Elezioni in Grecia 2012: i partiti ellenici tra Atene e Bruxelles
Nuovo governo formato da liberal-conservatori e centro-sinistra
di Ninni Radicini
22 giugno 2012
Antonis Samaras, leader di Nuova Democrazia, è dal 20 giugno '12 il nuovo primo ministro della Repubblica Ellenica. In Parlamento il suo governo sarà sostenuto anche da Pasok - Movimento socialista panellenico, di Evangelos Venizelos, e Dimar - Sinistra Democratica, di Fotis Kouvelis. La sua nomina conclude una fase complessa iniziata lo scorso novembre con le dimissioni di George Papandreou (Pasok), a seguito delle divisioni nel suo partito in merito al piano di aiuti (bailout) proposto da Ue/Bce/Fmi e alle misure di austerità richieste.
A succedergli, un governo tecnico-politico formato da Pasok, ND e Laos (poi all'opposizione a febbraio) e presieduto da Lucas Papademos, economista esterno ai partiti. Dopo le elezioni del 6 maggio, lo stallo nelle consultazioni avviate da ognuno dei tre partiti più votati - ND, Syriza, Pasok - per formare un governo ha determinato il ritorno alle urne e la nomina, da parte del Presidente della Repubblica Karolos Papoulias, di un esecutivo tecnico a interim presieduto da Panagiotis Pikrammenos.
Nelle Legislative del 17 giugno '12, per il rinnovo dei 300 seggi del Parlamento, la parziale ricomposizione del quadro politico-elettorale intorno a Nuova Democrazia (centrodestra) e Syriza (sinistra) ha reso più agevole la formazione di un nuovo governo. Primo partito, Nuova Democrazia (ad. Partito popolare europeo) con il 29.66% (129 seggi). A seguire Syriza - Coalizione della Sinistra Radicale (ad. Sinistra unita europea - Sinistra verde nordica) 26.89% (71 seg.); Pasok - Movimento socialista panellenico (ad. Alleanza progressista di Sinistra e Democratici) 12.28% (33 seg.); AE - Greci indipendenti 7.51% (20 seg.); Xa - Alba d'oro 6.92% (18 seg.); Dimar - Sinistra Democratica 6.26% (17 seg.); Kke - Partito comunista (ad. Sinistra unita europea - Sinistra verde nordica) 4.50% (12 seg.). L'astensione è stata al 37.5% (35% il 6 maggio scorso; 29% nel '09).
Al di sotto dello sbarramento del 3%, non ottiene seggi Laos - Partito popolare ortodosso (1.58%; ad. Europa di libertà e democrazia), di Georgios Karatzaferis, su cui ha avuto effetto l'avanzata, da lati opposti, sia di ND sia di Alba d'oro. Mentre i Verdi Ecologisti (0.88%) hanno visto ridimensionarsi il dato che era in prossimità del 3% nei sondaggi di un paio di mesi fa. Senza l'esito prospettato invece la coalizione Drasi-Dx-Fs (1.59%), formata da Ricostruire la Grecia, Azione e Alleanza Liberale, che prevedeva di portare in Parlamento una formazione dichiaratamente liberaldemocratica, area che nel sistema politico-elettorale ellenico è stata sovrastata dalla progressiva convergenza centrista di Pasok e Nuova Democrazia.
ND e Syriza sono gli unici partiti che hanno aumentato i seggi in confronto alle elezioni del 6 maggio (ND +21; Syriza +19). Il dato negativo più eclatante è per Kke (da 26 a 12). Rilevanti le perdite per Pasok (da 41 a 33) e Greci Indipendenti (da 33 a 20); più contenute per il partito nazionalista Alba d'oro (da 21 a 18) e Sinistra Democratica (da 19 a 17).
A sinistra, la fase di crisi del Pasok ha commutato il consenso elettorale verso Syriza, anche per l'amplificazione mediatica dell'immagine del suo leader, Alexis Tsipras. A destra, Samaras ha potenziato il profilo liberale-sociale, promuovendo l'aggregazione intorno a ND di quanti più elettori di centrodestra, moderati, liberaldemocratici, e in genere di coloro che non condividono quanto sostenuto da Syriza. Su questa linea si è avuta la convergenza tra Samaras e Dora Bakoyannis, leader di Alleanza Democratica, già concorrenti per la leadership di ND nel '09. Alle elezioni del 6 maggio AD aveva ottenuto il 2.56%.
Il giorno seguente le elezioni, la Borsa di Atene ha aperto a +6.65% e poi concluso a +3.6%: andamento parallelo alla valutazione internazionale delle elezioni greche, passata da un entusiasmo iniziale per aver evitato la prospettiva di una contrapposizione tra Ue/Bce/Fmi e un eventuale esecutivo incentrato su Syriza (contraria alle misure di austerità richieste per il piano di aiuti), ma senza che ciò comunque riduca le difficoltà congiunturali per la Grecia.
