Festival del Documentario di Thessaloniki 2011

di Ninni Radicini
30 aprile 2011


Locandina del Festival del Documentario di Thessaloniki 2011 La 13a edizione (11-20 marzo 2011) della rassegna ellenica dedicata al documentario ha presentato un programma con 233 film da 52 stati, segnando un aumento del 20% del pubblico presente alle proiezioni. La novità principale è stata la realizzazione di una rete che ha collegato a Thessaloniki le città di Corfù, Patrasso, Rethymno e Nicosia, permettendo in tal modo la trasmissione in contemporanea nelle quattro città dei documentari del Festival. Il progetto è una iniziativa del Thessaloniki Documentary Festival in collaborazione con il Politecnico della Università Aristotele e con le università delle città partecipanti. L'inaugurazione è avvenuta al Teatro Olimpico, con la proiezione di inaugurato di My sweet canary, di Roy Sher, documentario su Roza Eskenazi, celebre cantante di Rebetiko.

Il Festival del Documentario di Salonicco, diretto da Dimitris Eipides, ha presentato inoltre una serie di iniziative laterali - conferenze, laboratori, mostre - tra cui il terzo Congresso internazionale del Documentario, organizzato insieme con l'EDN (European Documentary Network), indirizzato a registi e produttori, greci e stranieri. Tra le mostre, Dalla fotografia al film: Memoria e tracce, all'Istituto Francese di Thessaloniki (12-25 marzo 2011), dedicata a Patrick Zachmann, fotografo specializzato nei reportages sulla identità delle comunità di immigrati e sui gruppi sociali.

Tra i documentari nella sezione "Panorama Greco", Byzantium after Byzantium (To Vyzantio meta to Vyzantio - Grecia, 2010, 53'), sul contributo dei Phanariotes alla definizione della identità storica, economica, religiosa, linguistica e culturale dell'Europa dal XV al XXI secolo. I Phanariotes erano gli abitanti del quartiere Phanar di Costanopoli, dove si trova il Patriarcato. Erano di origine ellenica o di altra origine balcanica e culturalmente ellenici.

La loro rilevanza sociale e politica crebbe in modo costante al tempo dell'impero ottomano, fino al culmine tra il Settecento e l'Ottocento. Il documentario, con regia e sceneggiatura dello storico Erato Paris, è stato realizzato sulla base di una ricerca sulle presenza Fanariota ad Atene, Costantinopoli, Parigi, Marsiglia, Bombay, Calcutta, Iasi, Odessa, Syros, Bucarest, Alessandria, Chios. E' il primo di una serie dedicata all'Ellenismo e al Filoellenismo in Europa, Asia, Australia, America.

L'attualità della cinematografia è il tema di Champions: A comic tale (Champions: Mia asteia istoria - Grecia 2011, 87'), scritto e diretto da Gavriil Tzafkas. Attraverso una serie di interventi di celebri registi, tra i quali Theo Angelopoulos, Werner Hertzog, Emir Kusturica, Michael Cacoyannis, è sviluppata la questione della formazione cinematografica. E in particolare, sul contesto ellenico, New visions in greek cinema: Tsangari - Voulgaris (Nees maties ston elliniko kinimatografo - Grecia, 2010, 52'), regia di Elias Yannakakis è il primo di una serie di documentari di circa un ora, sui nuovi autori cinematografici greci, alcuni de quali anche vincitori di premi nei principali festival internazionali.

Athena Rachel Tsangari, il cui film Attenberg è stato proiettato nella sezione competitiva del Festival del Cinema di Venezia e vinto il premio per la migliore attrice, è presentato nella prima mezz'ora del documentario, seguito da Alexandros Voulgaris, giovane regista che parla dei suoi film e delle influenze cinematografiche. New visions in greek cinema: Dimas - Koutras (Nees maties ston elliniko kinimatografo - Grecia, 2010, 52'), regia di Dimitris Koutsiambassakos, è invece incentrato su Christos Dimas e Panos Koutras, altri due autori della nuova generazione del cinema greco contemporaneo.

