Festival Internazionale del Cinema di Thessaloniki 2009

di Ninni Radicini
15 gennaio 2010


Locandina Festival Internazionale del Cinema di Thessaloniki 2009 La cinquantesima edizione della rassegna cinematografica ellenica (13-22 novembre 2009), con la direzione di Despina Mouzaki, è stata caratterizzata da un programma di proiezioni e iniziative laterali di alto profilo con riferimenti al tema del futuro del cinema, in conseguenza delle innovazioni tecnologiche e del grado di rilevanza nel quadro dello sviluppo della società attuale. La sezione "Competizione Internazionale" comprendeva 15 film provenienti da: Argentina, Belgio, Colombia, Corea del Sud, Egitto, Filippine, Germania, Gran Bretagna, Messico, Romania, Ungheria, Usa. La giuria, presieduta da Theo Angelopoulos, ha assegnato l'Alessandro d'oro - premio al miglior film - ad Ajami, diretto da Scandar Copti e Yaron Shani. L'Alessandro d'argento - premio della giuria - è andato a Medalia de onoare, di Calin Netzer. Le due pellicole hanno ottenuto riconoscimenti anche in altre sezioni del Festival.

Componente ormai consolidata e caratteristica della rassegna, la sezione "Panorama Balcani", in programma per il sedicesimo anno consecutivo, conferma la rilevanza mediatica e organizzativa del Thessaloniki International Film Festival nella regione. L'iniziativa permette agli autori provenienti dagli stati balcanici di accedere al fondo di sostegno lo sviluppo di sceneggiature e presentare i loro film al pubblico del festival (che sceglie il vincitore), a operatori del settore e a mass media internazionali.

In questa edizione vi erano pellicole da: Albania, Bulgaria, Croazia, Romania, Serbia, Slovenia e Turchia. Con l'omaggio al regista serbo Goran Paskaljevic, in occasione dei quaranta anni di carriera. La sua filmografia attuale, oltre ai 15 lungometraggi proiettati nella rassegna dedicata, comprende anche documentari e cortometraggi, in un percorso segnato dalla rappresentazione della quotidianità attraverso uno stile riconducibile al Neorealismo italiano: storie di persone alle prese con gli effetti delle trasformazioni della società contemporanea, in riferimento particolare al contesto balcanico.

Un'altra retrospettiva è stata dedicata a Werner Herzog. Oltre alla proiezione dei sui film, a partire da quelli d'inizio carriera, il pubblico ha potuto anche visitare due esposizioni tematiche. La prima, Segni di vita: Werner Herzog e il Cinema, una mostra multimediale realizzata in collaborazione con il Goethe Institute e il Museo del Cinema italiano di Torino. L'altra, del fotografo svizzero Beat Presser, con cinquanta foto scattate durante le riprese di Fitzcarraldo (1982), Cobra Verde (1987) e Invincibile (2001).

Il 21 novembre, al Teatro John Cassavetes di Salonicco, il regista tedesco ha partecipato a un convegno a lui dedicato. All'inizio è stato proiettato un estratto dal film Swing time (regia di George Stevens, 1936): la scena in cui Fred Astaire danza con la propria ombra. "In questa scena possiamo vedere la magia del cinema. Il cinema non può fare di meglio", ha detto Herzog. Ma se tutto è così semplice - gli è stato chiesto - perché sono stati scritti tanti libri e articoli con riferimenti ai suoi film? Lui ha risposto dicendo di desiderare che tutto questo non fosse mai accaduto ("Dei 300 Spartani alle Termopili solo il nome di Leonida è diventato noto ed eterno.

Personalmente mi sarebbe piaciuto essere come uno degli anonimi 300"). Nel corso dell'incontro, a proposito della formazione alla regia, Herzog ha detto che non c'è un metodo, ritenendo la tecnica acquisibile in poco tempo e il suo apprendimento soltanto una premessa del lavoro. La parte più complessa - ha sottolineato - è nell'essere consapevoli che tutto quanto è oltre la conoscenza tecnica lo si può apprendere soltanto in modo individuale.

In merito all'utilizzo delle tecnologie più avanzate, ha suggerito ai giovani registi di iniziare comunque nel modo tradizionale, usando la pellicola. A tal proposito ha ricordato che il suo ultimo film My son, my son, what have ye done? è stato girato con il supporto della tecnologia digitale, ma di non averne apprezzato in pieno il risultato. E' importante - ha detto - che i giovani cineasti non smettano di leggere libri e di vivere le proprie vite nel mondo reale, non attraverso Internet. "I registi della Nouvelle Vague francese videro i film dall'Unione Sovietica e dalla Cina - tutti quelli che potettero visionare - pur senza sottotitoli. Si avvicinarono a questi film come fossero illetterati e presero nota con cura della loro struttura, della trama, provando a capire cosa rappresentassero", ha ricordato Herzog.

