Grecia: Divergenze Governo-Opposizione post accordo macedone

di Ninni Radicini
07 luglio 2018


La firma dell'accordo tra Grecia e Fyrom (acronimo di Former Yugoslav Republic of Macedonia ovvero Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia) in merito al nome concordato che l'attuale Fyrom potrà utilizzare sia a livello nazionale sia internazionale, ovvero Repubblica di Macedonia del Nord, ha avviato in Grecia divergenze tra partiti e nel contesto delle stesse formazioni politiche. L'accordo è arrivato dopo mesi di negoziati bilaterali con la supervisione dell'Onu e dopo 25 anni di confronto. A febbraio 2018, la Grecia ha accolto in modo favorevole allo sviluppo del negoziato la decisione di Skopje di rinominare l'aeroporto della capitale e l'autostrada di collegamento Nord-Sud. L'aeroporto, che nel 2006, era stato denominato "Alessandro il Grande" è tornato al nome precedente "Aeroporto internazionale di Skopje"; l'autostrada, anch'essa nel 2008 intitolata ad Alessandro Magno è stata denominata "Strada della amicizia".

L'1 luglio, in Grecia, il partito Il Fiume ha annunciato l'uscita da Kinal (Movimento per il Cambiamento), la coalizione di centro-sinistra fondata nella prospettiva di aggregare formazioni di area socialista e liberale-progressista. Maturata durante un'assemblea dei dirigenti de Il Fiume, la decisione (97 a favore; 16 contro) è arrivata dopo la divergenza tra il suo presidente Stavros Theodorakis e Fofi Gennimata - presidente del Pasok (Movimento Socialista Panellenico) e di Kinal - in merito alla posizione sull'accordo Grecia/Fyrom: il primo favorevole, la seconda contraria.

Il partito Il Fiume, fondato nel febbraio 2014 da Stavros Theodorakis, alle elezioni legislative del settembre 2015 ottenne il 4.1% e 11 seggi, ridotti agli attuali 6. Europeista, di area liberale-socialdemocratica, nel Parlamento europeo, in cui alle elezioni del maggio 2014 ha eletto 2 deputati, aderisce al gruppo Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici. A luglio 2017 ha aderito al progetto di fondazione di una coalizione di centro-sinistra proposta da Fofi Gennimata - presidente di Pasok - che dopo la elezione del proprio leader (Fofi Gennimata) a novembre e la successiva definizione del nome - Kinal - ha tenuto il congresso fondativo del marzo 2018.

Dopo l'uscita de Il Fiume da Kinal, Stavros Theodorakis ha negato l'ipotesi di un'alleanza con Syriza (Coalizione della Sinistra Radicale), nella eventualità di un distacco del partito dei Greci Indipendenti (Anel) dal governo. In tale eventualità Syriza avrebbe la necessità di formare una nuova maggioranza di governo, orientandosi a cercare il sostegno di deputati indipendenti (10) e di quelli di Il Fiume.

Dal lato di ND (Nuova Democrazia) una eventuale alleanza con Il Fiume potrebbe rafforzare la propria area centrista. A seguito della marcata presa di posizione di ND contro l'accordo sulla denominazione concordata della Fyrom, Tsipras ha definito ND di "estrema destra" sulla linea del Primo ministro ungherese Viktor Orban e del Cancelliere austriaco Sebastian Kurz. Escludendo le ipotesi sugli sviluppi immediati della legislatura, Theodorakis ha detto che Il Fiume cercherà di trovare un accordo con "il vincitore delle prossime elezioni". La ricerca di un'alleanza con un altra o con altre formazioni politiche si prospetta determinante per Il Fiume, che, nelle rilevazioni pre-elettorali, è indicato al di sotto della soglia di sbarramento del 3%, necessaria da raggiungere per partecipare alla ripartizione dei seggi, come previsto dal sistema elettorale della Grecia.

