Prima del nuovo numero di Kritik
Mostre su Trieste
Visioni... con testo a fronte. Opere di Gabry Benci e Laura Stor
Botteghe, caffè e negozi nella Trieste delle cartoline S.D. Modiano
Giuseppe Wulz | Foto storiche di Trieste realizzate a fine 800
Eterno femminino. Arte a Trieste tra fascino e discrezione 1900-1940
Milko Bambic: In Statu Nascendi
Die Postkarten der Bunten Armee
Fotografie Urbane: Trieste e le città del mondo
Harry Heusser. Il 'pittore marino' dimenticato
Trieste di altri tempi
Trieste Audace
Mostra filatelica collettiva sulla storia postale del Friuli-Venezia Giulia
La Fiera di Trieste raccontata dalle emissioni filateliche e cartofile
La Trieste del primo Novecento raccontata attraverso le cartoline della Modiano
Il Novecento di Nora Baldi
Renata Piccolo Sofianopulo.
Caricature 1940-1952
Nello Spazio
Saluti e Baci
Sandi Renko. Off Limits / Limits Off
Docu-Film: "L'ultimo calore d'acciaio"
Dante Alighieri nei francobolli
Both Ways
Vedrai colori che son contenti | Elisa Vladilo. Interventi ambientali 1995-2019
Stefano Visintin: "Prospettive"
"La musica, la vita del suo tempo e oltre il suo tempo" | L'insegnamento di Vito Levi (1899-2002)
Gian Carlo Venuto. Chiaro attivo 1975-1979. Opere pittoriche a margine di Villa Fulcis
Il sogno americano nelle cartoline vintage dei primi del Novecento
Francobollo dedicato al Porto Franco di Trieste
Trieste, gli anni delle sovrastampe
Palombari. La singolare storia dei sommozzatori austro-ungarici, a cavallo fra due secoli
Manet e Massimiliano. Un incontro multimediale
Alexander Kircher: il pittore triestino dimenticato
A fior d'acqua. Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz, Fabrizio Giraldi, Mila Lazic
Monaco, Vienna, Trieste, Roma. Il Primo Novecento al Revoltella
Boico/ Cervi/ Frandoli/ Nordio. Interni navali tra arte e design 1963-1967
La Telefonia al Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa
L'Ufficio Postale di Dolina San Dorligo della Valle (Trieste) compie 145 anni
Immagini di lavoratrici triestine, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento
Sea by the City | Morje ob Mestu
Rassegna di rari documenti dedicata alla VI Emissione d'Austria nel Küstenland
Il Liberty e la rivoluzione europea delle arti. Dal Museo delle Arti Decorative di Praga
Segni di corrispondenza. Un francobollo per Trieste
Giuseppe Mayländer. Una storia editoriale da Trieste all'Europa (1906-1934)
Il mare di Trieste
Mostra e volume dedicati alla Toponomastica femminile a Trieste e Provincia
Natale al fronte
"Pronto... sono Matilde". Dal telegrafo al postino telematico
Da Venezia a Trieste, "Segni di Corrispondenza"
Il Lazzaretto Teresiano e lo sviluppo di Trieste al tempo degli Asburgo
Olga Micol: Azzurro
Poster dedicato alla cestista triestina Pia Punter e telegrammi originali
Da "Grande" a "Unità d'Italia"
Trieste-Suez. Storia e modernità nel "Voyage en Egypte" di Pasquale Revoltella
Winckelmann e l'arte presso gli Egizi
Teatro: Il barone e l'Arciduca | L'arrivo dell'Imperatrice Elisabetta a Miramare
Squarci svizzeri a Trieste. Pietro Nobile e Matteo Pertsch protagonisti del neoclassico triestino
Trieste 1918: La prima redenzione novant'anni dopo
in arte... Ursus
Visioni... con testo a fronte
Opere di Gabry Benci e Laura Stor
08 maggio (inaugurazione) - 07 giugno 2024
Biblioteca statale Stelio Crise di Trieste
Due donne, due artiste differenti che si muovono su un terreno comune: l'arte intesa come fusione di linguaggi dove il colore, il segno, l'emozione e la parola si incontrano. Gabry Benci e Laura Stor, entrambe triestine, trovano nella tradizione letteraria della loro città, crocevia di culture e di espressioni diverse, un ulteriore stimolo per il loro personale percorso artistico. Nasce così una mostra in cui la letteratura e gli scrittori diventano i personaggi del racconto per immagini delle due artiste, naturale cornice dell'esposizione si è rivelata la Biblioteca statale Stelio Crise di Trieste. La mostra si inserisce all'interno delle attività organizzate dall'Istituto per il Maggio dei Libri 2024, campagna nazionale di promozione della lettura a cura del "Centro per il libro e la lettura" con l'obiettivo di sottolineare il valore sociale dei libri quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile di ognuno di noi.