The invisible director (O atheatos skinothetis), di Nikos Theodosiou, è una antologia di 25 momenti nel lavoro di Roviros Manthoulis, un omaggio per i 50 anni di carriera del regista, autore di 120 film. La difficoltà principale nella realizzazione del film è stata la scelta delle 25 scene fra le migliaia. Tra i suoi film quello sul mondo sulla musica Blues - il primo nel suo genere - che ha portato Manthoulis nel Sud degli Usa, a registrare i canti dei lavoratori afroamericani.

Il cinema documentario omaggia il teatro, la letteratura e la musica. Con Theodore Terzopoulos - Encomium of the theater (Theodoros Terzopoulos - Theatrou engomion - Grecia, 2010, 87'), regia di Dimitris Trikas, ritratto del regista teatrale Thodoros Terzopoulos attraverso sue dichiarazioni e interviste a coloro che lavorato con lui, insieme ad estratti dalle sue rappresentazioni e materiali fotografici d'archivio. Con E.Ch. Gonatas (E.H. Gonatas - Grecia, 2010, 41'), regia di Mihalis Lykoudis, dedicato a E.H. Gonatas (1924-2006), autore dalla figura enigmatica, lontano dai mass media, dai testi paradossali, tra narrativa e poesia, oltre che traduttore di, tra gli altri, Georg Christoph Lichtenberg, e Samuel Coleridge. Questo cortometraggio è parte di un programma di ricerca sull'insegnamento della Letteratura a distanza.

Con Echo of time (I iho tou hronou - Grecia, 2010, 50'), regia di Panos Kekas, dedicato a Ross Daly, musicista e compositore irlandese, precursore della World Music, che ha scelto di vivere a Creta. Nel 2001, Panos Kekas ha vinto il primo Premio per i Film Ambientali al Milan International Festival con il documentario In the path of the Centaurs.

Company with Kalliyianis (Me ton Kalligianni (Kinimatografiko portreto) - Grecia, 2010, 87'), documentario sulla vita e carriera del pittore Manolis Kalliyianis, rappresenta il debutto cinematografico dello scrittore e fotografo Pedro Olalla. Lasciata l'isola greca di Mitilini in giovane età, Manolis Kalliyianis durate la Seconda guerra mondiale è arruolato in Gran Bretagna. Dopo passa dal Sud Africa al Medio Oriente, dall'Inghilterra alla Francia, dove sceglie di dedicarsi alla pittura, trovando riferimenti ideali in Matisse e Picasso. L'incontro con Olalla avviene nel 2008, quando Kalliyianis ha quasi 90 anni. Come ha detto il regista, nella idea iniziale il film avrebbe dovuto essere una panoramica sulle opere dell'artista. Nel corso delle riprese, si è però trasformato in una narrazione biografica, al punto che la sceneggiatura è stata rivista dopo le riprese. Il montaggio è stato completato dopo la scomparsa di Manolis Kalliyianis.

Nella sezione "Panorama greco", anche The role of intellectuals today (A conversation between Costas Douzinas and Slavoj Zizek) (O rolos ton dianooumenon simera (Mia syzitisi metaxy tou Kosta Douzina kai tou Slavoj Zizek) - Grecia, 2010, 63'), regia di Giorgios Keramidiotis, dialogo svoltosi da Atene tra Costas Douzinas, professore dell'Università di Londra e il filosofo Slavoj Zizek, sul tema del ruolo degli intellettuali oggi, fra crisi economica e crisi morale e culturale.

La città di Thessaloniki è al centro di due documentari. Thessaloniki in a different way (I Thessaloniki allios - Grecia, 2010, 74'), regia di Christos Nikoleris, sulle iniziative culturali per il 20esimo anniversario del giornale gratuito Parallaxi, nel 2010. Al progetto, ispirato alla Giornata per l'Ambiente, hanno cooperato personalità dell'area artistica e istituzionale, in totale un migliaio, mentre il pubblico presente alle varie iniziative è stato di circa 60mila persone. Il regista Christos Nikoleris nel 2010 ha inoltre completato il suo primo lungometraggio, Nobody (Kanenas), che ha vinto il Premio del Pubblico per un film greco alla 51esima edizione del Thessaloniki International Film Festival.

