"Navigazione"
14 settembre (inauguerazione) - 12 ottobre 2024
Museo Postale e telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Una mostra filatelica parte di una collezione filatelica del Museo Marittimo di Creta, presieduto da Emmanouil Petrakis, Commodor H.N. Questa è solo una delle tante iniziative che sono state realizzate dal Museo greco, tra cui spicca la mostra "Fari del mondo" da cui tutte le collezioni tematiche hanno avuto inizio. Le raccolte di francobolli vengono continuamente integrate e hanno come filo rosso tutto ciò che è legato al mare, dalla navigazione alla battaglia di Creta, passando per l'ambiente marino, la cristianità, etc.
Affascinante l'etimologia della parola Navigazione in greco, che è anche il titolo dell'esposizione: Nafsiploia da nàfs (antica nave mercantile) e plous (movimento dello scorrere sul mare). Una fusione di significati dalla scienza alla realizzazione di rotte marine e di viaggi intrapresi via mare. Le serie di francobolli esposti sono armonizzate con queste tre principali categorie. La mostra fa parte di una collezione permanente del Museo Marittimo di Creta ed è abitualmente esposta sia nello spazio centrale sia nello spazio del Neorio Moro - Esposizione permanente di costruzioni navali antiche e tradizionali.
La mostra è composta da francobolli, serie commemorative di francobolli, fogli personalizzati, album filatelici, foglietti, cartoline "Maximum Prepaid", buste primo giorno da tutto il mondo, concentrati in oltre 250 schede curate con foto, descrizioni e didascalie del periodo compreso tra il 1930 e il 2020. Incontreremo attraverso la narrazione dei francobolli, esploratori e navigatori che hanno cambiato il mondo e la storia, come Cristoforo Colombo, Ferdinando Magellano, Vasco da Gama e molti altri. E ancora opere di pittori importanti come l'olandese Willem van de Velde il Giovane o il britannico Richard Wright, che raffigurarono battaglie navali significative.
Inoltre, grazie anche alle serie di francobolli e prodotti filatelici provenienti da tutto il mondo, sarà possibile trovare informazioni e dettagli su molte navi storiche ed eventi ad esse collegate. La meticolosa costruzione della mostra, sull'affascinante tema della "Navigazione", è realizzata in collaborazione con la Fondazione Ellenica di Cultura Italia, diretta da Aliki Kefalogianni, e offrirà, ancora una volta al pubblico, spunti di studio e di riflessione culturale, nell'amicizia che da sempre lega la Grecia alla città di Trieste ed in particolare al Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa diretto da Emanuela De Domenico. L'esposizione ha il patrocinio del Consolato Generale di Grecia, del Consolato di Cipro e della Comunità Greco Orientale. (Comunicato stampa)
Cuneo Archeofilm
Festival internazionale del cinema di archeologia arte ambiente
II edizione, 03-05 ottobre 2024
Complesso monumentale S. Francesco - Cuneo
___ 04 ottobre
- Gegone, inside the Museum - Kore
Grecia, regia di Joan Zhonga, durata: 6' (Lingua: greco; Sottotitoli: italiano)
Corto animato in stop motion. Elpida, Speranza, una ragazzina solitaria in sedia a rotelle, arriva con la sua classe al Museo dell'Acropoli. Qui rimane affascinata dalla statua di una bellissima Kore a cui però... mancano braccia e gambe. La statua si anima e fa amicizia con la bambina, raccontandole la sua storia...
- Nobody
Stati Uniti, regia di Mia Incantalupo, durata: 4' (Lingua: senza parlato)
Il corto è il racconto dell'Odissea dal punto di vista... del Ciclope. Perché un'altra prospettiva è sempre possibile...
Films documentari con riferimento al mondo ellenico in rassegne di cinema archeologico
Aquileia Film Festival
XV edizione, Aquileia (Udine), 30, 31 luglio - 02, 05 agosto 2024
- 01 agosto 2024
.. La terra di Yrnm
Regia di Nicola Ferrari, Durata: 52', Italia 2022
L'isola di Pantelleria rimanda a vacanze, passito e capperi, ma in questa terra c'è anche una delle aree archeologiche più importanti ma meno note del Mediterraneo. Da 20 anni archeologi e studenti, provenienti da tutto il mondo, si recano sull'isola siciliana e riaprono gli scavi interrotti l'anno precedente. Ad accompagnare la loro attività di ricerca e divulgazione, il racconto di Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale prematuramente scomparso.
.. Iznik, l'enigma sommerso
Regia di Pascal Guérin, Durata: 52', Francia 2023
2014, Turchia. Un volo di ricognizione di routine sul lago Iznik rivela inaspettatamente i resti sommersi di una basilica bizantina del IV secolo. Questa scoperta spinge gli scienziati internazionali a indagare la storia e la geologia dietro la scomparsa di una chiesa costruita nell'antica città romana di Nicea, ora conosciuta come Iznik. Come è possibile che la Basilica sia stata inghiottita da uno dei laghi più grandi della Turchia? Come e perché è stata distrutta? Tra Turchia, Francia, Inghilterra e Vaticano, seguiamo passo dopo passo un team di fama mondiale nello scavo di questo tesoro sottomarino, nominato tra le 10 più grandi scoperte degli ultimi anni dall'Archaeological Institute of America. Ma in questa regione a rischio sismico, il tempo potrebbe stringere...
___
Ustica Archeofilm
Festival internazionale del cinema di archeologia e ambiente
II Rassegna del Mare Sebastiano Tusa
Ustica, 18-20 settembre 2024
19 settembre
L'antica nave del vino
Regia di Riccardo Cingillo, Durata 28, Produzione: Agenzia Regionale Protezione Ambiente Sicilia (ARPA) - Consulenza scientifica: Soprintendenza del mare Regione siciliana, Timmy Gambin
"L'Antica Nave del Vino" è un documentario sulla scoperta di un relitto romano del II secolo avanti Cristo, a una profondità di 92 metri nel golfo dell'Isola delle Femmine (Palermo). Il docufilm ripercorre la spedizione realizzata da un team internazionale di professionisti subacquei per effettuare una ricognizione finalizza a riportare alla luce il relitto. (Estratto da comunicati stampa)
Firenze ArcheoFilm 2024
Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente
6a edizione, 06-10 marzo 2024
Cinema La Compagnia - Firenze
www.firenzearcheofilm.it
_____Films con riferimenti a Grecia, Sicilia e Mondo Ellenico nel programma della rassegna_____
___ 06 marzo
The Motya Youth - who was he? (Il Giovane di Mozia - chi era?)
regia di Stephen Norris, 28', Francia
Originale indagine sulla storia che si cela dietro il giovane che ha ispirato la straordinaria statua in marmo del Giovane di Mozia conservata oggi al Museo Whitaker dell'isola di Mozia, presso Marsala. Risalente al V secolo a.C., la statua è uno dei migliori esempi di arte greca giunti intatti fino ai nostri giorni.
___ 07 marzo
- Gegone, inside the Museum - Eyfyros
Regia di Joan Zhonga, 5', Grecia
La lapide funeraria del giovane Eyfyros, nel museo Archeologico del Kerameikos, prende vita e ci racconta il suo sogno: diventare un degno cittadino di Atene. Seguiamo lui e gli insegnamenti del maestro che lo accompagna in questo sogno di crescita.
Askòs - Il canto della Sirena
regia di Antonio Martino, 63', Italia
Dopo aver fatto il giro del mondo l'Askòs delle Murge, torna a casa nel Museo Archeologico di Crotone.
- Diavoli di Pasqua (Easter Devils)
regia di Lorenzo Mercurio, 31', Italia
Il documentario racconta il Triduo Pasquale a Prizzi (provincia di Palermo, Sicilia) del 2023, attraverso un diario che, a partire dal Giovedì Santo, passa per il Venerdì Santo per giungere alla Domenica di Pasqua, giorno dello sfrenato "Ballo dei Diavoli” per le vie del centro abitato, un rito che durerà dalle prime luci dell'alba fino a notte inoltrata.
- Iznik, l'enigma sommerso
regia di Pascal Guérin, 52', Francia
2014, Turchia. Un volo di ricognizione di routine sul lago Iznik rivela inaspettatamente i resti sommersi di una basilica bizantina del IV secolo. La scoperta spinge un team di scienziati internazionali a indagare la storia e la geologia dietro la scomparsa di una chiesa costruita nell'antica città romana di Nicea, ora conosciuta come Iznik. Come è possibile che la basilica sia stata inghiottita da uno dei laghi più grandi della Turchia? Come e perché è stata distrutta?
- Excavating Ancient Kythnos
regia di Yiannis Spiliopoulos, 50', Grecia
Il documentario ci porta sugli scavi archeologici effettuati sull'isola di Kythnos nel Mar Egeo in Grecia. Qui da vent'anni il professore di Archeologia classica Alexandros Mazarakis Ainian della Tessaglia, ogni estate con i suoi studenti continua a scavare.
___ 08 marzo
- Gegone, inside the Museum - Kore
regia di Joan Zhonga, 6', Grecia
Corto animato in stop motion. Elpida (Speranza), una ragazzina solitaria in sedia a rotelle, arriva con la sua classe al Museo dell'Acropoli. Qui rimane affascinata dalla statua di una bellissima Kore a cui però... mancano braccia e gambe. La statua si anima e fa amicizia con la bambina, raccontandole la sua storia…
- Diving in the Aegean History
regia di Stelios Apostolopoulos, 12', Grecia
Il film ripercorre la prima indagine archeologica subacquea sistematica intorno all'isola di Kasos, nel Dodecaneso. Un team di archeologi si sta immergendo alla ricerca di antichi relitti mentre si sta completando il quarto anno di ricognizione archeologica marittima nell'area.
Islands on the Edge - Saria
regia di Yiorgos Savoglou, 27', Grecia
Saria, un'isola a nord di Karpathos, disseminata di antiche rovine e resti di antichi insediamenti. Alcune persone continuano a visitarla. Qui ogni anno, il 27 luglio, i pellegrini fanno rivivere la festa di Agios Panteleimon.
___ 09 marzo
- Anima Insulae
regia di Lorenzo Daniele, 50', Italia
Il sito di Palikè, in Sicilia, già in epoca preistorica doveva essere ritenuto un luogo sacro, per la presenza di una grande grotta naturale e dei laghetti di acqua sulfurea. A partire dall'età arcaica l'area di Rocchicella, dove sorge Palikè, viene istituzionalizzata dai Siculi, comincia ad assumere una precisa fisionomia e a corredarsi di strutture dedicate alla celebrazione dei rituali e pasti in comune in onore dei mitici fratelli Palici. Si tratta di un culto indigeno dal valore identitario molto forte, in grado di aggregare Siculi che vivono in villaggi spesso distanti fra loro.
___ 10 marzo
- La terra di Yrnm
regia di Nicola Ferrari, 52', Italia
L'isola di Pantelleria è una delle aree archeologiche più importanti ma meno note del Mediterraneo. Da 20 anni archeologi e studenti provenienti da tutto il mondo, riaprono gli scavi interrotti l'anno precedente. Ad accompagnare la loro attività di ricerca e divulgazione, il racconto di Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale prematuramente scomparso. (Estratto da comunicato di presentazione)
Omaggio alla Callas ed a Zeffirelli
24 febbraio 2024, ore 21.00
Teatro Comunale di Lakki - Leros (Grecia)
L'Associazione Culturale AIAL, con il patrocinio dell'Istituto Italiano di Cultura di Atene ed in collaborazione con il Comune di Leros, organizza la proiezione della pellicola Callas Forever con la regia di Franco Zeffirelli, realizzata per celebrare congiuntamente il centenario della nascita della soprano e del regista con un'opera che li accomuna e li ricorda entrambi: la prima come personaggio durante gli ultimi travagliati mesi di vita; ed il secondo con la sua ultima produzione in campo cinematografico, già quasi ottantenne. Pellicola, in lingua originale con sottotitoli in greco.
26-29 ottobre 2023
PACTA Salone - Milano
www.pacta.org
Drammaturgia e regia Laura Angiulli
Contributi al testo Enzo Moscato
Con Alessandra D'Elia, Caterina Spadaro
Interpretazione in canto Caterina Pontrandolfo
Musiche originali e drammaturgia del suono Enrico Cocco, Angelo Benedetti
Impianto scenico Rosario Squillace
Luci Cesare Accetta
Fotografie Alessandra Cardone
Produzione Teatro Stabile d'Innovazione Galleria Toledo
Una produzione Teatro Stabile d'Innovazione Galleria Toledo, una variazione sul mito della profetessa amata e maledetta da Apollo. Cassandra, la più bella tra le figlie di Priamo, amata da Apollo e, per non avere corrisposto al suo amore, dotata d'inascoltata capacità profetica. Essa si sottrae alla massa dolente della schiera al femminile che popola lo scenario offerto dall'ampia famiglia di Priamo; si afferma con inconsueta personalità in un ruolo che è innanzi tutto politico. Cassandra osserva lucidamente, penetra la verità dei suoi giorni mai piegata, più che altro furente, e va incontro allo spietato destino di schiava e vittima mentre Troia consuma tra le fiamme la sua dolente epopea.
Le danno voce le attrici Alessandra D'Elia e Caterina Spadaro, in condivisione con la "rappresentazione in canto" di Caterina Pontrandolfo. Materiali da Eschilo e Euripide, ma anche da Licofrone, l'autore che proprio a questa immagine femminile dedicò l'"Alessandra" un poemetto di esuberanza barocca, dal lessico molteplice. Non meno significativi gli spunti raccolti dall'opera di Christa Wolf, e dal generoso contributo di Enzo Moscato, voce tra le più dense e toccanti della drammaturgia contemporanea. (Estratto da comunicato ufficio stampa per PACTA. dei Teatri)
Amalia Vekri
"On Becoming"
07 ottobre (inaugurazione) - dicembre 2023 (visita su appuntamento)
Cascina I.D.E.A. - Agrate Conturbia (Novara)
www.nicolettarusconi.com
Il complesso rurale trasformato da Nicoletta Rusconi Art Projects in luogo dedicato all'arte e alla sperimentazione - presenta la mostra personale di Amalia Vekri (Atene). Da sempre interessata a miti e leggende folkloristiche, Amalia Vekri sceglie di dedicare il suo progetto espositivo alla ninfa Anguana, protagonista di un ciclo pittorico direttamente ispirato all'influenza dei tre grandi laghi che circondano Cascina I.D.E.A. Secondo i racconti popolari, l'Anguana è una ninfa acquatica, metà donna e metà pesce (o rettile), che vive nelle zone lacustri e vicino alle cascate, il cui compito è quello di proteggere le acque.
Nonostante il suo aspetto antropomorfo, la ninfa mantiene un profondo legame con la sua animalità e con tutto il mondo naturale, sviluppando un radicato legame con la spiritualità. Per questo, si crede che l'Anguana possegga una grande conoscenza, che sceglie di mettere a servizio dell'uomo per favorire una sua evoluzione e una più consapevole armonia con la natura. Queste creature, inoltre, hanno poteri magici, la capacità di controllare il tempo e di mutare continuamente in diverse forme. Nei suoi dipinti dalle atmosfere oniriche, Amalia Vekri riproduce narrazioni che ruotano attorno alle Anguane, in quanto metafora della potenza e dell'energia femminile.
Attraverso i loro mutamenti, le ninfe attraversano sfide fisiche e spirituali che permettono loro di raggiungere una maggiore conoscenza e consapevolezza del mondo che le circonda, dunque di acquisire potere. Il titolo "On Becoming" è un riferimento agli stati trasformativi di queste creature, al loro continuo diventare altro da sé, in una indeterminatezza che ne sfuma i confini e i contorni. Le creature trascendono ogni legge naturale e mutano verso un'esistenza senza tempo, immortale e diafana. Per questo, i dipinti di Amalia Vekri riproducono forme fluide e vegetali che si fondono in ambienti che paiono sciogliersi o compenetrarsi in un mondo unificato e compatto. Allo stesso modo, gli spiriti femminili sembrano fluire e fluttuare all'interno di questi universi, ricreando pose elastiche, fluide e danzanti. Come sirene eteree, le sue ninfe volano, rinascendo sempre nel tempo. (Comunicato stampa Lara Facco P&C)
Danilo Maestosi
Le tele di Penelope. Partitura a schema libero in 5 movimenti
29 settembre (inaugurazione) - 29 ottobre 2023
Museo Hendrik Christian Andersen - Roma
Il titolo dell'esposizione richiama la scansione in cinque movimenti della narrazione voluta dal pittore romano, lontana dalla seduzione della figurazione ma costruita in una sequenza comunque riconoscibile e marcata. La mostra, scrive la curatrice Erminia Pellecchia, "è un viaggio tra l'età omerica e il nostro presente lacerato, attraverso la figura di Penelope, presa in prestito da Danilo Maestosi per raccontare, insieme alla storia della sposa di Ulisse, la sua, la nostra storia. Un viaggio nel tempo, come tutte le mostre dell'artista romano, e la chiusura di un ciclo iniziato tre anni fa e che ora lo porta verso altre scene, cercando il contatto con le opere del Museo Andersen e la «città ideale» sognata dal pittore norvegese".
In mostra 35 opere (tecnica mista su tavola, per lo più nel formato minimalista del quadrato) e Penelope è la pittura, lo strumento attraverso il quale l'artista romano, volendo fare una riflessione sul senso dell'arte, e immagina un futuro possibile disfacendo e cercando forme, proprio come fa l'eroina greca che, nel rito creativo di tessere e scucire la sua tela infinita, prova a impadronirsi del proprio destino.
Danilo Maestosi, classe 1944, romano, giornalista, ha lavorato per varie testate: Tempo, Paese Sera, Rai, Ansa, Messaggero. Ha diretto la rivista Cinema del silenzio e scrive come cronista e critico d'arte per i quotidiani on line. Ha cominciato ad esporre dal 1998, a Ravello, Palazzo della Marra, con la mostra «Come ombre sui muri». Ha alle spalle oltre quaranta personali in varie città italiane e un centinaio di partecipazioni a collettive. Lavora e sviluppa la sua ricerca per cicli. Il primo, «Lunario», è stato esposto nel 2004 al Museo del Vittoriano di Roma e poi a Napoli, Salerno e Potenza.
Dalla fine del 2019, nel clima di restrizioni della lotta al Covid, lavora ad un ciclo dedicato a «Penelope e alle sue Tele, fatte e disfatte». Da un decennio partecipa alle attività dell'Associazione «In Tempo», fondata da Ennio Calabria, con la quale ha collaborato alla stesura di due manifesti sulla pittura e a una serie di mostre collettive a Roma, Milano e Varsavia. La galleria Purificato-Zero ha incluso le sue opere nella mostra «Extravanguardia» che sta portando in giro in vari spazi pubblici d'Italia. (Estratto da comunicato stampa)
Costas Varotsos
Passi e memorie
15 gennaio (inaugurazione) - 30 settembre 2023
Museo delle Trame Mediterranee - Baglio Di Stefano, Gibellina (Trapani)
www.fondazionemerz.org
La Fondazione Orestiadi, in collaborazione con la Fondazione Merz, in occasione della ricorrenza del devastante terremoto del Belìce del 1968, presenta due opere degli artisti Costas Varotsos (Grecia) e Gianfranco Anastasio (Sicilia). In particolare l'opera di Varotsos Spirale, 1991-98, già esposta da aprile a novembre 2022 presso il Parco Archeologico di Segesta nella mostra Nella natura come nella mente, curata da Beatrice Merz e Agata Polizzi.