Gabry Benci, dopo un inizio con la grafica e l'incisione, si dedica alla pittura fondendo le precedenti esperienze ed elaborando un nuovo personalissimo linguaggio. Segno, colore e materia rappresentano il suo codice espressivo. Il suo continuo sperimentare l'ha portata all'uso del collage come ulteriore mezzo di manifestazione artistica. Laura Stor si dedica alla grafica artistica e alle tecniche d'incisione sperimentando di volta in volta acqueforti, acquetinte, puntesecche e xilografie. La sua sensibilità artistica spazia attraverso soggetti e formati diversi, dalle grandi dimensioni agli ex-libris e sempre con maggior frequenza realizza libri d'artista. (Comunicato stampa)
Botteghe, caffè e negozi nella Trieste delle cartoline S.D. Modiano
03 maggio (inaugurazione) - 03 giugno 2024
Palazzo delle Poste - Trieste
Continua così la serie di esposizioni legate alle lastre fotografiche che nei primi del Novecento venivano utilizzate dalla "Saul D. Modiano" per la produzione delle famose cartoline illustrate. Dopo aver visitato, attraverso il potere evocativo delle immagini, i luoghi più iconici nella città di un tempo, il visitatore si troverà immerso nel mondo dell'infanzia di oltre un secolo fa invitato dal percorso museale a scoprire, o a riscoprire, le attività commerciali che animavano le vie della città di quegli anni. Gli scatti fotografici scelti svelano tutta la raffinatezza degli allestimenti delle vetrine dei primi del '900 triestino.
Negozi alla moda mettevano in mostra le confezioni sartoriali che guardavano alle tendenze del gusto viennese o inglese. Gli sgargianti accessori esposti richiamavano l'attenzione di chi percorreva le vie del centro cittadino con la propria l'eleganza e varietà. Alcune delle immagini raffigurano luoghi e prodotti ormai dimenticati ma, ricordiamo, ci sono anche realtà commerciali che hanno saputo rinnovarsi pur mantenendo la propria identità e storia ultracentenaria. È allora con piacere che si potrà scrutare, per esempio, la vetrina della Drogheria Toso che dal 1906 è rimasta pressoché immutata con i suoi scaffali con cassetti di legno color avorio alti fino al soffitto.
Allo stesso modo rimangono in parte conservati, anche se rimodulati, gli interni della Farmacia Picciola che ci fanno tornare alla spezieria divenuta famosa per il "Roob Anticholerico" che il direttore Antonio Giovanni Picciola aveva brevettato durante le epidemie coleriche della prima metà dell'800. Il passaggio del tempo è tuttavia evidente per quelle attività di cui rimane conservata la sola insegna. È questo il caso del Caffè Fabris che rimanda al mondo dei celebri caffè dell'epoca che erano allora come oggi delle vere e proprie istituzioni cittadine.
Il visitatore della mostra verrà accompagnato in un percorso che andrà a valorizzare il "com'era, com'è" per cogliere al meglio l'essenza e la memoria delle botteghe, caffè e negozi della nostra città. Soffermandosi sui particolari delle merci esposte sarà interessante scoprire le prime forme di strategia di vendita e pubblicità utilizzate all'epoca. Per chi vorrà conoscere la storia dei vari esercizi commerciali sarà possibile accedere, tramite QR code, a contenuti multimediali che offriranno oltre ad una breve ricostruzione storica anche l'analisi delle immagini. Tramite appuntamento, o consultando il calendario delle visite, si potrà accedere alla mostra partecipando ad una visita guidata gratuita della durata di un'ora durante la quale sarà possibile approfondire ulteriormente la storia delle fotografie scelte per l'esposizione. (Comunicato stampa)
Giuseppe Wulz
Foto storiche di Trieste realizzate a fine 800
Barbara Frigerio Gallery - Milano
Rassegna di fotografie di Giuseppe Wulz
Giuseppe Wulz (Cave del Predil, 1843) si trasferisce a Trieste nel 1851. Nel 1866 inizia a lavorare come apprendista presso lo studio del fotografo Wilhelm Friedrich Engel, chiamato a Trieste dal Lloyd austriaco. Nel 1868 apre uno studio, insieme a un altro allievo di Engel, Luigi Boccalini, in piazza della Borsa 10, dal nome "Allievi di G. Engel G. Wulz e L. Boccalini". Nel gennaio 1875 inaugura lo Stabilimento fotografico G. Wulz - Allievo di G. Engel - Corso 9, dirimpetto all'Aquila Nera-Trieste, come è indicato sul retro di molte sue fotografie.
