Grecia 2015: Elezioni anticipate e nuovo Esecutivo Syriza-Anel

Conferma dei partiti "No Grexit", astensione in aumento, Alba Dorata terzo partito

di Ninni Radicini
27 settembre 2015


Le elezioni legislative anticipate del 20 settembre hanno confermato Syriza - Coalizione della Sinistra Radicale primo partito in Grecia con il 35.4% e 145 seggi (-4 in confronto alle elezioni dello scorso gennaio). A seguire, Nuova Democrazia con il 28.1% (75 seg.; -1), Alba Dorata 6.99% (18 seg.; +1), Coalizione Democratica Pasok-Dimar 6.2% (17 seg.), Kke - Partito Comunista 5.5% (15 seg.; -), Il Fiume 4.09% (11 seg., -6), Anel - Greci Indipendenti 3.69% (10 seg.; -3), Ek - Unione dei Centristi 3.43% (9 seg.).

Non è riuscita ad entrare in Parlamento Lae - Unità Popolare che, con il 2.86%, non ha raggiunto la soglia minima del 3% prevista per partecipare alla ripartizione dei seggi dal sistema proporzionale con premio di maggioranza (al primo partito). Il 23 settembre Unità Popolare ha presentato un ricorso alla Corte Suprema chiedendo un riconteggio dei voti nei comuni di Atene, Acharnes, Nikaia, Peristeri. Da sottolineare il dato dell'astensione che ha raggiunto il 43.43% (+7%), la più alta nella storia della Repubblica Ellenica.

Queste elezioni sono state proclamate a seguito delle dimissioni da Primo ministro di Alexis Tsipras, per sette mesi al vertice di un governo composto da Syriza (aderente al gruppo Sinistra Europea Unita / Sinistra Verde Nordica nel Parlamento Europeo) e Anel, e per successiva impossibilità di formare un nuovo esecutivo dopo fase di negoziati tra i partiti prevista dalla Costituzione e gestita dal Presidente della Repubblica Ellenica. La decisione di Tsipras è stata successiva all'approvazione in Parlamento del piano di riforme per il terzo bailout di 86 miliardi di euro accordato alla Grecia da Ue/Bce/Fmi.

La prima conseguenza delle sue dimissioni è stata il superamento della eventualità di un voto di fiducia per il governo, considerato come sviluppo naturale della divisione nel gruppo parlamentare di Syriza sul via libera, a metà agosto, al piano di riforme richiesto per il bailout. La divergenza ha portato ad una scissione e alla formazione di Unità Popolare, presieduta da Panagiotis Lafazanis già leader della corrente Piattaforma di Sinistra in Syriza. Come detto da Tsipras in campagna elettorale, queste elezioni sono da considerare un secondo referendum sul futuro della Grecia (dopo quello del 5 luglio) per stabilire l'orientamento degli elettori greci sulla nuova linea intrapresa da Syriza e dall'esecutivo in merito al terzo piano di salvataggio.

In confronto alle elezioni dello scorso gennaio hanno perso voti e seggi le formazioni di governo e di opposizione favorevoli al terzo bailout (Syriza, Nuova Democrazia, Il Fiume e Anel) tranne Pasok - Movimento Socialista Panellenico che, alleato con Dimar - Sinistra Democratica, ha aumentato i propri seggi. Non hanno perso seggi le due formazioni di opposizione più oltranziste: Alba Dorata ha perso voti ma ha aumentato il numero di seggi; Kke ha perso voti confermando però lo stesso numero di seggi precedenti. Non hanno partecipato alle elezioni Laos - Partito popolare ortodosso di Giorgios Karatzaferis, e il Movimento dei Socialisti democratici di George Papandreou (ex Primo ministro ed ex Presidente del Pasok). Da notare che alcuni sondaggi pubblicati pochi giorni prima del voto indicavano Nuova Democrazia primo partito, in vantaggio su Syriza di circa l'1% e Anel al di sotto della soglia di sbarramento.

