Austria 2015: analisi elettorale di FPÖ - Partito della Libertà
Le elezioni nei Länder di Vienna, Stiria, Burgenland, Alta Austria
di Ninni Radicini
09 dicembre 2015
Le elezioni per il Land di Vienna svolte l'11 ottobre hanno confermato il primo posto di SPÖ - Partito Socialdemocratico con il 39.59%, seppure in calo di consensi e di seggi (44 seggi, -5) in confronto alla consultazione elettorale precedente (2010), con un'avanzata rilevante di FPÖ - Partito della Libertà che, raggiungendo il 30.79% ha ottenuto il proprio massimo storico (34 seg., +7). Al terzo posto GRÜNE - I Verdi all'11.84% (10 seg., -1), che hanno superato ÖVP - Partito Popolare al 9.24% (7 seg., -6 seg.), in perdita notevole di voti tanto da essere al suo minimo storico. E' entrato per la prima volta nel Landtag - l'Assemblea legislativa locale - NEOS La Nuova Austria e Forum Liberale con il 6.16% (5 seggi).
Da notare che una settimana prima del voto a Vienna un sondaggio condotto da Market per il quotidiano Standard indicava FPÖ a circa il 35%, soltanto l'1% in meno di SPÖ, che amministra la capitale austriaca dal 1945. Tale scenario ha determinato la forte mobilitazione dei Socialdemocratici del proprio elettorato che, oltre a contenere la perdita di voti e l'incremento percentuale di FPÖ, ha contribuito a far totalizzare la più consistente affluenza alle urne negli ultimi quaranta anni: 74.75% (+7% dal 2010).
L'Austria è una Repubblica federale composta da nove Länder (stati federati), il cui governatore è eletto dal Landtag. Vienna, dove le funzioni di municipio e di Land coincidono, prevede le elezioni per il rinnovo del Landtag ogni cinque anni come tutti gli altri Länder (tranne l'Alta Austria, ogni sei). Si vota con il sistema proporzionale e ogni Land, dopo ogni elezione locale, elegge un proprio numero di rappresentanti nel Consiglio Federale (Bundesrat), una delle due Camere del Parlamento austriaco (l'altra è il Nationalrat, il Consiglio Nazionale composto da 183 seggi). Il Consiglio Federale è composto da 61 seggi, suddivisi in modo proporzionale alla popolazione di ogni Land. Vienna ha 11 rappresentanti; il numero maggiore è per la Bassa Austria con 12; il più basso per Burgenland e Vorarlberg con 3.
Nel quadro della sua progressione elettorale a Vienna, FPÖ ha segnato un ulteriore, importante, traguardo diventando per la prima volta primo partito in due circoscrizioni della capitale: l'11esima (Simmering) prima controllata dall'alleanza Socialdemocratici-Verdi e la 21esima (Floridsdorf) prima controllata dai Socialdemocratici. Oltre al dato politico-elettorale, il risultato di FPÖ ha effetto rilevante anche nel contesto del Parlamento regionale di Vienna, poiché con i suoi 34 seggi è in grado di bloccare ogni atto legislativo della maggioranza che richieda l'approvazione di una maggioranza qualificata di 2/3.
La campagna elettorale di FPÖ a Vienna è stata articolata su più versanti a partire dalla propria natura di partito della destra nazionale e contrario all'attuale direzione della Unione Europea, estendendosi verso l'area conservatrice-popolare (con la rimodulazione del proprio messaggio politico sulla scia di quanto realizzato in Francia da Marine Le Pen con il Fronte Nazionale), verso l'area liberale (sostenendo uno snellimento della burocrazia) e verso l'area socialdemocratica (promuovendo politiche sociali a vantaggio di chi ha redditi bassi, attraverso, ad esempio, la riduzione degli affitti).
Le rilevazioni indicano che tale modalità si è dimostrata efficace, orientando sul partito di Heinz-Christian Strache elettori provenienti dalle tre aree ideologiche tradizionali, tra cui, da sottolineare, quelli dalla componente operaia prima in larga maggioranza per i Socialdemocratici, oltre che molti elettori che nelle elezioni precedenti si erano astenuti. Sebbene durante la campagna elettorale varie reti televisive non hanno voluto mandare in onda spot promozionali di FPÖ, proprio sul versante mediatico si è evidenziato il nuovo stile del partito.