Qui resta fino al 1890, espone le fotografie in vetrina. Dal 1891 Giuseppe apre uno studio a Palazzo Hirschl in Corso Italia n. 19, nell'attuale Galleria Rossoni, dove proseguiranno l'attività, prima il figlio Carlo, e poi le nipoti Wanda e Marion. Lo studio è pubblicizzato nei giornali dell'epoca in questo modo: Io sottoscritto partecipo a questo rispettabile Pubblico d'aver aperto il mio Nuovo Stabilimento Fotografico situato nel ben noto Palazzo Hirschel in Corso Numero 19 piano secondo. I locali vastissimi si presentano comodi al Pubblico tanto per la posizione centrica che per la gran comodità della magnifica scala. Lusingandomi di venir onorato da numerosa clientela, mi segno devotissimo G. Wulz fotografo.
Sviluppa un'intensa attività, in particolare di ritrattista. È amico di vari personaggi della scena culturale triestina. Il suo atelier diviene un punto di incontro-cenacolo. La sua attività di fotografo è al servizio di un pubblico eterogeneo. Oltre al ritratto, Giuseppe Wulz documenta lo sviluppo della città, letta attraverso il porto, le rive, le vedute dal mare. Non mancano le panoramiche commerciali, come le immagini di Miramare, vendute anche in forma di stereoscopia. Solo il primogenito Carlo proseguirà l'attività paterna (il figlio Guglielmo lavora solo per un breve periodo presso lo studio). Giuseppe cede l'attività al figlio nel 1914 e muore il 15 marzo 1918. (Comunicato di presentazione)
Eterno femminino
Arte a Trieste tra fascino e discrezione 1900-1940
21 dicembre 2023 (inaugurazione) - 01 aprile 2024
Museo Sartorio - Trieste
Più che un melting pot Trieste è una costellazione, più che un crogiolo ove tutto si mescola e amalgama, è una partitura a più voci. «Gente con premesse diverse che deve tentare di conciliare gli inconciliabili, che naturalmente non ci riesce e saltan fuori tipi strani, avventurieri della cultura e della vita [...]» (Bobi Bazlen).
La mostra, a cura di Federica Luser, Michela Messina e Alessandra Tiddia, riunisce in quel luogo fascinoso e a suo modo intimo che è il Museo Sartorio, una trentina di ritratti di donne triestine dei primi decenni del '900. I dipinti provengono dalle collezioni del Museo Sartorio, dal Museo Revoltella, dalla Collezione d'Arte della Fondazione CRTrieste e da collezioni private, e vogliono offrire uno sguardo particolare su Trieste, attraverso alcune opere dei suoi migliori artisti del secolo.
Una galleria di ritratti femminili propone una Trieste osservata nelle sue pieghe più intime, nei volti e nei corpi di donne di quella borghesia cosmopolita e pluriconfessionale che ha contribuito alla crescita economica e culturale della città nel diciannovesimo secolo e nel primo '900. Il soggetto della mostra è il mondo femminile, l'eterno femminino. Il focus è su quelle donne triestine i cui sguardi, pose, movenze riflettono la caratteristica principale per cui sono conosciute: quel fascino discreto ma volitivo legato al loro essere indipendenti e sicure di sé. Una sorta di proiezione della coscienza segreta delle donne, ritratte nella loro diversità: muse, amiche, mogli, amanti, donne bellissime e sfrontate, provocanti e soddisfatte, timide e riservate, specchio della Trieste di allora. Un fascino discreto, enigmatico e ambiguo a volte, colto nella mondanità e nel segreto delle stanze.
Franco Asco, Antonio Camaur, Glauco Cambon, Bruno Croatto, Cesare Cuccoli, Oscar Hermann Lamb, Mario Lannes, Pietro Lucano, Giannino Marchig, Piero Marussig, Giovanni Mayer, Argio Orell, Gino Parin, Nino Poliaghi, Arturo Rietti, Ruggero Rovan, Edgardo Sambo, Carlo Sbisà, Cesare Sofianopulo, Vito Timmel, Carlo Wostry sono gli autori delle opere scelte per questa esposizione.
L'arco temporale in cui sono state realizzate le opere si concentra sui primi quattro decenni del XX secolo, anni particolari e di grandi cambiamenti, sospesi tra euforia e dramma a causa delle trasformazioni epocali di una città che, dopo la Prima Guerra Mondiale, vede il proprio mondo sgretolarsi e poi ricostruirsi in forme e modi diversi. Diverse ed eterogenee sono le sensibilità artistiche e i linguaggi espressivi che, pur strettamente determinati da un'esigenza di realtà - una costante dell'arte a Trieste per tutto il '900 - oscillano tra i riferimenti simbolisti e postimpressionisti e le atmosfere legate al mondo del Déco come a quelle del Realismo Magico.