La spirale è un elemento che intreccia energia e natura, forma ripetuta e potenziata dal vetro che riflette e rifrange la luce. L'opera di Varotsos nella purezza dei materiali e nella loro potenza, nell'articolazione di cerchi, cicli vitali che si susseguono, è sintesi di una riflessione sulla condizione umana e del suo rapporto ancestrale con l'Universo. La grande spirale con la sua armatura in ferro e l'anima in vetro apre un dialogo tra i materiali ed elementi naturali quali: la luce, trasparenza, energia, movimento, tempo, equilibrio. La ricerca di Varotsos propone equilibrio tra arte e contesto, cercando la giusta proporzione tra azione umana e potere della natura. L'artista, utilizzando la trasparenza del vetro per portare lo sguardo del visitatore oltre l'opera, stabilisce un vortice di relazioni con la realtà circostante, spazio ideale, senza limiti e frontiere. (Comunicato stampa)
Giovanna-Jeanne Spiteris
21 luglio (inaugurazione ore 12) - 17 settembre 2023
Palazzo Gopcevich - Trieste
La mostra presenta un'ampia panoramica della produzione di Ioanna Spiteris (1920-2000), protagonista della scena artistica greca negli anni '60 e '70 del Novecento. L'allestimento comprende sculture in bronzo, marmo, legno, composizioni scultoree, disegni, incisioni, modelli in carta, che rivelano una donna dotata, irrequieta, all'avanguardia, con una forte consapevolezza dell'importanza sociale dell'arte e del suo importante contributo a ogni livello, che invita il pubblico a un dialogo continuo con il suo lavoro. Il titolo prende spunto dal modo in cui l'artista si firmava e riflette le tre lingue, i tre paesi, e infine le tre città (Atene-Venezia-Parigi) in cui lei ha vissuto più a lungo e che hanno l'hanno ispirata, riflettendosi nelle sue opere.
La mostra è realizzata, in coorganizzazione con il Comune di Trieste, dalla Fondazione di Belle Arti Teloglion-Università Aristotele di Salonicco e dalla Fondazione Ellenica di Cultura Italia, in collaborazione con la Comunità Greco Orientale di Trieste. È inoltre patrocinata dall'Ambasciata di Grecia a Roma e dai Consolati Onorari di Grecia e di Cipro a Trieste, e beneficia del sostegno del Ministero della Cultura e dello Sport di Grecia, dell'Università Aristotele di Salonicco e di Aegean Airlines.
"Ioanna Spiteris appartiene alla generazione che ha vissuto la guerra, l'occupazione e la diaspora. Tutte esperienze di un'epoca che le hanno segnato la memoria e la sensibilità in maniera indelebile, e che l'hanno portata a ricercare la propria identità nazionale nell'internazionalità dell'arte contemporanea" (Maria Kotzamani, Polyplano, Atene, 1980).
Ha studiato alla Scuola di Belle Arti di Atene sotto la guida di Michalis Tompros. Già nelle sue prime opere si nota l'elemento principale che la contraddistingue: "l'intuizione del volume e del corretto rapporto con lo spazio, che la porta a una percezione monumentale della scultura" (René de Solier).
Ci sono due periodi distinti nel suo lavoro. Nel primo, a Venezia (1958-1963), lavora sul ferro con la tecnica della saldatura. "Forme taglienti, di intenso dinamismo ed espressività, apparentemente aggressive, che rivelano un'angoscia interiore e la trasformano in atti di una tragedia plastica" (G. Mourelos). Nella critica pubblicata sul giornale La Voce di San Marco (13/06/1959), Manlio Alzetta paragona le sue opere con quelle di Emilio Vedova, che viene considerato uno degli artisti più importanti apparsi sulla scena del suo paese dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Nel secondo, a Parigi (1963-1976), il suo lavoro si trasforma su tutti i livelli, nei materiali, nella morfologia, nella percezione generale della scultura. Il suo punto di partenza è il rapporto tra scultura e architettura. La chiarezza geometrica, la semplificazione, gli elementi strutturali portano infinite combinazioni, senza ripetizioni meccaniche. Inoltre, l'elemento principale in questa fase è il colore, perfettamente intrecciato con la forma scultorea senza competere con essa, suggerendo il lato positivo della vita e un'offerta di contatto umano.
Nella mostra al Teatro La Fenice di Venezia del 1968, i nuovi elementi che appaiono nei suoi lavori non si limitano soltanto a caratteristiche morfologiche. Il rapporto tra il suo lavoro e il pubblico si evolve in Modèles Encastrées, dove l'artista invita il visitatore a svolgere un ruolo attivo nella formazione finale della sua scultura, a giocare con i suoi vari elementi, a diventare partecipante e co-creatore.
Franco Passoni sull'Avanti! (18/07/1968), in un articolo intitolato "A Venezia non c'è solo la Biennale", dà rilievo alla mostra di Ioanna Spiteris tra quelle da visitare alla Biennale del 1968, lodando la forza misteriosa che deriva dalla meravigliosa plasticità delle sue opere. Negli anni Settanta, Spiteris ha accettato numerose commissioni pubbliche. Le sue opere sono state esposte in vari spazi pubblici: Elan vital (1971) all'École CES di Langeais, Due forme (Deux Formes) (1972) in una scuola di Nicosia, un'opera monumentale (1974) a Evreux, altre sue sculture in un asilo di Cachan.
Il periodo più attivo della sua carriera, in termini di partecipazione a mostre e concorsi all'estero, è stato fino al 1976. Nel 1977 è tornata in Grecia e ha continuato a lavorare ad Atene. La sua produzione diminuisce a causa dell'età, ma l'artista non ha smesso di partecipare a mostre e concorsi internazionali e di esporre più frequentemente le sue opere in Grecia. Ioanna e suo marito Toni Spiteris, illustre intellettuale e critico d'arte, hanno fatto una grande e preziosa donazione alla Fondazione Teloglion negli anni Ottanta: i loro archivi, la loro biblioteca, la loro collezione e tutte le opere dell'artista. La mostra, accompagnata da una ricca pubblicazione bilingue (greco-inglese). (Estratto da comunicato stampa Fondazione Ellenica di Cultura Italia)
1821-1861: Italia e Grecia verso l'indipendenza
11 settembre 2023, ore 19.00
Biblioteca comunale di Platanos (Grecia) www.aial.gr
L'editore e ricercatore Enzo Terzi intratterrà gli appassionati di storia con una conferenza in italiano sugli eventi intercorsi tra la rivoluzione greca e l'unità d'Italia. Concluderà la serata un breve filmato sull'arte filellenica in Italia.
___ Articoli sul Bicentenario della Indipendenza della Grecia:
* Film presentato in anteprima Regionale il 26 gennaio 2023 al Cinema Spadaro di Acireale (Sicilia)
- 06 febbraio 2023, Nuovo Cinema Aquila - Roma, ore 20.45, presenti il regista, Sebastiano Somma ed il produttore Matteo Cichero
- 08 febbraio, Cinema La Compagnia - Firenze, ore 20.45, presenti il regista, Vincent Riotta, Pino Donaggio ed il produttore Matteo Cichero
Scritto e diretto da Fabrizio Guarducci (Italia, 2022, durata: 75'), prodotto e distribuito da Fair Play, Anemos - Il Vento, liberamente tratto dal romanzo 'Theoria' dello stesso Guarducci, edito da Lorenzo De' Medici Press, ha un cast internazionale composto da Vincent Riotta, Marc Fiorini, Alessio Di Clemente, Giorgia Wurth, con la partecipazione straordinaria di Sebastiano Somma. Si avvale delle musiche originali firmate dal Maestro Pino Donaggio, il montaggio di Paolo Marzoni, la direzione della fotografia di Stefano Spiti, le scenografie di Ester Musatti ed i costumi di Gabriella Ferrera.
Il film - in cui il vento (Anemos) è metafora del Divino, che si sente ma non si può vedere - racconta il rapporto tra gli uomini e il senso del divino: dai miti greci al Cristianesimo, fino ai giorni nostri. Grazie a personaggi noti, anche se non esplicitamente menzionati, come Platone, Pitagora, San Benedetto e Gesù, lo spettatore ripercorre i momenti della Storia in cui il vento diventa portatore di un messaggio di spiritualità, per cercare di dare una risposta alle domande che l'Uomo si chiede da millenni. La narrazione parte dalle esigenze di una madre di rispondere ai dubbi del figlio sul mistero della vita, che ci fanno considerare alcuni personaggi che, nel corso della Storia, hanno avuto lo stesso dilemma: la ricerca del divino al di fuori di ogni risposta dogmatica.
Durante il percorso si evidenziano le esperienze individuali di filosofi, monaci, profeti, mistici, fino ad arrivare a quelli che si sono più avvicinati ad una risposta certa: i Catari, perché la ricerca del Divino era un fatto sociale e non individuale e questo si rifletteva su una società giusta ed egualitaria in cui tutti i beni erano in comune. L'anello di congiunzione è Benedetto da Norcia che ha lasciato la comunità religiosa per ritirarsi umilmente in una grotta, per distaccarsi e cercare quella scintilla divina, che poi ha condiviso con tutti i suoi seguaci. "Il film vuole aiutare ad indicare un percorso interiore che purtroppo non si fa più, in quanto la scintilla divina dell'Uomo è sotterrata da un individualismo materialista che l'ha soffocata. Da qui una pressante esigenza di ritirarsi e cercare le risposte seppellite dentro di noi". (Fabrizio Guarducci)
"Anemos - Il vento è un film girato prevalentemente nella splendida Sicilia, ricca di luoghi straordinari, magici e colmi di storia, l'obiettivo delle nostre produzioni è valorizzare la bellezza dell'Italia, offrendo allo spettatore alcune location uniche, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Tuscia alla Toscana: le Gole dell'Alcantara, l'Orecchio di Dionisio, il Parco del Plemmirio, l'Etna, la Valle dei Templi, l'Arco Magno, l'Abbazia di San Giusto, e molte altre. Guarducci pone al centro del film un messaggio di spiritualità, che muove le emozioni dentro allo spettatore, e come per il suo primo film "Mare di Grano" riesce a promuovere con estro e originalità il nostro territorio nel mondo." (Matteo Cichero, coproduttore del film)
"Per chi è appassionato di natura in generale, succede spesso, trovandosi a contatto di particolari scenari e singolari condizioni, di percepire un'energetica "presenza" spirituale, qualcosa di sublime e di elevato, che va oltre i semplici canoni di giudizio estetico, questo "vitale" elemento è il vento. Le location siciliane scelte per girare questo film, conducono il popolo in cammino con il suo Dio, sostenuti dall'alito esistenziale per la loro "pregrinatio animae". Grazie a Fabrizio Guarducci per questo film, una grande opportunità per la mia Sicilia, anche in ambito didattico, auspico che le istituzioni si adoperino alla promozione e divulgazione." (Carmelo Nicoloso location manager del film) (Comunicato ufficio stampa Reggi&Spizzichino Communication)
---
The Rough Guide - Sicilia
Guida turistica di Robert Andrews, Jules Brown, Kate Hughes
ed. Antonio Vallardi Editore Recensione di Ninni Radicini
Firenze Archeofilm 2023
Festival Internazionale Cinema di Archeologia Arte Ambiente
01-05 marzo 2023
Cinema La Compagnia - Firenze
www.firenzearcheofilm.it
___ Documentari con riferimento alla Sicilia e alla Grecia nel programma rassegna ___
__ 01 marzo
- Un sogno di Himera
Regia di Gianfrancesco Iacono, produzione di Gianfrancesco Iacono, 2022, 5'
Sicilia. Un mago si muove attraverso la piana dove, un tempo, sorgeva Himera, antica colonia greca. La magia dell'uomo riporta in vita, per un breve periodo, gli spiriti dei Greci. Un'illusione di bellezza che si contrappone alla devastazione di un territorio portata avanti dalla società contemporanea.
__ 02 marzo
- Pupus
Regia di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, produzione di Ivan Scinardo - Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - CSCDocumentario, 2021, 33'
Borgo Vecchio, Palermo: siamo nel grande universo dell'Opera dei Pupi della tradizione siciliana, nel piccolo teatro-laboratorio della famiglia Mancuso. Carmelo, figlio puparo, abita questo luogo denso di fantasia e immaginazione. Gioca recitando i versi che già tante volte ha ascoltato durante gli spettacoli: cercando di imitare la voce e il tono adulto del padre, anima i pupi con arcana destrezza...
- Looking into Helenistic Pergamon
Regia di Serdar Yilmaz, 2022, 5'
Pergamo fu uno dei primi regni emergenti del mondo ellenistico. I governanti progettarono la città quasi come un palcoscenico per ospitare i rituali religiosi. Questi rituali furono rimodellati in età ellenistica per accogliere cerimonie legate alla regalità. Prima dei re ellenistici, il mondo greco nel periodo classico era governato dalla democrazia. Lo spettacolo più importante per la democrazia era la danza circolare.
- One fine day in Troy
Regia di Ülkü Sönmez, 2022, 28'
Il film si concentra sugli scavi dell'antica città di Troia, che risale al 3500 a.C., dal punto di vista degli stessi archeologi che lavorano sul sito. Mostra al contempo quale sia la vita quotidiana nel Museo di Troia che sorge proprio accanto al sito.
- L'Aurige de Delphes. À la redécouverte d'un grand bronze exceptionne
Regia di Joseph Ballu, 2022, 40'
Il film ripercorre l'avventura del programma di riesame dell'Auriga di Delfi, basato sul contributo delle nuove tecnologie e intrapreso dal 2017 dalla Scuola francese di Atene e dal Ministero greco della cultura e dello sport.
__ 03 marzo
Il Signore delle Nevi
Regia di Nello Correale, produzione di Tipota Movie Company, 2016, 52'
Fino al secolo scorso si commerciava la neve da Trapani a Tunisi su navi a vela. Le neviere che rifornivano Palermo erano sui monti dietro Monreale e una, quella della "Busambra", presso Corleone. Dall'altipiano degli Iblei e dall'Etna, invece, la neve veniva inviata alle città sulla costa ionica e mediterranea, fino a raggiungere l'isola di Malta. La Sicilia, la terra del sole, del mare, del sale e del grano ha prodotto il ghiaccio per tutto il Mediterraneo e ne ha mantenuto il monopolio del commercio per circa due secoli.
- Storie Sepolte. Riti, culti e vita quotidiana all'alba del IV millennio a.C.
Regia di Nicolangelo De Bellis / HGV Italia srl, Produzione di HGV Italia srl / Nicolangelo De Bellis
Il breve filmato illustra, attraverso ricostruzioni e tecnologia 3D, le pratiche funerarie di alcune tombe della necropoli di Scintilìa (Agrigento) e il contesto storico, sociale e culturale entro cui quelle pratiche erano inserite.
__ 04 marzo
- Stromboli: a provocative island
Regia di Pascal Guérin, Produzione di ZED Productions, 2020, 11'
Il corto è incentrato sugli scavi diretti dagli archeologi Sara Levi e David Yoon sull'isola di Stromboli. La scoperta di una chiesa crollata e di alcune sepolture è la dimostrazione di una occupazione medievale, precedentemente sconosciuta, del XIV secolo.
- L'antica nave del vino
Regia di Riccardo Cingillo, produzione dell'Agenzia Regionale Protezione Ambiente Sicilia (ARPA), consulenza scientifica della Soprintendenza del mare Regione siciliana, Timmy Gambin, 2022, 28'
"L'Antica Nave del Vino" è un documentario sulla scoperta di un relitto romano del II secolo avanti Cristo, a una profondità di 92 metri nel golfo dell'Isola delle Femmine (PA). Il docufilm ripercorre la spedizione realizzata da un team internazionale di professionisti subacquei per effettuare una ricognizione per riportare alla luce il relitto.
__ 05 marzo
Olimpus
Regia di Pasquale D'Amico, 2021, 3'
Quanto erano straordinari gli uomini che vivevano nell'antica Grecia? Come sono riusciti a realizzare ciò che hanno fatto solo con carta e penna? Il video nasce da quella visione molto contorta delle cose che abbiamo noi esseri umani del 21esimo secolo...
---
Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico
21esima edizione, Rovereto, 04-09 ottobre 2010
10 luglio 2022
Grotta Gigante di Sgonico (Trieste)
www.anathemateatro.com
Regia: Luca Ferri
Con: Luca Ferri, Luca Marchioro, Alberto Fornasati, Massimiliano Kodric, Federica Copetti, Riccardo Iellen, Giulia Cosolo, Giulio Macri, Pietro Bressan
Produzione: Anà-Thema Teatro & Teatro della Corte
Costumi: Emmanuela Cossar
Illustrazioni: Massimiliano Riva
Assistente alla regia: Tiziana Guidetti
Debutta "Gli dei dell'Olimpo", la nuova produzione estiva di Anà-Thema Teatro che da ormai 15 anni è specializzata nello spettacolo itinerante. Anche quest'anno sarà uno spettacolo coinvolgente e divertente per tutta la famiglia. La produzione che sarà ispirata ai mitici dei dell'Olimpo, darà vita ad un momento d'intrattenimento davvero emozionante. Lo spettacolo si svolgerà all'aperto (o in caso di pioggia in luoghi da definire). Da ormai diversi anni la compagnia, raccoglie consensi da critica e pubblico che partecipa sempre numerosissimo a queste speciali rappresentazioni. Il pubblico incontrerà il forte Poseidone, il dio del sole Apollo, il temibile Ade, il protettore dell'amore Eros, il frizzante Dioniso, la temeraria Artemide,la giusta Atena, il dio della medicina Asclepio ed il grande Zeus, signore dell'Olimpo. I monologhi saranno di vario genere e stile, passando dalla divertente commedia a momenti più poetici a pezzi cantati e suonati dal vivo. (Comunicato stampa)
Documentari con riferimento alla Grecia, Magna Grecia e Sicilia in Rassegne cinematografiche estive 2022
Maremma Archeofilm
Festival internazionale del cinema archeologico
17-19 giugno 2022
Giardino dell'Archeologia - Grosseto
- 17 giugno 2022, ore 21.15 Seleucus I Nikator
Regia di Yiotis Vrantzas, produzione: Macine Motion Pictures Productions, Ephorate of Antiquities of Kilkis, Inglese con sottotitoli in Italiano, 12 minuti
Breve film animato basato sulla personalità di Seleuco I il Nicatore, uno dei grandi successori di Alessandro e fondatore della leggendaria dinastia dei Seleucidi.
___
Vieste Archeofilm
Festival internazionale del cinema di archeologia arte e ambiente
Premio "Venere Sosandra"
29 giugno - 01 luglio 2022
Castello - Vieste (Foggia)
- 30 giugno 2022, ore 21.15 Il patrimonio sommerso. Un museo sul fondo del mare
Regia di Eugenio Farioli Vecchioli, Marta Saviane, consulenza scientifica: Luca Peyronel, Produzione: Rai Cultura, 60 minuti
Un viaggio alla scoperta del patrimonio sommerso nei nostri mari. Dalle meraviglie della città sommersa di Baia alla storia della nave romana di Albenga. Dal Satiro danzante di Mazara del Vallo ai rostri navali della battaglia delle Egadi, nell'isola di Levanzo. Le pagine più importanti dell'archeologia subacquea italiana: dal lavoro pionieristico di Nino Lamboglia a quello dell'archeologo Sebastiano Tusa, scomparso tragicamente nel marzo del 2019.
- 01 luglio 2022, ore 21.15 Seleucus I Nikator
.. Ionio. Dialogo tra due mari
Regia di Lorenzo Scaraggi, Produzione: Regione Puglia, Consulenza scientifica: Nicolò Carnimeo, 23 minuti
Un dialogo tra due mari, due città, Taranto e Corfù, due punti di attracco che per secoli hanno visto partire e approdare marinai, mercanti, guerrieri, filosofi, artisti. Un racconto visivo fatto di narrazioni diverse, in lingue diverse che parlano lo stesso linguaggio: quello del mare e della storia. Nell'etimologia stessa della parola "dialogo" può riconoscersi il senso profondo del docufilm: la reciproca conoscenza sfocia in un percorso comune, da sempre motore di sviluppo culturale ed economico.
___
Centuripe Archeofilm
II Festival internazionale del cinema archeologico
"Premio Augusto"
08-11 luglio 2022
Piazza Duomo - Centuripe (Enna)
- 08 luglio 2022, ore 21.30 Il patrimonio sommerso. Un museo sul fondo del mare
___
Aquileia Film Festival - Rassegna internazionale del cinema archeologico
Film, Conversazioni, Libri, Musica
XIII edizione, 26 luglio / 2 agosto 2022
Piazza Capitolo - Aquileia (Udine)
- 26 luglio 2022, ore 21 Medea
Regia di Pier Paolo Pasolini, Produzione: Franco Rosselli, 1969, 118 minuti
Pier Paolo Pasolini rilegge il mito di Medea e affida la parte da protagonista alla "divina" Maria Callas. Il suo intento è riflettere sull'incontro - scontro tra culture diverse rappresentate da Medea e Giasone. Le riprese esterne furono girate in Cappadocia, ad Aleppo, a Pisa e nella laguna di Grado, luogo scoperto grazie all'amicizia con il pittore friulano Giuseppe Zigaina.