In rappresentanza del gruppo Ciners8, Dimitris Papadopoulos ha presentato The music pathways of Salonica (ThessalonIHOI - Grecia, 2011, 70'), che registra la varietà di caratteri della scena musicale di Thessaloniki, considerata all'avanguardia nel settore. Produttori, rappresentanti di radio e di dieci gruppi musicali, descrivono il proprio rapporto con la città, il modo in cui affrontano la congiuntura attuale e le opportunità promozionali delle nuove tecnologie. Ciners8 è un gruppo di artisti di varia formazione che condividono l'interesse verso la cinematografia.

Nel programma anche film su tematiche ambientaliste, quali Pelican's watch (Grecia, 2011, 67'), di Lea Binzer, sulla produzione del vino a Santorini e sul confronto con lo sviluppo edilizio dell'isola derivato dall'incremento del turismo, ed Ecological Diaries - Little big ideas (Oikologika imerologia), regia di Marianna Oikonomou, parte di una serie di documentari trasmessi da Ert - Radio Televisione Ellenica. Il film segue il viaggio dei prodotti dai campi della Tessaglia ai grandi magazzini europei.

Tra storia, ambiente e memoria, nella sezione "Panorama greco", Schoinousa, the island of the rising sun (Schoinoussa, to nisi tou iliou - Grecia, 2009, 72'), regia di Isavella Mavraki, dedicato ad un isola prima abbandonata e poi, a metà del 19esimo secolo, tornata a ed essere popolata da alcuni ex abitanti Amorgos, incoraggiati dai monaci a lasciare il luogo d'origine e a stabilirsi a Schoinousa. Anche in questa isola, in anni recenti, l'incremento del turismo, il miglioramento dei trasporti, lo sviluppo edilizio, hanno inciso sulle caratteristiche del socio-culturali del luogo. La realtà e le trasformazioni avvenute sono descritte attraverso il confronto tra abitanti di generazioni differenti.

Da una isola alla capitale ellenica, From Callikrates to Calatrava - The Greek apartment buildings (Apo ton Kallikrati ston Calatrava - Grecia, 2010, 49'), regia di Giannis Skopeteas, documenta l'evoluzione dell'architettura ad Atene in riferimento alla costruzione dei grandi blocchi di appartamenti. Da quelli realizzati all'inizio del Novecento agli appartamenti di lusso degli anni Trenta, dallo sviluppo edilizio dopo la Seconda guerra mondiale, passando per quello degli anni '60, fino alla costruzioni di condomini e lofts degli ultimi 20 anni. Al centro del documentario le trasformazioni sociali che hanno determinato, e seguìto, questo particolare settore e l'evoluzione concettuale nella progettazione da parte degli architetti, tra i quali Dekavallas, Manetas, Valsamakis.

Nella sezione "Recordings of memory", Close your eyes and you will see (Kleise ta matia gia na deis - Grecia, 2009, 109'), regia di Stavros Stratigakos. Attraverso materiali audiovisivi, la storia della radio ellenica, in particolare quella del periodo iniziale e su quanto abbia influito sulla cultura popolare, sia come mezzo di comunicazione sull'attualità, sia come strumento di divulgazione culturale attraverso la programmazione di musica e programmi teatrali.

Nella stessa sezione, In this waiting (Cipro, 2011, 68'), di Anna Tsiarta, con i racconti dei parenti delle persone scomparse durante i conflitti tra greco-ciprioti e turco-ciprioti negli anni '60 e quelli dopo l'invasione dell'isola da parte delle truppe della Turchia nel 1974. Nella sezione "Views of the World", The greek crisis explained (Grecia, 2010, 3'), di Nomint, cortometraggio di animazione sulla crisi finanziaria della Grecia. Nomint è uno studio di progettazione di Atene.