Ma ciò che raccorda queste raffigurazioni del femminile, il comune denominatore delle opere selezionate, sta in quell'equazione sottile, talvolta celata, altre volte più manifesta fra queste figure e Trieste, quel fascino discreto e perturbante, quella "scontrosa grazia" che affiora nelle pose, nelle espressioni dei volti, ma anche in uno sguardo, nel rapporto fra l'effigiata e il contesto, spesso espresso da un dettaglio o raccontato nello spazio della tela e che riflette l'immagine di un'essenza sottile, quella di una città controversa: Trieste, appunto. Scultura e pittura si intrecciano nelle splendide sale del Museo Sartorio, luogo ideale per l'esposizione di questi capolavori della scuola triestina che negli interni di una dimora storica vengono idealmente restituiti all'atmosfera per i quali erano stati concepiti. (Estratto da comunicato ufficio stampa Studio ESSECI - Sergio Campagnolo)
Milko Bambic: In Statu Nascendi
08 febbraio 2024, alle 20.00 al Palazzo del Cinema, Gorizia
09 febbraio, alle 20.00 al Teatro Miela, Trieste
www.kinoatelje.it
Si avvicina il secondo appuntamento della Rassegna dei film sloveni in Italia, e questa volta, si unisce all'organizzazione del Kinoatelje anche la casa di produzione slovena Solsticij. In occasione della Giornata della cultura slovena e il giorno successivo, l'8 e il 9 febbraio, il ritratto documentaristico, opera del regista sloveno Radovan Cok, che svela la vita, le opere, nonché la personalità giocosa e indipendente di Milko Bambic, artista triestino di origini slovene che, sebbene rimasto relativamente sconosciuto nella scena artistica della Slovenia centrale, fu una figura chiave nella sfera artistica del suo tempo a Trieste.
Milko Bambic (1905-1991) fu un pittore, illustratore, poliglotta, poli storico, inventore, critico d'arte, scrittore, pioniere del fumetto e della caricatura slovena. Fu un designer, al tempo, quando questa professione artistica non esisteva ancora. Tra le sue creazioni più note, possiamo citare la famosa immagine grafica dell'acqua minerale Radenska del 1931. La figura dei tre cuori rossi, accompagnata dalla scritta caratteristica, in uso ancora oggi, voleva richiamare la 'fratellanza della SHS' (Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, che esisteva tra il 1918 e il 1929). Si potrebbe dire che con quest'immagine abbia creato la prima emoticon e preannunciato l'era dei cuoricini sui social network.
Il Palazzo del Cinema di Gorizia ospiterà mentre la prima avrà luogo al Teatro Miela di Trieste, in collaborazione con il Slovenski klub. Dopo entrambe le proiezioni il pubblico avrà l'occasione di dialogare con il regista Radovan Cok, il direttore della fotografia Predrag Bambic e la produttrice nonché coautrice della sceneggiatura Sladana Vide della casa di produzione Solsticij, che ha prodotto il film assieme ai coproduttori Kinoatelje e la casa di produzione serba Montage.
Gli inizi della carriera artistica di Bambic risalgono al periodo dell'ascesa del nazionalismo e del fascismo; perciò, egli non poté resistere all'impulso di cimentarsi nell'attivismo politico. Nel 1927 pubblicò sul mensile sloveno Naš glas (La nostra voce) il libro illustrato satirico e antifascista Bu-ci-bu, che riattrae un piccolo, arrogante e tirannico re - una parabola di Benito Mussolini. In quest'opera, il primo fumetto sloveno, predisse la caduta del Duce.
Bambic visse tra Trieste, Idrija, Ljubljana, Zagabria, Belgrado, per poi ritornare nuovamente a Trieste. Attraverso l'uso del materiale grafico, disegni, immagini, filmati d'archivio e fumetti, il film fa luce sulla sua poliedrica carriera artistica, molto importante per la cultura slovena, sia nel periodo tra le due guerre che al giorno d'oggi. Tutti i drammatici cambiamenti sociopolitici del XX secolo, svoltisi nei Balcani e nel Mitteleuropa; dall'Impero Austro-ungarico, attraverso il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, il Regno di Jugoslavia, la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, fino alla vigilia dell'indipendenza dei membri della federazione Jugoslava, hanno segnato profondamente la vita dell'artista.
»A partire dal fauvismo (dalla parola francese selvaggio) per poi passare al futurismo e al fascismo fino ad arrivare ai vari altri 'ismi', il XX secolo è stato un periodo brutale del quale Milko Bambic rimane un protagonista sfuggente. Posso facilmente immaginare Bambic come uno dei personaggi raccontati nelle opere di Vladimir Bartol. Seduto su Al-Araf, con un piede da una parte e l'altro dall'altra parte del muro della conoscenza, dove suona il violino mentre soffia un vento forte.« afferma il regista Radovan Cok.
