La verità falsa
di Nidia Robba
ed. La Mongolfiera libri, pagg.206, giugno 2007
Recensione di Ninni Radicini
Intorno al tema della verità, sul modo in cui le apparenze possono condizionare e stravolgere i rapporti tra persone e tra loro e l'ambiente circostante, i grandi della letteratura contemporanea, innanzitutto Luigi Pirandello e Franz Kafka, hanno ideato romanzi e racconti attraverso i quali i lettori possono addentrarsi in un labirinto, che si materializza quando l'individualità entra a contatto con gli altri e alla verità si sostituisce la sua interpretazione. La verità falsa si sviluppa lungo due vicende parallele che finiranno per incontrarsi, anche se forse non in modo definitivo.
Ruota intorno a due centri - l'Austria e l'Italia - con diramazioni in Svizzera e in Grecia, e ha una scansione temporale precisa: dalla fine degli anni '30 alla metà dei Cinquanta. Come in almeno un'altro libro di Nidia Robba (Il sortilegio della città rosa), l'arco di tempo e le date, ancorché a volte tra le righe della descrizione dei contesti, sono determinanti per la caratterizzazione dei personaggi. Nulla sembra casuale in questo romanzo. Un dedalo di riferimenti, alcuni riscontrabili con una semplice riflessione, altri più profondi, che solo i lettori attenti e sensibili saranno in grado di rilevare.
Kurt Klapper - uno dei due protagonisti - nasce nel 1932 a Pernitz, nella Bassa Austria. Appartiene alla generazione accompagnata dall'ancora vivo ed esaltante passato asburgico e dalla travolgente potenza tedesca, decisa ad affermare l'idea pangermanica. Il padre è austriaco, la madre ungherese. I rapporti non buoni con la matrigna, a differenza di quelli migliori con il padre, lo portano presto lontano dal contesto familiare, in un collegio a Wiener Neustadt, dove ha modo di iniziare a sviluppare le capacità nell'apprendimento delle lingue straniere, tra cui l'italiano. In parallelo scorre la giovinezza di Ilia, Ilaria Contarini. I suoi genitori sono morti in un bombardamento a Mestre e lei, iscritta all'Accademia d'Arte per le sue doti di disegnatrice, nel 1945 è a Venezia, dove vive con la nonna. Recatasi al Teatro La Fenice per assistere al Lohengrin di Richard Wagner, conosce Herwig Helling, ufficiale tedesco originario di Amburgo. L'intesa tra i due è immediata ma i tempi convulsi non possono non incidere sul privato.
Maturata un'avversione profonda per il modo in cui sta declinando la guerra, Herwig si rifugia da Ilia portando con sè il documento di identità di un partigiano italiano condannato a morte. Vi rimarrà durante quelle giornate tra la fine del conflitto e l'inizio del dopoguerra. Come Ilia, anche lui ha perduto i genitori in un bombardamento della sua città natale. Eppure quello che potrebbe essere un nuovo inizio per entrambi, diventa il prodromo del dramma. Uscito insieme a lei per trovare qualcosa da mangiare, incrocia un gruppo di partigiani, uno dei quali è il fratello di colui a cui apparteneva quel documento. Mentre lo portano via, Ilia, nel tentativo di raggiungerlo, cade e sviene.
Kurt intanto si trasferisce a Vienna e il contatto con nuova realtà lo porta a interrogare se stesso. Fino a pochi anni prima, Vienna era stata la capitale di un impero che dalla Europa centrale si estendeva a Est - per secoli il traguardo dei popoli centroasiatici - e al Sud slavo, mosaico di nazionalità. Con Trieste, Porta sull'Adriatico che basta costeggiare per giungere ad Atene e Costantinopoli. Iscritto all'Università e sempre più affascinato dalla civiltà ellenica grazie alle scoperte archeologiche di Heinrich Schliemann, Kurt lavora come cameriere. Consapevole della distanza tra l'atteggiamento che deve tenere sul lavoro e la sua vera natura, si rende conto di stare recitando una parte che sente essere falsa. A distoglierlo da questa ambiguità è la risposta positiva per un lavoro in un hotel in Carinzia, a oltre mille metri di altezza.
Anche per Ilia è il momento di confrontarsi con la propria condizione. Avviene durante un viaggio verso l'Austria, alla ricerca di Herwig. Rivede quanto accaduto nel momento del distacco. Quel giorno, dopo aver perso i sensi, fu portata in ospedale da Franco, un fotoreporter italoamericano di origine siciliana, giunto al seguito degli Alleati. Si innamorò subito di lei e chiese alla zia di Ilia - ormai la sua unica parente - il consenso per sposarla. Poi l'avrebbe portata a Ginevra per curarla dallo shock che le aveva bloccato la parola, da cui si riebbe alla nascita della figlia, Ilse. Ritrovò Herwig. Ora viveva a Traunstein in Baviera (poco oltre il confine con l'Austria), sposato con l'infermiera che lo aveva soccorso quando era stato rimpatriato (come Ilia con il suo soccorritore).