Entra per la prima volta in Parlamento l'Unione dei Centristi dopo nove partecipazioni alle Legislative. Un traguardo storico per una formazione che ha come riferimento ideologico Eleftherios Venizelos, fondata all'inizio degli anni '90 da Vassilis Leventis, 63enne, oppositore dei partiti tradizionali - in particolare Pasok e Nuova Democrazia - per la loro gestione del potere. Considerato un "Don Chisciotte" della politica ellenica, Leventis ha cominciato la sua campagna per la moralizzazione della politica e contro il clientelismo attraverso partecipazioni a programmi in televisioni private locali. Si è opposto alla implementazione di gran parte del programma di riforme previste per il terzo bailout e considera "innaturale" l'alleanza tra Syriza e Anel.

In campagna elettorale Nuova Democrazia (ad. Partito Popolare Europeo) con il suo Presidente a interim Vangelis Meimarakis ha sostenuto la formazione di un governo di unità nazionale, invitando Syriza e i partiti europeisti a formare un esecutivo di "cooperazione, intesa e responsabilità nazionale". Meimarakis non ha però risparmiato contestazioni a Tsipras, a cui ha detto di non conoscere con esattezza i termini previsti dal nuovo bailout. Ma il Presidente di Syriza ha sempre respinto l'eventualità di un governo con Nuova Democrazia. A seguito del dato elettorale di ND, la linea di Meimarakis è stata criticata dall'ala destra del partito. Alla conclusione delle elezioni, ND ha avviato la procedura per la elezione del suo prossimo leader, prevista per la fine di ottobre.

All'inizio della campagna elettorale, Zoe Konstantopoulou ha deciso di sostenere Unità popolare. A suo parere Tsipras avrebbe dovuto portare la Grecia alle elezioni anticipate prima della firma del terzo bailout, in modo da essere coerente con il mandato elettorale ottenuto da Syriza lo scorso gennaio su un programma di contrarietà a ulteriori bailout e in favore di una ristrutturazione del debito della Grecia. Il sostegno a Unità Popolare è da lei considerato il primo passo verso la formazione di un fronte di opposizione alla politica di austerità, determinata dagli accordi con i creditori della Grecia che si susseguono dal 2010. Personalità di rilevo di Syriza, nelle cui liste è stata eletta in Parlamento nelle elezioni di gennaio con un consenso notevole, da Presidente del Parlamento Zoe Konstantopoulou si è distinta per la opposizione energica alla svolta a favore del terzo bailout operata a luglio da Tsipras e per il modo di gestire il suo ruolo marcandolo in senso politico-istituzionale.

Yanis Varoufakis ha deciso invece di non schierarsi in modo esplicito in queste elezioni. L'ex ministro delle Finanze, anch'egli in disaccordo con linea pro-bailout di Tsipras, pur esprimendo simpatia per Unità Popolare ha voluto evidenziare il proprio disaccordo sulla prospettiva di una uscita dalla Eurozona sostenuta invece dal partito di Lafazanis. Per le elezioni anticipate ha invitato i 140mila elettori che hanno votato per lui lo scorso gennaio a scegliere tra i partiti che si sono opposti al bailout (esclusa Alba Dorata). Varoufakis ha annunciato l'intenzione di continuare a svolgere attività politica in un ambito europeo.

Durante la campagna elettorale Unità Popolare ha confermato la sua opposizione al terzo bailout e le critiche verso l'Euro sebbene, anche in virtù del consenso costante verso la moneta comunitaria da parte dell'elettorato greco, ha specificato di non essere il partito della dracma ma ha come priorità la fine delle politiche di austerità. Panagiotis Lafazanis ha detto che i Primi ministri più recenti hanno posto gli interessi dell'Europa e della Germania al di sopra di quelli del popolo ellenico, trasformando la Grecia in protettorato. Nonostante tale orientamento, Unità Popolare non ha trovato alcun riscontro presso Kke su eventuali convergenze, anzi, Dimitris Koutsoumbas - segretario generale dei comunisti greci - ha sottolineato che i due partiti sono come "il giorno e la notte", non considerando nemmeno rilevante la focalizzazione sull'alternativa tra Euro e Dracma, che semmai sta diventando motivo di ulteriori costi sociali per i cittadini.