Quando, all'inizio della carriera, visitò Creta non si recò nei luoghi turistici consueti; preferì invece attraversare l'isola cercando contesti e paesaggi meno noti. Come quello che trovò a Lasithi: un campo con centinaia di mulini a vento. Uno scenario dimostratosi significativo al punto da ispirargli il film Lebenszeichen (Segni di vita, 1968), il primo lungometraggio. Durante le riprese girò anche un cortometraggio, Letzte worte (Ultime parole). Nel corso della conferenza stampa, ha parlato della prima volta che si recò a Thessaloniki, sulle orme del nonno, Rudolf, un archeologo che aveva lavorato anche nell'isola di Kos. Alla domande sulla eventualità di un ritorno in Grecia per girare un film ha detto: "Avessi una buona storia, verrei e inizierei a girare in cinque minuti. Per me la cosa più importante è la storia che si vuole raccontare."

Tra i convegni, quello con Jim Gianopulos, presidente di Fox Filmed Entertainment, sulla evoluzione della tecnologia digitale in 3D. Parlando di Avatar, ha detto che si tratta di un traguardo raggiunto dopo quindici anni di sperimentazione, che hanno determinato la ridefinizione delle prospettive del cinema in tre dimensioni: a differenza della tecnica utilizzata in passato, quando l'effetto si sviluppava dallo schermo verso lo spettatore, oggi la nuova modalità porta lo spettatore nell'ambiente del film. Da notare che negli Usa le sale in 3D sono passate da meno di mille nel 2008 a quattromila nel '09. Questa edizione del TIFF ha dimostrato che anche in Grecia esiste un interesse notevole verso le nuove tecnologie applicate al cinema: nella sezione "Digital Wave" la metà delle opere in concorso provenivano da Creta, Thessaloniki e Trikala.

Nel programma del Festival, la mostra di Philip Tsiaras: circa duecento lavori - pittura, scultura, fotografia - rappresentativi della sua carriera, dall'inizio degli anni '70. Il pubblico di Thessaloniki ha potuto assistere anche ad un concerto di Jane Birkin, al Cinema Teatro Aristotelion, il 16 novembre. Oltre a cantare i suoi brani più noti - tra cui Je t' aime… moi non plus - ha narrato alcuni momenti della sua vita. Premiata con l'Alessandro D'Oro alla carriera, oltre che come cantante era al Festival da protagonista di 36 vues du Pic St-Loup, diretto da Jacques Rivette. Per il 2010 ha annunciato l'intenzione di dirigere un film interpretato da Charlotte Rampling.

L'Alessandro d'oro alla carriera è stato assegnato anche allo scenografo e costumista Dionysis Fotopoulos, in una cerimonia al Museo del Cinema, in concomitanza alla inaugurazione della mostra Dionysis Fotopoulos: Cinema, allestita in collaborazione con il museo Benaki, con estratti dai film e locandine. Identico riconoscimento per il produttore Jeremy Thomas. Ne sono stati ricordati i film di successo, tra i quali quelli diretti da Bernardo Bertolucci - a cominciare da L'ultimo imperatore (1987) - realizzati soprattutto con la passione per l'arte cinematografica.

Un incontro sul tema della evoluzione del TIFF si è svolto al teatro Tonia Marketaki, con la partecipazione di delegati in rappresentanza di ART Società Artistica Macedone e dalla Università Aristotelica di Thessaloniki. Per l'occasione è stata presentata una ricerca sul rapporto tra stampa locale e Festival, a partire dalla prima edizione nel 1960, quando la rassegna era denominata Settimana del Cinema Greco (diventa Festival nel 1966). Il lavoro, realizzato presso la Facoltà di media e giornalismo dell'ateneo di Thessaloniki, è stato suddiviso in cinque periodi: 1960-67; 1968-74; 1975-81; 1982-90; 1991-2008.

Se nelle edizioni all'inizio degli anni '60 fu determinante la presenza di ospiti celebri e qualche novità - ad esempio la prima retrospettiva di film di fantascienza (1965) - dalla metà degli anni '70 è l'aumento degli spettatori e la loro maggiore selettività ad accrescere l'interesse della critica e gli spazi sulla stampa locale. Fino alle edizioni più recenti, di cui è stato dato ampio risalto sia per il programma cinematografico sia per le iniziative laterali.