Varese Archeofilm 2022
Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente Etnologia
V edizione, 01-04 settembre 2022
Giardini Estensi - Varese
- 03 settembre 2022 Il mistero del Cavallo di Troia. Sulle tracce di un mito (The Mystery of the Trojan Horse - On the Trail of a Myth)
Regia di Roland May, Christian Twente, Produzione: Stefan Schneider / ZDF (Germania), Consulenza scientifica: Boris Dunsch, 52 minuti
La storia del cavallo di Troia è probabilmente una delle storie più famose mai raccontate. Ma se il mito del cavallo non fosse vero? Nuove rivoluzionarie scoperte dimostrano che una delle storie più famose di tutti i tempi dovrà forse essere riscritta. Il cavallo di Troia probabilmente non era affatto un cavallo. Ma allora come fecero i greci a superare in astuzia i loro nemici? E quale storia troveremo in futuro sui libri di storia? (Comunicato Archeologia Viva / Firenze Archeofilm)
Potrà restare per sempre ad Atene il Fregio del Partenone proveniente dalla Sicilia
Il governo della Regione Siciliana, con delibera di Giunta, ha dato il proprio consenso alla cosiddetta "sdemanializzazione" del bene, cioè l'atto tecnico che si rendeva necessario per la restituzione definitiva del frammento. Dallo scorso 10 gennaio, il frammento si trova già al Museo dell'Acropoli di Atene, dove nel corso di una cerimonia, a cui ha preso parte il Premier greco Kyriakos Mitsotakis, è stato ricongiunto al fregio originale.
In base all'accordo, a febbraio da Atene è arrivata a Palermo un'importante statua acefala della dea Atena, databile alla fine del V secolo a.C., che ha già riscosso notevole successo di visitatori e che resterà esposta al Museo Salinas per quattro anni; al termine di questo periodo, giungerà un'anfora geometrica della prima metà dell'VIII secolo a.C. che potrà essere ammirata per altri quattro anni nelle sale espositive del museo archeologico regionale. (Estratto da comunicato ufficio stampa Studio Esseci)
Jannis Kounellis: Gli anni Sessanta
23 marzo 2022 - 27 maggio 2022
MLFine Art - Milano
www.mlfineart.com
Il progetto espositivo, a cura di Francesco Guzzetti, si concentra su un momento tanto significativo quanto ancora non sufficientemente approfondito del percorso artistico di Jannis Kounellis (Il Pireo 1936 - Roma 2017), uno tra i più importanti esponenti dell'Arte povera. Pittore e scultore di origine greca, Kounellis si trasferisce a vent'anni a Roma per studiare presso l'Accademia di belle arti sotto la guida di Toti Scialoja. Dalla prima influenza dell'espressionismo astratto e dell'arte informale, il suo percorso artistico si smarca presto sulla spinta di un'urgenza comunicativa molto forte, che lo porta al rifiuto di prospettive individualistiche del linguaggio artistico in favore del rafforzamento del suo valore pubblico e collettivo.
Attraverso alcune opere di assoluta qualità, la mostra intende raccontare quel momento, a cavallo tra 1961 e 1963, in cui l'artista transitò dalla stagione folgorante dei cosiddetti Alfabeti - nati dal desiderio di superare l'arte informale dominante in quegli anni affidandosi a segni volutamente semplici - verso un graduale recupero di forme più articolate di rappresentazione.
Una formidabile tela del 1961 ben illustra la serie degli Alfabeti, in cui segni tipografici ingranditi (frecce, numeri, lettere)sono dipinti a monocromo scuro su una superficie chiara. Resi in questo modo indecifrabili, tali frammenti linguistici perdono la loro valenza semantica e, ricomposti in una struttura ordinata di memoria costruttivista, emergono con forza dalla superficie dell'opera, esaltandone l'aspetto visivo. Una tela del 1963, eccezionale anche per dimensioni, è invece uno splendido esempio di quel ristretto gruppo di opere - che prelude alla serie delle Rose del 1964-66, in cui l'artista mostra un rinnovato interesse per la materia e per gli elementi naturali - costituito da dipinti meno noti, ma molto significativi, che articolano e ampliano il raggio della sperimentazione di Kounellis su tecniche e materiali.
La tela, che evidenzia il legame con Mario Schifano, testimonia il passaggio a una fase pop nel percorso dell'artista, in coincidenza con la presentazione dell'arte pop statunitense alla Biennale di Venezia del 1964. Attraverso una selezione di opere raramente esposte in passato e con l'apporto di una ricerca scientifica condotta da Francesco Guzzetti (Università degli Studi di Firenze), la mostra vuole dunque rivelare al pubblico una stagione in cui l'artista seppe confrontarsi e anticipare le tendenze allora emergenti nella nuova avanguardia, imprimendo la propria cifra stilistica su un intero periodo della storia dell'arte a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta. (Comunicato ufficio stampa Lara Facco P&C)
Immagine:
Jannis Kounellis, opera senza titolo, 1961, olio su tela, 70.4 x 100 cm
---
Jannis Kounellis. Arte contemporanea tra Grecia e Italia Articolo
Jannis Kounellis: La storia e il presente
Galleria Nazionale di Palazzo Arnone - Cosenza (2007) Presentazione
kounellis / 14 disegni / 1991
MUSMA Museo della Scultura Contemporanea - Matera (2017) Presentazione
Firenze Archeofilm 2022
4a edizione, 02-06 marzo 2022
Cinema La Compagnia - Firenze
www.firenzearcheofilm.it
Tra i film in programma:
- 02 marzo, ore 10-18.15
.. Butterflies in the skies
regia di Yiannis Markakis, 16', in lingua Greca con sottotitoli in Inglese
- 03 marzo, ore 10-13
.. Antica Trasversale Sicula. Il cammino della Dea Madre
regia di Francesco Bocchieri, 80'
.. The Antikythera Cosmos
regia di Martin Freeth, 30'
- 04 marzo, ore 16-19
.. The Trace of Time
regia di Dionysia Kopana, 97', in lingua Greca con sottotitoli in Italiano
.. Noto. Il giorno della Paura (1693)
regia di Sebastiano Deva, 25', 2020/2021, in lingua Italiana con sottotitoli in Inglese
L'11 gennaio 1693 noto fu colpita dal più violento terremoto della storia recente in Europa. Quella mattina nessuno poteva sapere cosa sarebbe accaduto. Nessuno poteva immaginare che niente sarebbe stato più come prima...
- 05 marzo, ore 10-14.30
.. Akragas - città della bellezza
regia di Maria Aloisi, 9'
.. Vasa vasa
regia di Alessia Scarso, 12', in lingua Italiana e in Siciliano
Partnership Sicilia-Grecia: dal Museo dell'Acropoli arriva a Palermo la statua di Atena del V secolo a.C.
09 febbraio 2022
Museo Salinas - Palermo
Arriva a Palermo, dal Museo dell'Acropoli di Atene, la statua della Dea Atena, che sarà esposta per quattro anni al Museo Regionale A. Salinas. In base al protocollo d'intesa siglato tra i due musei, il mese scorso è arrivato nella capitale greca il frammento del fregio del Partenone (il cosiddetto "reperto Fagan"), che dal Museo archeologico Salinas ha raggiunto il nuovo Museo dell'Acropoli di Atene.
29 luglio 2021 - 30 gennaio 2022
Area monumentale Neapolis - Siracusa
Tomás Saraceno, artista argentino di origine italiana che vive e lavora a Berlino, è considerato uno dei maggiori protagonisti della scena artistica contemporanea internazionale e uno dei più influenti attivisti per la salvaguardia del pianeta che sfida, attraverso le sue opere, i modi dominanti di vivere e percepire l'ambiente. Nella mostra presenta un progetto multimediale creato appositamente per l'Area monumentale della Neapolis di Siracusa, dove l'artista opera per la prima volta, uno dei più importanti complessi archeologici del Mediterraneo con una superficie di circa 240.000 metri quadrati che comprende il Teatro greco, il cosiddetto Santuario di Apollo Temenite, l'Ara di Ierone II, l'Anfiteatro romano, le latomie del Paradiso, Intagliatella e Santa Venera, fino alla cosiddetta Tomba di Archimede.
I tradizionali percorsi archeologici della Neapolis saranno attraversati dal percorso narrativo sperimentale di Saraceno. Composta da diversi capitoli, dislocati in numerosi punti distanti tra loro, la mostra costruisce un proprio mondo sensoriale e semiotico, evolvendo come una vera e propria forma di vita nel corso dei mesi. Archeologia, ecologia, aracnomanzia, arte e attivismo sociale dialogheranno, tessendo nuove poetiche visive.
La mostra, a cura di Paolo Falcone, è promossa dalla Regione Siciliana - Assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, dal Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. È prodotta e organizzata da Civita Sicilia in collaborazione con Studio Tomás Saraceno, INDA - Istituto Nazionale del Dramma Antico e Accademia d'Arte del Dramma Antico.
L'esposizione è concepita come un dispositivo narrativo volto a moltiplicare le storie raccontate dal sito archeologico, si interroga sulla centralità della storia umana e in particolare su quella dell'Occidente, che trova il suo momento fondativo proprio nell'epoca classica. La ragnatela, l'aracnomanzia, l'evocazione e la reinterpretazione dei miti, così come il concetto di metamorfosi diventano concetti guida per ripensare e riscoprire l'intreccio di forme di vita, linee temporali e reti simbiopoietiche che animano l'Area, portando l'attenzione del pubblico a rivolgersi a coloro che l'hanno abitata per milioni di anni, come le 46 specie di ragni che sono state ritrovate all'interno.
Aracronie e antropocronie, geo-storie e idro-storie, mitologie ibride e post-umane raccontano le urgenze del presente attraverso linguaggi oracolari e vibrazioni impercettibili, chiedendo ai visitatori di prestare attenzione alle reti di vita che ci collegano alle nostre ecologie circostanti e di riconoscere la responsabilità necessaria per fermare il ciclo distruttivo del Capitalocene.
L'Area monumentale della Neapolis, scenario ideale per le installazioni di Saraceno, è un sito del Parco Archeologico e Paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. La sua fama nel mondo è legata al maestoso Teatro greco situato al suo interno dove, da più di cento anni, con le rappresentazioni dell'INDA - Istituto Nazionale del Dramma Antico, continuano ad essere rievocate le tragedie e le commedie che hanno commosso ed emozionato gli antichi abitanti della città greca. Nonostante lo sviluppo della città moderna, la Neapolis ha saputo conservare e valorizzare il fascino degli spazi naturali e dei manufatti artificiali che la caratterizzano, assumendo il ruolo di simbolo della città, meta di visitatori da tutto il mondo.
Ed è proprio il percorso di visita, un continuo connubio tra storia e natura, ad aver ispirato il progetto di Tomás Saraceno: la spettacolare Ara di Ierone II; l'affascinante Grotta del Ninfeo, il santuario dedicato al culto delle Muse, sulla rupe che sovrasta l'edificio teatrale con una vista mozzafiato sull'insenatura naturale del Porto Grande, fonte di ricchezza per la città antica e teatro di sanguinose battaglie; la flora con centinaia di specie e vere e proprie rarità botaniche. (Comunicato ufficio stampa Civita)
Torna ad Atene il Frammento del Partenone custodito a Palermo
Accordo fra il Museo dell'Acropoli e il Museo Salinas. Dalla Grecia arrivano in Sicilia una statua della dea Atena e un'antica anfora geometrica. Previste comuni iniziative in partnership Sicilia-Grecia.
Il sostegno degli italiani alla Rivoluzione Greca
1821-1831: Prove generali di Risorgimento
ed. ETPbook
* Presentazione libro il 16 dicembre 2021 al Circolo Letterario "Parnassos" di Atene
Il volume è pubblicato è versione italiana e greca in occasione del Bicentenario della Rivoluzione Greca. Il Maestro Neoklis Neofitidis eseguirà al piano pezzi di compositori filellenici.
Trieste e il Bicentenario del Risorgimento Ellenico (1821-2021)
Anche a Trieste, come in altre città europee, è stata allestita una rassegna d'arte per sottolineare la ricorrenza dell'inizio di uno dei principali avvenimenti nella Storia continentale. In particolare, nella città Giuliana una esposizione composta da carte da parati, dipinti, litografie, arazzi, fotografie, oggetti, disegni. La mostra "Les Combats des Grecs. Papiers Peints. Decorazioni filelleniche negli interni di Palazzi italiani", curata da Olympia Pappa, nello spazio espositivo del Magazzino 26 del Porto Vecchio (16 ottobre - 07 novembre 2021).
1821-2021. Il Risorgimento della Grecia e il Regno delle Due Sicilie
Il Risorgimento della Grecia, la sua rilevanza nel quadro della politica estera del Regno delle Due Sicilie, l'apporto di preminenti personalità DuoSiciliane al percorso di indipendenza del popolo ellenico, le conseguenze sugli sviluppi storico-politici a Cipro, sono stati i temi della mostra "Napoli e il Risorgimento Greco (1821-2021)", allestita nel capoluogo partenopeo dal 30 giugno a novembre 2021 e inaugurata in contemporanea ad Atene e Nicosia.
14 settembre (inaugurazione) - 30 ottobre 2021
A Pick Gallery - Torino
www.apickgallery.com
Esmeralda Kosmatoupoulos (Thessaloniki, 1982) è un'artista concettuale che indaga due grandi tematiche, il linguaggio e l'identità, attraverso diverse tecniche. Nata in Grecia e cresciuta a Parigi, ora vive fra il Cairo, Parigi e New York e il suo lavoro è incentrato sulla memoria, personale e collettiva, che si trova alla base della storia e della cultura. L'esperienza personale entra preponderante nel suo lavoro e costruisce connessioni tra passato e presente, alla ricerca dei più piccoli denominatori comuni che colleghino il tempo e lo spazio nella esperienza umana.
Attraverso le installazioni e una serie di lavori fotografici in mostra l'artista rilegge alcuni versi del "Cantico dei cantici", testo contenuto nella Bibbia ebraica, composto da otto poemi d'amore in forma colloquiale tra un uomo (Salomone) e una donna (Sulammita). Il poema inizia con l'espressione di desiderio della donna per il suo amante e continua con un dialogo tra loro. Dai versi scaturiscono opere, ne è un esempio "la mia amata è per me come un grappolo di Cipro in fiore nei vigneti di En Gedi" che diventa il trittico My beloved is to me a grape from the vineyards of Engedi dove il cibo è metafora ed esprime amore e attenzioni sensuali.
In Caressing walls l'artista approfondisce le relazioni attraverso il tatto, il senso maggiormente usato, il più istintivo, il senso che annulla le distanze tra noi e l'altro. Nell'epoca digitale la sensazione è quella di perdere il contatto; di relazionarsi spesso al di là di uno schermo, di guardare e interagire attraverso spazi virtuali. Esmeralda Kosmatopoulos rilegge il gesto comune di accarezzare qualcosa o qualcuno, esplorando le varie sfumature del tatto e dei suoi limiti. Ogni scoperta avviene attraverso la pelle, vista sia come un mezzo di comunicazione, sia come il confine del nostro corpo. Dal piacere al dolore, le opere in mostra elaborano la vulnerabilità umana. (Estratto da comunicato stampa)
Anatomy of silence / Miden Festival - Kalamata Greece
14-22 settembre 2021 (solo su appuntamento + GreenPass)
[.BOX] Videoart Project Space - Milano
www.dotbox.it | www.festivalmiden.gr
Selezione di videoarte greca, a cura di Gioula Papadopoulou, che riunisce opere che commentano silenziosamente in modo definito l'esistenza umana, attraverso immagini simboliche e azioni minimaliste. La selezione comprende 9 opere video di videoartisti conosciuti ed emergenti provenienti dalla Grecia. Video Art Miden (Miden in greco significa "zero") è un'organizzazione indipendente per l'esplorazione e la promozione della videoarte. Fondato da un gruppo indipendente di artisti greci nel 2005, è stato uno dei primi festival di videoarte specializzati in Grecia, a porsi come obiettivi lo sviluppo e la creazione di opere di videoarte originali, oltre che aiutare la diffusione e lo svilupparo di ricerche pertinenti.
Attraverso collaborazioni e scambi con i principali festival e organizzazioni internazionali, è stata riconosciuta come una delle piattaforme di videoarte di maggior successo ed interessanti a livello internazionale, e come un importante punto di scambio culturale per la videoarte greca e internazionale. I programmi di screening Miden hanno viaggiato in molte città della Grecia e in tutto il mondo e sono ospitati da importanti festival, musei e istituzioni in tutto il mondo. (Comunicato stampa)
Video:
1. Babis Venetopoulos, Ship of Fools, Grecia 2017, 3.32
2. For Cancel, Through the wasteland, Grecia 2018, 6.29
3. Makis Faros, The will, Grecia 2018, 4.01
4. Gioula Papadopoulou, Fall, Grecia 2018, 1.51
5. Poly Kokkinia, Out my body, Grecia 2005, 1.59
6. Alexandros Kaklamanos, Skin Shedding, Grecia 2016, 7.57
7. Fotis Kolokithas, Point, Grecia 2017, 2.25
8. Yiannis Pappas, Reflex, Germania 2017 1.34
9. Anna Vasof, Popcorn Free Throws, Austria 2018, 1.32
Durata: 35 minuti
1821-2021. Mostra dedicata al Bicentenario del Risorgimento della Grecia
Al Museo di Cultura Bizantina di Thessaloniki (Salonicco), la mostra "WAAG. We Are All Greeks!", allestita dal 15 maggio al 29 agosto 2021, ha rappresentato una occasione di notevole rilievo storico e culturale per evidenziare la ricorrenza del Bicentenario dall'inizio del Risorgimento della Grecia, che condusse alla liberazione del popolo ellenico dal giogo dei turchi ottomani. La rassegna è stata organizzata dal Museo di Cultura Bizantina e dalla Comunità Ellenica Siciliana "Trinacria" e in autunno sarà a Palermo, al Museo Regionale di Arte Moderna e Contemporanea Belmonte Riso.
Canti liturgici ortodossi delle tradizioni slava, greca e georgiana
30 luglio 2021, ore 21.15
Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio (Martorana) - Palermo
www.restartpalermo.it
- Concerto narrato Dalla terra al cielo. Il canto liturgico dell'Oriente cristiano
Coro Svete Tikhij
Irina Nedoshivkina Nicotra, direttore
Maria Giuliana Rizzuto, etnomusicologa, Università degli Studi di Palermo
Il concerto propone un percorso musicale diacronico, a partire da canti anonimi, espressione dei primi secoli del cristianesimo, fino ad alcune composizioni musicali dell'Ottocento (M.A. Balakirev, D.V. Allemanov) e del Novecento (S. Rachmaninov e N. Kedrov). I brani eseguiti nelle lingue greca, slavonica e aramaica, secondo le tradizioni musicali slava, greca e georgiana, sono espressione del multiforme mosaico sonoro dell'Oriente cristiano.
Questo percorso permette la scoperta della peculiare funzione comunicativa che il canto riveste nei riti delle Chiese d'Oriente. Gli inni, eseguiti ritualmente, mettono in relazione il microcosmo umano e il macrocosmo divino, nell'equilibrio tra anima e corpo. I canti, come le icone, divengono, così, le porte per accedere alla bellezza celeste a partire dall'esperienza terrena.