Portava ancora i segni di quel giorno a Venezia. Non ricordava nulla del suo passato però riconobbe Ilia perché gli tornava sempre in sogno. Ma nient'altro di lei, neppure quando gli annunciò il concepimento della loro figlia. Eppure Herwig le aveva creduto, al punto da inviarle poco dopo una lettera a Milano, dove lei adesso abitava, per ribadire l'impossibilità di tornare indietro. Scoperta dal marito si dimostrò fatale per le sorti del loro matrimonio. Lui volle separarsi, sentendosi tradito nell'apprendere che la vera Ilia non era quella che aveva sposato e poi aiutato nella carriera di stilista. Per lei invece il dramma più grande fu di poter vedere la figlia solo due volte al mese, come stabilito dopo le conseguenti vie legali.
Per Kurt e Ilia il momento dell'incontro arrivò subito dopo, in Austria ad una festa di Carnevale. Quella sera lei incantò tutti con atteggiamenti che non avrebbe mai immaginato esserle propri. Oltretutto non si trovava lì per sua iniziativa: era insieme a un'amica, a sua volta in compagnia dell'amante. Ilia aveva cinque anni più lui e quando si conobbero gli disse di non volere alcuna avventura. Ma dopo essersi lasciati in modo interlocutorio, Kurt era più che mai deciso a rivederla. Così avvenne, in un'altra occasione in cui Ilia accompagnò l'amica.
Per entrambi è l'inizio di un continuo trovarsi e lasciarsi in giro per l'Europa: a Venezia, a Pernitz - dove Kurt reincontra il fratello sposatosi con una italiana di Trento - poi in Svizzera a Ginevra. Incontri nei quali ognuno rivela qualcosa di sé prima non dichiarato. Dopo la tesi Kurt sarebbe partito alla volta di Atene per lavorare in un prestigioso hotel, mentre Ilia si sarebbe diretta a Ginevra per incontrare la figlia. Nell'intenzione di non far coincidere queste date, avvenne qualcosa di determinante per il loro futuro. Un episodio che avrebbe permesso ad entrambi di provare ancora una volta quanto sia complessa la verità...
E' significativo che questo romanzo sia stato scritto da un'autrice, Nidia Robba, nata a Trieste, una delle quattro torri del quadrilatero mitteleuropeo insieme a Vienna, Praga e Budapest. In uno scenario narrativo che porta il lettore a realizzare riferimenti alla cinematografia di Michelangelo Antonioni, per i dialoghi di Cronaca di un amore (1950, con Massimo Girotti e Lucia Bosè); di Giacomo Gentilomo, anch'egli triestino, per la tipologia dei personaggi di Atto d'accusa (1950, con Marcello Mastroianni, Lea Padovani e Karl Ludwig Diehl); di Alain Resnais, per il significato dello spazio e del tempo nella relazione sentimentale in L'anno scorso a Marienbad (1961, con Giorgio Albertazzi e Delphine Seyrig).
Accennare senza svelare, sfidare il lettore ad avventurarsi oltre la narrazione per scoprire che la verità si adatta al contesto sociale, familiare, storico. E' una delle lezioni di Luigi Pirandello, il più grande drammaturgo del Novecento, che la sviluppò integrando la sua cultura siciliana originaria - sintesi di ellenismo, di riflessi di ispanicità e di isolazionismo eccentrico - con quella tedesca, al culmine di un secolo iniziato nei primi decenni dell'Ottocento con l'elaborazione del Romanticismo e giunto all'Espressionismo. Contesti ideali per avviare una riflessione sul rapporto tra realtà e apparenza. Prima di scoprire che forse la verità finisce dove inizia il destino.
Concorso Letterario Internazionale "La Rocca - Città di San Miniato" - 17esima ed.
Primo Premio Sez. E (Narrativa): La verità falsa
La cerimonia di premiazione si è svolta il 7 novembre 2009 presso la Sala "Ugolino" di Palazzo Grifoni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.
Compleanno in copertina
Le copertine dei romanzi e delle raccolte di poesie di Nidia Robba realizzate con i dipinti della pittrice Helga Lumbar
19 marzo 2010 - 31 marzo 2009
Bottega d'arte "Le Amèbe" - Trieste
Presentazione
La verità falsa: Il libro in cornice
Opera della pittrice Helga Lumbar Robba per la mostra "Mondi Diversi" (Venezia, 02-28 giugno 2009)
Articolo
200 anni Wagner (Poesia di Nidia Robba)
Articoli sulla Germania
Nidia Robba - Romanzi, raccolte di poesie, notizie
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