimento, che si appresta a diventare maggiorenne, dal 12 al 15 settembre 2024, con una anteprima l'11 settembre. La Libertà e Come essere liberi? I temi portanti della diciottesima edizione, anche nello spettacolo di Giovanni Calcagno, Il Polifemo innamorato. La proiezione in anteprima regionale e premiazione di Kripton, di Francesco Munzi. La trasformazione dell'Associazione in Fondazione. La partecipazione agli Stati generali del Cinema a Siracusa, il 14 aprile.

    Anche il SalinaDocFest parteciperà agli Stati generali del Cinema, in corso, con appuntamenti istituzionali e formativi, al Castello di Maniace di Siracusa. La fondatrice e direttrice artistica del Salina Doc Fest, Giovanna Taviani, interverrà - domani, domenica 14 aprile alle ore 11:30 al panel "Sic(ilia) et simpliciter", per discutere dell'isola che c'è, e si vede: i festival cinematografici in Sicilia, tra immaginario territoriale e sostenibilità ambientale, ma anche di un sistema festivaliero siciliano eco-sostenibile. I principali direttori di festival siciliani rifletteranno su identità isolana e apertura al mondo. Il SalinaDocFest ha iniziato nel 2024 le operazioni necessarie alla trasformazione dell'Associazione in Fondazione, per dare una struttura giuridica permanente e duratura nel tempo a un Festival ormai diventato un punto di riferimento internazionale per chi crede nel cinema del reale e in un turismo culturale destagionalizzato. Una Fondazione di cinema per il cinema.

    La fondatrice e direttrice artistica del Festival, Giovanna Taviani, dopo 17 anni di Presidenza dell'Associazione, in sintonia con gli altri componenti del Direttivo espressione del territorio eoliano, ha individuato nella figura di Giulia Giuffre, Group Marketing Director e Sustainability Ambassador del Gruppo Irritec - main eco partner del festival, azienda siciliana leader negli impianti di irrigazione a goccia - la nuova Presidente del Salinadocfest che in questo modo si fa sempre più green e mirata alla salvaguardia del mondo ambientale. E' stata quindi proposta la presidenza a Giulia Giuffrè, che ha accettato, con vice presidente Gaetano Calà (esperto in politiche migratorie).

    Libertà è il tema che porta il SalinaDocFest alla sua maggiore età: 18 anni di cinema sull'isola di Salina. "Ci sembra questo il modo migliore di festeggiare - sottolinea Giovanna Taviani - un festival attento ai film di registe e registi e alle opere di autrici e autori che indagano la nostra realtà con spirito critico e voglia di condivisione. Donne e Libertà, Libertà della scuola, Ambiente e Libertà: sono queste le tre assi attorno a cui ruoterà il Concorso internazionale di documentari e la selezione dei film in programma nel cartellone del Festival, accompagnati dagli autori che rifletteranno insieme a noi sul tema della libertà nelle sue diverse declinazioni: libertà di scelta, di pensiero, di credo, di abolizione di confini fisici e mentali. Come essere liberi? È la domanda che ci facciamo insieme ai protagonisti dei film che presenteremo come eventi speciali en plein air al pubblico di Salina".

    Il SalinaDocFest si focalizza anche sul mondo giovanile e della scuola, con il Focus The Best Of "Giovani", rassegna di documentari dedicati al disagio psichico di chi vive oggi la difficile età dell'adolescenza. In post pandemia si è rilevato un aumento del 30% dei casi psichiatrici fra gli adolescenti: la malattia mentale è il loro modo estremo di reagire liberamente a una società escludente e ostile. Lo sa bene Dimitri, uno dei protagonisti del film Kripton, di Francesco Munzi, il "ragazzo dai pensieri veloci" in cura in una struttura psichiatrica per adolescenti, nella periferia romana. Il film sarà proiettato al SalinaDocFest nella sera di anteprima del festival, "Aspettando SDF", l'11 settembre, in anteprima siciliana in piazza a Rinella (Piazzetta Anna Magnani, set del film Vulcano) e al regista verrà assegnato il Premio Speciale SDF. Una Giuria d'eccezione per il SalinaDocFest 2024 che vede, tra gli altri, la regista iraniana Firouzeh Khosrovani, da anni vicino al festival e lo scorso anno vincitrice del Premio Irritec.