Our language (A groussa namou - Grecia, 2010, 52'), regia di Massimo Pizzocaro ed Elisavet Laloudaki - nella sezione "Panorama greco" - documenta la storia dei Tsakonians, greci abitanti e originari di un'area nel Peloponneso orientale, nei pressi del monte Pardon, depositari di un dialetto risalente a 3000 anni fa, oggi unico esempio rimasto della lingua Dorica, che hanno continuato a parlare anche dopo la acquisizione della koiné dell'Attica (da cui deriva il greco moderno), lingua comune a tutti gli elleni oltre che, allora, lingua di riferimento dell'area mediterranea. L'utilizzo del dialetto Tsakonian ha dovuto però affrontare gli effetti della cultura di massa che, affermatasi a partire dagli anni '60 a seguito della scolarizzazione, del turismo, della emigrazione, hanno inciso sulla sua conservazione. Uno studio dell'Onu ha rilevato che metà delle lingue parlate oggi nel mondo sono a rischio estinzione.

Sullo stesso tema, nella sezione "Special screenings", il film Talking with fish and birds (Germania-Ecuador, 1998, 43'), di Rainer Simon. Nella foresta dell'Amazzonia vivono gli ultimi discendenti dei indiani Záparo - una volta una delle più numerose popolazioni della regione, oggi in pericolo di estinzione. Il film racconta la storia degli familiari dell'ultimo sciamano dei Záparo ecuadoriani. Il 19 marzo, il regista tedesco Rainer Simon ha partecipato ad una conferenza al Teatro John Cassavetes, organizzata dal Thessaloniki Documentary Festival e dal Goethe Institute, sul tema "DEFA, la censura e la sua abolizione dopo la unificazione della Germania".

Considerato uno dei più importanti autori cinematografici della Repubblica Democratica Tedesca, è stato autore di film sulla vita quotidiana al tempo della RDT e poi lavorato in vari stati del Sud America, dirigendo laboratori per la formazione cinematografica e svolgendo convegni alla Università del Cinema e della Televisione a Potsdam e a Monaco di Baviera. DEFA (Deutsche Film-Aktiengesellschaft) era l'ente statale che gestiva l'industria cinematografica della Germania Est.

La produzione iniziò nell'immediato Secondo dopoguerra. Il primo film realizzato nei suoi studi fu Die Mörder sind unter uns, di Wolfgang Staudte, del 1946, di genere neorealista, ambientato a Berlino e con una trama di propaganda culturale antinazista. Da allora fino al 1990 (anno della riunificazione della Germania), il cinema antinazista rappresentò un genere caratteristico nella produzione tedesco-orientale con 2-3 lungometraggi ogni anno. In questa filmografia, Stern, di Conrad Wolf, del 1958, sulla persecuzione dei cittadini di Thessaloniki di origine ebraica e uno degli ultimi film di Rainer Simon per la DEFA, Wengler & Söhne (1987).

Tra le produzioni della DEFA, che aveva anche studi dedicati al cinema di animazione, nel periodo 1946-1990 vi sono stati diecimila documentari e settecento sceneggiati (15-20 ogni anno), oltre a film di fantascienza, commedie, film per ragazzi e film di propaganda sul lavoro nella Germania Est. Rainer Simon ha ricordato gli inizi della propria formazione, ispirato dal cinema di Michael Kalatozov sulla Unione Sovietica dopo Stalin. "Questo avveniva quando ho iniziato a scrivere soggetti. Dopo aver passato gli esami di ingresso della scuola di Cinema, mi sono reso conto che volevo fare film esteticamente differenti, poichè il 90% di quelli girati in quel periodo seguivano lo stesso schema di prima della guerra, che a me non piacevano", dice il regista.

Due settimane dopo l'inizio degli studi di cinema, cominciò il lavoro per la costruzione del muro di Berlino, che attraversava il cortile della scuola. I successivi avvenimenti internazionali influenzarono la generazione di quei giovani registi. In Germania Est si alternavano fasi di apertura liberale ad altre conservatrici. A 24 anni Rainer Simon ebbe l'autorizzazione a fare il primo film, che però fu poi respinto senza saperne il motivo. Lavorò allora come assistente alla regia per Conrad Wolf e Ralf Kirsten. Dal 1968 cominciò a girare sceneggiati e film per ragazzi.

