Elezioni legislative 2013 in Austria

di Ninni Radicini
16 ottobre 2013


Il 29 settembre, le elezioni in Austria per il rinnovo dei 183 seggi del Consiglio Nazionale sono state caratterizzate dalla sconfitta dei due principali partiti, SPÖ - Partito Socialdemocratico e ÖVP - Partito Popolare, che dal 2008 hanno formato l'esecutivo uscente di "grande coalizione", presieduto dal cancelliere Werner Faymann (SPÖ). Avanzano invece tre formazioni di differente ispirazione liberale e gli ecologisti. I Socialdemocratici si sono confermati primo partito con il 26.82% (52 seggi, -5), ÖVP 23.99% (47 seg., -4), FPÖ - Partito della Libertà 20.51% (40 seg., +6), Verdi 12.42% (24 seg., +4), Team Frank Stronach 5.73% (11 seggi), NEOS - La Nuova Austria 4.96% (9 seg., +9). Poichè il sistema elettorale prevede uno sbarramento al 4%, BZÖ - Alleanza per il Futuro dell'Austria (fondata nel 2005 da Jörg Haider) con il 3.53% non ha ottenuto seggi (nella legislatura 2008-2013 aveva 21 rappresentati). Sono stati chiamati alle urne 6.4 milioni di elettori con una affluenza che ha raggiunto il 74.9% (nel '08 era stata il 78.8%)

Sia per i Socialdemocratici sia per i Popolari si tratta del peggior risultato dal 1945. Se in altri stati l'esecutivo di "grande coalizione" può considerarsi una eccezione, a seguito di una particolare congiuntura elettorale, in Austria invece rappresenta la modalità di governo più frequente essendo stata utilizzata per 42 anni su 68 (dal 1945 al 2013). SPÖ e ÖVP hanno dominato il panorama politico nazionale aggregando, fino agli anni '80, una quota di elettorato tra 84% e il 94%. Un bipartitismo sostanziale cominciatosi a disgregare dal 1990, dopo la caduta del muro di Berlino e la conseguente conclusione della fase storica che, dal 1945, aveva avuto l'Austria come frontiera dell'Europa occidentale al di là della quale vi erano la Jugoslavia e gli stati europei orientali parte dell'area sovietica incentrata sull'Urss.

In campagna elettorale i Socialdemocratici hanno promesso una tassa sul patrimonio in cambio di una riduzione delle imposte per i redditi medio-bassi, mentre i Popolari hanno proposto di ridurre i vincoli burocratici per le imprese. Entrambi avevano sostenuto l'intenzione di ridurre a 165 il numero dei seggi al Consiglio Nazionale (l'altra camera del Parlamento austriaco è il Consiglio Federale), ma la proposta, nonostante l'ampio consenso tra i cittadini, non è stata realizzata. Come nelle elezioni federali in Germania del 22 settembre, nel confronto tra i partiti è stata di rilievo la questione della partecipazione ai piani di salvataggio nella Eurozona, di cui l'Austria è stata uno degli undici stati fondatori (l'adesione alla Ue avvenne nel 1995).

Le differenze tra SPÖ e ÖVP hanno determinato una linea politica di governo caratterizzata da provvedimenti congiunturali, più che da riforme complessive, dimostratisi funzionale all'economia nazionale trainata dalle esportazioni, con un tasso di disoccupazione al 6.7% a luglio (a marzo era al 7.7%) - il più basso in Europa (dove la media è l'11%) - e da una delle spese più alte per le pensioni (12% del Pil, secondo i dati della Organizzazione per la Cooperazione Economia e lo Sviluppo).

Queste elezioni hanno confermato l'avanzata di liberal-nazionali di FPÖ, presieduto da Heinz-Christian Strache, 44 anni, molto popolare presso l'elettorato giovanile. Segnando un ottimo risultato nel Land della Stiria, dove è stato il partito più votato con il 24% superando i Socialdemocratici, FPÖ a livello federale ha ottenuto il miglior dato elettorale dalle Legislative del '99, quando, allora con la presidenza di Jörg Haider, ottenne 52 seggi e dopo mesi di negoziati formò una coalizione di governo con i Popolari, motivo di critiche nel contesto comunitario.

