Il negoziato tra Unione Europea (Commissione Europea), Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Repubblica Cipro per la definizione di un piano di salvataggio (bailout), a fronte della crisi del sistema finanziario dell'Isola, ha rappresentato un test di rilievo anche per la Germania, i cui elettori saranno chiamati alle urne il prossimo 22 settembre per il rinnovo del Bundestag, la Camera Bassa del Parlamento federale. Già da qualche mese, la prospettiva di un ulteriore bailout nella Eurozona (il quinto, dopo quelli di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna) ha creato un dibattito tra i partiti, che in Parlamento dovranno votare la partecipazione della Germania al fondo di 10 miliardi euro accordato a Cipro, con una quota di 3 miliardi di euro.
Un confronto da cui si è evidenziato lo scetticismo dei tre partiti oggi all'opposizione - SPD - Partito socialdemocratico, Verdi e La Sinistra - a cui si è aggiunta l'incertezza di alcuni settori nella maggioranza che sostiene l'Esecutivo presieduto da Angela Merkel, formata da CDU - Unione Cristiano-democratica, CSU - Unione Cristiano-sociale e FDP - Partito Liberaldemocratico. Considerando i prestiti fino ad ora concessi agli Stati della Eurozona in difficoltà, la Germania ha in totale contribuito con 220 miliardi di euro. Lo scorso novembre, il Bundestag ha votato una revisione del bailout alla Grecia con 297 favorevoli, soltanto 4 in più della maggioranza semplice calcolata sul numero dei votanti, in un quadro frammentato nella scelta sia tra la maggioranza sia tra la opposizione.
Il 24 febbraio, la Germania ha accolto positivamente l'elezione di Nicos Anastasiades, nuovo presidente della Repubblica di Cipro, il cui partito Disy - Unione democratica aderisce al Partito Popolare Europeo, che ha tra i suoi aderenti anche la CDU e la CSU. In occasione della riunione dell'Eurogruppo che ha approvato la prima versione del bailout, Angela Merkel ha sottolineato che lasciare Cipro da sola sarebbe stata una eventualità «semplicemente irresponsabile». La decisione di articolare il piano di salvataggio in due componenti - il prestito di 10miliardi di euro e altri 5.8 che il governo dell'Isola avrebbe dovuto raccogliere tassando progressivamente varie fasce di conti correnti - ha determinato, in particolare per la seconda componente, la presa di distanze sia Wolfgang Schäuble (CDU), ministro delle Finanze, sia Martin Schulz (SPD), presidente del Parlamento europeo, che in una intervista al Welt am Sonntag ha detto che i conti correnti che non superano i 25 mila euro non avrebbero dovuto essere tassati.
A nome della maggioranza della Conferenza dei Presidenti dei gruppi parlamentari del Parlamento europeo - composta da Joseph Daul, (Partito Popolare Europeo), Hannes Swoboda (Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici), Guy Verhofstadt (Alleanza di Liberali e Democratici per l'Europa), Martin Callanan (Conservatori e Riformisti Europei), Rebecca Harms e Daniel Cohn-Bendit (Verdi / Alleanza Europea Libera) - Martin Schulz ha criticato il provvedimento anche per gli effetti politici su scala più ampia, poiché la mancata chiarezza sulla responsabilità delle scelte «serve solo a indebolire la fiducia nella Ue».
Dopo il voto contrario del Parlamento monocamerale di Cipro, il Cancelliere tedesco, sottolineando il dispiacere per questa decisione e, al tempo stesso, il rispetto per quanto stabilito dalla maggioranza dei deputati ciprioti, ha detto che un'alternativa andava comunque trovata nel negoziato fra la Repubblica di Cipro e la Ue/Bce/Fmi, con le proposte avanzate dal governo («Cipro è con noi nella Eurozona ed è nostro dovere trovare una soluzione insieme»). Nel corso dei negoziati sulla definizione della seconda versione del piano di salvataggio, Angela Merkel ha inoltre respinto l'ipotesi di coinvolgere i fondi pensione, rinnovando la volontà che Cipro rimanga nella zona Euro.
Fin dall'inizio della crisi del debito nella Eurozona è stata seguita una linea che rende gli aiuti dipendenti da politiche nazionali di austerità. Se sul versante finanziario tale scelta ha tranquillizzato i mercati, sul versante politico ha determinato un incremento notevole della sfiducia verso le decisioni prese in ambito comunitario, sia negli Stati soggetti a crisi finanziaria, sia in Germania. Per la prima volta nella Eurozona, una Assemblea legislativa (la Camera dei Rappresentanti di Cipro) ha respinto le richieste previste per l'avvio del piano di salvataggio, con 36 voti contrari, 19 astenuti, nessuno a favore; in Germania si prospetta la formazione di un partito - Alternativa per la Germania - che sostiene l'uscita dalla unione monetaria e il ritorno al Marco tedesco o la realizzazione di unioni monetarie circoscritte a pochi Stati.
Una rilevazione in Germania pubblicata a inizio marzo dal periodico Focus ha evidenziato che un partito anti-Euro troverebbe, nella fase attuale, il 26% dei consensi, provenienti da tutte le formazioni presenti nel Parlamento federale. Gli sviluppi della crisi finanziaria a Cipro non hanno però avuto effetti negativi sulla popolarità di Angela Merkel che, secondo una rilevazione dell'Istituto Forsa, continua ad essere considerata il leader politico nazionale che meglio può gestire la fase attuale.
* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007