Dialogo di Nidia Robba con Arminio

Una delle "conversazioni" presenti nel libro Dialoghi, di Nidia Robba, scrittrice e poetessa di Trieste, è con Arminio, il condottiero germanico che, nella battaglia di Teutoburgo, fermò l'avanzata dell'impero Romano nell'area centro-settentrionale dell'Europa. Un avvenimento di notevole rilevanza sia per lo sviluppo storico dell'impero Romano che, altrimenti, avrebbe poi potuto espandersi in direzione del Mar Baltico, sia per le popolazioni germaniche, che ebbero il momento fondativo della propria identità nazionale.



Prestilla

«L'eroe (16 a.C. - 19 d.C.)»

Irmin, come lo chiama von Kleist nel suo dramma, Hermann, come viene chiamato in Germania, è il grande, anzi il più grande eroe germanico. È una vita che io lo conosco. Da bambina mia nonna mi parlava spesso di lui per farmi arrabbiare. Era una donna dell'ottocento e allora usavano fare scherzi. Famosissimi sono quelli del 1° di aprile. Ma non bastavano quelli! Nonna ed io stavamo quasi tutti i dopo pranzi insieme, perché lei non si alzava prima di mezzogiorno e allora si divertiva a punzecchiarmi o a farmi paura. Insomma era come un'amica cattivella.

Quando avevo poco più di 3 anni, lei si era affezionata alle storie di Arminio e diceva che era bello, bravo e coraggioso, mentre io ero una brutta bambina paurosa... e avanti così almeno per un anno. Più tardi giovinetta, volli conoscere almeno qualcosa di lui. Io non so dove lessi o chi me lo disse: il fatto è che mi avevano messo questo eroe davanti agli occhi, facendolo nascere circa 100 anni prima, di fronte a Caio Mario, mandato in Germania fra quei barbari. Be' in fondo avevano ragione perché un eroe vive spaziando nei secoli!



Dialogo

«Teutoburgo»

Heil, ave Nidia! Sono Irmin.

Oh! Ma sei proprio bello! Sei più bello della tua bellissima ed altissima statua! Ma tu mi saluti in tedesco, ma anche in latino!!!

Sì cara, non lo sapevi che io avevo molto da fare con i tuoi antenati?

Io ti ho sempre conosciuto come nemico di Roma.

Sì, certo: nacqui principe dei Cherusci nel 16 A.C. e militai giovanissimo nelle file degli alleati del grande popolò romano. Ma credimi : noi abbiamo nel sangue la nostra stirpe. Che è tutta la nostra vita. Si vive male quando non si sa più a chi giovare. Vissi e rivissi. Alla fine è la nostra stirpe che domina in noi.

Ah come ti comprendo e ti apprezzo! Ma a quei tempi eravate frammentati in tante stirpi.

Sì ed eravamo sempre in lotta! Ce n'è voluto del tempo prima di riunirci proprio tutti!

Sì lo so, ed arrivò colui che dopo secoli vi ha riunito tutti. Purtroppo non per molto.

Sì, sì. Guerre dopo guerre, ma so che finalmente c'è stato uno che ha riunito tutte le varie baronie, principati e marche. Questo è...

Lascialo dire a me il suo nome, perché l'ammiro tanto quanto ammiro te. Egli è Friedrich II di Hohenzollern, il grande Federico di Prussia, che ha combattuto tutta la vita.

Sì, sempre sul suo cavallo da giovinetto fino all'età di 74 anni, quando ferito morì sul campo di battaglia.

Oh ma ti prego adesso raccontami della vostra regione tra l'Elba ed il Weser.

Tiberio ordinò a Germanico di mandare Varo oltre il Reno per portare le usanze romane a noi barbari. Cambiare le nostre usanze ed i nostri costumi? Tutto ciò indignò le varie stirpi, sicché alcune si unirono a me ed ai miei Cherusci.

Ah sì! Ti prego raccontami di Teutoburgo.

Era il 9 D.C... Grazie alla mia tattica riuscimmo a sterminare tra i sacri boschi tedeschi 3 legioni, 3 ali di cavalleria, più tutti quelli dei vettovagliamenti.

Ma come è stato possibile questo?

Queste legioni marciavano normalmente, non certo in ordine attento di occupanti.

Con questa vittoria hai vendicato il feroce eccidio di quasi tutti i Teutoni ad Aquae Sextiae. I Teutoni erano scesi dalla Scandinavia allo Jutland e poi passarono Holstein, migrando verso sud–ovest. Qui nella Gallia Cisalpina il tribuno Caio Mario li sterminò.

Quella zona fu denominata campi putridi per le migliaia di poveri esseri che marcivano al sole.

Dopo l'enorme successo della Selva di Teutoburgo fosti considerato il più grande eroe germanico...