Antonis Samaras, dopo aver ricevuto da Karolos Papoulias, Presidente della Repubblica Ellenica, il mandato esplorativo per la formazione del governo, ha iniziato le consultazioni con gli altri leader di partito, con l'intenzione di formare esecutivo di "salvezza nazionale", a cui avrebbero dovuto partecipare i partiti favorevoli alla linea di ND, a sostegno del piano di salvataggio, seppure non escludendo la possibilità di richiedere una rinegoziazione di qualcuna delle misure di austerità previste.
Evangelos Venizelos, presidente di Pasok, ha proposto un governo di "co-responsabilità nazionale" con la partecipazione anche di Sinistra Democratica e Syriza, considerandone la permanenza all'opposizione un potenziale, costante, condizionamento della linea di governo e dello stesso Pasok. Venizelos aveva anche proposto che il Presidente della Repubblica in alternativa alla normale procedura seguita per la formazione del governo avrebbe potuto convocare subito dopo le elezioni una conferenza con i leader di partito per arrivare subito a una governo di coalizione
Fotis Kouvelis, leader di Sinistra Democratica, che già nei giorni precedenti alle elezioni di giugno aveva considerato insostenibile per la Grecia un ulteriore, eventuale, prolungamento della condizione di stallo nella formazione di nuovo governo, ha dichiarato subito la disponibilità a sostenere in Parlamento una coalizione che abbia come finalità la permanenza della Grecia nella zona euro e la rinegoziazione del piano di salvataggio (in termini più radicali di quanto prospettato da ND), senza però entrare nell'esecutivo con propri ministri. Il comitato centrale del partito ha approvato la mozione con il 70% di voti favorevoli. Più articolata la posizione dei Greci Indipendenti che, seppure contrari al piano di salvataggio (motivo della loro fondazione), con il proprio leader, Panos Kammenos, non avevano escluso la possibilità di una partecipazione all'esecutivo ma subordinata alla condizione che Samaras e Venizelos non partecipassero al governo.
Ma, come sottolineato da Venizelos, uno dei nodi principali per la formazione del nuovo esecutivo sarebbe stato la composizione del gruppo di negoziatori che dovrà cercare di ottenere una revisione delle condizioni richieste alla Grecia per l'accordo sul prestito. Nella riunione del Pasok, Venizelos ha proposto che nessuno dei politici di vertice del suo partito sia presente nell'esecutivo. La proposta è stata però contestata, tra gli altri anche da Andreas Loverdos, già ministro della Sanità, Michalis Chrisochoidis, già ministro per la Protezione del Cittadino.
Alexis Tsipras, dopo l'incontro con Samaras, ha invece escluso la partecipazione di Syriza ad un governo con ND, evidenziando che Syriza svolgerà una opposizione "attiva e responsabile". Inoltre ha detto che qualora Samaras non fosse riuscito a formare l'esecutivo, Syriza non avrebbe accettato il mandato esplorativo (previsto, essendo il partito giunto al secondo posto nelle elezioni).
La differenza tra Samaras e Tsipras è sulle conseguenze derivanti dall'accettazione o meno del piano di aiuti, che per la Grecia significa accettare o meno le condizioni di austerità previste. Per Samaras un "No" determinerebbe l'uscita dalla zona euro, il ritorno alla dracma e prospettive oscure. Tsipras invece è contrario alle condizioni attuali del piano di aiuti (austerità e svendita dei beni dello stato) a partire dalla considerazione che la permanenza della Grecia nella zona Euro è una posizione da difendere sia per Atene sia per Bruxelles, ovvero c'è una proporzionalità diretta tra le due parti e un eventuale peggioramento della condizioni della Grecia avrebbe un effetto negativo sulla Ue.
Alla Grecia è stato chiesto di ridurre di 11.5 miliardi di euro il bilancio e di 150mila dipendenti il settore pubblico. Un'attenuazione delle misure di austerità richieste avrebbe effetto sui pagamenti degli interessi annuali ma si ritiene non sia sufficiente per far tornare alla solvibilità, poiché lo stato si trova con l'economia da cinque anni in recessione, con previsioni negative su investimenti dall'estero ed entrate e un tasso di disoccupazione sopra il 20% contro il 6.7% in Germania (a maggio, il più basso degli ultimi venti anni). Eppure nel '06 la disoccupazione in Germania era più alta che in Grecia (il cambio di direzione è avvenuto nel '08).
In Germania la vittoria di ND è stata accolta come espressione della volontà della maggioranza degli elettori di rimanere nella zona euro, accettando quanto previsto dal piano di salvataggio. Il ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle (Fdp - Partito liberale) ha detto che in merito all'ipotesi di modifiche al piano "la sostanza delle riforme non è negoziabile", mentre si potrebbe rivalutare il periodo di tempo previsto per la implementazione delle misure di austerità, poiché la ulteriore, non prevista, campagna elettorale tra maggio e giugno ha avuto effetto sul Parlamento, rimasto, dopo il 6 maggio, in attesa degli sviluppi della nuova tornata elettorale.
* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007