Trieste e il Bicentenario del Risorgimento Ellenico (1821-2021)
di Ninni Radicini
31 ottobre 2021
Anche a Trieste, come in altre città europee, è stata allestita una rassegna d'arte per sottolineare la ricorrenza dell'inizio di uno dei principali avvenimenti nella Storia continentale. In particolare, nella città Giuliana una esposizione composta da carte da parati, dipinti, litografie, arazzi, fotografie, oggetti, disegni. La mostra "Les Combats des Grecs. Papiers Peints. Decorazioni filelleniche negli interni di Palazzi italiani", curata da Olympia Pappa, nello spazio espositivo del Magazzino 26 del Porto Vecchio (16 ottobre - 07 novembre 2021).
In evidenza una serie di carte da parati prodotta nel 1828 in Francia dall'azienda manifatturiera Zuber, a Rixheim. "Les Combats des Grecs" è una delle tre serie conservate in collezioni private del Nord Italia. La Guerra di Indipendenza Ellenica - scenari, episodi, personalità - come tema del prodotto artistico-manifatturiero rappresentò una novità poiché fino ad allora si erano sempre scelti riferimenti neutri, quali, ad esempio, i panorami. Questa iniziativa può considerarsi un riscontro della sintonia di gran parte della opinione pubblica francese, e in genere europea, nei confronti del movimento patriottico ellenico nel periodo Risorgimentale.
Queste carte da parati furono realizzate dall'artista francese Jean Julien Deltil (1791-1863), utilizzando la tecnica della xilografia, con colori a tempera e matrici in legno. Da notare che il figlio del proprietario dell'azienda, Zuber, partecipò al Movimento Filellenico di Mulhouse (città che tra l'Ottocento e il Novecento è passata dalla Francia alla Germania per poi, insieme con l'Alsazia, tornare alla Francia dopo la Prima guerra mondiale).
La rassegna è stata realizzata in collaborazione tra il Comune di Trieste e il Consolato Generale greco a Trieste, con il patrocinio del Comitato «Greece2021». Nell'ambito della rassegna è presentato un testo bilingue (italiano/greco) sulla storia, le modalità di produzione e il commercio delle carte da parati "Les Combats des Grecs", pubblicato dal Museo Benaki, con testi di Olga Katsiardi-Hering, Bernard Jacqué, Aphrodite Kouria, Nathalie Ravanel.
Sebbene le origini della città di Trieste (Tergeste o, in modo più appropriato, Tergestum) siano in genere ascritte al periodo romano, il villaggio originario sarebbe stato fondato intorno al V secolo a.C dai Carni, un popolo di origine celtica, che gli attribuirono il nome Tergeste. Il primo, precedente, insediamento si ritiene sia stato realizzato dai Greci, in particolare da Greci provenienti dalla costa del Mar Nero, che risalirono il Mare Adriatico con intenti complessivamente esplorativi, stabilendo alcune colonie lungo le coste.
A metà dell'Ottocento, mentre si sviluppava il Risorgimento greco, la Città di Trieste aveva assunto una rilevanza notevole nel quadro continentale, sia per il commercio marittimo - in particolare nel Mediterraneo orientale - sia nella Mitteleuropa. A determinare tale svolta storica fu la decisione dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo-Austria (Vienna 1685-1740) di dichiarare Porto Franco la città di Trieste nel 1719, incrementandone in modo esponenziale lo sviluppo economico. Questo provvedimento si inseriva in una fase di riconfigurazione del quadro geopolitico europeo, che ebbe per protagonista proprio Carlo VI. Tra il 1714 e il 1718 egli estese la sua sovranità anche ai possedimenti spagnoli nella penisola italiana e alla parte settentrionale della Serbia. L'espansione culminò con l'attribuzione della sovranità del Regno di Sicilia (1720), seppure per un breve periodo.
In seguito, ulteriori provvedimenti amministrativi, promossi da Maria Teresa d'Asburgo (Vienna, 1717-1780) e da suo figlio, l'imperatore Giuseppe II (Vienna, 1741-1790), contribuirono ad un ulteriore sviluppo economico e urbanistico di Trieste. Un passaggio storico di rilievo avvenne nel febbraio del 1751 quando l'imperatrice Maria Teresa concesse una serie di agevolazioni ai cittadini di origine greca residenti a Trieste e riconobbe la nomina di un console greco, nonostante non esistesse ancora uno Stato greco (il primo consolato del Regno di Grecia fu istituito a Trieste nel 1830).
Nel 1752 nella chiesa dedicata al Santo Spiridìone si svolgevano funzioni religiose sia in lingua greca sia in lingua serba (per la comunità serbo-ortodossa), fino al 1782 quando i Greci di Trieste costruirono la Chiesa di San Nicolò, che durante il periodo risorgimentale fu luogo di assemblea dei filelleni. Dagli ultimi anni del Settecento a dopo l'inizio della Risorgimento Ellenico, a Trieste arrivarono migliaia di Greci per cercare la salvezza dalle persecuzioni ottomane.
La contemporaneità della fase Risorgimentale in Grecia e in Italia determinò la convergenza reciproca dei sostenitori del Risorgimento italiano alla Liberazione della Grecia e dei Greci - tra i quali coloro che appartenevano alla comunità triestina - alle aspirazioni unitarie italiane, sebbene tali convergenze proprio a Trieste si incrociassero con le prospettive geopolitiche dell'Impero degli Asburgo d'Austria, la cui diplomazia ambiva ad un ampliamento della sua incidenza nell'area balcanica, dove i turchi-ottomani erano in fase di arretramento a seguito delle sempre più emergenti istanze nazionali.
Trieste, insieme a Vienna, Budapest e Praga, fu una delle quattro città principali dell'Impero degli Asburgo d'Austria. Fino al 1918, alla conclusione del Primo conflitto mondiale, quando entrò a far parte del Regno d'Italia. La mostra dedicata al Bicentenario del Risorgimento della Grecia è in tal senso anche una dimostrazione della specificità di Trieste, città italiana in cui la cultura e la Storia Mitteleuropea si incontra con l'articolato sistema balcanico e con il mondo ellenico.
* Ninni Radicini è coautore del libro "La Grecia contemporanea (1974-2006)" e autore di vari articoli sulla Grecia. Ha pubblicato articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007