Le elezioni legislative del 4 ottobre hanno segnato il ritorno al potere del Pasok - Movimento socialista panellenico, di George Papandreou, e la sconfitta di Nuova Democrazia, che con Kostas Karamanlis ha governato dal marzo '04. Pasok ha ottenuto il 43.9% e 160 seggi (+58). A seguire: Nuova Democrazia 33.5%, 91 seg. (-61); Kke - Partito comunista 7.5%, 21 seg. (-1); Laos - Partito popolare ortodosso 5.6%, 15 seg. (+5); Syriza - Coalizione della Sinistra radicale 4.6%, 13 seg. (-1). Non supera lo sbarramento del 3%, necessario per l'ingresso in Parlamento, il partito degli Ecologisti Verdi (ad. Verdi / Alleanza Libera Europea nel Parlamento Ue), nonostante la crescita di consensi (2.5%, dall'1.1% del '07). Da notare l'aumento dell'astensione: 29% contro il 25.8% del '07. Nuova Democrazia (ad. Partito Popolare Europeo) ha perso, a vantaggio di Pasok (ad. Alleanza progressista di Socialisti e Democratici), in 37 dei collegi elettorali dove aveva vinto nel '07, da cui un distacco dal Pasok superiore alle previsioni e la decisione di Karamanlis di lasciare la presidenza del partito, dove la scelta di tenere elezioni anticipate aveva incontrato pareri contrastanti.
A differenza di quanto accaduto una settimana prima in Germania, dove i Socialdemocratici hanno subìto perdite elettorali da entrambi i lati (Liberaldemocratici; La Sinistra, Verdi), il Pasok ha beneficato del ridimensionamento, alla sua sinistra, di Syriza e Kke (entrambi ad. Sinistra Europea Unita / Sinistra Verde Nordica), e della maggiore mobilità dell'elettorato moderato di ND, che invece ha tenuto bene alla sua destra, dove comunque avanza in modo costante Laos (ad. Europa della Libertà e della Democrazia), il partito di Giorgios Karatzaferis.
George Papandreou (57 anni), diventa Primo ministro dopo il padre Andreas (1981-89 e 1993-96) e il nonno Georgios (1944-45, '63, 1963-65). Nel suo primo discorso al Parlamento ha sottolineato che l'attuale fase di crisi economica, paragonabile a quella fronteggiata dal padre nel '93, necessita decisioni difficili (linea conduttrice della campagna elettorale di Karamanlis) che portino ad un riordino del sistema fiscale e a un riequilibrio del rapporto deficit/Pil, che potrebbe superare il 10%, ben oltre il limite del 3% previsto per gli stati aderenti alla zona euro. Tra le misure previste: la riduzione delle spese, a partire da quelle dei ministeri, e nuove tasse sulle proprietà della Chiesa ortodossa greca.
Lo stesso giorno del giuramento da Primo ministro davanti all'arcivescovo Ieronymos di Atene e di tutta la Grecia, alla presenza del presidente della Repubblica Karolos Papoulias, il Consiglio di Stato ha approvato tre suoi decreti d'urgenza che creano nuovi ministeri in cui convergono varie competenze: Ministero per la protezione del cittadino (ordine pubblico, protezione civile, sicurezza marittima); Ministero dell'economia, competitività, commercio (comprende le materie del Ministero della marina mercantile e della politica delle isole e l'Egeo); Ministero delle finanze (prima insieme all'economia), Ministero di cultura e turismo (prima separate). Termina il Ministero di Macedonia-Tracia, trasformato in Segretariato generale. Decisione che potrebbe avere un riflesso nel negoziato con Skopje sul nome della Fyrom (ex repubblica jugoslava di Macedonia).
Le relazioni internazionali presentano infatti fin da subito questioni di rilievo, come dimostra la scelta di Papandreou di assegnare a sè il Ministero degli esteri, già tenuto durante il governo Simitis, precedente a quello di Karamanlis. Oltre al negoziato con la Fyrom, vi sono i rapporti con la Turchia. Una prima verifica si avrà a dicembre nell'ambito del Consiglio dell'Unione Europea, quando sarà valutato lo stato del negoziato per l'adesione della Turchia alla Ue, nel quale sarà rilevante la prospettiva sulla questione di Cipro.
* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007