    Durante la stessa serata, a Punta Megna, lo spettacolo Il ciclope Innamorato, cunto musicato di e con Giovanni Calcagno, già interprete de Il Polifemo innamorato e del doc Cuntami di Giovanna Taviani, Nastro d'Argento al Miglior Docufilm. Il concetto dell'essere liberi di amare, in contatto con il tema del festival, nella storia del ciclope dell'Etna innamorato di Galatea. Uno spettacolo ispirato dalle liriche di due poeti classici di cultura greca e latina che si sono occupati per diverse ragioni dell'impossibile amore di Polifemo e Galatea. Una riflessione sulle conseguenze dell'amore, così diverse e antitetiche.

    Il SalinaDocFest è realizzato nell'ambito del Patto per lo Sviluppo della Regione Siciliana (Patto per il Sud) FSC 2014-2020 Regione Sicilia, Sicilia Film Commission, MIC, Agenzia per la coesione territoriale, Sensi Contemporanei. Con il sostegno di MIC e SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori. Con il patrocinio di Comune di Santa Marina Salina, Comune di Malfa e Comune di Leni. Con il sostegno del Comune di Messina e della Provincia di Messina. Main Partner: Irritec s.r.l. (main Eco partner), Omi-Fer s.r.l. Special Technical Partner: Media Fenix Group e Salina Isola Verde. Comitato Scientifico: Francesco D'Ayala, Agostino Ferrente, Fabio Ferzetti, Enrico Magrelli, Emiliano Morreale, Anna Maria Pasetti, Silvia Scola, Lidia Tilotta.

    Comitato d'Onore: Cristina Comencini, Romano Luperini, Giorgio e Mario Palumbo, Bruno Torri. Tra i sostenitori del festival, la direzione artistica ricorda con affetto Andrea Purgatori: Presidente del Consiglio di Sorveglianza SIAE e membro del comitato scientifico del SalinaDocFest, era stato più volte a Salina, protagonista di tanti dibattiti, entrato nell'anima dell'isola e dei salinari. (Comunicato ufficio stampa Reggi&Spizzichino Communication)




    Dipinto a olio su tela di cm 148x187 senza titolo realizzato da Mimmo Germanà nel 1982 Dipinto a olio su tela di cm 120x95 denominato L'abisso realizzato da Daniela Balsamo nel 2024 Dipinto a olio su tela di cm 125x180 denominato L'anima del mare realizzato da Giovanni Iudice nel 2016 Composizione con stampa gliclèe su carta Fine Art Hahnemuele photo rag di cm 44x44 denominata Rhapsody in blue realizzata da Franco Ferro nel 2024 Blu Sicilia
    Il mare nell'arte isolana dal Novecento alla Contemporaneità


    21 aprile - 03 novembre 2024
    Società Operaia di Mutuo Soccorso - Modica (Ragusa)
    www.sikarte.it | Locandina della mostra

    Mostra per raccontare, attraverso una selezione di opere di importanti artisti non solo siciliani, il mare isolano e l'intreccio di tematiche che lo coinvolgono. Il progetto è articolato in due sezioni scientifiche e tematiche: la prima a cura di Giuliana Fiori copre l'arco temporale fino alla prima metà del Novecento; la seconda a cura di Chiara Canali si focalizza sulla seconda metà del Novecento fino alla contemporaneità.

