La cetra d'oro

di Nidia Robba
ed. Campanotto Editore, pag.179, 2005

Recensione di Ninni Radicini

La copertina del romanzo La Cetra d'oro scritto da Nidia Robba con dipinto denominato La ninfa e la luna realizzato dalla pittrice Anny Cossettini Dall'antica Grecia nel periodo della guerra di Troia a quella intorno agli anni del Secondo conflitto mondiale, fino a oggi. Tre vicende individuali al cospetto del magma esistenziale: il tempo, il destino, la passione. Elementi primordiali che permettono, a coloro che ne conservano il valore, di vivere il presente come istante di congiunzione tra passato e futuro. Assinio era uno dei uomini più fidati di Agamennone, re di Micene. Insieme con altri soldati, risiedeva in una rocca nell'Argolide, in Peloponneso, da dove controllava i movimenti di tutte le navi che transitavano nell'Egeo.

Da lui arrivò la ninfa Eretria. Le ninfe erano divinità di cui Artemide sorvegliava la purezza, tenendole lontane dagli uomini. Eretria decise di violare quest'obbligo e recatasi sul Parnaso, il regno di Febo - fratello di Artemide - ottenne il suo aiuto e quello delle Muse, le regine delle arti e delle scienze. Una di loro, Euterpe le regalò una piccola cetra d'oro, dicendole che sarebbe bastato sfiorarla per udire una musica che avrebbe accompagnato il suo canto.


Il dono di Euterpe

Come Calliope vorrei cantare,
per incensar il regno degli dei.
(...)
L'antica patria mi fè innamorare
dei suoi Miti, al tempo degli Eroi;
(...)
Le sue vestigia e la sua civiltà
saran la luce per tutte le genti.
Mentre il vessillo della sua libertà
sarà il primo nei suoi sentimenti!
(...)

Eretria e Assinio si innamorarono subito. Le giornate trascorsero nell'idillio e in uno dei canti lei gli rivelò le sue origini, coincidenti con quelle della civiltà ellenica, nata dall'incontro tra i micenei dell'Argolide, giunti da Creta, e gli Iperborei, popolo della Tessaglia. Fino a quando Eretria non riferì di aver sognato che un principe troiano recatosi da Menelao, re di Sparta, sarebbe poi fuggito portandosi via sua moglie Elena (per lui, compimento di una promessa di Afrodite). Questo avrebbe determinato una guerra. Così avvenne, nonostante la contrarietà degli dei.

Prima della partenza nacque il loro figlio a cui dettero il nome di Isìos, che Eretria consegnò alle sorelle e alla madre per seguire Assinio fino a Troia, celandosi sottoforma di fiore di oleandro. Mentre ancora la città respingeva gli attacchi, Assinio, dopo la morte di Achille, decise di sfidare Paride in un duello con l'arco. Nessuno dei due sopravvisse. Eretria, esaudendone l'ultimo desiderio, portò le sue ceneri fra le rovine di Troia, invocando Ecate e chiedendole di morire. La dea della notte rispose che prima di accogliere quella richiesta avrebbe potuto farle riabbracciare Assinio per un istante, purchè avesse gettato in mare la cetra d'oro...

Isìos fondò la città Kalkis, davanti all'isola di Eubea. Nel 1920 vi nacque una sua discendente di nome Etria. Era il periodo del conflitto greco-turco. Di quella sconfitta, lei avrebbe conservato il ricordo per sempre. Ammirava Omero e Schliemann e a Micene, dove viveva insieme al padre, era custode di un sito archeologico. Negli anni della Seconda guerra mondiale, spesso accompagnava gruppi di soldati tedeschi a visitare i reperti. Una notte, durante un giro di perlustrazione, in una caverna (la tomba del re Atreo) trovò Niso, un soldato italiano sfuggito da un campo di prigionia nazista. Originario di Capri, nuotatore olimpionico, aveva vissuto come dramma personale la guerra dichiarata alla Grecia. Provenendo da un area dell'Italia in cui è stata impressa in modo indelebile la presenza storica e culturale ellenica, considerava inaccettabile dover combattere contro coloro che sentiva essere suoi fratelli.