Ad esempio, in uno dei manifesti elettorali si è sostenuto in modo prioritario l'aiuto ai cittadini viennesi che sono in condizioni economiche precarie invece di "aprire le porte ai migranti economici". A luglio i dati demografici relativi a Vienna indicavano che il numero di non-austriaci sono oltre 460mila (su 1.8milioni di abitanti), il 49% in più in confronto al 2007, mentre gli austriaci sono diminuiti dell'1%. Secondo i dati del Ministero delle Finanze la crisi dei rifugiati costerà all'Austria un miliardo di euro nel 2016.
FPÖ, con il suo presidente Heinz-Christian Strache, 46enne al vertice del partito dal 2005, ha segnato un aumento dei consensi presso l'elettorato in particolare dalla scorsa primavera in modo proporzionale alla crescita di importanza presso l'opinione pubblica austriaca della questione degli immigrati. Da settembre a inizio di ottobre, in Austria (nella fase conclusiva della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Vienna) sono entrati più di 200mila immigrati attraverso il confine con l'Ungheria, la maggior parte dei quali diretti in Germania e negli Stati Scandinavi, sebbene le previsioni per il 2015 del governo austriaco prospettano 85mila richieste per l'ottenimento dello status di rifugiato politico. Secondo una rilevazione condotta dalla radiotelevisione pubblica austriaca, pubblicata la domenica delle elezioni nella capitale, il 65% degli intervistati ha considerato la questione della immigrazione il motivo principale nella propria scelta del partito da votare. Il Partito della Libertà sostiene un rafforzamento dei controlli ai confini e una modifica allo status di rifugiato politico da concedere per un periodo di tempo determinato.
L'aumento di consensi per FPÖ si era già evidenziato quest'anno nelle elezioni svolte in altri Lander. In Stiria il 31 maggio, ha ottenuto il 26.7% (+16.1%) e 14 seggi (+8) a fronte di una perdita notevole di consensi per Socialdemocratici e Popolari, raggiungendo lo stesso numero di seggi del Partito Popolare (28.4%, -8.7%, -8) e avvicinandosi ai Socialdemocratici che hanno avuto 15 seggi (-8) con il 29.2% (-8.9%). Lo stesso giorno si è votato nel Burgenland e anche in questo Land Fpoe ha aumento i propri seggi passando da 3 a 6 con il 15% mentre Socialdemocratici e Popolari hanno perso voti e seggi: Spoe si è confermato primo partito con il 41.9% e 15 seggi (-6.4%, -3 seg.); Oevp ha ottenuto il 29.1% e 11 seggi (-5.5%, -2 seg.).
Spoe governa il Burgerland come primo partito (insieme con i Popolari) consecutivamente dal 1964. L'alleanza con i Popolari si è conclusa il 5 giugno quando, per la prima volta, si è formata una coalizione di governo tra Spoe e Fpoe, presieduta da Hans Niessl (Spoe), motivo di forti critiche tra i Socialdemocratici poichè in contrasto con la linea a livello nazionale, che esclude alleanze con Fpoe. Il 27 settembre si è votato in Alta Austria, il partito presieduto da Heinz-Christian Strache ha raggiunto il 30.4% ottenendo 18 seggi (+15.1%, +9 seg.). Anche in questo Land i Socialdemocratici e i Popolari sono in diminuzione di consensi. Spoe al 18,4% e 11 seggi (-6.5%, -3 seg.) e Oevp 36.4% e 21 seg. (-10.4%, -7 seg.)
Il 15 giugno 2015 è stato fondato ENF - Europa di Nazioni e Libertà, nuovo gruppo al Parlamento Europeo, presieduto da Marine Le Pen (Francia, Fronte Nazionale) e, Marcel de Graaff (Olanda, PVV - Partito della Libertà). La delegazione di FPÖ ha aderito con i quattro deputati eletti nelle elezioni Europee del 2014 (su 18 eleggibili in Austria). Nel 1996, all'esordio nelle Europee (l'Austria è entrata nella UE l'1 gennaio 1995), i cinque deputati eletti di FPÖ furono nel gruppo dei Non Iscritti.