_ Programma
1. "Kyrie, eleison", tradizione bizantina (anonimo);
2. "Blagoslovi, duše moja, Gospoda", Prima antifona della Divina Liturgia, canto paleoslavo (anonimo);
3. "Cheruvimskaja", Inno cherubico (anonimo);
4. "Bogoriditse, Dievo", Inno alla Madre di Dio, melodia georgiana (anonimo);
5. "Milost' Mira", Misericordia di pace, melodia athonita (anonimo);
6. "Gospodi pomiluij", Acclamazione in risposta alla ektenia, melodia dell'antico monastero di Elenskij (Bulgaria), arrangiamento di Sepfora;
7. "Anghel vopiaše", Megalinario di Pasqua, melodia del monastero di Valaam (Russia), armonizzazione di M.A. Balakirev;
8. N. Kedrov, figlio, "Svete tikhij", Inno vespertino;
9. S. Rachmaninov, "Tebe poiem", Canto dell'Epiclesi;
10. D.V. Allemanov, "Vzsbrannoij Voievode", Inno alla Madre di Dio;
11. Schiarchimandrita Serafim, "Kadishà Elàh", Inno trisagio (canto in aramaico).
Il coro Svete Tikhij, diretto da Irina Nedoshivkina Nicotra, nasce nel 2014 per gli uffici liturgici della chiesa di S. Alessandro di Comana del Patriarcato di Mosca a Palermo, interamente cantati e destinati alla comunità ortodossa palermitana. A partire dal 2015, il coro è andato oltre la propria vocazione iniziale e ha intrapreso, con l'acquisizione di nuovi membri, sia russi sia italiani, interessati al canto liturgico delle Chiese d'Oriente, un'attività concertistica volta a far conoscere repertori liturgici e paraliturgici di tradizione ortodossa poco conosciuti in Occidente.
Nel repertorio del coro, oltre a canti tradizionali dell'ufficio divino, rientrano opere diverse per epoca, genere, stile, lingua e provenienza geografica, dal canto slavo antico a compositori dell'Ottocento e del Novecento (tra cui Glinka, Balakirev, Cajkovskij, Bortnjans'kyj, Cesnokov, Rachmaninov, Allemanov, Hristov, Kedrov, Yaitchkov e Sviridov). I vari repertori vengono adattati allo stile della liturgia slava grazie all'uso dei testi appartenenti alle diverse tradizioni ortodosse. Tra i molti concerti si ricordano quelli di Palermo alla Cappella Palatina, nell'Oratorio delle Dame, nell'Agorà del Museo Archeologico Salinas nell'ambito del "Festival delle letterature migranti", nella chiesa evangelica valdese a favore di Azione Parkinson Sicilia Onlus, nella sala dei concerti dell'Istituto dei Ciechi "Florio-Salamone", e nel duomo di Monreale.
Inoltre il coro si è esibito a Messina e a Palermo nel corso di manifestazioni del Consolato della Russia. Nel 2019 il coro ha partecipato alla VIII edizione della "Settimana delle Culture" di Palermo. Nel 2020 ha realizzato un concerto narrato "Svieta ot svieta" durante le "Giornate di studio Luce da luce" all'interno delle manifestazioni svoltesi a palazzo Riso, a Palermo, dal titolo "L'esperienza estetica nella tradizione cristiana d'Oriente e islamica. Luoghi dell'arte e linguaggi del contemporaneo", organizzato dalla Regione Siciliana assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana e dal Dipartimento Culture e Società, Università degli Studi di Palermo, Officina di Studi Medievali.
Il 6 gennaio 2021 il coro si è esibito in un concerto narrato sul tema del Natale, intitolato "Luce d'Oriente", teletrasmesso da una emittente televisiva palermitana, nell'ambito della manifestazione del Comune di Palermo per il Natale 2020 "Accendiamo una luce". Il coro si esibisce in diverse tipologie performative. A quella classica concertistica, a partire dall'aprile 2018 si è aggiunta quella dei "concerti narrati", fatta in collaborazione con l'etnomusicologa Maria Giuliana Rizzuto, che pubblica articoli e saggi in riviste nazionali e internazionali in ambito etnomusicologico
La chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio prende il nome dall'Ammiraglio della flotta di Ruggero II d'Altavilla, Giorgio di Antiochia. Ufficiale siriano di culto bizantino, l'Antiocheno la edificò verso la metà del XII secolo accanto al suo palazzo, dedicandola alla Madre di Dio per ringraziarla della protezione che gli aveva concesso nella sua lunga vita militare sui mari.
La chiesa fu costruita su pianta a croce inscritta, tipica delle chiese bizantine del tardo periodo, orientata in asse con l'abside a Est e la facciata a Ovest, perché si doveva sempre pregare verso oriente. Comprendeva anche un nartece che all'epoca era connesso a un cortile porticato aperto, sotto il quale scrivani e notai svolgevano la loro attività per la comunità bizantina. Questo portico fu in seguito unito al campanile.
Appena varcato l'ingresso dal campanile, si apre l'Atrio interno, sovrastato da volte, sostenute dalle otto colonne del vecchio portico. Due colonnine recano iscrizioni arabe dal Corano. La volta della sala di quest'atrio fu affrescata da Olivio Sozzi (Catania 1690 - Ispica 1765) nel 1744, col tema della Gloria dell'Ordine Benedettino. Sono dieci scene divise in due parti di cinque ciascuna, in ovali mistilinei, le cui cornici sono in trompe l'oeil per aumentare lo spazio e la profondità. Bell'effetto coloristico è lo sfondo dei cieli azzurri in contrasto col grigio scuro degli abiti dei monaci.
Diceva il viaggiatore e mercante Ibn Gubair, a Palermo nel 1185, che la "chiesa dell'Ammiraglio era uno dei più stupendi monumenti dei cristiani... che mancano le parole a descriverla ed è forza tacerne, perché è il più bel monumento del mondo". Rimase molto impressionato dagli ori e dai colori dei mosaici. L'apparato dei mosaici, che rivestono interamente le volte e gli archi della croce greca dell'originaria chiesa bizantina, è uno dei più importanti del mondo.
Il culmine è naturalmente la cupola che ha al centro il Pantocratore a figura intera, seduto sul trono, benedicente-annunciante con la destra, mentre regge il Vangelo con la sinistra, appoggiando i piedi sulla Terra sotto forma di sgabello. Nella cornice in greco il brano evangelico che inizia con "Io sono la luce del mondo...". Volano intorno al Cristo i quattro arcangeli. Nel tamburo, gli otto profeti, che tengono in mano i cartigli delle profezie, e nelle nicchie i quattro evangelisti. (Comunicato stampa)
Paola Maria Minucci | Konstandinos P. Kavafis
26 febbraio 2021 www.hfc-worldwide.org/trieste | www.youtube.com/channel/UCupCuYITPUiZl55XqhLtDfg
Assegnato a Paola Maria Minucci il Primo Premio Benno Geiger VII edizione - Fondazione Cini per la traduzione dal greco dell'intera opera poetica di Konstandinos Kavafis in un'elegante volume bilingue Konstandinos P. Kavafis: Tutte le poesie, edizioni Donzelli Roma, dicembre 2019 (714 pp). Cerimonia di premiazione si terrà in streaming sul canale Youtube della Fondazione Giorgio Cini. Paola Maria Minucci, docente fino al 2018 di Lingua e Letteratura Neogreca all'Università Sapienza di Roma, traduttrice e critica letteraria, ha svolto un'importante opera di diffusione della poesia e della letteratura neogreca in Italia.
Per la prima volta è stata pubblicata in Italia tutta l'opera poetica di Kavafis in un elegante volume con il testo greco a fronte, traduzione a cura e con un'interessante postfazione di Paola Maria Minucci, risultato di un attento e impegnativo lavoro, durato otto lunghi anni. Fino a poco tempo fa, infatti, se si esclude qualche eccezione circoscritta all'ambito universitario, l'immagine e la fama del poeta, soprattutto in Italia, erano affidate quasi esclusivamente a 154 poesie e a poche altre fra quelle cosiddette nascoste o segrete, e ad alcune delle rifiutate. La sua opera poetica ora viene qui presentata integralmente.
Oltre ai testi poetici riconosciuti e a cui il poeta ha dato il suo imprimatur, 153 con l'aggiunta di un'ultima lirica postuma, vengono tradotte altre 74 poesie per la maggior parte inedite (Poesie segrete) ma, quel che è più interessante, liriche che Kavafis riteneva di dover conservare segretamente, testi da non pubblicare, ma da conservare, come lui stesso ha scritto in margine a diversi di questi componimenti. Concludono il volume anche 27 tra le sue poesie più antiche, di cui alcune da lui edite su riviste locali o comunque fatte circolare nella forma prediletta dei foglietti volanti, ma in seguito da lui stesso rifiutate. In appendice vengono proposti anche i primi versi scritti da Kavafis in inglese, composti tra il 1877 e il 1882, quindi molto prima delle sue composizioni in greco.
Non inclusi in questo volume, sono 30 abbozzi di poesie incompiute, pubblicati in un'edizione filologica in Grecia a cura di Renata Lavagnini e da lei poi tradotti in italiano. La lettura di tutta l'opera di Kavafis, riunita in un solo volume, evidenzia, come più volte è stato affermato, la particolarità della sua produzione poetica: il suo essere cioè un continuo work in progress; permette di entrare nel laboratorio del poeta, mettendo in luce il lavoro ossessivo su ogni testo, rielaborato per anni, se non per decenni, ma soprattutto offre un quadro della sua poesia e delle tematiche che l'attraversano decisamente più ricco e dagli orizzonti più aperti. Queste pagine - scrive la curatrice nella sua postfazione - "sono un tramite, un mezzo per capire meglio ciò che si cela dietro le sue parole, per andare oltre i vari mascheramenti, storici, mitologici e finanche autobiografici. Sotto questa luce la sua poesia diventa una grande metafora e l'opera completa una chiave per leggerla".
Anche se, come è il convincimento di molti, le prove giovanili non reggono il confronto con i testi poetici del periodo creativo maturo di Kavafis, molte di esse -si legge ancora nella postfazione al volume - si rivelano decisamente interessanti e in alcuni casi, soprattutto per quanto riguarda le poesie segrete, artisticamente valide. "Sono componimenti che ha nascosto, ha sepolto, per usare il termine a cui lui stesso fa più volte ricorso, ma è poi proprio a queste poesie che riconosce un valore e un'importanza notevoli, se arriva ad affermare che è solo da ciò che ha rifiutato che verrà compreso davvero; del resto è a questi versi che il poeta affida la parte più autentica e profonda di sé, come scrive già nel 1892: Molte le poesie scritte nel mio cuore, e quei canti sepolti sono a me molto cari. (« Nous n'osons plus chanter les roses », 1892)".
- Nota di Maria Minucci
Ho cominciato a occuparmi della poesia di Kavafis fin dai primissimi anni del mio interesse per la letteratura neogreca. Risale al 1979 il mio saggio monografico uscito in Italia per la casa editrice Nuova Italia nella collana Il Castoro e in seguito pubblicato anche in Grecia (1987). Nel corso degli anni mi sono più volte occupata della traduzione della sua poesia anche con saggi critico-teorici e infine con la pubblicazione di una antologia Poesie d'amore e della memoria (Newton Compton, Roma, 2006, pp. 293) in cui proponevo in italiano 111 delle 154 poesie del corpus riconosciuto. Con il tempo ho poi maturato il convincimento che era arrivato il momento di far conoscere al pubblico di lettori italiani la sua intera opera poetica.
È così cominciato un lento lavoro di lettura e resa in italiano di tutti i suoi testi poetici, un tentativo di entrare in un dialogo profondo con la sua poesia, cercando di capire ciò che Kavafis esprimeva al di là delle parole, applicando la chiave di lettura che lui stesso ci indica in molte poesie. Per comprendere veramente i suoi versi, è infatti importante andare a cercare l'emozione che rimane molto spesso nascosta dietro gli episodi e il loro racconto. Si tratta di capire anche quello che non scrive, quello che suggerisce e di cui ci dà soltanto qualche minimo indizio, dando voce non solo a quello che trova espressione nelle parole, ma anche a quello che trasmette come sensazioni.
È stato un lavoro di scavo che Kavafis ha per primo fatto su se stesso seguendo un cammino che porta all'essenzialità, una strada che il traduttore deve percorrere insieme a lui. La trasposizione in italiano ha cercato di rendere la semplicità e linearità classica del testo di Kavafis, che a volte può apparire anche come un'asperità realistica senza concessioni ad abbellimenti; con un'attenzione particolare alla scelta del lessico e a tutte le sue sfumature ma anche alla sua punteggiatura, spesso trasgressiva, che sottolinea il ritmo a singhiozzo di molte sue poesie, come un ricordo semicancellato che torna alla memoria con piccoli flashes, frammentari. (Comunicato Fondazione Ellenica di Cultura - Trieste)
Costas Varotsos nel giardino di Castelvecchio
termina a febbraio 2021
Museo di Castelvecchio - Verona
www.studiolacitta.it
Studio la Città prosegue la collaborazione con i Musei Civici e in particolare con il Museo di Castelvecchio. Questa volta protagonista della collaborazione è l'installazione dell'artista ateniese Costas Varotsos, intitolata Orizzonte, un'opera del 1996 in ferro e vetro che l'artista, abituato a cimentarsi in grandi spazi spesso naturali, ha scelto di collocare nel Giardino di Castelvecchio. Il vetro è da sempre il protagonista della produzione artistica di Varotsos, che predilige le grandi dimensioni, a testimonianza della sua riflessione su temi essenziali della vita e dell'uomo quali lo spazio, il tempo, la natura, l'energia. Monumentalità e profondità poetica concorrono assieme alla realizzazione finale, che si concretizza in un gesto minimale come la linea di un orizzonte tra cielo e terra. Il minimalismo delle sue opere coincide con quello delle sue idee: luce, trasparenza, energia, movimento, tempo, equilibrio.
La sua è un'incessante ricerca di un equilibrio tra arte e contesto, che spesso non è quello chiuso di una galleria o di un museo, ma quello urbano o, più spesso ancora, naturale, nel tentativo di trovare la giusta proporzione tra azione umana e potere della natura. Penso che in questo caso la collocazione nel Giardino di Castelvecchio raccolga in un unico luogo tutti i diversi contesti indagati da Varotsos - afferma la gallerista Hélène de Franchis. Già in passato Studio la Città e il Museo di Castelvecchio hanno creato occasioni di incontro fra l'arte contemporanea e il suggestivo spazio del castello.
Nel 2007 l'installazione Ultramarinblau Dunkel Pb 29.77007 composta da 18 lastre lunghe quattro metri in resina e dal colore blu intenso di Herbert Hamak esposte a cavallo delle merlature, illuminò la riapertura dei camminamenti di ronda del castello e la collocazione nella torre dell'orologio della statua di Mastino II della Scala. Nel 2012, in occasione del progetto "Guardiamoci intorno", l'installazione laser From a good absorber to a good emitter dell'artista Arthur Duff fu proiettata su una delle pareti del Museo.Orizzonte sarà esposta per un periodo di sei mesi durante i quali saranno organizzate visite guidate, approfondimenti e incontri con l'artista. (Comunicato stampa Studio la Città)
Immagine:
Costas Varotsos, Orizzonte, ferro e vetro cm 200x380x50, 1996 (foto di Michele Alberto Sereni)
Presentazione di Parliamo greco (senza saperlo)
13 novembre 2020, ore 18
Live - on line su pagina social Comites Grecia
Le radici dell'Europa unita sono nella lingua greca: un nuovo dizionario si propone di farcelo scoprire. Il Comites - Grecia invita ad assistere alla presentazione live on line del lessico plurilingue Parliamo greco (senza saperlo), curato da Maria Mattioli e pubblicato dalla ETPbooks di Enzo Terzi. Nel mettere in risalto le parole greche esistenti parallelamente nei vari idiomi europei Parliamo greco (senza saperlo), ci permette di cogliere alcuni elementi sostanziali che dovrebbero profondamente rimotivare i vari popoli europei a ricercare la loro unità. Tra questi bisogna appunto includere la lingua greca che ininterrottamente da secoli continua a influenzare tutte le lingue dell'Europa rendendole di fatto sorelle.
La lingua greca è nel loro DNA e, grazie ad essa, alle radici greche che troviamo nei vari idiomi, ma anche nei nomi che mettiamo ai bambini possiamo davvero dire che i popoli europei parlano la stessa lingua. Bisognerebbe però cercare di capire meglio quanto ci assomigliamo, sia perchè padroneggiare e saper riconoscere le radici greche ci permetterebbe di imparare meglio le varie lingue europee, sia perchè riconoscersi simili potrebbe essere alla base di un rinnovato cammino verso un'unione europea politicamente e socialmente più consapevole.
Questo il messaggio lanciato dal nuovo lessico Parliamo greco (senza saperlo) realizzato da Maria Mattioli, Insegnante di italiano e pubblicato dalla ETPbooks di Enzo Terzi, In quest' opera sono state raccolte oltre 3000 parole greche, prestiti e antiprestiti parallelamente presenti nelle principali lingue europee ed inoltre un vasto repertorio di nomi propri di origine greca, radici, suffissi, prefissi, che sostanzialmente fotografano lo stato attuale dei rapporti tra il greco e gli altri idiomi. Tutte le parole raccolte nel lessicocostituiscono un potente strumento di dialogo tra le sei lingue prese in esame: greco, italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco le quali, grazie ad essi, si rivelano più vicine di quanto non si immagini.
Lo studio, con prefazione del Professor Cristiano Luciani, Docente di Neogreco all'Università di Tor Vergata e di Dimitra Giannara, Docente di greco alla Scuola italiana di Atene e Letteratura europea all'Università Greca Aperta di Patrasso, analizza anche il fenomeno dei calchi ovvero la traduzione delle parole greche in latino, iniziato già nella Roma arcaica con Livio Andronico e proseguito con autori quali Plauto e Cicerone, che ha fatto sì che si creassero neologismi latini, ma dall'anima profondamente greca. Prestiti ed antiprestiti parallaleli e calchi permettono dunque di dire che la provocazione lanciata dal titolo Parliamo greco non è poi così lontana dalla realtà.
Fondamentale per quest'opera è tuttavia cercare di evidenziare quanto questo patrimonio linguistico, profondamente penetrato nelle varie lingue, possa essere impiegato per mettere in comunicazione le moderne lingue europee tra di loro; far sì che esse possano riconoscersi reciprocamente sorelle. Nell'appendice didattica del volume, cui ha collaborato anche Caterina Monari, Docente di latino e greco, al Liceo Muratori S.Carlo di Modena, grazie a cruciverba ed indovinelli è possibile avvicinarsi al materiale in modo istruttivo, ma divertente. Le suggestive ed originali immagini realizzate da Carlo Bordone arricchiscono l'opera rendendola non solo più significativa, ma anche più leggera e fruibile. La presentazione live online è promossa ed organizzata dallo sportello Europe Direct del Comune di Modena, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali, Università di Modena e Reggio Emilia e ETPBooks - Enzo Terzi Publishing.
Il programma prevede il saluto iniziale di Anna Maria Lucà, Assessora Comune di Modena con delega all'Europa e Lorenzo Bertucelli, Direttore del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali, UniMore. Successivamente Caterina Monari, Docente di latino e greco, Liceo Muratori-S.Carlo,Modena; Enzo Terzi, Editore; Franco Nasi, Docente di Lingue e Letterature anglo-americane,UniMore e Carlo Bordone, Illustratore dell'opera parleranno del volume con l'autrice Maria Mattioli. (Comunicato di presentazione del Comites - Grecia)
Marina Abramovic
7 Deaths of Maria Callas
September 2, 2020 (World premiere)
Bayerische Staatsoper - Munich
Performance dates: September 3, 5, 6
"For 25 years I have wanted to create a work dedicated to the life and art of Maria Callas. I had read all the biographies about her, listened to her extraordinary voice and watched film recordings of her performances. Like me she was a Sagittarius, I was always fascinated by her personality, her life - and her death. Like so many of the characters she portrayed on stage, she died for love. She died of a broken heart." These are the sentences Marina Abramovic wrote in her autobiography Walk through walls.