Premi nella sezione "Competizione Internazionale"

Giuria: Theo Angelopoulos, regista (Grecia), presidente; Lissy Bellaiche, responsabile vendite per I/S Danish Film Producers (Danimarca); Mirjana Karanovic, attrice (Serbia); Eugenio Caballero, production designer (Messico); Lav Diaz, regista (Filippine); Gyorgi Palfi, regista (Ungheria), Amos Poe, regista (Usa).

Miglior Film - Alessandro d'oro: Ajami, di Scandar Copti and Yaron Shani (Israele/Germania, 2009)
Premio Speciale della Giuria - Alessandro d'argento: Medalia de onoare (Medaglia d'onore), di Calin Netzer (Romania, 2009)
Miglior Regista: Rigoberto Perezcano, per Norteado (Messico/Spagna, 2009)
Migliore Sceneggiatura: Scandar Copti e Yaron Shani, per Ajami, ex aequo con Tudor Voican, per Medalia de onoare
Migliore Attrice: Ruth Nirere, per Le jour où Dieu est parti en voyage (Il giorno che Dio si allontanò), di Philippe van Leeuw (Belgio/Francia, 2009)
Miglior Attore: Victor Rebengiuc, per Medalia de onoare
Migliore Scenografia: Sarameul Chatseumnida (Persona scomparsa), di Lee Seo (Corea del Sud, 2009)
Menzione Speciale: Katharina Schüuttler, per Es kommt der tag (Il giorno arriverà), di Susanne Schneider (Germania/Francia, 2009)
Menzione speciale per Sceneggiatura e Soggetto: Bakal boys, di Ralston Jover (Filippine, 2009)

Premi del Pubblico

Film nella sezione "Competizione Internazionale": Ajami
Film nella sezione "Film Greci": Biloba, di Sophia Papachristou (Grecia, 2009)
Film nella sezione "Panorama Balcani": Honeymoons, di Goran Paskaljevic (Serbia/Albania, 2009)
Film nella sezione "Digital Wave Film Greci": To telefteo tragoudi tou Elvis (L'ultima canzone di Elvis), di Vassilis Raissis (Grecia, 2009)
Premio "Eccellenza tecnica" dell'Unione greca dei tecnici cinematografici, audiovisivi, televisivi (Etekt) per un film nella sezione "Competizione Internazionale": Medalia de onoare
Premio "Cinema e Città" della municipalità di Thessaloniki per un film nella sezione "Competizione Internazionale": La sangre y la lluvia (Sangue e pioggia), di Jorge Navas (Colombia/Argentina, 2009)

Premi Fipresci (Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici)

Giuria: Ronald Bergan, Presidente (Gran Bretagna); Leo Soesanto (Francia); Bo Green Jensen (Danimarca); Dimosthenis Xifilinos (Grecia).

Premio per un film nella sezione "Competizione Internazionale": Medalia de onoare
Premio per un film nella sezione "Film Greci": O Diahiristis (Il portiere), di Periklis Hoursoglou (Grecia, 2009)
Premio "Valori Umani" del canale Tv del Parlamento ellenico a un film della sezione "Independence Days ID-09": Lebanon, di Samuel Maoz (Israele/Francia/Germania, 2009)

Fondo Balcani
Premi per lo sviluppo della sceneggiatura

Romanian spring, di Anca Miruna Lazarescu (Romania/Germania)
Mother of asphalt, di Dalibor Matanic (Croazia)
Orange gardens, di Özkan Küçük (Turchia)

Premi nella sezione "Digital Wave"

Alessandro Digitale, in collaborazione con il Centro cinematografico greco: To telefteo tragoudi tou Elvis
Secondo Premio: To kouti (Il box), di Fotis Passos (Grecia 2009)
Premio "Incroci": Pasqua, di Ivan Marinovic (Slovenia/Repubblica Ceca/Montenegro)
Menzione Speciale: Odyssey of a vagabond princess, di Altinai Petrovic Njegosh (Francia)



* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.

Articoli di Ninni Radicini su festival del cinema in Grecia e Cipro

1968-2018 | Il Pianeta delle Scimmie (Recensione di Ninni Radicini)

Grecia moderna e Mondo ellenico

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


Presentazione | Articoli sulla Grecia


Lista articoli di Ninni Radicini

Home page