    «Il mare - afferma la presidente dell'associazione culturale siciliana Sikarte, Graziana Papale - è uno dei più importanti tratti distintivi della Sicilia: il mare come identità di chi nell'isola nasce, ma anche come presenza coinvolgente di chi la Sicilia la vive per lunghi o brevi periodi. Sikarte ha prodotto questa mostra con l'intento di raccontare, attraverso un percorso tematico e scientifico di opere di 53 artisti non solo siciliani, come il mare di Sicilia, possa aver ispirato la ricerca artistica sin dai primi decenni del Novecento e continua a farlo tutt'oggi. Blu Sicilia riconferma la presenza di Sikarte a Modica, quest'anno negli spazi della Società Operaia di Mutuo Soccorso. Si rinnova, quindi, la ricerca di luoghi unici e la necessità di renderli fruibili al pubblico. La sinergia nata con il Comune di Modica e la Società Operaia di Mutuo Soccorso, sta rendendo possibile l'accessibilità culturale di spazi storici architettonicamente caratterizzanti, testimonianza di una città d'arte come Modica patrimonio Unesco.»

    «La mostra si propone - dichiara Giuliana Fiori - come documentazione compiuta di quanto spesso il mare dell'isola sia stato protagonista di grandi opere d'arte, concentrando l'attenzione sui sec. XX e XXI. Pittura, scultura, fotografia e istallazioni di artisti di chiara fama, alcuni storicizzati come Fausto Pirandello, Renato Guttuso, Bruno Caruso, Piero Guccione, infatti, contribuiranno a far conoscere più da vicino le emozioni che il mare siciliano sa regalare e a rivelare come esso possa riempire la memoria di ricordi indelebili.»

    Un percorso espositivo dunque in grado di offrire un ampio panorama sul tema del mare siciliano, nelle sue varie sfaccettature sia culturali che sociali. Molteplici sono i temi che s'intrecciano nel percorso espositivo, perché diversi sono gli aspetti che gli artisti scelti hanno interpretato e denunciato nelle loro indagini artistiche: la bellezza e la poesia dei luoghi, la storia e il mito, la luce e i colori, la tradizione, i pescatori e i naviganti, le problematiche sociali e ambientali.

    «Il mare- ricorda Chiara Canali - ritorna spesso nelle leggende, nei culti e nei miti, soprattutto in quelli legati alla prorompente mediterraneità della Sicilia. Il mare ritorna anche nelle storie più recenti, quelle degli scrittori, dei registi e degli artisti che hanno raccontato questa terra dai numerosi volti e dalla pluralità di paesaggi. Gli artisti in mostra hanno eletto il Blu a emblema della Sicilia, del suo mare e delle sue tradizioni e memorie.»

    Una selezione di dipinti, sculture, fotografie e installazioni, mostrerà come il mare di Sicilia, universalmente riconosciuto come elemento di bellezza identitaria dell'isola, possa aver ispirato tanti artisti, sin dai primi decenni del Novecento, e continua a farlo tutt'oggi toccando anche tematiche di forte impatto sociale e ambientale.

    «Il Mare - dichiara Maria Monisteri, Sindaco del Comune di Modica - l'infinita distesa blu che si fonde all'orizzonte con il blu del cielo, è un momento distintivo della vita di ognuno e della nostra. Tratti di noi gente del Sud, che vive di questo e in questo lembo di Mondo e che respira del suo mare. Cifra caratterizzante della nostra quotidiana essenza e che questa mostra, racconta attraverso opere che ne esaltano la bellezza con il colore che lo distingue. Il mare e la sua Gente; il mare e il suo Blu. Nel dare il benvenuto alla mostra e il bentornato a Sikarte sono felice di poter riempire i miei occhi e quelli dei tantissimi che visiteranno questa mostra, tuffando sensazioni nella bellezza del nostro mare, cuore e simbolo della nostra Terra».

    La mostra è ospitata presso la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso che si trova nei bassi del Palazzo della Cultura di Modica, edificio seicentesco e Monastero delle Suore Benedettine fino al 1860, nei suoi interni oltre una parte del chiostro benedettino sono visibili i confessionali in pietra rinvenuti durante i lavori di restauro.