At the Bayerische Staatsoper, the performance artist is now creating 7 Deaths of Maria Callas together with the young composer Marko Nikodijevic. Using famous Callas scenes from the operas Carmen, Tosca, Otello, Lucia di Lammermoor, Norma, Madama Butterfly and La traviata, Abramovic illuminates both the tragic fates of Callas' stage characters and the life story of the singer on stage, in the social limelight and as a private person. Abramovic is directing, designing the stage set and will be on stage herself. Music by Marko Nikodijevic and scenes of operas by Georges Bizet, Gaetano Donizetti, Giacomo Puccini and Giuseppe Verdi Film actor Willem Dafoe, Costumes by Riccardo Tisci. (Press release)
Rassegna del cortometraggio italiano. I dieci cortometraggi vengono presentati in due serate open air di 1h 15' presso la terrazza adiacente la sede dell'associazione Artemis, in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Atene e nell'ambito della Rete di Cooperazione Culturale Italo-Ellenica, l'Associazione propone in Grecia. La manifestazione è inserita nell'iniziativa "Tempo Forte - Italia-Hellas" dell'Ambasciata d'Italia in Atene, e fa parte di una promozione del cinema italiano in Grecia contestualmente alle versioni fisica ("L'altro Sé") ed informatica ("Il cinema italiano viaggia online") della VI Rassegna cinematografica e ad un "Omaggio a Mario Brenta Cinema e realtà: le parole delle cose".
I filmati, messi gratuitamente a disposizione in tutto il mondo dal Centro Nazionale del Cortometraggio, costituiscono una selezione dei lavori più interessanti e rappresentativi realizzati nel corso dell'anno precedente da registi italiani nell'ambito della narrativa, della fantascienza, del thriller. La rassegna è inclusa fra le numerose proposte culturali dell'Italian Online Summer Fest, promosso dall'Ambasciata d'Italia in Grecia nell'ambito dell'iniziativa "Tempo Forte", dall'Istituto Italiano di Cultura di Atene e dall'AIAL. Le pellicole, in lingua originale con sottotitoli in greco, sono disponibili in streaming dal 3 luglio al 17 settembre previa registrazione al sito dedicato. A partire dal 18 settembre e fino al 31.12.2020 le pellicole sono disponibili online. (Comunicato di presentazione dell'Associazione Italiana Amici di Leros)
___ Cortometraggi in programma
- Borntwice, di Giada Bossi, 2019, 8'
- Il fagotto, di Giulia Giapponesi, 2019, 15'
- Il muro bianco, di A. Brusa & M. Scotuzzi, 2019, 13'
- A colloquio con Rossella, di Andra Andolina, 2019, 11'
- Amateur, di Simone Bozzelli, 2019, 15'
- Quando la banda passò, di Maurizio Forcella
- Manica a vento, di Emilia Mazzacurati, 2019, 19'
- Veronica non sa fumare, di Chiara Marotta, 2019, 20'
- Lella, di Michele Capuano, 2019, 15'
- Senza tenere premuto, di Paolo Strippoli, 2019, 13'
"La Commedia all'Italiana versione 2.0"
Rassegna cinematografica in Grecia
www.aial.gr
La gloriosa Commedia all'italiana che ha fatto la fortuna all'estero del cinema italiano anche più del Neorealismo, nata "postuma" perché denominata tale solo quando già si avviava al suo tramonto, e ufficialmente dichiarata defunta dalla critica nei primi anni '80, cerca pian piano nel secondo millennio di risorgere dalle sue ceneri, di cambiare pelle, di aggiornarsi confrontandosi con le problematiche sociali contemporanee. Inquadrandosi in un generale fermento ed un rinnovamento del cinema italiano, che tende sempre più a perdere le caratteristiche del cinema d'evasione per impegnarsi sempre più nella satira di costume, ed assumendo sempre più i tratti della satira sociale.
La rassegna, proposta dall'Ambasciata d'Italia nell'ambito dell'iniziativa "TempoForte" e dall'Istituto di Cultura di Atene in collaborazione con l'AIAL Associazione Italiana Amici di Leros (Leros, Dodecaneso - Grecia) è inserita nell'Italian Online Summer Fest_GR. Gli otto film che compongono la rassegna, tratti dalla più recente produzione italiana ed inediti in Grecia, vengono ospitati dalla piattaforma webTV della ERT sul territorio nazionale dal 14 al 29 luglio 2020. Inoltre, i primi quattro della serie vengono mandati in onda ogni martedì alle 23.00 sul canale ERT2 a partire dal 7 luglio 2020. Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in greco.
In onda sul canale ERT2 ogni martedì alle 23.00 a partire dal 7 luglio 2020. In rete sulla piattaforma Ertflix dal 14 al 29 luglio 2020. (Comunicato stampa)
VI Rassegna del Cinema Italiano
Leros (Grecia), 22 maggio - 25 giugno 2020
www.aial.gr
Nell'ambito del programma "Tempo Forte Italia-Hellas 2020" e della Rete di Cooperazione Culturale italo-ellenica, e con il supporto della Federazione Nazionale Cineclub, il cinema italiano viaggia online in Grecia. La rassegna segue lo schema tradizionale presentando ogni settimana una pellicola differente, a disposizione dello "spettatore" appena effettuata la registrazione sulla piattaforma Shift72, valida per tutta la durata della manifestazione. Ogni pellicola, seguendo il calendario in calce, resterà disponibile da ogni venerdì a partire dal 22 maggio, fino al giovedì successivo. Una volta effettuata la registrazione, è sufficiente effettuare il login nel momento in cui si decide di "andare a cinema" e godersi il film in pieno relax! Ogni pellicola è accessibile una sola volta (come al cinema: ogni "biglietto" è valido per una sola "proiezione"...) per ciascun utente registrato.
Se la si vuole rivedere, o se avete incuriosito un familiare, basta effettuare una seconda registrazione utilizzando un differente indirizzo email. A causa di restrizione territoriale dei diritti di riproduzione, l'accesso alla rassegna è limitata attraverso geolocalizzazione al territorio della Grecia. Le cinque pellicole, in lingua originale sottotitolate in greco, che costituiscono la rassegna, sono distribuite in Grecia da StraDa Films e sono state selezionate nell'ambito della più recente produzione del cinema italiano, avendo riscosso pieno successo di critica e di pubblico ed essendosi aggiudicati numerosi premi a livello internazionale. La registrazione è disponibile nel sito della rassegna e viene confermata dalla piattaforma, per ciascun film riceverete una mail con il link per accedere alla pellicola in programmazione. (Comunicato stampa)
Giulio Guidorizzi
Il mito greco come immagine di creatività
12 maggio 2020, ore 17.00
Università della Svizzera italiana
Lezione pubblica Live Streaming
www.usi.ch
In diretta sui canali social e home page del sito dell'Accademia di architettura di Mendrisio. Nel ciclo di lezioni pubbliche "Ecologia della creatività. India, Grecia, Giappone". Nella civiltà greca la forza creativa nasce da un'energia dell'anima identificata con le Muse, che generano una sorta di "follia" nell'artista, mettendolo in grado di esprimere cose che altrimenti non potrebbero essere espresse. L'uso estensivo del mito come strumento di creazione poetica mette in contatto l'artista con le profonde forme simboliche presenti nella memoria collettiva. Platone e Aristotele parlano inoltre di "mimesi", ossia imitazione: l'artista crea un mondo tutto suo che "imita" la realtà secondo leggi sue proprie. (Comunicato stampa)
25 marzo | Dantedì
Giornata celebrativa dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri
Molte Sedi della cultura statali, afferenti al Polo museale della Calabria, hanno richiami, similitudini con il mondo dantesco.
___ Museo Archeologico Nazionale "Vito Capialbi" di Vibo Valentia
Nel Museo sono custoditi alcuni reperti che rappresentano delle sirene, figure mitologiche dal corpo metà uccello e metà donna. Le Sirene compaiono nel XII libro dell'Odissea, nel quale si racconta di Ulisse che dopo aver lasciato la maga Circe riprende il suo viaggio. Giunto presso un gruppo di scogli a Sud della penisola di Sorrento, al largo delle Isole Sirenuse, incontra le Sirene che con il loro canto cercano di trattenere i naviganti. Le sirene sono note per il loro canto ammaliatore, affascinante ma molto pericoloso per i naviganti, che promette di svelare tutto ciò che accade o è accaduto sulla terra.
Il loro canto dunque si mostra come una promessa: se Ulisse si fermerà presso di loro, se ne andrà sapendo più cose; ma cedere alla tentazione della conoscenza porta a rompere i legami famigliari e a morire. Ulisse però, grazie ai consigli di Circe, riesce ad oltrepassare il pericolo. Ulisse e Dante. L'Ulisse dantesco è simile a quello classico, dotato di insaziabile curiosità e abilità di linguaggio e compare nel XXVI canto dell'Inferno, sottoforma di fiamma. Egli racconta le peripezie del suo viaggio di ritorno da Troia e come, spinto dalla sete di conoscenza, cerca di convincere i suoi compagni a proseguire il viaggio pronunciando la famosissima frase: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza". Sete di conoscenza che lo porterà alla rovina.
___ Musei e Parco Archeologico Nazionale di Locri - Locri (Reggio Calabria)
In sintonia con il museo di Vibo Valentia che per il Dantedì propone un collegamento tra mondo antico e mondo ricordando Ulisse, il canto ammaliatore delle Sirene e il suo incontro nel XXVI canto dell'Inferno con Dante, il museo di Locri con l'intento di creare un fil rouge tra i musei calabresi e il loro ricco e sfaccettato patrimonio, vuole testimoniare la presenza di manufatti raffiguranti le Sirene esposti lungo il suo percorso espositivo.
Una produzione degli artigiani locresi che lavoravano ed abitavano nel quartiere di Centocamere, oggi visitabile nell'area del parco archeologico di Locri: balsamari in terracotta di diverse dimensioni, conformati a sirena caratterizzata da una lunga capigliatura a trecce e orecchini discoidali con funzione di ex voto dedicati a Persefone regina degli Inferi, agli specchi in bronzo il cui manico riproduce le fattezze di questa suggestiva figura che con il suo canto irretiva gli uomini. Produzioni che tra VI e V secolo a.C. costituiscono una delle espressioni più caratteristiche dell'artigianato locrese.
___ Museo Archeologico Lametino - Lamezia Terme (Catanzaro)
Il Museo sposta in rete tutte le iniziative organizzate per il primo "Dantedì", giornata celebrativa dedicata dal MiBACT al sommo poeta Dante Alighieri, prevista per il 25 marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della "Divina Commedia". Sulla pagina Fb del museo l'appuntamento si raddoppia. Il 24 con il pre-evento "Aspettando il #Dantedì". Per l'appuntamento nazionale il 25, il Museo ha, invece, organizzato l'iniziativa "#IoleggoDante, ma in calabrese". E' prevista una lettura in streaming a cura di Domenico Benedetto D'Agostino, curatore del Progetto "PoesiaInCostruzione, di alcune terzine del XXVI Canto dell'Inferno tratte da 'U Mpiernu, 'U Prigatoriu, 'U Paravisu di Salvatore Scervini (Acri 1847-1925). Si tratta della trasposizione in calabrese dell'opera dantesca, seconda traduzione integrale in Italia e prima nel Meridione, considerata una delle versioni più riuscite per completezza, qualità letteraria, lingua e stile.
Completeranno il programma numerosi post con approfondimenti e curiosità, tra cui: un'esposizione inedita sulla bacheca virtuale di un'edizione unica al mondo della Divina Commedia (ed. Manzani, Firenze 1595), messa a disposizione da Giovanna Adamo, Presidente dell'Associazione artistico-culturale "Arte & Antichità Passato Prossimo" di Lamezia Terme; omaggio da parte dell'illustratrice lametina Felicia Villella; partecipazione al flash mob della "Società Dante Alighieri" previsto per le ore 18.00 del 25 marzo con l'intervento di Samuele Anastasio, speaker di Radio Soveria, che aprendo la finestra della sua casa declamerà, come richiesto, le due terzine del canto dantesco in cui Paolo e Francesca dimostrano che l'amore vince tutto.
____ Museo Archeologico di Metauros - Gioia Tauro (Reggio Calabria)
Nel Museo sono custoditi moltissimi reperti provenienti dai corredi tombali della necropoli - fase magnogreca della città. I corredi tombali esposti a Mètauros rappresentano le suggestioni legate alla cultura dell'oltretomba e agli usi della deposizione che attraverso il corredo dava forma all'immateriale legame tra la vita terrena del deposto e la sua vita nell'aldilà. Collegamento culturale diviene Caronte e la sua figura di traghettatore delle anime nel loro percorso di vita ultraterrena attraverso la presentazione di due litografie di Gustave Dorè, Divina Commedia illustrata dell'Ottocento (Gustave Dorè, Divina Commedia Illustrata 1861) che rappresentano l'incontro di Dante e Virgilio nell'oltretomba con Caronte; correlazione con le collezioni esposte nel Museo - i corredi funebri - legati alla cultura della deposizione e dell'oltretomba.
Inoltre grazie alla collaborazione dell'architetto e scenografo Lorenzo Pio Massimo Martino sarà pubblicato il video L'incontro infernale tra il Sommo e il traghettatore delle anime perdute (Commedia narrata a cura di Lorenzo Pio Massimo Martino). Seguirà nel pomeriggio per #ioleggoDante un tag sul fumetto di Mètauros realizzato da Federico Manzone (nato nell'ambito dell'iniziativa Fumetti nei Musei 2020) reso visibile on-line per la giornata del 25 marzo su issuu.com/coconinopress Lo storyboard realizzato dal nostro fumettista riprende le figure mitologiche e legate all'oltretomba in virtù delle collezioni che denotano il museo come "museo delle necropoli".
____Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium - Roccelletta di Borgia - Borgia (Catanzaro)
Il Museo e parco archeologico nazionale di Scolacium celebra Dante Alighieri nella giornata a lui dedicata con un contributo sui suoi canali social basato sul pensiero trinitario di Gioacchino da Fiore nella Divina Commedia, con radici lontane in Cassiodoro, nativo di Scolacium. La Commedia ha uno schema triadico, secondo le tre età del padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Anche Cassiodoro trova nei Salmi la dottrina della Trinità. Troviamo dunque una linea di pensiero che attraversa i secoli e supera le distanze spaziali. (Comunicato stampa)
.. «Sentire la Grecia», presentazione multimediale nell'ambito della Settimana di Cultura Greca
- 22 febbraio 2020, Roma
.. Suonare la Grecia, seminario di musica greca
.. «Sentire la Grecia», presentazione multimediale del libro
.. Cantare la Grecia, laboratorio di canto greco
.. Il Carnevale in Grecia: usi e costumi
Il libro «Sentire la Grecia. In viaggio fra musiche e tradizioni» è il risultato di anni di ricerche nell'ambito dell'omonimo progetto divulgativo di Carmelo Siciliano, musicista e mediatore musiculturale. «Sentire la Grecia» nasce dal desiderio di rendere accessibile anche a un pubblico di non specialisti l'immenso patrimonio della cultura greca che, da secoli, si esprime anche e soprattutto attraverso la musica, il canto e la danza. Il libro si serve della musica come filo conduttore di un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta di repertori e strumenti, ma senza perdere mai di vista quello che è il centro di gravità di tutte queste manifestazioni: la millenaria e affascinante cultura tradizionale della Grecia. Un po' diario di viaggio e un po' autobiografia, un po' antologia di canzoni e un po' trattato musicale, «Sentire la Grecia» ha carattere divulgativo e la sua lettura è adatta a tutti, sia a musicisti che ad appassionati filelleni che non hanno troppa dimestichezza coi tecnicismi musicali. (Comunicato di presentazione)
Nel tempo degli dei - Il calzolaio di Ulisse
Marco Paolini esplora l'Odissea
18-19 febbraio 2020, ore 20.45
Teatro Comunale di Monfalcone
www.teatromonfalcone.it
Scritto insieme a Francesco Niccolini, lo spettacolo vede in scena, al fianco di Paolini, Saba Anglana, Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi (che firma le musiche originali) ed Elia Tapognani. Prodotto da Jolefilm insieme al Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa, Nel tempo degli dei vanta la regia di Gabriele Vacis e la scenofonia di Roberto Tarasco.
"Ulisse per me è qualcuno che di dèi se ne intende e davanti alle sirene dell'immortalità sa trovare le ragioni per resistere", scrive Marco Paolini. Nato come Odissea tascabile, Nel tempo degli dei è cresciuto nel tempo, nei suoni e nello spazio, perché Ulisse più lo conosci più ti porta lontano, e la distanza è la condizione essenziale per cantarlo. Perché di un canto si tratta, antico di tremila anni, passato di bocca in bocca, di anima in anima. Perché questa è la storia dell'Occidente, e tutto contiene: dal primo istante, quando nulla esisteva, e un giorno cominciò a esistere, a partire da quelle misteriose entità che questa storia muovono: gli dèi.
Dopo vent'anni di assenza e disavventure, Ulisse si obbliga a un nuovo esilio. Rinuncia al governo, abbandona la moglie e il regno e riparte con Telemaco al suo fianco ma, soprattutto, abbandona gli dèi che lo vorrebbero trionfante e immortale: si rivolta contro i loro capricci, la loro ambigua volontà e non ha paura di pagare il prezzo della propria scelta. Ex guerriero ed eroe, Ulisse si riduce a calzolaio viandante, che da dieci anni cammina verso non si sa dove con un remo in spalla, secondo la profezia che il fantasma di Tiresia, l'indovino cieco, gli fa nel suo viaggio nell'aldilà narrato nel X canto dell'Odissea. Alle 20.00, al Bar del Teatro, nell'ambito di "Dietro le quinte", avrà luogo una presentazione dello spettacolo a cura di Mario Brandolin, critico teatrale. (Comunicato stampa)
"Luce d'Oriente"
Concerto Narrato
Un viaggio sonoro Slavo-Bizantino a Palermo
.. 06 gennaio 2020, ore 18.00
www.facebook.com/tvmpalermo
.. TVM Palermo (canale 18 del digitale terrestre), ore 21.30
L'Associazione per la musica antica "Antonio Il Verso" di Palermo propone l'esecuzione di questo concerto presso la chiesa di Sant'Alessandro di Comana. Il repertorio concerne canti di Natale Bizantini e canti paraliturgici che evocano le atmosfere della Russia. L'Associazione per la musica antica "Antonio Il Verso" partecipa alla programmazione "Accendiamo una luce" di eventi in streaming per le Festività Natalizie e di Fine Anno promossi dal Comune di Palermo.
La chiesa di Sant'Alessandro di Comana, ex chiesa dei Carbonai, sita a Palermo nell'antico quartiere della Loggia, è oggi sede della Comunità Ortodossa. La chiesa è frequentata da persone di diverse nazionalità, russi, bielorussi, ucraini, serbi, georgiani, eritrei e italiani di tradizione greca. In questa comunità si è formato nel 2013 il coro Svete Tikhij "Luce Gioiosa" per gli uffici liturgici. Il coro con l'acquisizione di nuovi membri, sia russi, sia italiani, professionisti, svolge un'attività concertistica volta a far conoscere repertori liturgici e paraliturgici di tradizione ortodossa. Nella tradizione Cristiana d'Oriente il canto liturgico, rigorosamente "a cappella" è lo strumento della preghiera, un servizio offerto alla comunità, un ministero nei confronti di dio; esso è inseparabile dal rito. Affinché il canto divenga preghiera è necessario che ciascun cantore superi il compiacimento nell'ascoltare la propria voce e la faccia diventare voce della propria anima.
Dalla collaborazione tra Irina Nedoshivkina Nicotra, direttrice del coro Svete Tikhij e l'etnomusicologa palermitana Maria Rizzuto, il concerto narrato è uno spettacolo al fine di trovare una modalità dialogica con la Città, per condividere repertori di straordinaria bellezza poco conosciuti in Occidente. La struttura dello spettacolo prevede che parola e canto si alternino, rafforzandosi reciprocamente, all'interno del più ampio contesto narrativo evocato dai canti eseguiti secondo l'iter dell'azione rituale. Durante il concerto narrato, il narratore accompagna gli ascoltatori nelle atmosfere musicali, simboliche e linguistiche dell'Oriente Cristiano. Infatti, nel mondo bizantino un unico corpus testuale è stato tradotto in molte lingue.