Una rilevazione (condotta da Metron Analysis per il quotidiano "Ta Nea", pubblicata il 30 giugno), ha indicato che, a due settimane dalla firma dell'accordo con la Fyrom, l'83% degli intervistati considera in modo negativo tale decisione. Sul versante elettorale, Nuova Democrazia è il primo partito con il 36.7%, Syriza 22.6%, Kinal 9.9%. Alba Dorata 8%, Kke (Partito comunista greco) 6.8% Unione Centrista 3.2%. Anel è data al 2% e il partito nazionalista Soluzione Greca al 2.8%. Il 75% degli intervistati valuta in modo complessivamente negativo l'operato del governo Syriza-Anel; il 24% vorrebbe un governo di unità nazionale; il 31% vorrebbe che l'esecutivo corrente completasse la legislatura.

Assente nella riunione del Consiglio dei ministri del 2 luglio, il giorno dopo Panos Kammenos - presidente di Anel e ministro della Difesa - ha segnato un altro momento di attrito nella coalizione di governo con Syriza, ribadendo la contrarietà all'accordo con Skopje e affermando che il suo partito non permetterà che l'accordo sia implementato senza l'approvazione del popolo ellenico. In base a tale posizione, Kyriakos Mitsotakis ha detto che Tsipras è un primo ministro "in via di uscita".

Anel è stato fondato nel febbraio 2012 da Panos Kammenos, ex deputato di Nuova Democrazia, espulso a seguito del suo voto favorevole alla mozione di sfiducia nei confronti del governo tecnico-politico di Lucas Papademos sostenuto da ND, Pasok e Laos (Partito popolare ortodosso). Ascrivibile all'area nazionale-patriottica e del cosiddetto euroscetticismo, Anel alle Legislative 2015 ha ottenuto 10 seggi, ora ridotti a 7. Nel Parlamento europeo, dopo elezioni del 2014, aveva aderito al gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, con un deputato eletto, che poi ha lasciato il partito.

Il 3 luglio, a fronte della presa di posizione contraria all'accordo tra Atene e Skopje, Panos Kammenos ha però sostanzialmente garantito che non vi saranno ripercussioni per la tenuta della coalizione di governo, affermando che la sua data di conclusione è settembre 2019, ovvero la data di conclusione della legislatura. Tale sviluppo avviene mentre l'esecutivo e il Primo Ministro recepiscono, seppure in modo non esplicito, la proposta di Kammenos di approvazione dell'accordo con una maggioranza ampia, ovvero superiore a quella che sostiene il governo (152 deputati su 300), sebbene il ministro degli Esteri Nikos Kotzias, sottolineando che l'accordo non compromette la sovranità nazionale, non considera necessaria la maggioranza qualificata di 180 deputati su 300, come auspicato da Panos Kammenos, il quale ritiene che la procedura di approvazione dell'accordo richiederà più di due anni.

Dal governo è stato evidenziato che la Costituzione della Repubblica Ellenica prevede la necessità di una maggioranza qualificata di 180 deputati quando il Parlamento deve decidere sulla cessione di poteri di governo e in genere di poteri istituzionali ad organizzazioni internazionali. Anche se l'accordo tra Atene e Skopje non viene considerato rientrante nella categoria vincolante prevista dalla Costituzione e poiché quella di Kammenos è una proposta politica, essa sarà discussa nella fase di prossimità del passaggio in Parlamento. Il 5 luglio Alexis Tsipras ha dichiarato la volontà del governo di avere una ampia maggioranza per l'approvazione dell'accordo, in linea con quanto prospettato da Panos Kammenos.



* Questo articolo è stato pubblicato da Notizie Geopolitiche
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* Ninni Radicini è coautore del libro "La Grecia contemporanea (1974-2006)" e autore di vari articoli sulla Grecia. Ha pubblicato articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri.

Articoli sull'argomento di Ninni Radicini:
Fyrom. Sviluppi verso il referendum sull'accordo denominativo macedone (27 agosto 2018)

Grecia | Fyrom: Svolta sulla questione denominativa macedone (28 giugno 2018)

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Recensione di Ninni Radicini

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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