    «Porgere il benvenuto in qualità di Presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Modica dal 1881 - dichiara Giorgio Solarino - è veramente entusiasmante. Ospitare Blu Sicilia. Il mare nell'arte isolana dal novecento alla contemporaneità sarà un'affascinante esperienza. L'esposizione che celebra l'importante connessione dell'arte con il maestoso mare che circonda la nostra amata isola. La presenza di autori di grande rilievo conferisce a questa mostra un'aura di prestigio e promette di arricchire notevolmente l'offerta culturale della nostra città. Con orgoglio, apriamo le nostre sale a Sikarte associazione culturale, che con scrupolosa cura e appassionato impegno si occuperà dell'evento. Siamo certi che sarà un'esperienza indimenticabile che metterà in risalto la centralità culturale della nostra storica realtà.»

    Il progetto gode del patrocinio del Comune di Modica, dell'ARS (Assemblea Regionale Siciliana), della Società Operaia di Mutuo Soccorso e di MUSEUM Osservatorio dell'arte contemporanea in Sicilia. Si ringraziano, inoltre, gli sponsor che hanno reso possibile la realizzazione del progetto: Coop - Gruppo Radenza, Sotto San Pietro, Lo Magno Arte Contemporanea, Salomone Assicurazioni, Cappero Bistrot, SikaniaWood.

    L'Associazione culturale Sikarte, ente senza scopo di lucro, persegue esclusivamente finalità culturali attraverso la promozione e la realizzazione di eventi nell'area delle arti visive, musicali, letterarie e teatrali. Diffonde l'arte nel mondo giovanile e non, con l'espletamento di attività didattiche da realizzare contestualmente a mostre ed eventi culturali quali laboratori, visite guidate e simili; amplia la conoscenza della cultura artistica in genere, attraverso internet e contatti fra persone, enti ed associazioni, incentivando le attività di artisti emergenti e professionisti. (Comunicato stampa)

    ___ Artisti in mostra

    _ Sezione Novecento

    Pippo Rizzo (1897-1964); Fausto Pirandello (1899-1975); Giuseppe Migneco (1903-1997); Francesco Ranno (1907-1986); Lia Pasqualino Noto (1909- 1998); Renato Guttuso (1911-1987); Saro Mirabella (1914-1972); Nicola Scafidi (1925 - 2004); Mimmo Pintacuda (1927 - 2013); Bruno Caruso (1927-2018); Franco Sarnari (1933-2022); Mario Schifano (1934-1998); Piero Guccione (1935-2018); Tano Festa (1938-1988); Vincenzo Nucci (1941-2015); Dina Viglianisi (1941); Maurilio Catalano (1942-2022); Ferdinando Scianna (1943); Mimmo Germanà (1944-1992); Michele Cossyro (1944); Giovanni Chiaramonte (1948-2023); Sebastiano Messina (1951); Giuseppe Modica (1953); Giovanni La Cognata (1954).

    _ Sezione Contemporanea

    Giovanna Brogna Sonnino (1955); Sebastiano Favitta (1957); Luigi Nifosì (1958); Sandro Scalia (1959); Carmelo Bongiorno (1960); Carmelo Nicosia (1960); Angelo Zaven (1961); Giovanna Lentini (1962); Franco Ferro (1964); Francesco Lauretta(1964); Giuseppe Puglisi (1965); Antonio Parrinello (1964); Gianni Mania (1967); Piero Zuccaro (1967); Pucci Scafidi (1969); Daniela Balsamo (1970); Andrea Di Marco (1970 - 2012); Giovanni Iudice (1970); Giuseppe Colombo (1971); Cesare Inzerillo (1971); Elio Cassarà (1974); Ignazio Cusimano Schifano (1975); Alice Valenti (1976); Giacomo Rizzo (1977); Elena Mocchetti (1978); Linda Randazzo (1979); Sebastiano Raimondo (1981); Emanuele Giuffrida (1982); Valentina Brancaforte (1983).

