Grecia: dalle dimissioni di Tsipras al governo tecnico alle elezioni anticipate

di Ninni Radicini
01 settembre 2015


Le dimissioni da Primo ministro sono state annunciate da Alexis Tsipras il 21 agosto. Il Presidente di Syriza - Coalizione della Sinistra Radicale, al vertice del governo ellenico dopo la vittoria alle elezioni del 25 gennaio scorso, ha rinnovato il sostegno alla linea tenuta dall'esecutivo formato dal suo partito e da Anel - Greci Indipendenti in merito all'approvazione del piano di riforme per il terzo bailout da 86 miliardi di euro. Al contempo ha ammesso che l'accordo raggiunto con i creditori della Grecia non è quello che lui auspicava. Le dimissioni hanno come primo effetto l'annullamento della eventualità di un voto di fiducia per verificare la maggioranza di governo dopo che la crisi interna a Syriza si è evidenziata in modo eclatante in occasione dell'approvazione del piano di salvataggio a metà agosto 2015.

La profonda divergenza dentro Syriza, in merito alla gestione del negoziato con Ue/Bce/Fmi e sull'accoglimento del bailout, tra la componente sostenitrice di Tsipras e l'opposizione interna, di cui è stata parte rilevante la corrente Piattaforma di Sinistra, ha avuto una sua finalizzazione con la decisione di 25 deputati di Syriza di formare un nuovo gruppo parlamentare, preludio della fondazione di un nuovo partito denominato Unità Popolare, di cui è presidente Panagiotis Lafazanis.

Già Ministro della Ricostruzione Produttiva, Ambiente ed Energia nel governo Tsipras prima del rimpasto a luglio e personalità di rilievo politico e mediatico di Piattaforma di Sinistra, Lafazanis ha sottolineato che la nuova formazione vuole la fine del bailout e la cancellazione di un'ampia parte del debito della Grecia a cui giungere attraverso la realizzazione di un "fronte anti bailout patriottico e democratico per la ricostruzione del paese" che abbia come riferimento quel 62% degli elettori che il 5 luglio scorso ha votato contro il programma di austerità, richiesto dai creditori della Grecia, in cambio del piano di salvataggio.

Sebbene si ritenesse fin da subito che le dimissioni di Tsipras fossero da considerare il modo per arrivare presto ad elezioni anticipate (prefigurando anche la data, il 20 settembre), la Costituzione prevede un iter durante il quale è il Presidente della Repubblica a stabilire i tempi e le modalità gestionali della fase politico-istituzionale conseguente alle dimissioni del Primo ministro. Tsipras ha motivato la sua decisione dicendo che, dopo l'approvazione del terzo bailout, è necessario aggiornare il mandato assegnato il 25 gennaio scorso dalla maggioranza degli elettori al suo partito e, in modo implicito, a lui come Primo ministro, per governare la Grecia nella fase in cui cominciava il negoziato per una ulteriore serie di aiuti ad Atene.

Ma la scelta di Tsipras ha determinato una molteplicità di critiche dai partiti di opposizione. Stavros Theodorakis, Presidente di Il Fiume, ha detto che le elezioni anticipate rappresentano una scelta errata, dato che Tsipras, nella implementazione delle riforme richieste per il bailout, avrebbe potuto trovare il sostegno parlamentare da parte delle formazioni europeiste (Nuova Democrazia, Il Fiume, Pasok), dando all'economia greca il tempo per cercare la stabilizzazione.

Prokopis Pavlopoulos, Presidente della Repubblica, ha assegnato il mandato esplorativo per la formazione di una eventuale nuova maggioranza di governo a Vangelis Meimarakis, Presidente ad interim di Nuova Democrazia. Meimarakis ha detto che le elezioni non sono la soluzione più adeguata alla fase attraversata dalla Grecia e ha previsto incontri con i leader di Pasok, Il Fiume, Kke e Unità Popolare. Non vi è stato l'incontro con Tsipras che non ha accolto l'invito del leader di ND. Tsipras ha escluso di formare alleanze di governo con partiti del "vecchio sistema politico" e ha detto che Syriza vuole ottenere un nuovo mandato per governare nei prossimi quattro anni. Meimarakis ha aspramente criticato Tsipras sottolineando che gli incontri tra i leader politici durante la fase esplorativa "non sono riunioni tra amici ma incontri istituzionali che hanno anche la funzione di alleviare le tensioni politiche".

Meimarakis ritiene che il dialogo tra le forze politiche e la formazione di coalizioni di governo ampie siano condizioni più funzionali agli interessi attuali della Grecia. In tal senso ha cercato di seguire due idee per la formazione di un nuovo esecutivo: o uno di minoranza, oppure un governo di coalizione con Syriza presieduto da Yiannis Dragasakis, vice primo ministro del governo Tsipras dimissionario. Non riuscendo a concretizzare alcuna delle due ipotesi, Evangelos Meimarakis il 24 agosto ha restituito il mandato al Presidente della Repubblica.

Il mandato esplorativo è stato allora assegnato a Panagiotis Lafazanis, leader di Unità Popolare, che ha avviato una serie di incontri con leader di partito (Pasok e Antarsya) e con delegati di varie organizzazioni sindacali e sociali, pubbliche e private. Lafazanis ha attaccato il governo Tsipras dicendo che "il ricorso alle urne utilizzando procedure di urgenza indica un'attitudine anti-democratica". Anch'egli però dopo tre giorni ha riconsegnato il mandato. A quel punto Prokopis Pavlopoulos ha deciso di concludere la fase esplorativa e avviare quella che avrebbe condotto alla formazione di un governo tecnico transitorio e alla decisione sulla data delle elezioni anticipate.

Dopo Unità Popolare, l'eventuale terzo mandato sarebbe stato assegnabile ad Alba Dorata e, dato quanto stabilito dalla Costituzione sulla eventualità di parità di seggi, un quarto mandato avrebbe potuto essere richiesto da Il Fiume. Alba Dorata ha contestato la decisione del Presidente della Repubblica di assegnare il mandato esplorativo a Unità Popolare, con la motivazione che il gruppo parlamentare si è formato a ridosso all'inizio della fase esplorativa e al momento in cui riceveva il mandato non era ancora stato ufficializzato come partito.

Alla conclusione della fase esplorativa condotta dai singoli leader di partito, Nuova Democrazia, Unità Popolare, Il Fiume e Pasok hanno chiesto a Prokopis Pavlopoulos di indire un'assemblea dei leader dei partiti per svolgere un ulteriore tentativo di ricerca di un accordo per la formazione di una nuova maggioranza parlamentare. A tal proposito Evangelos Meimarakis ha detto che "la Costituzione chiede che i leader di partito si incontrino e se qualcuno non vuole essere presente la sua sedia può rimanere vuota", alludendo in particolare alla posizione di Syriza indisponibile a partecipare alla formazione di nuovi esecutivi con lo stesso Parlamento (così come Anel e Kke). Il Presidente della Repubblica ha accolto in parte la richiesta, scegliendo di contattare i leader singolarmente per svolgere questo ulteriore passaggio esplorativo.

Il 27 agosto Prokopis Pavlopoulos ha nominato nuovo primo ministro Vasiliki Thanou, Presidente della Corte Suprema, prima donna a ottenere l'incarico di presiedere un governo, tecnico nella sua composizione e di transizione fino allo svolgimento delle elezioni, il 20 settembre. Vasiliki Thanou ha sottolineato che il suo esecutivo potrebbe essere chiamato ad affrontare questioni più complesse della amministrazione ordinaria.



* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.

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Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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