Il dato elettorale de Il Fiume (nel Parlamento Europeo aderente al gruppo Alleanza progressista di Socialisti e Democratici) è stato inferiore alle attese, che prevedevano il raggiungimento del terzo posto tra i partiti ellenici. In campagna elettorale il suo Presidente, Stavros Theodorakis, ha cercato di distinguere il partito proponendo, dopo le elezioni, un incontro tra i leader delle formazioni europeiste per stabilire le priorità di governo e, a seguire, un ulteriore incontro per la formazione di un esecutivo composto dagli stessi partiti eventualmente convergenti. Può invece considerarsi positivo il dato elettorale della coalizione formata dal Pasok presieduto da Fofi Gennimata (ad. Alleanza progressista di Socialisti e Democratici) e Dimar, presieduto da Thanassis Theocharopoulos. La decisione di Dimar di allearsi con il Pasok è stata però respinta da Fotis Kouvelis - già Presidente di Sinistra Democratica e tra i fondatori - che ha contestato la modalità con cui il comitato centrale del suo partito ha deciso l'alleanza elettorale con i socialisti.

Panos Kammenos ha presentato Greci Indipendenti come partito garante della stabilità e fautore della riconciliazione nazionale e si è impegnato ad agire per modificare alcune delle condizioni stabilite per il bailout. A seguito della incertezza dettata dai dati relativi ad Anel nei sondaggi, Panos Kammenos ha detto che qualora il partito non avesse ottenuto seggi lui avrebbe concluso la sua carriera politica. In merito alla composizione del governo, se fosse stato necessario estendere a un terzo partito la coalizione ha detto di preferire una collaborazione con Il Fiume e non con il Pasok.

Come previsto dall'articolo 37 della Costituzione greca, il giorno dopo le elezioni Prokopis Pavlopoulos - Presidente ella Repubblica Ellenica - ha assegnato a Tsipras il mandato per la formazione del governo. Prima del giuramento da Primo ministro, Tsipras ha informato Pavlopoulos dell'accordo raggiunto con Anel per la formazione dell'esecutivo. Il 22 settembre i negoziati tra Alexis Tsipras e Panos Kammenos, Presidente dei Anel, hanno portato alla composizione del nuovo governo formato ancora una volta da Syriza e Anel. Da notare la posizione di Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, che ha voluto evidenziare i suoi dubbi circa la decisione di Tsipras di confermare l'alleanza di governo con Greci indipendenti, definito "uno strano partito di estrema destra".

Il 23 settembre il giuramento dei ministri del nuovo governo, una parte dei quali già presente nel precedente, tra cui Euclid Tsakalotos, Ministro delle Finanze, arrivato a luglio in sostituzione di Varoufakis e molto apprezzato da Tsipras per il modo in cui ha gestito la fase di approvazione delle condizioni per il terzo piano di salvataggio. Uno dei suoi due vice è Giorgos Houliarakis, a sua volta Ministro delle Finanze del governo tecnico di transizione presieduto da Vassiliki Thanou. Tra i confermati Nikos Kotzias agli Esteri e Panos Kammenos alla Difesa Nazionale. A seguito della riconfigurazione delle competenze di alcuni ministeri, cinque sono differenti dal precedente esecutivo: Infrastrutture, Trasporti e Reti; Ambiente ed Energia; Educazione, Ricerca e Affari Religiosi; Marina Mercantile e Politica delle Isole; Economia, Sviluppo e Turismo. La vittoria di Tsipras è stata accolta in modo positivo nella Unione Europea, sebbene precisando il notevole lavoro che attende il suo esecutivo per l'attuazione di quanto previsto dal piano di salvataggio.



* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.

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Grecia: dalle dimissioni di Tsipras al governo tecnico alle elezioni anticipate (01 settembre 2015)

Il Parlamento Ellenico e l'Eurogruppo approvano il terzo bailout per la Grecia (19 agosto 2015)

Elezioni Legislative in Grecia 2015

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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