    Immagini (da sinistra a destra):
    1. Mimmo Germanà, senza titolo, olio su tela cm. 148x187, 1982
    2. Daniela Balsamo, L'abisso, olio su tela cm. 120x95, 2024
    3. Giovanni Iudice, L'anima del mare, olio su tela cm. 125x180, 2016
    4. Franco Ferro, Rhapsody in blue, stampa gliclèe su carta Fine Art Hahnemuele photo rag cm. 44x44, 2024




    Yoko Ono
    "Wish Tree for Sicily" ("L'albero dei desideri per la Sicilia")


    Taormina, 27 luglio - 30 settembre 2024

    Il progetto di arte performativa della celebre artista sceglie Taormina per lanciare a tutto il mondo messaggi universali di pace e solidarietà. Protagonisti i visitatori internazionali che, come in Giappone, esprimono i loro desideri su bigliettini di carta appesi agli alberi dell'isolotto. Si intitola "Wish Tree for Sicily" - ovvero "L'albero dei desideri per la Sicilia" ed è il progetto di arte interattivo e itinerante avviato da Yoko Ono diversi anni fa che questa estate approda in Sicilia, allestito a Isola Bella e fino al 30 settembre. Una iniziativa della Fondazione Mudima di Milano, presieduta da Gino Di Maggio, e promossa dal Parco archeologico Naxos Taormina diretto da Gabriella Tigano. Il progetto è a cura di Nino Sottile Zumbo.

    Protagonisti della "performance" di arte relazionale creata dalla celebre artista - figura di spicco nei circoli d'avanguardia statunitensi e giapponesi e che tutti ricordano come moglie dell'ex musicista dei Beatles, John Lennon - sono i visitatori di Isola Bella che, come accade in Giappone con i "tanzaku" per la festa del Tanabata, partecipano all'iniziativa esprimendo il loro desiderio su bigliettini di carta appesi ai rami di alcuni alberi: il grande lentisco che fa parte del lussureggiante patrimonio arboreo di Isola Bella (realizzato a fino Ottocento dalla naturalista inglese Lady Florence Trevelyan) e sei piante di agrumi.

    Completano il progetto performativo - un'installazione in continuo divenire che coinvolgerà il pubblico internazionale che in estate fa tappa sull'isolotto collegato alla terraferma da un sottile istmo di sabbia e ciotoli - quattro pittogrammi su canapa con aforismi zen creati dall'artista, mentre uno schermo ripropone in "loop" il documentario del 2009 "Image Peace Tower", capolavoro girato in Islanda e con filmati d'epoca che Yoko Ono ha dedicato alla memoria di John Lennon. Tra le opere anche "Imagine peace", della serie "Word Piece", creata appositamente per questa mostra: un messaggio emblematico per evidenziare le emergenze sociali dei nostri tempi, come la solidarietà e la pace.

    "Wish Tree for Sicily" a Isola Bella si relaziona in maniera diretta alla recentissima grande mostra celebrativa dell'artista giapponese, "Music of the mind" (Tate Modern, Londra, 2024), che ne documenta il pensiero e la poetica. Il catalogo, che verrà edito da Mudima a conclusione della Mostra, raccoglierà testimonianze anche testuali del pubblico intervenuto attivamente nei mesi in cui questa forma d'arte totale invaderà l'Isola Bella. (Comunicato stampa Fondazione Mudima, Milano)




    Giuseppe Patanè
    "EGO"


    Città di Acireale (Catania), 14 luglio (inaugurazione) - 29 settembre 2024

    Mostra a cura di Carlo Micheli. Il foyer del Teatro Bellini era stato aperto già alcuni anni fa ed è stato di recente riqualificato anche in vista dell'inaugurazione della mostra "Ego" che rappresenta in qualche modo l'occasione per riconsegnarlo nuovamente alla città. La mostra è stata fortemente voluta dalla Città e dalla Diocesi di Acireale come ricordato durante la conferenza di presentazione svoltasi lo scorso 28 giugno presso la Biblioteca Zelantea. L'ampia antologica ripercorre i momenti salienti della ricerca artistica di Giuseppe Patanè, ma soprattutto le tappe di quell'impegno sociale ed etico che è ormai elemento indispensabile e irrinunciabile della definizione stessa di "arte contemporanea".