La rassegna è realizzata in collaborazione con il Centro cinematografico sloveno, il Palazzo del Cinema, e l'Ufficio del Governo della Repubblica di Slovenia per gli sloveni d'oltreconfine e nel mondo, e fa parte del programma ufficiale della Capitale europea della cultura GO! 2025. Il terzo appuntamento fissato per il 14 marzo 2024 offrirà un incontro con Petra Seliškar, vincitrice del Premio Darko Bratina 2008, che ci presenterà il suo nuovo documentario Corpo. (Comunicato ufficio stampa Mateja Sulic)
Die Postkarten der Bunten Armee
19 ottobre (inaugurazione) - 10 novembre 2023
* 26 ottobre, presentazione catalogo
Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
L'esposizione, curata dallo storico triestino Roberto Todero, raccoglie una ricca collezione di cartoline storiche ambientata tra fine Ottocento e i primi anni del Novecento raffigurante la vita quotidiana nelle caserme ai tempi della monarchia austro-ungarica prima della grande guerra. Una Korrespondenz Karte creata da un insegnante della accademia militare teresiana di Wiener Neustadt nel 1869 dette il via ai cartoncini con il francobollo prestampato mediante i quali era possibile mandare brevi notizie (cosa recepita nel bollettino delle leggi dell'impero il 25 settembre dello stesso anno). Un anno più tardi nacquero in Francia le cartoline illustrate, seguite nel 1872 da quelle illustrate non più con soli disegni ma con vere fotografie.
«Oggetto di questa mostra e del catalogo della stessa che presenteremo al pubblico giovedì 26 ottobre, alle 16.30, nella Sala del Consiglio del Palazzo delle Poste - ha spiegato Roberto Todero, storico triestino - è il desiderio di suggerire una chiave di lettura per le cartoline illustrate relative al servizio di leva nelle forze armate della duplice monarchia Austro-Ungarica (1867-1914), limitatamente al tempo nel quale dette cartoline vennero pubblicate: dal 1870 al 1914.
In quel periodo operavano in Austria-Ungheria molti pittori e disegnatori di fama che sono stati volutamente esclusi da questo studio: l'immortale Fritz Schönpflug (1873-1951), Ludwig Koch (1866-1934), Karl Ludwig Prinz (1875-1944) o di Alex Kircher (1867-1939), per i quali esistono svariate pubblicazioni e monografie, cedono qui il passo a tanti autori minori che lavoravano anche in forma anonima per diversi stabilimenti tipografici produttori di cartoline destinate a un pubblico vario, anche se l'interesse andava principalmente a quello composto dai soldati di leva, desiderosi di mandare notizie a casa cercando anche di mostrare con questo nuovo mezzo di comunicazione, la cartolina illustrata, qualche momento della loro esperienza da soldati. Esperienze che, nella mostra, riconosceremo non poi tanto dissimili da quella fatte da chi abbia trascorso il periodo del suo servizio di leva nel secondo dopo guerra». (Comunicato stampa)
Fotografie Urbane: Trieste e le città del mondo
Mercato Coperto di Trieste
04 ottobre (inaugurazione) - 25 novembre 2023
www.exhibitaround.com
Oltre 600 fotografie da tutto il mondo trasformano il Mercato Coperto di Trieste in una vera e propria galleria d'arte Trieste Photo Days apre la Decima Edizione del Festival già in occasione della Barcolana, con un'eccezionale grande mostra fotografica che celebra la città e anticipa il Decennale del Festival Internazionale di Fotografia Urbana Trieste Photo Days (27-29 ottobre, in varie sedi della città). In mostra saranno esposte le migliori fotografie del progetto "Trieste Audace", la
celebrazione che dotART e Exhibit Around APS hanno voluto fare alla propria città attraverso la fotografia. Un omaggio alla città dove è nata la grande avventura del festival Trieste Photo Days.
Attraverso la percezione e sensibilità dei 69 autori selezionati e 170 immagini, "Trieste Audace" racconta l'anima della città, della Bora, del Golfo e dei caffè storici, sguardi originali e insoliti sulla vita quotidiana, sull'architettura e sul territorio, diventando testimonianze visive, identitarie e culturali di Trieste contribuendo a valorizzare la sua ricchezza e diversità.
Ad arricchire lo spazio del mercato, un ondata di fotografie tratte dalla 14a edizione del contest URBAN Photo Awards ideato dalla stessa associazione dotART e annoverato tra i più importanti concorsi a livello internazionale. In mostra al saranno esposte più di 450 immagini che raccontano le quotidianità del mondo e le sue infinite sfaccettature, istanti visivi che spesso svelano più di ciò che mostrano: aspetti inediti della società, storie di vita vissuta, angoli nascosti degli spazi urbani, contrasti e contraddizioni del tempo, celebrazioni della bellezza o cronache del degrado urbano.