Nel 1980 Simon iniziò a dirigere un film sulla storia di un sindaco di una città di provincia disilluso dagli ideali socialisti. «DEFA mi chiese di dirigerlo ed io mi domandai se fosse un test. Durante le riprese fronteggiamo le critiche sia del governo sia di alcuni colleghi. Mi fu chiesto di omettere certi scene ed io, riluttante, lo feci fino ad certo punto. Alla fine intervenne personalmente Erich Honecker, che nel 1983 decise di fermare la realizzazione del film», dice il regista, che dopo iniziò girare film sulla storia della Germania e del fascismo, considerati da lui i suoi migliori lavori cinematografici. Gli ultimi film dalla DEFA furono prodotti nel 1990. Poi i locali degli studi furono posti in affitto. Da allora Rainer Simon ha lavorato soprattutto in Sud America.

In questa edizione del Festival del Documentario di Thessaloniki è stato dedicato un omaggio anche al regista ucraino Sergei Loznitsa, di cui sono stati proiettati undici documentari. Nella conferenza del 15 marzo ha parlato delle differenze tra documentario e sceneggiato, delle tecniche e delle strutture del documentario, del suo rapporto con il pubblico e del modo in cui si sviluppa il suo lavoro. Alla carriera cinematografica è arrivato dopo una formazione tecnico-scientifica.

Nel 1991, dopo gli studi in matematica e ingegneria a Kiev, decise di dedicarsi al cinema, iscrivendosi all'Istituto statale di cinema della Russia, a Mosca: «Era il periodo in cui tutto stava cambiando ed io volevo fare qualcosa che mi permettesse di diventare parte degli eventi storici che stavano accadendo. Sono stato respinto due volte dall'Istituto ma poi riuscì ad entrare. Ho studiato cinque anni prima di fare i miei primi film». Il suo primo documentario è stato realizzato come tesi: «Alla conclusione degli studi ho deciso di mettere una videocamera nella mia finestra, così è stato fatto il film. Non avevo una idea chiara. Volevo solo registrare angoli differenti e punti di vista. Quando non sai come strutturare un film, osserva la natura. Inoltre, io sono profondamente interessato al popolo che vive nella Russia rurale, che è il cuore della cultura russa».

Nel 2010, dopo vari documentari, Sergei Loznitsa dirige il primo lungometraggio, My joy, molto apprezzato al Festival di Cannes. Il regista ha sottolineato l'importanza del montaggio: «Un film non è sempre una narrazione prodotta da immagini. La narrazione stessa può essere superiore alle immagini. Questo è il talento: l'abilità del regista di ricostruire un ambiente secondo il suo punto di vista. Nel tempo tutti sviluppano una propria tecnica. La mia è quella di confrontare le mie sensazioni iniziali sul mio soggetto con l'impressione che ho per il film al momento del montaggio».

Nei suoi film la quotidianità di diventa motivo per la rievocazione storica. Revue, per esempio, uno dei più apprezzati, è un montaggio di filmati d'archivio degli anni '50 e '60, relativi alla vita quotidiana in un città sovietica di provincia. Blockade presenta materiali d'archivio sull'assedio di Leningrado durante la Seconda guerra mondiale. Tra i premi ottenuti dal regista ucraino, il Drago d'oro al Festival internazionale del cinema di Krakow, i premi per il migliori documentario al festival internazionale del cinema di Karlovy Vary, vari riconoscimenti al DOK Festival di Leipzig.

Una retrospettiva con sette film è stata dedicata a Helena Trestikova, regista originaria di Praga. Dopo aver studiato all'Accademia del Cinema (dove ora è insegnante in corso sul documentario), dall'inizio degli anni '70 ha lavorato alla televisione, diventando popolare nel decennio seguente con una serie di film, Marital scales (Manzelské etudy), nei quali ha seguito sei coppie sposate e le loro famiglie dal 1980 al 1987. Ha realizzato circa trenta fra documentari, cortometraggi e lungometraggi, concentrandosi sulle relazioni umane e sulle questioni sociali. Tra i riconoscimenti ottenuti, la Colomba d'oro al DOK Leipzig IFF e di recente il Premio Arte dell'Accademia del cinema europeo.