    La mostra presenta opere estrapolate da differenti cicli - "La forza della natura", "Ferite", "Naufragi", "Show must not go on", "Senzatutto (Neve)", "Ego", "Presagi", "Dialoghi", "Conosci te stesso" - e si configura come un accostamento di veri e propri camei che formano una sorta di "wunderkammer" in cui "Naturalia" e "Mirabilia" si alternano secondo un ritmo narrativo incalzante.

    La multiforme ricerca di Giuseppe Patanè è improntata alla sottolineatura di tematiche sociali e al richiamo a quelle forme di rispetto verso i nostri simili, e verso il mondo che ci ospita, divenute ormai indifferibili. Una visione etica ed estetica della realtà, che trae spunto e linfa dalle tradizioni storico/culturali della terra siciliana e dalla cultura mediterranea, dall'innato senso di reciproco rispetto e dalla condivisione, tramite il linguaggio dell'arte, di valori universali.

    «Il percorso artistico di Giuseppe Patanè, per le sue peculiarità - spiega Carlo Micheli, curatore della mostra - impone la necessità di una rilettura costante e sistematica della sua produzione, la verifica di quel filo conduttore che ne sottolinea la coerenza artistica, pur nell'eterogeneità delle scelte stilistiche adottate. Nelle sedi messe a disposizione dalla città di Acireale, pertanto, si è scelto di presentare opere provenienti da differenti cicli, con richiami alle radici storico-mitologiche della terra siciliana, alle sue tradizioni culturali, al concetto stesso di bellezza che diviene attrazione e rispetto per la forza immane della natura, del vulcano, del mare.

    Ciò che unisce e giustifica i manufatti (e mai termine fu più appropriato) - dipinti, sculture, installazioni, oggetti d'arredo, gioielli, sperimentazioni alchemiche, tutto è creato dalle sole mani dell'artista, senza l'ausilio di pennelli, spatole o qualsivoglia altro attrezzo o strumento - tanto eterogeneo è il "modus operandi" di Patanè, basato sull'emotività, che viene in seguito decantato razionalmente e concettualizzato ma che, di primo acchito, è il frutto di un impeto emozionale, di una risposta viscerale a sollecitazioni negative di vario genere, quali ingiustizie, maltrattamenti, disonestà, sperequazioni, falsità.»

    La mostra è stata ideata per essere declinata in 9 "locations" - Palazzo di Città Sala Zelantea, Chiesa di San Benedetto, Chiesa di San Rocco, Teatro Bellini, Chiesa degli "agonizzanti" San Crispino, Chiesa di Santa Maria Odigitria, Museo Diocesano, Biblioteca e Pinacoteca Zelantea, Cattedrale Ss.ma Maria Annunziata - dove il concetto di EGO e tutte le desinenze ad esso riferite vengono analizzate attraverso i lavori di Giuseppe Patanè.

    Patanè trasforma l'indignazione, il dolore, l'offesa in atti concreti di segno opposto, contrattaccando con estrema lucidità ed efficacia, utilizzando l'affilatissima arma dell'arte. Si percepisce nei suoi lavori un equilibrio formale capace di esaltare le varie componenti, senza cadute o prevaricazioni, bilanciando con maestria i contenuti e la forma. Pittura, scultura, fotografia, "ready made", si contaminano vicendevolmente, annullando di fatto le barriere preconcette e settoriali, esaltando al contrario i punti di contatto e di fusione tra i generi e gli stili, preferendo, alla riconoscibilità del proprio operato, l'incisività dell'intervento e l'inequivocabilità dei contenuti. (Estratto da comunicato stampa)




    Opera di Valentina Mir Opera di Valentina Mir con la foto di in un cosmonauta e sullo sfondo il pianeta Terra Opera di Valentina Mir nella mostra Kosmoopera allestita alla Galleria Carta Bianca di Catania Valentina Mir
    "Kosmoopera"