Pertanto i canti sono in Slavonico, Georgiano, Greco, Aramaico. Questa peculiarità amplifica le sollecitazioni musicali che il pubblico riceve e che, attraverso la narrazione, ciò che inizialmente sembrava estraneo, alla fine del concerto narrato, diventa intimo. Una dolcezza particolare tocca il cuore del pubblico, la narrazione ha proprio questa funzione: accompagnare gli ascoltatori, coinvolgendoli, permettendo loro di comprendere ciò che accade e di intuire la profondità dei canti altrimenti inaccessibili al pubblico italiano che ne sconosce i repertori. Proprio il suono del canto e il suono della parola narrata divengono così due mani che accompagnano gli ascoltatori in un'esperienza emozionante alla scoperta di universi inaspettati.
La chiesa di Sant'Alessandro di Comana fu costruita grazie ai fondi della ricca confraternita dei Carbonai. I lavori furono avviati nel 1725 e la chiesa fu consacrata nel giorno dell'Epifania del 1737. L'edificio fu dedicato al Santo Alessandro di Comana, detto anche "il Carbonaio". Una storia travagliata ha caratterizzato il destino della chiesa. Nel corso del XIX secolo l'edificio fu trasformato in un magazzino e venne riaperto al culto nel 1870. Nel 2000 l'edificio fu sottoposto a un intervento di restauro, nel corso del quale fu scoperta un'ampia cripta. Divenne poi sede distaccata dell'Accademia di Belle Arti di Palermo, ospitando un corso sperimentale di Arte sacra e pittura.
Dall'8 settembre 2013 l'edificio è stato affidato ai fedeli della Chiesa Ortodossa Russa divenendo parrocchia di Sant'Alessandro del Patriarcato di Mosca. In quel giorno, con la benedizione dell'Arcivescovo di Egor'evsk Mark Golobkov ed alla presenza del Sindaco di Palermo, è stata celebrata la prima divina liturgia. Nell'abside centrale nell'anno 2014 è stata installata una grande icona della Santissima Trinità donata dal celebre iconografo russo Aleksandr Sokolov.
Ciò che lega particolarmente questa piccola chiesa Russo-Ortodossa alla Storia di Palermo sta nell'iconostasi in legno intagliato che è la fedele riproduzione dell'originale iconostasi della prima cappella Russo-Ortodossa di Palermo, sita nella Villa Olivuzza che ospitò nel 1845 lo zar Nicola I, la sua famiglia e la sua corte. Lo stesso villino dell'Olivuzza, acquistato nel 1898 dalla prestigiosa famiglia dei Florio, divenne sotto il progetto dell'architetto Ernesto Basile, una delle opere più emblematiche dell'architettura Liberty, conosciuto oggi come villino Florio. L'iconostasi originale attuale locale chiesa Ortodossa Russa di Vevey in Svizzera. (Comunicato stampa)
Short Film Day 2019
Il giorno più corto al cinema
21 dicembre 2019, ore 20.00 (ingresso libero)
Theatraki della Th.O.L. - Agia Marina (Leros, Grecia)
www.aial.gr | Locandina
In occasione del solstizio d'inverno (il giorno più corto dell'anno, 21 dicembre per l'emisfero boreale) dal 2010 si celebra con varie manifestazioni la Giornata Internazionale del Cortometraggio in più di cinquanta Paesi. Il Centro Nazionale del Cortometraggio mette a disposizione per l'evento sei pellicole in una breve rassegna della più recente produzione italiana, con una selezione di vari generi: narrativa, fantascienza, animazione.
Nell'ambito della sua promozione del cinema italiano in Grecia, l'associazione ne ha curato la sottotitolatura in greco e la propone attraverso la Rete di Cooperazione Culturale Italo-Ellenica, con il patrocinio dell'Istituto Italiano di Cultura di Atene. Un pieghevole con un breve riassunto in greco della trama dei cortometraggi proiettati viene messo a disposizione degli organizzatori locali dall'AIAL (Associazione Italiana Amici di Leros) per essere distribuito agli spettatori. L'evento viene ospitato ad Atene dalla Fondazione Cacoyannis a cura della Federazione Nazionale dei Cineclub.
___ Programma
- Gagarin mi mancherai, di Domenico De Orsi, 2018, 20'
In un mondo dove la natura si presenta impervia e ostile, un uomo e una donna vivono come sopravvissuti all'estinzione della specie. Lavorano come contadini, affrontano docilmente la fatica, il silenzio, l'esistenza. Spinto dal desiderio di altrove, l'uomo si rifugia nella sua immaginazione. Visita i villaggi abbandonati, raccoglie rottami e progetta improbabili macchine volanti. La donna lo osserva da lontano, ma resta al suo fianco, con l'abnegazione e la cura che si deve a chi forse le appare come un pazzo. Almeno finché dal cielo qualcosa precipita al suolo, e irrompe nella loro vita. Un ospite inatteso, che li costringerà a interrogarsi su identità, realtà e desiderio, e sull'atto stesso di immaginare.
- Parru pi tìa (Parlo al posto tuo), di Giuseppe Carleo, 2018, 15'
Annachiara vive nella periferia di Palermo con la sua famiglia, sta aspettando il suo ex fidanzato per rivederlo un'ultima volta. Cerca invano di riconquistarlo ma la nonna le suggerisce un rito antico che potrebbe salvare le sorti di questo amore andato in frantumi.
- Un segno nello spazio, di Nicholas Bertini, 2018, 5'
Mostre: Un segno nello spazio; così recita l'annuncio sul giornale che cattura l'attenzione del signor Qfwfq seduto al tavolino di un bar. Il rinvenimento del segno primordiale scatena una tempesta di ricordi, un flash-back che passa in rassegna la storia dell'universo. Il signor Qfwfq ne è turbato, per sicurezza vuol controllare che quel segno sia proprio quello che andò perso alcuni milioni di anni fa. Ma il ritrovamento può portare ad una sola conseguenza, sarebbe a dire riportare le cose com'erano in principio. Prima del segno del signor Qfwfq lo spazio non esisteva e probabilmente non era mai esistito.
- Nessun Dorma, di Paolo Stippoli, 2018, 19'
Il paese è muto, solo i respiri e qualche cane che abbaia resistono al silenzio. Due giovani scout rifugiati in una chiesa sono gli unici ancora svegli in un mondo che dorme.
- Black, di Sara Taigher, 2018, 14'
Durante un blackout, un giovane compositore di musica elettronica non riesce a rassegnarsi all'idea di non poter più suonare al computer. Aiutato da una giovane vicina di casa a riscoprire gradualmente i lati positivi del vivere senza elettricità, se ne innamora, ridefinendo le priorità della propria vita.
- Mon clochard, di Gian Marco Pezzoli, 2018, 15'
Davide è un insegnante frustrato e abitudinario che vive con la moglie e il figlio in un tranquillo condominio di periferia, la cui vita è fatta di giorni tutti uguali. Quando un misterioso clochard viene accolto nel cortile del condominio da uno dei vicini di Davide, la sua routine viene turbata. (Comunicato stampa)
L'Oro d'Oliva
Percorso alla scoperta della millenaria storia dell'olio e dell'ulivo
28 novembre 2019, ore 17.30
Museo archeologico Lametino - Lamezia Terme (Catanzaro)
Percorso alla scoperta della millenaria storia dell'olio e dell'ulivo. L'ulivo, considerato l'albero sacro del Mediterraneo, è una pianta di antichissime origini. Pare che il suo habitat originario sia da rintracciare in Asia Minore. Dalla Siria, dove sarebbe avvenuta la sua trasformazione da pianta selvatica a specie domestica, si sarebbe diffuso prima nelle isole dell'Egeo e poi in Grecia, dove è noto fin da epoca micenea. Mercanti fenici o greci l'avrebbero in seguito esportato in Occidente. In Magna Grecia i territori più noti per questa coltivazione erano quelli di Taranto e Sibari.
Nel mondo ellenico l'ulivo era la pianta sacra ad Atena. Secondo il mito la dea vinse la contesa con Poseidone per il possesso dell'Attica per aver fatto agli uomini il dono più bello e utile, ovvero il primo albero d'ulivo, il cui frutto avrebbe permesso di illuminare la notte, medicare le ferite, produrre nutrimento e quindi assicurare prosperità e pace a tutti coloro che lo avrebbero coltivato. I Romani, che mutuarono dai Greci tutti gli aspetti simbolici dell'ulivo, facendone un attributo di Minerva e Giove, fecero dell'olio un vastissimo e diversificato utilizzo, rendendo l'olivicoltura uno dei settori più importanti del loro sistema economico. Dopo un calo della produzione tra tardo-antico e alto-medioevo, nuovo impulso alle attività olivicole si ebbe a partire dal XII secolo, grazie soprattutto agli ordini monastici e all'uso rituale dell'olio nel mondo cristiano, in cui il ramo d'ulivo continuò ad essere immagine di pace terrena.
Presso lo spazio museale in cui sono conservate le antiche mense ponderarie in pietra provenienti da Piazza Mercato a Nicastro, inizio del percorso guidato con breve messa in scena sull'uso delle mense nella pesatura delle olive e spiegazione tecnica delle unità di misura adottate fino all'introduzione del Sistema Internazionale. Seconda tappa nella Sala Conferenze, allestita per l'occasione con pannelli informativi sulla storia dell'olio e dell'ulivo nei secoli e con l'esposizione di attrezzi tradizionali legati all'olivicoltura.
Ultima tappa nelle sale espositive del Museo con una visita tematica ricca di curiosità sull'argomento: l'origine della pianta dell'ulivo e accenni botanici nella Sezione Preistorica; il valore sacro dell'albero d'ulivo e il mito di Atena, l'uso cosmetico dell'olio del mondo antico, la produzione olivicola romana e il sistema delle villae rustiche nella Sezione Classica; l'uso rituale dell'olio da parte degli ordini monastici nella Sezione Medievale. (Comunicato stampa)
Il viaggio degli Achei e la fondazione della colonia di Sibari
25 novembre 2019
Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide - Cassano all'Ionio (Cosenza)
Giornata dedicata al Pettorale in oro e argento, scelto come simbolo del "viaggio lungo le rotte commerciali e scambi culturali nel Mediterraneo" avente come tema portante Il viaggio degli Achei e la fondazione della colonia di Sibari. Ritrovato nell'area di Stombi, il prezioso oggetto faceva parte di un antico pettorale utilizzato probabilmente come ornamento per una veste rituale. Tale reperto riassume nella propria materia d'oro e argento e nella lavorazione decorativa, formata da coppie di palmette a sette petali contrapposte a fiori di loto, i fasti di Sybaris, la città fondata dagli Achei nel 720 a.C., che tra il VII e il VI sec. a.C. conquistò, grazie alla sua floridezza, la supremazia sulle città di confine. Tale ruolo fu perduto dopo due secoli di splendore, quando decadde a seguito della dolorosa sconfitta infertale dall'esercito dei Crotoniati guidati dall'atleta Milone. L'iniziativa è indetta nell'ambito della Mostra VIDE - VIaggio Dell'Emozione, che coinvolge tutti gli istituti del Polo museale della Calabria. (Comunicato stampa)
Il Polo museale della Calabria a Paestum
XXII Edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
Capaccio Paestum (Salerno), 14-15 novembre 2019
- 14 novembre, ore 17.10-18.40
Lungo le coste della Calabria. Templi, fari e torri costiere tra archeologia e paesaggio
- 15 novembre
.. ore 17.00-17.20
Abbattimento barriere sensoriali. Un percorso archeologico tra area magno-greca e area grecanica
.. ore 17.30-18.30
Kroton e Scolacium. Musei e parchi archeologici: da giacimento culturale a patrimonio da valorizzare
Un primo incontro, Lungo le coste della Calabria. Templi, fari e torri costiere tra archeologia e paesaggio, si propone di illustrare la singolare presenza di fari, realizzati nella seconda metà dell'Ottocento sui promontori di Punta Stilo e di Capo Colonna, entrambi oggi parte di parchi archeologici: quello di Capo Colonna e quello dell'antica Kaulon. Realtà di estremo interesse nel panorama archeologico della Magna Grecia, il primo custodisce i ruderi del santuario della dea greca Hera Lacinia, uno fra i principali del Sud Italia, mentre al secondo appartengono le vestigia di una insigne città appartenente al novero delle poleis di origine achea.
Un secondo incontro, Abbattimento barriere sensoriali. Un percorso archeologico tra area magno-greca e area grecanica, presenterà i progetti dei musei archeologici di Locri "Museo del Territorio" e del parco archeologico "Archeoderi" di Bova Marina, che si sono dotati di supporti multimediali quali Videoguida Lis e pianta Braille per rendere accessibile il percorso espositivo di entrambi ai non vedenti e ai sordi. Tali progetti hanno visto la collaborazione della società Digi Art di Reggio Calabria con la quale si è elaborato un percorso illustrativo anche di taglio didattico/ludico per i visitatori in età scolare.
L'ultimo incontro vedrà la presentazione della guida Kroton e Scolacium. Musei e parchi archeologici: da giacimento culturale a patrimonio da valorizzare. L'agile volume sintetizza le problematiche storiche e fornisce brevi approfondimenti per la visita del Museo archeologico nazionale di Crotone e dei Musei e Parchi Archeologici di Capo Colonna e Scolacium, che costituiscono tre realtà storicamente interrelate tra loro: dall'antica polis di Kroton, famosa per i suoi atleti e medici oltre che per la presenza della scuola pitagorica, alla città romana erede della colonia crotoniate di Skylletion, da sempre centro nodale di collegamento tra le sponde del mar Jonio e del mar Tirreno. (Comunicato stampa)
16 novembre 2019, ore 18.30
Sala Xenia (ex Giubileo) - Trieste Locandina
Gianfranco Lugano, polistrumentista, accordatore e liutaio friulano presenterà un concerto particolare perchè traccerà un simbolico asse tra Friuli e Grecia. Con la sensibilità e la tecnica che lo contraddistingue proporrà brani di Vangelis, sue composizioni, brani tradizionali e antichi. Un passaggio musicale che traccia un percorso storico e culturale molto interessante. L'evento è inserito nel programma del festival del "Canto Spontaneo 2019" organizzato dall'associazione culturale "Furclap" in collaborazione con la Comunità Greco-Orientale di Trieste e la Fondazione Ellenica di Cultura Italia. Oltre a numerose iniziative svolte in Regione Friuli V.G., Canto Spontaneo è stato presente al festival Dimitria a Salonicco e ad Alessandria d'Egitto presso il Museo Kavafis, sede locale della Fondazione Ellenica di Cultura. (Comunicato stampa Fondazione Ellenica di Cultura)
- Programma
_ Introduzione
.. Chariots of fire (Vangelis)
_ Il mare/pescatori
.. Tumburus a schila
.. Darla dirladada
_ Il mare/spiritualità
.. O yos tis thalassas
.. Son propio 'na barca (Biagio Marin)
_ La dominazione turca
.. 1460: Todescha di Mainerio
.. 1860: Neratzoula
_ La baglama/musica festaiola "illegale" nelle case (come in Irlanda)
.. Polka Liaries
.. I ragazzi del Pireo (Sirtaki)
.. The bride's favourite
_ I sentimenti profondi
.. Stelutis alpinis
.. O gliki mou ear
_ per finire
.. El canto no xe lode
.. Wedding horo (ritmo macedone)
Tania Drogossi
L'oscurità dell'attimo vissuto | the darkness of the lived moment
09 novembre - 26 novembre 2019
Immaginaria arti visive gallery - Firenze
www.galleriaimmaginaria.com
Tania Drogossi, dopo aver esposto in vari Paesi, è per la prima volta a Firenze con una mostra personale, a cura di Paola Facchina, in collaborazione con Peritechnon Karteris Gallery di Atene. Una pittrice che riesce nella magica congiunzione, tra natura-terra-madre-artista. Tania Drogossi è colei che raccogliendo l'ombra dell'acqua e della terra, dell'inizio e della fine della vita, riesce a trasferirle sulla tela. Osservando la sua pittura, nata alla ricerca di un contatto più vero con la Madre Terra, prima grande creatrice, percepiamo l'odore del legno umido, del muschio, e di qualcosa di sedimentato nel terreno come foglie, funghi o bacche.
La percezione del profumo e il silenzio di questo sottobosco sono strumentali ad amplificare il senso di solitudine ed abbandono che sente l'uomo quando si addentra nell'anima buia ed intricata del bosco, metafora dell'oscurità dell'attimo vissuto. La ricerca di Tania si spinge perciò oltre la pittura di paesaggio e ci parla della percezione dei sensi, di quell'illusione del reale, alla ricerca di quell'interiorità che ci nutre e sostenta. Alla ricerca di un orizzonte più luminoso che riesca a farci reagire da quello stato di incompiutezza, da quella condizione umana descritta in filosofia come "l'oscurità dell'attimo vissuto".
A tratti solo una ciotola vuota ci colpisce, nella sua solitudine, in un ammasso indistinto, un humus creato attraverso la sovrapposizione di altri materiali sulla tela, come il cartone ondulato, sopra i quali Tania imprime, pennellata dopo pennellata, strati di colore come pioggia sulla materia. In questo modo l'artista esprime dunque l'infinito ciclo di nascita, vita, declino, morte e rigenerazione, che regola i cicli della terra e del cosmo, conservando nelle proprie cellule la memoria degli avvenimenti passati. Così Tania Drogossi si affida alla pittura della materia organica, per dare visibilità agli abissi della natura umana. Le sue opere sono esplorazioni che considerano le emozioni come il sentiero da seguire per indagare spazi dove perdersi e ritrovarsi, dove abbandonarsi alla sensazione, al sentire. (Estratto dal catalogo in mostra a cura di Paola Facchina)
Tania Drogossi (Atene) ha studiato design della moda presso la Veloudakis School. Con questa prima formazione ha vinto vari concorsi, ha ricevuto il primo premio al concorso Panellenico Textilia a Salonicco, il secondo premio per la maglieria e un elogio per il design tessile. Ha seguito poi lezioni di disegno e pittura presso lo studio di Eirini Koutridou e lezioni di incisione presso il Centro di Incisione di Atene, con Dimitra Siaterli e Pino Pandolfini e lezioni di pittura dall'artista Rania Kapeliari. Le opere di Tania Drogossi si trovano in collezioni private in Grecia e all'estero. Vive e lavora ad Atene. Le principali Mostre personali: 2018 'Randomly cast about', Peritechnon Karteris Art Gallery e 2016 "Corpus", Ena Art Gallery. (Comunicato stampa)
1a Fiera dei Musei della Magna Grecia e della Sicilia
Museo Archeologico Nazionale "Vito Capialbi" di Vibo Valentia
19-20 ottobre 2019
In queste giornate lo sguardo è rivolto all'intera Italia Meridionale con un'attenzione particolare verso i luoghi della cultura che ospitano le importanti testimonianze della colonizzazione greca, di cui la polis di Hipponion costituiva il centro geografico. Con questa 1ª Fiera dei Musei della Magna Grecia e della Sicilia ogni museo partecipante illustrerà il proprio patrimonio archeologico, divenendo così occasione condivisa di conoscenza delle testimonianze di ciascun museo attraverso l'esposizione di materiale divulgativo e la presentazione di un contributo relativo ad un particolare e significativo reperto o contesto archeologico.