E' da sottolineare l'ingresso nel Consiglio Nazionale di due nuove formazioni, NEOS e il Team Stronach. NEOS, presieduto da Matthias Strolz, è un partito liberale fondato nell'ottobre '12, nelle cui liste sono presenti anche candidati del Forum Liberale e dei Giovani Liberali Austria. Il Forum Liberale, formatosi nel 1993 da una scissione a sinistra di FPÖ, ha visto costantemente diminuire i consensi dalle elezioni del '94 (6.6%) a quelle del 2008 (2.1%). La crisi della sua federazione giovanile ha portato alla uscita del partito di una componente che ha fondato il partito dei Giovani Liberali Austria, che partecipato alle elezioni Europee (0.7%).

Anche Team Stronach è un movimento di orientamento liberale, fondato nel settembre 2012 da Frank Stronach, imprenditore austro-canadese. Oltre allo snellimento della burocrazia e alla riduzione del debito pubblico, sostiene l'instaurazione di tassa unica sul reddito. Nel 2013, prima delle Legislative federali, ha partecipato alle quattro elezioni regionali previste (l'Austria è formata da nove Bundesländer), ottenendo il 3.4% il Tirolo, 8.3% nel Salisburgo, 9.8% in Bassa Austria e 11.2% in Carinzia. Nel Land del Salisburgo è entrato nel governo insieme con Popolari e Verdi e con il risultato in Bassa Austria ha ottenuto il primo seggio nel Consiglio Federale, composto da 61 seggi suddivisi ai vari Länder su base proporzionale alla popolazione (la Bassa Austria è il Land con più abitanti).

L'avanzata di Team Stronach e di NEOS ha avuto effetti rilevanti su BZÖ. Dopo la scomparsa di Jörg Haider nel 2008, la successiva svolta in senso liberale-moderato, con la presidenza di Josef Bucher, non ha trovato riscontri né presso l'elettorato né sul versante parlamentare, dato che nella legislatura precedente nel Consiglio Nazionale ha perduto 9 dei 21 deputati eletti (5 aderenti al Team Stronach e 4 a FPÖ). La sconfitta elettorale è stata seguita dalle dimissioni di Bucher.

La inevitabilità di una nuova "grande coalizione" è stata però messa in dubbio da Michael Spindelegger, leader dei Popolari e vice Cancelliere uscente, che ha sottolineato la rilevanza dei dati elettorali, da considerare come un campanello d'allarme per i partiti della coalizione di governo uscente e ineludibili nel contesto dei negoziati per il nuovo Esecutivo. Avendo i Socialdemocratici escluso un'alleanza con FPÖ, un alternativa teorica sarebbe un Esecutivo composto da ÖVP, FPÖ e Team Stronach, sebbene la coesistenza tra un partito europeista come ÖVP, sostenitore insieme con la SPÖ della linea di salvataggio della Eurozona promossa dalla Germania di Angela Merkel, con due partiti euroscettici non appare in prospettiva sostenibile.

Un'altra alternativa sarebbe un Esecutivo formato da Socialdemocratici, Popolari e dai Verdi che, al Consiglio Nazionale, hanno fino ad ora votato con i due principali partiti quando si è trattato di far passare provvedimenti relativi alla gestione della crisi del debito nella Eurozona, dove è necessaria una maggioranza qualificata di 2/3 dell'Assemblea. I Verdi, presieduti da Eva Glawischnig, seppure abbiano incremento i seggi, hanno ottenuto un risultato inferiore alle rilevazioni pre-elettorali che prospettavano il raggiungimento del 15%. Poiché Socialdemocratici e Popolari, insieme, hanno visto restringere la maggioranza parlamentare a 7 seggi, a risultare di notevole rilevanza per le prospettive nella formazione di un Esecutivo è stato il mancato ingresso nel Consiglio Nazionale di BZÖ che, altrimenti, avrebbe potuto ridurre ancora di più la maggioranza per una ulteriore "Grande Coalizione".



* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).

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Austria 2015: analisi elettorale di FPÖ - Partito della Libertà (novembre 2015)

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Austria - Elezioni '08: Avanzata della Destra e crisi del Bipolarismo (ottobre 2008)

e la prefazione al romanzo:
Lo Schiaffo (romanzo, di Nidia Robba, ambientato fra Trieste e Graz)

Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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