    03 maggio (inaugurazione) - 06 giugno 2024
    Galleria Carta Bianca - Catania

    L'artista parigina Valentina Mir esporrà ventuno suoi "collage", realizzati nel 2019, che, come sempre, trattano con serietà didascalica e ironia un argomento legato alla Storia o alla storia di celebrità del mondo dello spettacolo. In questo caso, il soggetto indagato attraverso una rigorosa ricerca di giornali dell'epoca, è l'epopea spaziale dell'Unione Sovietica, che vede protagonisti Jurij Gagarin (primo uomo a volare nel cosmo) e Valentina Tereškova (prima donna nello spazio), i quali, da eroi cosmonauti, divennero, agli inizi degli anni Sessanta, anche delle stelle internazionali per i tantissimi servizi giornalistici a loro dedicati data la grande impressione che le loro gesta, le prime missioni nello spazio, ebbero nell'opinione pubblica che le percepì come l'inizio di una nuova età, detta, appunto "era spaziale".

    Questa notorietà, anche della cagnolina Laika, il primo essere vivente ad orbitare intorno alla terra, dilagò perché le televisioni, proprio in quegli anni, raggiunsero la loro grande diffusione entrando in ogni casa, specialmente nel mondo occidentale. Oltre a questi lavori, centrali nella mostra, saranno esposte anche altre opere che riguardano le donne di quel periodo, alcune riferite a Brigitte Bardot e altre a Elvis Presley che, nel 1960, ritornava in scena dopo l'interruzione del servizio militare.

    Scrive Giuseppe Frazzetto in un testo presentato in mostra "Le tavole di Valentina Mir riprendono e allo stesso tempo ribaltano la grande tradizione modernista del collage e/o prelievo/montaggio, in quanto vanno verso una (impossibile) unità di un frammentato per eccellenza, ovvero il dato memoriale. Ogni tavola tenta quindi di afferrare il Reale, riscrivendolo nei termini di un Simbolico che già in partenza non può che essere elaborazione, ideologia, svisamento".

    Duccio Tromadori: "La pietra del passato, il sogno del futuro: fedele al suo stile e al suo modo d'espressione, Valentina Mir racconta e rivive gli episodi salienti, drammatici ed entusiasmanti, della storia moderna con la vivida rappresentatività del più tenero choc emotivo. Ne risulta un prezioso smalto vitale che anima la memoria collettiva e sulla galassia mitologica del secolo XX (la rivoluzione, la conquista dello spazio, la fiducia illimitata nella scienza, il "fantasma" del comunismo e della libertà capitalista) dispone lo sguardo pregiato di una distante, quanto appassionata ed amabile benevolenza".

    Ornella Fazzina: "In un vero e proprio lavoro di montaggio, la Mir opera una trasformazione della realtà, poiché le immagini contengono l'aspetto documentario e racchiudono una notevole quantità di informazioni, ma nel contempo si muovono su un complesso registro simbolico comunicativo che va decodificato. Il mondo frammentato dei suoi collages mette in evidenza le conquiste spaziali dell'epoca non trascurando la figura femminile, come superamento di certi stereotipi e presentazione di una donna nuova e forte". (Comunicato stampa)




    Carmelo Bongiorno
    "L'Isola intima, radiografie dell'anima"


    17 marzo (inaugurazione) - 25 aprile 2024
    Palazzo Marliani Cicogna - Busto Arsizio (Varese)

    Un lungo viaggio fisico e mentale attraverso i luoghi e le emozioni della Sicilia, 35 fotografie vintage stampate in camera oscura dall'autore, copie uniche, frammenti di vita vissuta in controluce. Viaggio condiviso, tra gli altri, dal grande Giovanni Chiaramonte che nel suo testo scrive: "La sorprendente unicità della visione di Carmelo Bongiorno scaturisce dal rapporto intimo con la sua terra. Egli riflette il proprio itinerario dentro la camera oscura della rimembranza, e sfuma ogni nitida concretezza delle forme e delle figure per mettere a fuoco l'esperienza interiore delle proprie passioni e dei propri sentimenti".