Durante la serata saranno proclamati i migliori autori del progetto Trieste Audace, tra i finalisti: Alida Volpi, Giancarlo Staubmann, Giorgio Mesghetz, Giustina Wind, Gualtiero Bohm, Ilaria Tassini, Paolo Maschio, Pia Parolin, Roberto Furlan, Tullio Andrea Sivilotti. Sarà inoltre annunciato e premiato il miglior scatto realizzato durante la 24ORE di Fotografia di Trieste, dello scorso 1 aprile.
"Fotografie Urbane: Trieste e le città del mondo" è realizzata con la coorganizzazione del Comune di Trieste - Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, la collaborazione con AIDIA - Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti di Trieste e MuMeG - Museo Mercato del Gusto, il Patrocinio di In/Arch Triveneto, la collaborazione con Poste Italiane e Museo Telegrafico e Postale della Mitteleuropa. (Comunicato stampa Trieste Photo Days / dotART)
"Trieste di altri tempi"
31 luglio (inaugurazione) - 23 agosto 2023
Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Raccolta di cartoline d'epoca collezionate da Liliana Pajola, nota collezionista triestina, che racconta una inedita Trieste di inizio Novecento. Le cartoline d'epoca, oltre 200, accompagnano il visitatore in un percorso di scoperta di una vecchia Trieste spesso dimenticata dalle nuove generazioni, dove le diverse angolazioni svelano nuovi e inaspettati scorci: la città vista dal mare con il suo Canal Grande ricco di velieri, Piazza Grande (oggi Unità d'Italia) e un magnifico giardino affacciato sull'Adriatico.
Una Trieste che agli inizi del XX secolo è diventata un porto di transito e, nello stesso tempo, un punto di riferimento per l'Alta finanza con le sue banche, le compagnie assicurative e le società di navigazione. Girando per il Museo postale si potranno scoprire come le zone di Barcola e Miramare fossero delle vere e proprie oasi naturalistiche, dove si respirava l'aria salsa del mare. Una Trieste inedita, tutta da scoprire. (Comunicato stampa)
Harry Heusser
Il 'pittore marino' dimenticato
24 agosto - 15 settembre 2023 (prorogata al 13 ottobre 2023)
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa di Trieste
Mostra basata su una collezione di oltre 100 cartoline illustrate, tutte originali di inizi '900, dedicate al mondo navale visto in tutte le sue declinazioni. Le cartoline sono il frutto dell'attività del pittore Harry Heusser (Pola, 1886 - Ginevra, 1943), che dipinse migliaia di immagini di genere nautico in qualità di illustratore ufficiale della marina austriaca. Nei suoi dipinti, trasformatisi poi anche nelle cartoline presenti in mostra, ritrasse le silhouette di navi di tutto il mondo, spaziando dai vascelli militari a quelli mercantili, senza trascurare le navi passeggeri, come la Saturnia e la Vulcania della Compagnia di navigazione triestina Cosulich.
La mostra nasce dalla passione viscerale che la curatrice della mostra, Liliana Pajola, ha per il mare e per le navi. Una passione che da ragazza l'avrebbe spinta a frequentare l'Istituto Nautico col sogno di poter solcare gli oceani e viaggiare in mondi sconosciuti. Un sogno arenatosi tra i fondali insidiosi dei pregiudizi culturali, ostili alla presenza delle donne a bordo, e sublimatosi, poi nel tempo, in un collezionismo artistico capace di evocare il fascino del mare. La collezionista triestina può contare su un arsenale di circa 1300 cartoline di tema nautico, con la particolare vocazione a documentare i battelli della flotta austriaca costruiti specificamente a Trieste.
Già nel 2018, sempre nelle sale del Museo Postale di Piazza Vittorio Veneto, Liliana Pajola aveva valorizzato l'ispirazione nautica del pittore triestino Alexander Kircher. Oggi, torna sullo stesso tema raccontando le vicende artistiche di Harry Heusser, che, a fronte di una nutrita produzione pittorica, ci ha lasciato poche testimonianze personali, destinate, nei progetti della Pajola, a trasformarsi in biografia.