Tra gli obiettivi della Fiera vi è quello di promuovere i siti e le destinazioni di richiamo archeologico tra gli operatori turistici e culturali, i viaggiatori e gli appassionati; negli spazi aperti del castello, saranno infatti allestiti degli stand, ove i musei potranno informare i visitatori attraverso materiale illustrativo cartaceo e multimediale. In tale occasione, domenica 20 ottobre prossimo alle ore 10.30, sarà realizzato un workshop che vedrà coinvolti istituzioni museali, enti pubblici e tour operator, per avviare un processo di sinergia tra turismo e cultura che possa conferire, attraverso le nuove tecnologie, maggiore attrattività al prodotto turistico con una promozione integrata di luoghi, eventi, prodotti e servizi. L'iniziativa è parte integrante delle celebrazioni per il 50° anniversario dell'istituzione del Museo Archeologico Nazionale "Vito Capialbi" di Vibo Valentia. (Comunicato stampa)
Julianos Kattinis
21 settembre - 03 ottobre 2019
Galleria Art G.A.P. - Roma Locandina
In occasione della riapertura della stagione espositiva, l'Art G.A.P. Gallery è lieta accogliere nei suoi spazi la mostra personale del pittore Julianos Kattinis a cura di Cecilia Paolini. Archeologia, Lucumone, Tarconte, Tagete, Noscens, Verticalità, La Fenice, La corsa, Vegoia, Il Navigatore, Etruria, Lo Specchio. Dodici acquaforte su lastre di alluminio preparate con colori a olio in rilievo e in cavo come promenade negli spazi onirici che attraversano l'universo irrazionale di migrazioni avventurose. Due tele di grandi dimensioni. "Sul fluttuante oceano del mondo fenomenico Kattinis, novello Odisseo alla ricerca di orizzonti sconosciuti, conduce la sua nave nell'eterno viaggio della grande avventura umana e, nella sua rotta". Così scriveva nel 1986, Clara Guarany, compagna di una vita del Maestro.
Pittore greco naturalizzato italiano, Julianos Kattinis (Damasco, 1934), di famiglia greca ateniese, nasce precisamente su un traghetto da Pireo verso la Siria. Ha studiato arte a Damasco, Gerusalemme, Beirut, Cairo, Parigi, Atene, Monaco di Baviera e Roma, dove si è diplomato all'Accademia Nazionale di Belle Arti nel 1964. Artista di fama internazionale, presente alla XXXII Biennale Internazionale di Venezia nel 1964, ha realizzato 250 mostre in Italia ed all'estero in prestigiose Gallerie e Musei, fra cui il Museo di Palazzo Braschi a Roma (1972), il Palazzo delle Esposizioni del Pireo-Atene (1977), Museo d'Arte d/Gener. Ital.del 900 G. Bargellini (2003). Ha inoltre realizzato grandi opere di affreschi e murali in Italia ed all'estero. Dal 1970 vive ed opera a Roma. (Comunicato stampa)
Immagine:
Julianos Kattinis, Noscens, acquaforte e colori a olio cm.50x70, 1984
Julianos Kattinis: Alchimie del giorno e della notte
10 settembre 2011 - 26 aprile 2012
Plus Berlin - Berlino Presentazione
Jannis Kounellis
I Cappotti | The Coats
21 settembre - 10 novembre 2019
Casa Testori - Novate Milanese (Milano)
www.casatestori.it | Locandina
Sono una delle ultime opere del maestro dell'arte povera: 12 incisioni al carborundum realizzate con la collaborazione della Stamperia d'arte Albicocco di Udine. Il soggetto è unico: i cappotti dell'artista, uno degli elementi più iconici della sua arte. Ogni matrice misura due metri per uno. Dopo essere state esposte a Roma nel 2017 a Palazzo Poli, sede dell'Istituto centrale per la Grafica, e a Parigi alla Galleria Lelong, la serie completa delle incisioni arriva a Casa Testori in un dialogo postumo con i versi di Giovanni Testori che faranno da accompagnamento alle opere. Un incontro che è mai avvenuto e che ora viene proposto, nella convinzione che queste immagini "sindoniche" di Kounellis avrebbero certamente affascinato Testori. Il 12 ottobre, ore 16, in occasione Quindicesima edizione della giornata del contemporaneo (Amaci) la presentazione della mostra con lo stampatore Corrado Albicocco e Giuseppe Frangi. (Comunicato stampa)
Polo museale della Calabria
Giornate Europee del Patrimonio
21-22 settembre 2019
Il Polo museale della Calabria aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio (GEP). Il tema scelto per questa edizione è Un due tre... Arte! - Cultura e intrattenimento.
- VIDE - VIaggio Dell'Emozione
Galleria Nazionale di Cosenza (Cosenza)
Il progetto, ideato dal Polo museale della Calabria e realizzato con il sostegno della Regione Calabria, è un invito al viaggio attraverso una mostra diffusa, che intende iniziare il viaggiatore 3.0 alle innumerevoli storie che si snodano lungo gli itinerari regionali.
- La stipe votiva di Scrimbia: dal ritrovamento agli ultimi studi archeologici
inaugurazione 21 settembre, ore 11.00
Museo Archeologico Nazionale "Vito Capialbi"di Vibo Valentia - (Vibo Valentia)
Allestimento temporaneo su alcuni reperti rinvenuti nell'area sacra in località Scrimbia. La mostra propone una disamina cronologica dei ritrovamenti, che per la loro quantità e varietà tipologica, offrono sempre nuovi spunti di ricerca e approfondimento. Con la mostra si intende valorizzare reperti unici nel loro genere per la cura nella resa pittorica e nei dettagli, che pur nella loro frammentarietà, testimoniano l'importanza che il contesto della stipe riveste nell'ambito della religiosità magno-greca.
- Calabria terra di capolavori, dal medioevo al Novecento
di Mario Vicino
Presentazione volume
21 settembre 2019, ore 17.30
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Sibari - Cassano all'Ionio (Cosenza)
Saggio storico-artistico ha lo scopo di far rinascere la passione per l'arte e restituire la giusta importanza all'inestimabile patrimonio di cui dispone la Calabria e alla bellezza dei suoi tanti tesori nascosti.
- Il contributo della ricognizione - Survey - allo studio dell'economia antica: i casi di Kaulonía e Locroi
Museo Archeologico e Parco Archeologico dell'antica Kaulon - Monasterace (Reggio Calabria)
L'intervento riguarda l'importanza del survey non solo per ricostruire il popolamento antico nel corso dei secoli, ma anche per definire meglio lo sfruttamento economico delle campagne e delle risorse del territorio che erano fondamentalmente basate su agricoltura e allevamento. In particolare,verranno analizzati i casi dei territori di Kaulonia e Locri, nella Calabria ionica, che sono stati oggetto di recenti attività di survey sistematico e intensivo.
- Presentazione reperto di età Classica
21 settembre, ore 10.30
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna (Crotone)
Si tratta di una testa di cavallo in marmo, appartenente alla decorazione del tempio di età classica entro il santuario greco sul promontorio.
- "Ti ritraggo con un reperto"
Musei e Parco Archeologico Nazionale di Locri - Locri (Reggio Calabria)
E' prevista una perfomance di giovani studenti dei Licei artistici di Locri e di Siderno, i quali ritrarranno i visitatori insieme ad un reperto archeologico del museo da loro scelto. L'iniziativa è volta a coniugare mondo archeologico e mondo artistico.
- Ritorno al Passato
Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium - Roccelletta di Borgia (Catanzaro)
Visita guidata teatralizzata che permetterà di viaggiare attraverso i secoli e incontrare gli abitanti più illustri di Scolacium.
- "I due Leoni". Il romanzo di Roberto e Ruggero D'Altavilla
Presnetazione libro
Museo Statale di Mileto - Mileto (Vibo Valentia)
Omaggio a Mileto, universalmente conosciuta come Capitale normanna.
- Appuntamento con la Storia e Selfie d'arte
Museo Archeologico Lametino - Lamezia Terme (Catanzaro)
Interpretando lo slogan "Arts and entertainment" individuato in sede europea per gli European Heritage Days, che rappresenta un'occasione per riflettere sul benessere che deriva dall'esperienza culturale e sui benefici che la fruizione del patrimonio culturale può determinare in termini di divertimento, condivisione, sperimentazione ed evasione, l'iniziativa prevede delle visite speciali con guide d'eccezione. Saranno direttamente i protagonisti del passato ad accompagnare i visitatori tra le sale del museo alla scoperta della loro storia: un uomo del Neolitico li sorprenderà nella Sezione Preistorica; la graziosa ninfa Terina li accoglierà nella Sezione Classica, mostrando i reperti che provengono dalla colonia greca fondata nella piana lametina, che da lei prese il nome; dame del periodo federiciano, nei loro suntuosi abiti di corte, concluderanno la visita nella Sezione Medievale, rivelando i fasti di un'epoca ormai lontana.
Alla fine di ogni visita, i visitatori potranno divertirsi a scattare "Selfie d'arte", a ricordo della serata. Nei locali del museo sarà allestito uno spazio attrezzato con una cornice photo booth ed un kit di travestimenti, che gli permetterà di mettersi direttamente nei panni dei personaggi storici che hanno incontrato durante il loro viaggio nel tempo. Gli scatti potranno essere condivisi sulle pagine facebook ufficiali del Museo archeologico lametino e del Polo museale della Calabria.
- Convegno: "Viaggio nella Calabria greco-bizantina ed influenza dei monaci"
Museo e Parco Archeologico "Archeoderi" - Bova Marina (Reggio Calabria)
Il cinema di Alessandro Spiliotopulos
Leros (Grecia), 31 agosto 2019, ore 21.00 Locandina
Nell'ambito della manifestazione "Cinema al chiaro di Luna" organizzata a Leros presso la terrazza adiacente la sede dell'Ass. Artemis, a cura dell'AIAL con il patrocinio dell'Istituto Italiano di Cultura di Atene e la collaborazione della Regione Sud Egeo, viene dedicata la serata conclusiva del ciclo di proiezioni open air al regista italo-greco Alessandro Spiliotopulos, con un Incontro con l'Autore a cui partecipa lo stesso regista, e con la proiezione di una selezione delle sue opere.
Alessandro Spiliotopulos (Cagliari), di padre greco e madre italiana, segue corsi di fotografia presso l'università di Patrasso, dove si laurea in Ingegneria elettrica e tecnologie dell'informazione con master in Telecomunicazioni. Segue un percorso formativo in sceneggiatura e regia con una serie di corsi e seminari a Milano, ed inizia nel 2005 una intensa attività di produzione di cortometraggi e documentari, curandone la regia e spesso anche la scenografia, con alcune puntate in campo teatrale ed audiovisivi. Ha collaborato a numerose iniziative culturali in Italia ed in Grecia ed ha vinto premi in festival cinematografici di ambedue le nazioni, mentre numerose sue opere sono apparse in festival internazionali in Europa ed in America. (Comunicato stampa)
- Film in programma
.. Rainy days, 2018, 31'
"The political crisis is that we quit being citizens and became individuals"
.. The daughters of Chaos, 2014, 24'
Pirandello and an extended theatre family
.. La scatola della stirpe (To foukari ti jenia), 2010, 16'
In lingua "grecanica" con sottotitoli in Inglese
VIDE Viaggio Dell'Emozione
28 agosto 2019 (inaugurazione ore 20.30) - 29 febbraio 2020
Palazzo Arnone - Cosenza
Il progetto "VIDE VIaggioDell'Emozione", ideato dal Polo museale della Calabria ora Direzione territoriale delle reti museali della Calabria e realizzato con il sostegno della Regione Calabria, è un invito al viaggio attraverso una mostra diffusa, tracciata per iniziare il viaggiatore 3.0 alle innumerevoli storie che si snodano lungo gli itinerari regionali. L'esposizione - che coinvolge 16 reperti evocativi del tema del viaggio dislocati su tutto il territorio regionale nei contesti museali di appartenenza - traccia una road map che da cammino fisico diventa esperienza emotiva, coinvolgendo l'intera rete di connessioni esistenti tra le sedi della Direzione territoriale delle reti museali della Calabria e i paesaggi culturali in cui esse insistono.
La mostra ha il suo centro propulsore a Cosenza, presso Palazzo Arnone, dove una sala multimediale sviluppata con moderne tecnologie di animazione grafica computerizzata, permetterà ai visitatori di intraprendere un viaggio virtuale presso tutte le altre sedi coinvolte. Negli altri musei e luoghi della cultura, grazie a un'applicazione dedicata, essi potranno, poi, visualizzare non solo il reperto inserito nel percorso, ma avranno la possibilità di intraprendere virtualmente ulteriori e nuovi percorsi da tracciare secondo i propri interessi e sensibilità. Il 'viaggiatore VIDE' si sposterà dal museo di Amendolara, dove piccoli scarabei testimoniano la fitta trama di scambi attivi nel mondo antico, al Museo della Sibaritide, per conoscere le insidie del viaggio degli Achei. Presso la Galleria di Cosenza vivrà l'ansia di una fuga esasperata per la salvezza e giungerà a Lamezia Terme per scoprire il mondo femminile della Magna Grecia.
Si sposterà a Vibo Valentia e Scolacium dove, silenzioso, visiterà il mondo dei morti; a Mileto entrerà in contatto con le antiche abilità dei maestri argentieri mentre a Gioia Tauro scoprirà la manifattura ceramica dei Calcidesi. Si sposterà a Bova percorrendo l'antico asse viario Reggio - Taranto, arrivando poi nella Locride dove presso Locri Epizephiri e Kaulon vivrà il forte legame tra le antiche popolazioni e le risorse naturali della regione. Poco distante raggiungerà La Cattolica e la chiesa di San Francesco, mete di un viaggio spirituale, e si sposterà alla fortezza di Le Castella che evoca ancora accese battaglie per il controllo della costa. Concluderà, al galoppo, il suo viaggio a Crotone. (Comunicato stampa)
Il Kouros ritrovato
08 giugno - 03 novembre 2019
Museo Civico di Castello Ursino - Catania
Il Kouros, statua greca con funzione funeraria o votiva, raffigurante un giovane, era molto diffusa nel periodo arcaico e classico, tra il VII e il V secolo a.C. Una nuova opera si aggiunge così alla statuaria della Sicilia greca: il Kouros di Leontinoi. Il torso del Kouros di Lentini e la Testa Biscari, assemblati, saranno in mostra a Catania, seconda tappa dell'esposizione dopo l'inaugurazione palermitana. La "Testa apollinea" rinvenuta nel Settecento da Ignazio Paternò Castello principe di Biscari e conservata oggi nel Museo di Castello Ursino, si ricongiunge con il torso di efebo acefalo acquisito nel 1904 da Paolo Orsi e conservato nel Museo Archeologico Regionale di Siracusa che porta il suo nome.
L'idea lanciata dal critico d'arte Vittorio Sgarbi e dal Sindaco di Catania, si è concretizzata grazie all'impegno dell'ex Assessore ai Beni Culturali della Regione Sebastiano Tusa che, con la Fondazione Sicilia, ne ha promosso l'intervento di restauro eseguito dalla ditta Siqilliya, presentandolo per la prima volta a Palermo nella Sala della Cavallerizza di Palazzo Branciforte. La seconda tappa espositiva del progetto, appositamente ideata da Civita Sicilia per la sede di Castello Ursino, prevede un arricchimento e una rilettura del Kouros attraverso un allestimento dalle forti suggestioni e soluzioni illuminotecniche originali.
Il progetto di valorizzazione del Kouros, è stato curato da Sebastiano Tusa prima della prematura scomparsa, per restituirne l'integrità, risolvendo la querelle che da anni impegna la comunità scientifica in supposizioni e ipotesi sull'effettiva pertinenza dei due reperti a unica statua di età arcaica. Imprescindibile presupposto per l'iniziativa di ricongiungimento sono state le indagini petrografiche e geochimiche promosse dall'associazione LapiS (Lapidei Siciliani) già nel 2011, grazie alle quali si può affermare che entrambi gli elementi sono stati ricavati da uno stesso blocco di marmo, prelevato nell'isola greca di Paros.
La Sicilia non dispone di materiali lapidei paragonabili a un così pregevole marmo bianco a grana media, i blocchi di marmo pario venivano pertanto imbarcati nell'isola delle Cicladi per raggiungere i porti delle città siceliote dove li attendevano le botteghe di scultori dalle comuni radici culturali. Per il ricongiungimento dei due reperti con sistemi reversibili si è utilizzato il foro già esistente alla base della testa, troncata nettamente nel Settecento, colmando "la brevissima lacuna" con una protesi in materiale plastico ad alta resistenza appositamente progettata e prototipata.
Un intervento di pulitura ha inoltre permesso la rimozione dei depositi e delle incrostazioni che occultavano la tonalità della superficie marmorea della parte posteriore e dei fianchi del torso, per un riequilibrio delle variazioni tonali che ne permette di apprezzarne pienamente i valori materici. Dopo l'esposizione di Palermo e Catania, l'opera, seguendo il filo della ricerca di Sebastiano Tusa che considerava il ricongiungimento un vero e proprio nuovo ritrovamento archeologico, continuerà a essere concepita come una realtà unitaria, non più come due distinti reperti conservati in musei diversi.
Il Kouros ritrovato sarà successivamente trasferito al Museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa, dove un convegno internazionale concluderà l'evento. L'iniziativa è promossa dalla Regione Siciliana, dal Comune di Catania - Assessorato alle Attività e beni culturali, dalla Fondazione Sicilia, in collaborazione con, Associazione Lapis, Siqilliya srl. L'organizzazione e la promozione sono state affidate a Civita Sicilia. (Comunicato stampa Opera Laboratori Fiorentini/Civita)
Icone. Tradizione/Contemporaneità
Le Icone post-bizantine della Sicilia nord-occidentale e la loro interpretazione contemporanea
04 aprile - 04 settembre 2019
Museo Diocesano - Monreale (Palermo)
La mostra, organizzata dalla Comunità Ellenica Siciliana "Trinacria", ideata da Francesco Piazza e Vassilis Karampatsas, presenta dodici artisti - sei Siciliani e sei Greci - che evidenziano la comune Storia e la tradizione Greco-Bizantina nella espressione artistica delle icone.
13 aprile (inaugurazione ore 12) - 16 giugno 2019
Civico Museo Sartorio e Castello di San Giusto - Trieste Locandina
A Trieste si compie la trilogia di esposizioni italiane della scultrice greca Venia Dimitrakopoulou con la mostra a cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini. Con la terza importante personale italiana l'artista, dopo aver affrontato le tematiche della "materia" a Palermo e del "logos" a Torino, propone ora una nuova selezione di lavori dedicati al tema del "suono", che vanno, come da sua impronta stilistica, dalla piccola alla grande dimensione e spaziano dalla scultura tradizionale all'installazione, dal video all'azione, dalla scrittura alla grafica. La trilogia italiana Futuro Primordiale, intesa come un unico progetto in evoluzione, ha voluto presentare in ciascuna città e spazio espositivo opere diverse, con l'obiettivo di integrare il lavoro della scultrice nell'ambiente museale al fine di creare un dialogo visivo con gli oggetti esposti.
Le opere di Venia Dimitrakopoulou fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Nata e formatasi ad Atene presso l'Accademia di Belle Arti, si diploma alla Scuola Superiore di Arte Drammatica del Conservatorio di Atene, per perfezionarsi poi presso l'Atelier Vivant de l'École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. numerose le mostre personali e collettive in Grecia e all'estero, dove le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private. A Trieste l'artista procede quindi per evocazioni sonore e l'esposizione si snoda tra le pregevoli stanze della villa settecentesca, sede del Civico Museo Sartorio, in dialogo con gli arredi d'epoca ancora presenti.
E' così che troviamo ad accogliere il visitatore, al piano terra, l'emblematico video Zoodochos Pighi (Fonte di Vita, 2011), opera drammatica in senso etimologico del termine, che vede le mani dell'artista ergersi a simbolo della forza generatrice della dimensione scultorea, in un incessante processo metamorfico di creazione e distruzione della forma sottolineato dalla musica del noto compositore contemporaneo Pablo Ortiz. Al primo piano, nell'Appartamento del Duca, spicca l'opera Insomnia bed (2011), un grande drappo in carta adagiato sul letto che campeggia nella stanza, sul quale prendono la forma di un'annotazione caleidoscopica - con una tecnica affine alla scrittura automatica e al flusso di coscienza di joyciana memoria - parole in varie lingue, visioni, epifanie, ripensamenti, sogni, sensazioni, fino ai pensieri più intimi e personali; il tutto arricchito da suggestioni sonore restituite in racconto attraverso la voce della stessa Dimitrakopoulou.