    E, ancor prima, dall'amico e compagno di percorso Franco Battiato che scrive: "Attraverso la fotografia Carmelo Bongiorno continua la sua ricerca esistenziale, coglie l'essenza misteriosa delle cose: ambienti e persone appaiono in stato onirico, dentro un naturalismo metafisico, come traslitterazione di sogni in luoghi, come combinazioni arcane. La fotografia si trasforma in pensiero". (Comunicato stampa)




    Opera di Salvatore Tudisco nella mostra Etna in blu Etna in blu - Salvatore Tudisco - opera nella mostra alla Associazione Culturale Renzo Cortina nella mostra Salvatore Tudisco: Etna in blu
    termina il 26 maggio 2018
    Associazione Culturale Renzo Cortina - Milano
    www.cortinaarte.it

    La mostra fotografica presenta 15 immagini che interpretano in modo inconsueto e originale una delle più note icone del panorama siciliano. Tra i vulcani attivi del nostro pianeta l'Etna fa parte del Patrimonio dell'Unesco dal 2013 ed è il protagonista di spettacolari paesaggi immortalati da artisti e poeti di tutto il mondo. "Idda a Muntagna", per chi abita alle falde di questo vulcano, è sicuramente qualcosa di più di un bene paesaggistico, è la mitica montagna, femmina, madre feconda, musa ispiratrice. Per Salvatore Tudisco, autore degli scatti in mostra, rappresenta il privilegio di avere un contatto diretto con le origini del mondo con misteri ancestrali che suscitano riflessioni profonde, che arrivano fino al significato stesso dell'esistenza umana e della natura delle cose. E' proprio il frutto di queste considerazioni che genera un caleidoscopio di emozioni intense, vivide, brulicanti di energia nativa.

    Nell'immaginario collettivo il vulcano ricorda lava, calore rovente, magma incandescente, lapilli di nero fumo, per un uomo nato a Taormina il vulcano è luminescenza, divinità, splendore aureo, azzurro cielo. Quest'ultima visione non è in contrasto con la prima ma ne è semplicemente la conseguenza naturale, è andare oltre l'apparenza esteriore delle cose per coglierne l'essenza. La rugosa consistenza della crosta lavica quindi lascia spazio a deliri evanescenti, a improvvisi palpiti, lapilli di puro colore primario, steso in campiture sempre più rarefatte. La classica vista fotografica che faceva incorniciare l'Etna nel famoso Teatro di Taormina si trasforma allora in un non-luogo astratto, in una rapsodia emozionale di colori che ci fa perdere le coordinate reali e ci trasporta sulle note blues dell'inconsistenza e del dubbio fino ad arrivare all'apoteosi concreta del magma originario.

    Salvatore Tudisco si è laureato presso l'Università "La Sapienza" di Roma. E' docente di "Valorizzazione dei Beni Ambientali ed Architettonici" presso l'Accademia di Belle Arti di Catania. Si occupa di fotografia e scultura (arte povera), completa la sua poliedrica figura la gestione del Monastero Basiliano del Santuario della Madonna della Rocca a Taormina. Vincitore del concorso internazionale "Lo sguardo sulla città" indetto dall'Uniroma-3 nel 2007 Salvatore Tudisco in arte Turi Tudisco è uno dei principali esponenti nel panorama artistico taorminese. Ha collaborato con il critico d'arte Italo Mussa, con il fotografo Carlo Orsi, con lo scultore Arnaldo Pomodoro in "La scultura del XX secolo a Taormina" ed infine ha partecipato alla realizzazione delle scenografie del "Piccolo Diavolo" di Roberto Benigni. Nel 2015 è stato protagonista del documentario "Taormina" di Geo&Geo. (Comunicato stampa)




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