Sappiamo che il pittore polesano si è formato nelle Accademie di Belle Arti di Monaco, Berlino e Venezia, integrando le competenze artistiche con moltissime esperienze di viaggio, fino a guadagnarsi il titolo di 'pittore marino'. Dal 1909 al 1910 fu in Egitto, Palestina e Asia Minore, per conto del Lloyd Austriaco, realizzando una serie di cartoline dedicate alle navi della compagnia. Dal 1912 al 1919 lavorò a Vienna come illustratore dei giornali Wiener Blatt, Österreichische Illustrierte Zeitung e Deutscher Schulverein. Tra il 1919 e il 1924 lavorò a Lugano e dal 1924 al 1926 a Trieste, per ritornare in Svizzera nel 1927 dove morì nel 1943.
Il resoconto pittorico di tutte queste esperienze anima il percorso espositivo della mostra con grumi di colore che sembrano 'sfaldarsi' come nelle suggestioni cromatiche dei dipinti di William Turner. Inoltre, le cartoline di Heusser vengono affiancate da una sezione dedicata ai caricaturisti Eduard Dworak e Fritz Schönpflug, che stemperano la retorica bellica e imperialista della marina austro-ungarica col tratto tagliente dell'ironia, che indulge con leggerezza sulle piccole debolezze dei marinai e della vita di bordo. Alcune di queste cartoline riportano didascalie in più lingue, compreso il dialetto 'triestino'.
I documenti esposti sono quindi il frutto di un lungo lavoro di ricerca che accende i riflettori su un genere pittorico di 'nicchia', capace di raccontare le innovazioni tecnologiche dell'industria navale attraverso le suggestioni cromatiche della pittura, in un'epoca in cui non era possibile documentarsi attraverso il web. La mostra si traduce, così, in un interessante 'tuffo artistico' nel passato della nautica e nel suo percorso evolutivo. (Estratto da comunicato stampa)
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Giannis Giapalakis: "Memorie delle Navi Liberty"
Sala Giubileo - Trieste, 03-08 ottobre 2017
Locandina
Mostre su Trieste
Trieste Audace
08-29 luglio 2023 (prorogata fino al 19 agosto 2023)
Palazzo delle Poste centrali di Trieste
www.triestephotodays.com
La mostra è il risultato di un'open call internazionale che ha visto la partecipazione di oltre 150 autori provenienti da tutto il mondo che hanno contribuito con più di 1500 fotografie. Questo entusiasmante progetto raggiungerà il suo culmine ad ottobre in occasione della Decima Edizione del Trieste Photo Days, come parte della grande mostra che si terrà presso il Mercato Coperto di Trieste e con la presentazione di una pubblicazione dedicata. La mostra è realizzata con la collaborazione di Poste Italiane e del Museo Telegrafico e Postale della Mitteleuropa, la collaborazione di AIDIA - Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti di Trieste e del MuMeG - Museo Mercato del Gusto. Per l’occasione in mostra alle Poste Centrali, anche il progetto "Automezzi green Poste Italiana Trieste" con fotografie realizzate da Alessio Terzo.
Esposte un centinaio di fotografie realizzate da 69 autori che raccontano Trieste attraverso la percezione personale di ogni autore dell'anima della città, della Bora, del Golfo e dei caffè storici. Le foto regaleranno sguardi originali e insoliti sulla vita quotidiana, sull'architettura, sul territorio, diventando testimonianze visive identitarie e culturali di Trieste contribuendo a valorizzare la sua ricchezza e diversità. dotART e Exhibit Around APS, sono dunque orgogliose di rendere tributo alla propria città attraverso le straordinarie fotografie di autori di tutto il mondo, in molti casi scattate in occasione delle diverse edizioni del Festival Trieste Photo Days dai partecipanti stessi che hanno colto l'opportunità di esplorare la città e catturare la sua bellezza unica.
"Trieste Audace" è un omaggio corale alla città che ha dato i natali al Festival Trieste Photo Days, manifestazione artistico-culturale tra le più rilevanti in Italia e a livello internazionale in grado di coinvolgere e portare in città fotografi di indiscusso spessore come Martin Parr, Susan Meiselas, Nino Migliori, Tony Gentile, Bruce Gilden, Alex Webb, Alexandra Sophie, Nick Turpin. Grazie al sostegno di Istituzioni e Partner, alla partecipazione ai progetti di centinaia di fotografi provenienti da ogni angolo del mondo e alla presenza di ospiti internazionali, il festival ha prosperato negli anni e si è affermato come una delle eccellenze nel panorama fotografico internazionale.