Proseguendo nel percorso, la Sala Musica viene pervasa da un'installazione sonora site-specific composta in collaborazione con Pablo Ortiz, mentre nel Salotto Rosa ritroviamo un'installazione creata da opere cardine dell'intera trilogia. «Il suono ha un enorme potere evocativo - specifica Ortiz riguardo al suo lavoro con la scultrice - che deriva dalla sua natura astratta. Suggerisce narrazioni che ognuno di noi sviluppa e completa a suo piacimento nell'intimità della propria mente. Come la proverbiale madeleine proustiana un suono è in grado di riportare sensazioni della nostra vita, vissute in tempi ormai lontani, ed ha anche il potere di aprire una soglia ad una nuova comprensione del mondo. I suoni di questa installazione non sono pensati per essere ascoltati: semplicemente contribuiscono alla natura coinvolgente dell'esperienza. L'ascolto di questi suoni dovrebbe completare in modo quasi subliminale le sensazioni provocate dalle opere d'arte in mostra».
La mostra si completa poi sul colle di San Giusto, tra le mura del Castello triestino, spazio ideale per intrecciare una profonda riflessione sulla creazione monumentale Promahones, opera simbolo dell'artista. Gli imponenti dischi in acciaio, sfrangiati sulla sommità, attualmente esposti nel cortile principale del Museo Archeologico Nazionale di Atene, sono qui evocati attraverso la video installazione The Sound of Promahones, che restituisce i suoni provenienti dall'opera stessa rielaborati da Ortiz con la scultrice.
La loro peculiarità è comunicata già dal nome della scultura, che significa "Bastioni" e rimanda all'idea di fortezza, di mura, ma anche a paratie mobili, grafemi o addirittura a «strumenti musicali a percussione, capaci di produrre arcane melodie», come rileva Franco Fanelli nel testo critico in catalogo: «Mura attraversabili, bastioni percorribili, fatti di metallo d'ombre e suoni, i Promahones possono dettare altri ritmi, ad esempio quelli della danza o della performance, senza per questo contrarsi in pura scenografia», ma intessendo un gioco sonoro, fatto di rimandi e di echi passati, per guardare al presente e costruire il futuro.
Anche Pablo Ortiz specifica in proposito: «Ho lavorato con Venia Dimitrakopoulou per molti anni su vari progetti e sull'installazione monumentale Promahones al Museo Benaki di Atene. Durante la nostra proficua collaborazione il punto di partenza e l'obiettivo principale per me è stato quello di riuscire a collegare il suono con la sostanza fisica. Nel caso di Promahones, in particolare, ciò significava suonare letteralmente con le bacchette sull'acciaio della scultura, registrare i risultati e, successivamente, elaborarli per creare una sintesi: un suono come un respiro emanato organicamente dalla scultura stessa».
Arricchiscono l'allestimento alcune teste di guerrieri che simbolicamente rimandano alla prima mostra palermitana, a conclusione di un percorso lineare e circolare allo stesso tempo, come afferma l'artista stessa: «La trilogia si conclude a Trieste, città rilevante sia per la sua posizione geografica che per la sua storia. Un crocevia che collega il Nord al Sud, esattamente come la Grecia. Del resto, la dualità è uno dei cardini principali del mio lavoro, come anche lo spazio intermedio. Iniziando da Palermo dove protagonista è stata la Materia, con tappa intermedia a Torino con il Logos, arrivo ora a Trieste con il Suono, cioè la "non materia". Un tentativo di mappatura della condizione umana e del ciclo della vita, così come io la percepisco.
Il momento storico in cui si svolge la mia traversata in Italia è un momento di grandi cambiamenti sia in Europa che nel mondo. In questo paesaggio piuttosto annebbiato, l'arte oggi può avere un ruolo importante e l'artista deve affrontare la sua responsabilità. La memoria e la storia sono il filo conduttore che arriva dal profondo del tempo e sento che, se riusciamo a tenerlo stretto tra le mani, ci potrà guidare al futuro con maggiore sicurezza. A Trieste quindi tento, con mezzi semplici e intangibili, in particolare attraverso i suoni, di attivare la memoria. Il ricordo individuale e personale al Museo Sartorio e il ricordo collettivo al Castello di San Giusto».
L'esposizione triestina corona la trilogia di mostre italiane organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura - Italia in co-organizzazione, per questa tappa conclusiva, con il Comune di Trieste e in collaborazione con Artespressione di Milano, galleria di riferimento dell'artista in Italia, e la Comunità Greco Orientale di Trieste. L'evento ha i patrocini del Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, dell'Ambasciata di Grecia a Roma, dei Consolati di Grecia e di Cipro a Trieste, del Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene (EMST), dell'Associazione Trieste-Grecia "G. Costantinides" e di Scuola Di Musica 55 - Casa Della Musica.
Le tre esposizioni di Venia Dimitrakopoulou nel nostro Paese, a Palermo, Torino e Trieste, rientrano nel programma "Tempo Forte Italia - Grecia", sancita nel corso del Primo Vertice Intergovernativo tra Italia e Grecia, tenutosi il 14 settembre 2017 a Corfù, volta a favorire e sostenere il rafforzamento delle relazioni culturali tra i due Paesi, nel rispetto dell'equilibrio tra i vari ambiti culturali, dalla tradizione al contemporaneo, dal passato al futuro. La rassegna è accompagnata da un esaustivo catalogo bilingue, italiano e inglese, edito da Umberto Allemandi. (Comunicato ufficio stampa IBC Irma Bianchi Communication)
Immagini (da sinistra a destra):
1. Venia Dimitrakopoulou, Insomnia Bed, inchiostro su carta, 2011 (Foto di Panos Kokkinias)
2. Venia Dimitrakopoulou, Le Ombre dei Promahones
3. Venia Dimitrakopoulou, Promahones, acciaio 3 elementi diametro m.6 cad., 2014 (Museo Archeologico Nazionale di Atene 2016)
---
Venia Dimitrakopoulou | Futuro Primordiale - Logos
21 febbraio (inaugurazione) - 31 marzo 2019
Galleria della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo - Torino Presentazione
Sulle rive dello Jonio
10 aprile 2019, ore 18.00
Museo Archeologico Nazionale di Palazzo Nieddu Del Rio - Locri (Reggio Calabria)
Ci si soffermerà sui tre musei locresi (due al Parco archeologico dedicati l'uno al periodo greco e l'altro alle testimonianze di età romana - e il Palazzo Nieddu, dedicato al periodo anteriore alla fondazione della colonia e alle scoperte dal territorio); sul Museo di Bova Marina che dà conto di un ricco patrimonio storico-archeologico da aree di abitato, di necropoli e di siti fortificati a controllo del territorio, inquadrabile in un ampio arco cronologico compreso tra l'età neolitica ed il VI secolo d.C. e si caratterizza per la presenza di testimonianze ebraiche. (Estratto da comunicato stampa)
Ulisse in viaggio: La storia di un'Odissea
31 marzo 2019, ore 17.00
Museo d'arte Moderna - Casa Cavazzini - Udine
www.anathemateatro.com
Dopo il successo del recital La Divina In-Canta, il regista/attore Luca Ferri propone un nuovo ed emozionante viaggio per conoscere ed avventurarsi nell'Odissea. Lo spettacolo è un susseguirsi di brani letti e recitati, momenti cantati ed attimi di riflessione e di approfondimento... il tutto svolto in modo estremamente coinvolgente ed adatto ad un pubblico di tutte le età. Se c'è una storia capace di concentrare in sé tutta la complessità dell'animo umano, la sua dimensione avventurosa e il senso più profondo del suo mistero, questa storia è indubbiamente l'Odissea. Omero vi racconta il viaggio di ritorno di Ulisse verso Itaca, dopo la distruzione di Troia: anni di peregrinazioni tra i mari e le esperienze, gli incontri con Calipso, Circe, Polifemo, Nausicaa e Tiresia, fino allo scontro finale con i Proci.
Nel corso dell'opera, accanto al tema sempre presente del "ritorno", emerge il valore eroico del personaggio di Ulisse, determinato a superare un ostacolo dopo l'altro con esemplare forza di volontà. E' questo valore umano, forse, la ragione ultima che ha spinto il poeta a scrivere e Luca Ferri a rileggerla e raccontarla. Insomma, nello spirito di Omero, c'è quella che il filosofo Benedetto Croce chiama la "volontà eroica", vale a dire il tratto essenziale dell'umanità più nobile di quei tempi antichi di cui Ulisse è modello. Così, il "perché" dell'opera coincide perfettamente con la missione vitale di Ulisse: un obiettivo da raggiungere. (Comunicato stampa)
Kleombrotos racconta il paesaggio della Sibaritide
14 marzo 2019, ore 10.00-13.00
Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide - Cassano allo Ionio (Cosenza)
L'opera che il Museo della Sibaritide ha scelto per la Giornata Nazionale del Paesaggio è la Tabella bronzea di Kleombrotos, offerta dal giovane atleta Sibarita alla Dea Atena dopo aver vinto ad Olimpia la gara "degli uguali per altezza e corporatura", secondo il voto fatto di offrirle la decima parte dei premi ottenuti. La targa, datata agli inizi del VI secolo a.C., è stata ritrovata nel sito archeologico di Timpone della Motta a Francavilla Marittima. Sull'acropoli di Timpone della Motta, posta a 280 metri s.l.m., erano ubicati una serie di edifici a carattere sacro.
Tra questi è stato rinvenuto un tempio arcaico che rappresenta il primo esempio di luogo cultuale indigeno. Le indagini archeologiche eseguite in questo sito hanno evidenziato la sua frequentazione anche in età greca, quando con la fondazione di Sibari, il centro venne conquistato e fatto rientrare nel territorio sibarita e il tempio intitolato alla Dea Atena. Dopo una breve riflessione sulle trasformazioni che il paesaggio della Sibaritide ha subito nel corso del tempo, si terrà, in itinere, la visita ai reperti ritrovati nel Sito Archeologico di Timpone della Motta e la narrazione della storia del voto di Kleombrotos alla Dea Atena. (Estratto da comunicato stampa)
Un mese con il cinema italiano
06-27 marzo 2019 (ogni mercoledì alle ore 21.00)
Teatro di Lakki - Leros (Grecia)
www.aial.gr
La nona rassegna presenta presenta quattro pellicole che fanno parte della 5a rassegna itinerante "Aroma d'Italia" che percorre la Grecia nell'ambito della Rete di Cooperazione Culturale italo-ellenica. Le pellicole selezionate, la cui distribuzione in Grecia è curata dalla Odeon, costituiscono una selezione della produzione cinematografica italiana nell'ultimo decennio, in cui compaiono alcuni dei più quotati registi italiani. Vi vengono affrontate problematiche esistenziali individuali quanto conflitti sociali d'attualità, ambedue largamente diffusi nella società contemporanea non solo tra gli adulti, ma anche tra i giovani.
A Leros, l'ormai tradizionale rassegna viene proposta dall'Associazione con il sostegno del Comune. Come sempre, le proiezioni sono in lingua originale con sottotitoli in greco ed ingresso gratuito, e sono completate da pieghevole distribuito all'ingresso che riporta scheda tecnica, trama e recensione per ciascun film in programma. La rassegna è organizzata a livello nazionale dall'Ambasciata d'Italia e dall'Istituto Italiano di Cultura di Atene in collaborazione con l'AIAL, ed inserita nel Cartellone d'Inverno dell'iniziativa "Tempo Forte - Italia & Grecia 2019". (Comunicato di presentazione)
21 febbraio (inaugurazione ore 18.30) - 31 marzo 2019
Galleria della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo - Torino
Prosegue il tour italiano della poliedrica artista con la seconda importante personale che propone una nuova selezione di lavori - a cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini - tra cui spiccano due installazioni di grandi dimensioni: l'opera inedita Ellampsis (2019) creata appositamente per l'occasione, che rappresenta un'epigrafe in acciaio con una "profetica" scritta luminosa, e l'installazione Dialoghi (2019) che rimanda a libri destrutturati in imponenti lastre d'acciaio e delicata carta cinese, sui quali fluttuano in inchiostro nero e rosso frasi ispirate da una ricerca sociologica realizzata tra la gente comune, espressione delle voci che solitamente non hanno una risonanza mediatica.
Venia Dimitrakopoulou approda, infatti, in Italia con il suo trittico di mostre in una fase difficile, drammatica per la storia dell'Occidente e per i destini dell'Europa, fatta di muri, populismi, nazionalismi, discriminazioni razziali e nuove frontiere, come rileva Franco Fanelli nel testo critico in catalogo; ma è proprio nella crisi che "l'eroe", in questo caso l'artista atto a risvegliare la coscienza collettiva, «deve saper porre le domande giuste ai giusti interlocutori. Sempre nella crisi l'eroe cerca le sue risposte nella profondità estrema». Per questo Dimitrakopoulou si interroga e indaga nel mito, nella storia e nel passato prossimo, fino alle radici comuni tra Italia e Grecia, spostandosi «dalla torre d'avorio dell'arte alla torre di controllo della condizione sociale», per citare il filosofo Dionysis Kavvathas.
Tema principale dell'intera esposizione torinese è il "logos", parola che si fa segno e al contempo segno che diventa parola, che ben si coniuga con le superfici candide della sala espositiva che sembrano richiamare «pagine non scritte», come suggerisce la scultrice. «Tutti i lavori presentati - spiega Venia Dimitrakopoulou - hanno una caratteristica in comune: sono ricoperti da testi che sembrano quasi una scrittura automatica. Piccoli libri, leporelli, diari, e ancora la Veste di Nesso e l'Armatura Segreta». Proprio queste due opere fungono da "collegamento" tra la mostra palermitana - "Futuro Primordiale - Materia" conclusasi al Museo Salinas lo scorso 3 febbraio - e la tappa di Torino, come evidenzia ancora Fanelli: «In questi due splendidi lavori su carta, inscritti nella forma di un'antica tunica sacerdotale o di uno stendardo istoriati da una tormentata scrittura, prendono vita l'alfa e l'omega, il rapporto tra opposti e la circolarità che costellano l'opera della Dimitrakopoulou».
Una dualità che si ritrova nel formato delle opere proposte e nel messaggio da esse veicolato, che racconta di una condizione universale nelle creazioni più imponenti e di un mondo intimo in quelle di scala più contenuta, come A diary, 3.107 Linethoughts, Labirinto, Amuleto, le serie Summer Days e Cold Days, veri e propri libri d'artista che vanno a formare personali antologie di avvenimenti interiori.
L'inchiostro indiano, il pastello, l'acquerello, fino al collage su carte rare danno quindi forma ad opere che vanno dalla piccola alla grande dimensione, all'insegna di un nomadismo stilistico e tecnico che, spaziando dalla scultura tradizionale all'installazione, dal video all'azione, dalla scrittura alla grafica, come ci precisa Fanelli è «condizione coerente e necessaria per un'artista che, nell'esilio della classicità, vive e opera sul limitare di un trapasso epocale. La soglia è in tal senso figura metaforica ricorrente nel suo lavoro, al pari del doppio, della circolarità cronologica, dell'ossimoro stesso che dà il titolo a questo suo trittico italiano: "Futuro Primordiale". Sono tutti concetti che rimandano con forza a quell'idea di confine che ci pare il tratto più presente nel suo lavoro, insieme alla metamorfosi, per lei condizione esistenziale e poetica».
L'esposizione a Torino ha i patrocini del Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, dell'Ambasciata di Grecia a Roma, della Regione Piemonte, della Città di Torino, del Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene (EMST), dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, del corso di laurea DAMS dell'Università degli Studi di Torino, dell'Associazione Piemonte-Grecia "Santorre di Santarosa" e dell'Associazione Culturale Italo-Ellenica per la Formazione "Microkosmos".
L'evento si configura come seconda tappa della trilogia di mostre italiane organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura - Italia in collaborazione con Artespressione di Milano, galleria di riferimento dell'artista in Italia per questa rassegna, che dal 12 aprile al 14 giugno 2019 proseguirà poi a Trieste presso il Civico Museo Sartorio e il Castello di San Giusto con altre opere inedite sul tema del "Suono".
Le tre esposizioni di Venia Dimitrakopoulou nel nostro Paese a Palermo, Torino e Trieste rientrano nel programma "Tempo Forte Italia - Grecia", iniziativa promossa dall'Ambasciata d'Italia ad Atene e sancita nel corso del Primo Vertice Intergovernativo tra Italia e Grecia, tenutosi il 14 settembre 2017 a Corfù, volta a favorire e sostenere il rafforzamento delle relazioni culturali tra i due Paesi, nel rispetto dell'equilibrio tra i vari ambiti culturali, dalla tradizione al contemporaneo, dal passato al futuro. La rassegna è accompagnata da un esaustivo catalogo bilingue, italiano e inglese, edito da Umberto Allemandi.
Venia Dimitrakopoulou è una scultrice greca, di Atene, formatasi presso l'Accademia di Belle Arti e si diploma alla Scuola Superiore di Arte Drammatica del Conservatorio di Atene, perfezionandosi poi presso l'Atelier Vivant de l'École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Attualmente lavora tra la capitale greca e l'isola di Egina, è membro della Camera di Belle Arti della Grecia e del gruppo di lavoro del programma "Tempo Forte Italia - Grecia" dell'Ambasciata d'Italia ad Atene. Numerose le mostre personali e collettive in Grecia e all'estero, dove le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private.
La sua scultura monumentale Promahones è esposta e presentata nell'inverno 2014-15 presso il Museo Benaki di Atene, unitamente alla pubblicazione Venia Dimitrakopoulou - Promahones edita da Hatje Cantz; quindi nell'ottobre 2016 l'opera trova la sua collocazione nel cortile principale del Museo Archeologico Nazionale della capitale greca. Nel 2015 presenta la sua attività artistica in Italia nel quadro dei programmi educativi della Biennale Sessions di Venezia con due incontri organizzati dall'Università Ca'Foscari di Venezia in collaborazione con la sezione giovani del Fondo Ambiente Italiano e la Fondazione Ellenica di Cultura - Italia; gli eventi sono a cura di Caterina Carpinato e della galleria Artespressione di Milano di Paula Nora Seegy, dove nell'aprile 2016 Venia Dimitrakopoulou inaugura la sua prima personale italiana dal titolo Selected works, a cura di Charis Kanellopoulou e Matteo Pacini. (Comunicato ufficio stampa IBC Irma Bianchi Communication)
Immagini (da sinistra a destra):
1. Venia Dimitrakopoulou, Dialoghi, installazione acciaio e inchiostro indiano su carta cinese, dimensioni variabili, 2019
2. Venia Dimitrakopoulou, Veste di Nesso IV, inchiostro indiano su carta cinese cm.178x175, 2018
---
Venia Dimitrakopoulou | Futuro Primordiale - Materia
15 novembre (inaugurazione) - 03 febbraio 2019
Museo archeologico regionale "Antonino Salinas" - Palermo Presentazione
La Cristianità
termina il 12 gennaio 2019
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Mostra filatelica, curata dal Museo Marittimo di Creta in collaborazione con Poste Italiane, la Fondazione Ellenica di Cultura e la Comunità greco-orientale di Trieste, con il sostegno dell'associazione "Trieste - Grecia Giorgio Costantinides". La raccolta a soggetto religioso comprende oltre 400 pezzi tra serie o parti di serie, singoli elementi filatelici, francobolli personalizzati, carte Massime, album, annuali, buste del primo giorno di circolazione, buste commemorative e foglietti. A completare la mostra si aggiungono un consistente numero di francobolli dedicati al tema del Cristianesimo emessi da paesi di religione musulmana. Si tratta di francobolli che raffigurano alcuni dei più importanti dipinti eseguiti da artisti europei. Una vera rarità.
Dall'osservazione dei francobolli si possono ricavare tante informazioni sulla crescita e sulla diffusione del Cristianesimo nel mondo favorito dall'arte pittorica. Rilevante spazio viene dedicato ai prodotti filatelici che ripercorrono il cammino spirituale dei Papi, dei grandi pittori del Rinascimento (Raffaello, Andrea Del Sarto), dei pittori nordici (in primis Durer Albrecht) e anche di un pittore particolarmente importante per l'isola di Creta: Domenico Theotokopoulos noto come El Greco. La mostra filatelica rientra tra le azioni del programma "Tempo Forte Italia - Grecia 2018". (Comunicato stampa)
* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007