Niso ed Etria iniziarono a parlare di Storia, di archeologia, di antiche civiltà. L'intesa fu immediata e lei decise di portarlo in luogo più sicuro, in una cavità sulla baia che prendeva il nome da Assinio. Osservando il mare circostante, Niso decise di tuffarsi. Ritornò con un oggetto recuperato sul fondo: la cetra d'oro. La donò a Etria che, conoscendo la leggenda, appena la sfiorò inizio a declamare un canto. Si trovavano nella stessa grotta in cui tremila anni prima avevano vissuto Assinio ed Eretria. Finita la guerra, Niso ed Etria videro la Grecia dilaniata da una drammatica divisione politica interna, a unico vantaggio dei suoi avversari. Fu durante questo periodo che si compì il loro destino...

Clio

Tutta la storia nel tuo gran cervello!
Oh! Musa! Tu la racconti agli umani
che, di lor gesta, si fanno rovello

Dimenticano gli eventi, nei tempi,
perchè son tanti e troppo intricati.
Ma ritornano! Son molti gli esempi.
(...)

Circa trent'anni dopo, dalla discendenza di Ganimede, zio di Etria, nacque Janisos. Studioso di archeologia, personalità brillante, vive nell'Atene moderna e alla carriera accademica preferisce l'attività sul campo, deciso a contribuire alla salvaguardia del patrimonio nazionale. Lavora a Micene, nel sito delle tombe di Clitemnestra e di Egisto. In un museo vicino inizia a lavorare Etra. Arrivava da Amburgo, dove era nata da padre greco e madre norvegese. Il loro incontro avviene nella baia di Assini. Scoprono di avere tante cose in comune tra cui, soprattutto, lo stesso cognome. Passò un solo un giorno e lui le chiese se voleva sposarlo. Etra accettò.

Mentre si trovavano nella spiaggia, Janisos intravide qualcosa tra alcuni ciottoli nell'acqua: la cetra d'oro. Etra la sfiorò e le corde vibrarono, diffondendo un arpeggio che accompagnò il suo canto. Ma una scoperta altrettanto eccezionale arrivò poco dopo. Dietro di loro, si accorsero di un cumulo formato da foglie e pezzi di legno. Janisos, incuriosito, inizio a scavare fino ad entrare dentro la cavità, dove ritrovò i resti di Assinio e di Eretria e quelli di Niso e di Etria. I genitori di Janisos accolsero molto bene Etra, e dopo l'arrivo di sua madre Astrid fu celebrato il matrimonio.

La destinazione del viaggio di nozze era Troia. Giunti all'ingresso del sito archeologico, Etra baciò il suolo. Lì un gruppo di loro colleghi stava compiendo dei lavori. Fecero subito conoscenza e nei giorni seguenti recuperano vari oggetti. Etra però aveva un desiderio. Rimanere di notte tra quelle rovine. Ottenuto il permesso, quella sera si sedette a guardare la Luna, invocando Ecate, da cui - disse a Janisos - ricevette presagi oscuri. Il loro futuro e quello della Grecia era in quella cetra d'oro, che lei aveva appuntato sull'abito nuziale...

Il miracolo

(...)
Perchè il gran Miracol Greco
fece splendere gli umani.
Ma se tutto andrà perduto,
durerà nel ciel, la sua eco.


Una sua sola scheggia,
dal divin fuoco infusa,
nell'immenso cosmo vuoto
a Creazion, ancora inneggia!

Questo romanzo, ispirato liberamente alla vicenda della guerra di Troia, è una fiaba "romantica-classica". Così la definisce l'autrice triestina Nidia Robba, che riprende lo stile narrativo dei grandi autori romantici, in particolare quelli tedeschi, caratterizzato dall'integrazione di prosa e versi. Ne sono esempio l'Ode all'urna greca, di John Keats e l'Enrico di Ofterdingen di Friederich von Hardenberg (Novalis), a cui si deve anche la formazione dell'idea di Europa affermatasi nel Risorgimento. La civiltà ellenica è uno dei fondamenti del Romanticismo. Nelle opere di Omero, nelle scoperte archeologiche, in ogni disciplina che consente di far riemergere le origini dell'Europa, gli autori trovarono motivo per ideare un nuovo rapporto tra l'individuo e il proprio tempo, innovando quello elaborato durante l'Illuminismo e spostando in avanti con l'immaginazione il limite del pensiero razionale.



Nidia Robba - Romanzi, raccolte di poesie, notizie

Prefazioni e recensioni di Ninni Radicini

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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