Mostra: "Storia delle banconote della Grecia. Dalla Dracma all'Euro"

di Ninni Radicini
23 febbraio 2006


La mostra presso il Museo della Banconota (Banca di Corfù, fino allo 01 aprile 2006) ripercorre la storia della dracma, in particolare delle banconote, dal 1822 al passaggio all'euro. In una sala dedicata alla Ionian Bank (la prima banca britannica d'investimento ad operare in Grecia, nel 2000 unitasi con la banca Alpha) sono esposte, per la prima volta, quelle emesse dal 1840 al 1920, oltre vari documenti - contratti, delibere - timbri e fotografie. La Ionian Bank fu istituita nel 1839 a Corfù dal Senato delle Isole dello Ionio nel Commonwealth, per finanziare le attività commerciali con la Gran Bretagna. Per 20 anni ebbe il diritto esclusivo di emettere banconote per le isole ioniche, che nel 1864 entrarono a far parte della Grecia.

Le prime dracme d'argento furono coniate nel VI sec. a.C. ad Atene e nell'isola di Aegina. Il nome deriva dalla quantità equivalente di ferro, precedente unità di misura negli scambi. Vi erano incise immagini di animali (una tartaruga in quelle di Aegina e un gufo in quelle di Atene), piante, panorami di città, raffigurazione di templi, e, in seguito, divinità. La dracma era moneta anche della Magna Grecia - l'attuale Italia meridionale - e della Sicilia. Una evoluzione notevole per gli scambi commerciali, per la economia in genere, e soprattutto una ulteriore dimostrazione del grado di progresso culturale e politico raggiunto nel mondo ellenico. Si pensi, come paragone, che Roma passa dalle tavolette di bronzo alla moneta tre secoli dopo. La espansione geopolitica, segnata da Alessandro Magno, sarebbe stata probabilmente impossibile senza le nuove opportunità finanziarie date dalla invenzione della dracma.

Nei secoli successivi segue il destino della Grecia. Nel 1832 torna a essere la moneta del nuovo stato ellenico. Le prime banconote furono emesse durante l'amministrazione di Ioannis Kapodistrias, primo capo di stato (Kivernetis) della Grecia libera. In precedenza, il governo provvisorio aveva emesso una serie di buoni del tesoro per agevolare la crescita economica. Nel 1868, con l'ingresso nella Unione monetaria latina (primo tentativo di creare una moneta unica europea), la dracma diventa uguale in peso e valore al franco francese. Le banconote precedenti al 1910 - in particolare tra il 1850 e il 1890 - sono quelle più rare. All’inizio erano stampate da aziende britanniche - Perkins & Bacon e Bradbury & Wilkins - e poi della American Banknote Company, fino al 1928, quando la Banca di Grecia ne assunse la titolarità. Tra gli anni '20 e '30, una serie di dracme fu stampata in Francia, con immagini che creano un collegamento tra la classicità e la modernità.

L'attenzione verso il valore estetico è una caratteristica della Banca di Grecia, che ha sempre selezionato e assunto grandi artisti con il compito esclusivo di progettare e soprintendente l'intero procedimento di stampa. La dracma supera la sua dimensione monetaria, diventa opera d'arte che circola liberamente, mass media che promuove la identità nazionale. Durante la Seconda guerra mondiale, quando la Grecia è occupata dai nazisti (1941-44), la dracma subisce una pesantissima svalutazione, causata anche dalla emissione di moneta dagli invasori. Il governo provvisorio, formato dai partigiani antinazisti, aveva proprie banconote, il cui valore era misurato in riferimento al costo di un chilo di grano. Nel 1944 vennero stampate banconote da 50miliardi di dracme.

Nel Dopoguerra l'inflazione prosegue, seppure in termini piu contenuti. Atene decide l'ingresso nel sistema di Bretton Woods, nato nel dopoguerra per regolare le relazioni monetarie tra gli stati. Ne deriva una fase di stabilizzazione. Intorno agli anni ‘60 il cambio tra dracma e dollaro è 30 a 1. Nel 1973 Bretton Woods entra in crisi e la moneta greca ne risente, arrivando ad una quotazione di 400 dracme per un dollaro. L'1 gennaio 2001 la Grecia entra nel sistema monetario ed economico della Ue. Nel 2002 la dracma è sostituita dall'euro, continuando a essere scambiabile fino all'1 marzo 2012. Il migliore auspicio sarebbe che, in collaborazione con Unione Europea, questa mostra diventi itinerante, arrivando anche in altri stati comunitari, magari a partire dall'Italia, e in particolare dal Sud e dalla Sicilia.



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Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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