FPÖ è stato fondato nel 1956 per radunare l'elettorato austriaco liberale (nelle varie articolazioni) che, dal 1945, non si riteneva rappresentato né tra i Socialisti (poi dal 1991 Socialdemocratici) né tra i Popolari. Fino al 1979, nelle elezioni legislative austriache ha oscillato tra il 5.4% e il 7.7%, convergendo in alcune amministrazioni locali in coalizioni sia con SPÖ sia con ÖVP (in Carinzia, Salisburgo, Vorarlberg). Con i Socialisti, che considerarono FPÖ concorrente elettorale soprattutto dei Popolari, si ebbero due convergenze significative: nel 1970 il governo monocolore di minoranza di SPÖ (il primo formato solo dai Socialisti in Austria), con Cancelliere Bruno Kreisky (personalità di notevole rilievo nella politica austriaca, europea e internazionale dalla metà degli anni '50 all'inizio degli '80), potè insediarsi a seguito della non opposizione di FPÖ, che ottenne una riforma del sistema elettorale con cui fu aumentato il numero dei seggi del Consiglio Nazionale da 165 a 183.
L'affermazione della linea tendenzialmente centrista portò FPÖ ad aderire alla Internazionale Liberale ed ebbe il culmine nel 1983 quando, a seguito dei risultati delle Legislative, nonostante il numero di consensi ottenuto fosse il più modesto nella storie del partito (5%), accettò di entrare al governo in alleanza con SPÖ (che aveva perso la maggioranza assoluta avuta nella legislatura precedente). Nel contesto di questa congiuntura politico-elettorale, senza trarre particolare effetto propulsivo dalla presenza nell'esecutivo federale, in FPÖ emerse la personalità politica di Jörg Haider, fautore di una nuova linea con caratteri più marcati di destra nazionale.
Affermatosi come leader della federazione regionale del partito in Carinzia, Haider realizzò la scalata alla presidenza federale in occasione del congresso del 1986. Nel 1989 Fpoe raggiunse un traguardo storico proprio nelle elezioni per il Land della Carinzia, ottenendo il 29%, completato dalla perdita della maggioranza per Spoe e dalla caduta al terzo posto per Oevp. Fpoe formò una maggioranza di governo con i Popolari e Haider fu eletto governatore.
All'inizio degli anni '90 la linea liberal-nazionale di Hadier si intensificò a seguito dalle trasformazioni nell'Europa dell'Est derivanti dalla scomposizione della Unione Sovietica. Le ripercussioni interne al partito portarono a una scissione della componente liberale più moderata e alla decisione di FPÖ di uscire dalla Internazionale Liberale. Il costante aumento di consensi nell'arco del decennio per il Partito della Libertà ebbe il suo apice alle Legislative dell'ottobre 1999, quando con il 26.9% e 52 seggi diventò il secondo partito in Austria, superando, per numero di voti, i Popolari con cui, dopo mesi di negoziato, nel febbraio del 2000, formò il nuovo esecutivo. La presenza della FPÖ di Haider nel governo determinò una pesante ed esplicita presa di posizione contraria della Unione Europea.
Quello stesso anno Haider lasciò la presidenza di FPÖ in parallelo all'acuirsi delle divergenze nel partito sulla modalità di partecipazione all'Esecutivo, ritenuta difforme dalla linea espressa nel programma elettorale. Si crearono le condizioni per elezioni anticipate nel 2002 nelle quali FPÖ, con il 10%, segnò una notevole perdita di consensi. Nonostante tale riscontro il partito accettò di formare un altro governo con ÖVP. Mentre FPÖ perdeva altri consensi nelle elezioni in vari Lander e alle Europee 2004, Haider fu rieletto governatore della Carinzia e nel 2005 usciva dal partito per fondare ad aprile BZÖ - Alleanza per il Futuro dell'Austria.
Lo stesso mese, qualche giorno dopo, Heinz-Christian Strache fu eletto nuovo presidente di FPÖ. Con lui la linea del partito tornò a radicalizzarsi in senso anti-immigrazione, per una maggiore difesa del carattere nazionale, e con toni più critici verso la Unione Europea. La svolta portò ad un aumento costante dei consensi. Alle elezioni del 2008, FPÖ ottenne il 17.4% e nelle Europee del 2009 il 12.71%, il doppio del 2004, proseguendo negli anni seguenti la sua avanzata tra cui, da notare il 20.5% delle Legislative austriache del 2013. Le prossime elezioni legislative austriache sono previste per il 2018.
* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007