Tra le conferenze, "L'evoluzione del documentario greco: la prospettiva femminile", al Teatro John Cassavetes, con la partecipazione di quattro registe: Katerina Patroni, Kyriaki Malama, Valery Kontakos, Eva Stefani. Quanto è facile o complesso girare oggi un documentario? Ci sono stati cambiamenti nel modo in cui gli autori scelgono i soggetti, nel linguaggio, nella esplorazione della realtà? Come risponde il pubblico alle novità nel genere del documentario? Qual'è il ruolo di un autore di documentari nell'attuale congiuntura storica?

Durante la conferenza è stato sottolineato che nel 2011, più di cento film greci sono stati inviati per partecipare al Festival e che un terzo dei film partecipanti sono stati diretti da donne. E' stato inoltre confrontato il mercato statunitense con quello ellenico. In questo caso è valso soprattutto sottolineare la congiuntura particolare che sta attraversando la Grecia. Altrettanto importante, sottolineare quanto sia cresciuto tra il pubblico l'interesse verso il documentario, non più considerato soltanto un passaggio nella carriera di un regista. Nelle condizioni attuali, come ha detto Kyriaki Malama, la televisione diventa il mezzo principale di programmazione del documentario, con risultati positivi, come confermano gli indici di ascolto dei passaggi televisivi.

Premi del Pubblico

Premio per un film oltre i 45' nella selezione Internazionale: Tears of Gaza (Gazaz Tarer), di Vikebe Lokkeberg, Norvegia, 2010

Premio per un film al di sotto dei 45' nella selezione Internazionale: The other town (Oteki Kasaba) di Nefin Dinc, Turchia, 2010

Premio per un film greco oltre i 45': Alma monita (To moro mou ftanei), di Vivi Zografou e Alexis Ponse, Grecia, 2011

Premio per un film al di sotto dei 45': Satsang, sitting by the truth (Satsang syndrofia me tin alithia) di Marianna Astraka e Yiorgos Fotiadis, Grecia, 2011

Premi Fipresci

Giuria composta da: Paulo Portugal (Portogallo), presidente; Dimosthenis Xifilinos (Grecia); Steffen Moestrup (Danimarca); Gabriele Barrera (Italia); Artsvi Bakhchinyan (Armenia).

Premio per un film nella selezione greca: Only the words continue (Mono oi lexeis sinehizoun), di Kalliope Legaki, Grecia, 2011

Premio per un film nella selezione Internazionale: Paradise Hotel (Hotel Rai), di Sophia Tzavella, Bulgaria, 2010

Premio Amnesty International al miglior film sulle questioni dei diritti umani: Everlasting sorrow, life after the death penalty (Une peine infinie, histoire d'un condamne a mort), di David Andre, Francia, 2010

Premio WWF al miglior film nella sezione "Habitat": Close to heaven (Dem himmel ganz nah), di Titus Faschina, Germania/Romania, 2010

Premi Ert3 (Televisione pubblica greca)

Premio al miglior film nella sezione "Habitat": A future without oil (Une idee simple et revolutionnaire), di Laetitia Moreau, Francia, 2010 (il premio prevede la proiezione del film su Ert3)

Premio Ert "Doc on air" al miglior progetto nel Pitching Forum 2011: The Return, regia di Tone Andersen, Norvegia, 2011

Menzione speciale: Paradise Hotel; Close to heaven, Pelican's watch (I vardia tou pelekanou), di Lea Binzer, Grecia, 2011

Premio Edn 2011 a una istituzione, gruppo, privato per il contributo alla sviluppo della cultura del documentario europeo: Dimitri Eipides, Direttore del Thessaloniki Documentary Festival.



* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.

Articoli di Ninni Radicini su festival del cinema in Grecia e Cipro

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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