... e lì nella mia terra, dopo secoli chiamata Westfalia, alzarono la mia enorme statua, che si può vedere a chilometri di distanza.

Lo so: solo la tua spada misura 7 metri! Ma raccontami della tua vita, non solo del tuo successo militare.

Durante il lungo periodo invernale pensai a me ed alla mia vita: avevo 25 anni e vidi Tusnelda, la bellissima figlia di Segeste, ancora molto amico di Roma. Rapii Tusnelda e me la sposai.

Io so che era giovanissima ed entrambi eravate bellissimi.

Sì, io ne ero innamoratissimo, ma anche Tusnelda si innamorò di me e vivemmo il nostro amore con ardore giovanile ed appassionato, al punto che rimase incinta.

La felicità in terra non può esistere! Raccontami cosa ha fatto tuo suocero.

Segeste fu sempre molto contrario a me e amico dei Romani. Con la scusa di una riappacificazione, invitò la figlia e me, odiato genero, ad un banchetto, ma ben presto i suoi affiliati riuscirono ad imprigionarci separatamente. I miei Cherusci mi liberarono, ma non riuscirono a liberare la mia sposa. Io allora assediai Segeste, che chiamò in suo aiuto Germanico, il quale lo liberò, ma si tenne prigioniera la mia Tusnelda incinta.

Ma io so che tu non potesti rivedere mai più la tua amatissima sposa e mi sento struggere dalla commozione, se penso poi che non hai mai visto Tumelico, tuo figlio!

Sì, è vero Germanico, non potei mai vincerlo... non mi riuscì una seconda Teutoburgo. Rimasto solo non volli mai più un'altra sposa...

Tu non lo sapesti mai, ma io lo so e piango la morte di Tusnelda a soli 27 anni e questa figura storica è per me terribilmente commovente, anche per il fatto che tu non hai saputo più nulla di Tusnelda e nemmeno che tuo figlio bambino fu mandato a Ravenna, educato in una scuola gladiatoria e che morì in uno di questi infami duelli, forse al circo Massimo o addirittura al Colosseo. Aveva solo 16 anni!

Dopo le tue rivelazioni, che mi suonano atroci, sono contento di essere morto nel 19 d.C., tradito sia da mio fratello Flavo, che da mio zio Aiugumaro, che erano entrambi pro Roma, e di aver ritrovato i miei cari in questo aldilà. Posso dirti che mi ritrovo a mani vuote: mi sembra che la vita non mi abbia dato niente e spero soltanto nella storia.

Con te è morto il simbolo di tutte le libertà nazionali.

Ogni paese invaso dovrebbe considerare sacro il suo dovere di ribellarsi all'invasore.



Copertina del libro Dialoghi di Nidia Robba con disegno realizzato da Helga Lumbar Dialoghi
di Nidia Robba, ed. La Mongolfiera libri, pagg. 187, Trieste, marzo 2016

Nel suo 22esimo libro Nidia Robba sperimenta una struttura narrativa nuova nella sua bibliografia caratterizzata da romanzi e raccolte di poesie. Il libro è un mosaico di dialoghi metafisici tra la scrittrice e poetessa triestina e personalità storiche, alcune celebri altre meno ma meritevoli di essere evidenziate per gesta compiute e storia personale.

Prefazione di Ninni Radicini

Copertina del romanzo Dalla parte del perdente, Eine Geschichte im Fluß der Erinnerungen, di Nidia Robba con dipinto realizzato da Helga Lumbar Dalla parte del perdente - Eine Geschichte im Fluß der Erinnerungen
di Nidia Robba, ed. La Mongolfiera libri, pagg.310, giugno 2013

Wirtschaftswunder, il miracolo economico che ha caratterizzato la storia contemporanea della Germania e in genere dell'area tedesca inizia dai primi anni '50, avendo il suo prodromo alla fine del decennio precedente. Questo romanzo è ambientato nel contesto storico, sociale, culturale, tra il 1943 e i primi del dopoguerra.

Prefazione di Ninni Radicini

Copertina del romanzo Il sortilegio della città rosa di Nidia Robba Il sortilegio della città rosa
di Nidia Robba, ed. Fpe edizioni

Ambientato tra la Germania, Trieste (città della protagonista), la Francia e la Spagna, in un periodo tra la metà degli anni '60 e l'inizio dei Settanta (l'autrice lo suggerisce senza dichiararlo) è la storia di Myriam - per l'epoca una donna quasi di mezza età - recatasi a Heidelberg per tener compagnia alla nipote, Siegrid, durante un corso di tedesco e trascorrere una vacanza.

Recensione di Ninni Radicini


200 anni Wagner (Poesia di Nidia Robba)

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