In mostra foto di: Agnes Budai, Alba Basezzi, Alessandro Ledda, Alessandro Ottombrini, Alida Volpi, Andrea Bracco, Andrea Cipriani, Andrea Lo Maglio, Arianna Romano, Claudia Alberti, Cristian Cesarotto, Cristina Achucarro, Cristina Bozieglav, Dario Buttazzoni, Elisa Medeot, Emanuela Sol, Ester Pertegato, Fabio Cumin, Fabio Milani, Federico Mondini, Ferruccio Venanzio, Francesca Codogno, Francesca Fermeglia, Francesco Possega, Fulvia Vitale, Gerhard Wagner, Giancarlo Staubmann, Gianni Olivetti, Giorgio Mesghetz, Giovanna Lunazzi, Giovanni Gabassi, Giulia Cargnelli, Giuseppe Roccasanta, Giustina Wind, Gualtiero Bohm, Hans Brooymans, Harry Giglio, Henri Loreci, Ilaria Tassini, Immacolata Giordano, Luca Dell'Anna, Luigi Giordano, Maria Castiglione, Maria Kremneva, Maria Zambon, Marina Tosolini, Marino Porfiri, Marioluca Bariona, Marisa Paoli, Mary P, Matteo Faliero, Mauro Zonch, Michele Ginevra, Paola Morsoletto, Paolo Dellepiane, Paolo Maschio, Patricia D. Richards, Pia Parolin, Radoslaw Surowiec, Riccardo Moretti, Roberto Furlan, Romano Ovan, Sandro Vicedomini, Silvana Gallio, Silvia Abbiezzi, Stefano Temperoni, Tullio Andrea Sivilotti, Valentina Ambrosi, Vincenzo Finamora. (Estratto da comunicato stampa)
Mostra filatelica collettiva sulla storia postale del Friuli-Venezia Giulia
termina il 14 luglio 2023 (prorogata al 27 luglio 2023)
Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa -Trieste
Mostra organizzata dal Museo postale in collaborazione con l'Associazione di storia postale del Friuli-Venezia Giulia. La rassegna filatelica comprende i francobolli più significativi raccolti negli anni da 8 soci del sodalizio triestino, riuniti nei rispettivi percorsi tematici. Ogni filone riporta alla luce racconti postali raccolti da appassionati studiosi della storia postale regionale che nel lontano 12 marzo 2002 si riunirono in uno studio notarile per costituire un sodalizio avente come scopo precipuo quello di riunire ed approfondire le conoscenze regionali nel campo della Storia Postale della Regione Friuli-Venezia Giulia nel suo percorso storico.
L'atto costitutivo si prefissava come obiettivi un vasto campo d'azione, con la promozione di studi e ricerche sulla storia postale regionale, l'organizzazione di convegni di studio, dibattiti, riunioni periodiche dei soci, la costituzione di una biblioteca-emeroteca a disposizione dei soci e la pubblicazione di un bollettino sociale realizzato grazie alla collaborazione con gli associati e di eventuali esperti del settore. (Estratto da comunicato stampa)
Ecco le 8 collezioni filateliche tematiche esposte nel Museo postale:
- Uso fiscale dei francobolli (Luigi De Paulis);
- La posta aerea nella zona A del territorio libero di Trieste occupato dagli alleati (Paolo Del Piero);
- Annulli ferroviari nel Friuli-Venezia Giulia: da e per Trieste (Sante Gardiman);
- Tarvisio e la Val Canale dall'Impero Austro-Ungarico all'Europa (Francesco Gibertini);
- Kustenland Gorizia Istria Trieste - i-v emissione d'Austria - annullamenti (Antonio Grusovin);
- Storia postale di Jelšane/Jelschane/Elsane 1865 - 1951 (Veselko Guštin);
- Il Lloyd austriaco sulla linea Trieste-Venezia (Alessandro Piani);
- Il risparmio postale (Sergio Visintini).
La Fiera di Trieste raccontata dalle emissioni filateliche e cartofile
24 maggio (inaugurazione) - 20 giugno 2023
Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
L'esposizione, realizzata in collaborazione con il Circolo filatelico e numismatico Monfalconese, raccoglie l'intera collezione di Giampaolo Quidacciolu, frutto di tanti anni di ricerca e di catalogazione, attraverso i quali viene ricostruita la storia di una importante realtà economica che dagli anni Venti ha contribuito alla crescita economica della Venezia Giulia. Le varie edizioni fieristiche sono state accompagnate quasi tutte da emissioni di cartoline, buste primo giorno (FDC), annulli speciali commemorativi e in 5 casi, nel periodo 1950/1954, anche di francobolli dedicati.
È piuttosto vasto il numero di oggetti filatelici e cartofili esistenti: «Abbiamo recuperato tutto il materiale filatelico emesso in quasi 90 anni di attività, partendo dalla prima edizione del 1920 fino al 2008, ultimo anno nel quale la manifestazione fieristica ha visto una qualsivoglia emissione filatelica o marcofila - spiega Giampaolo Quidacciolu - fanno da contorno a questa esposizione le doverose e apposite note storiche di spiegazione e una accurata riproduzione degli annulli. Sono state incluse inoltre le manifestazioni cosiddette collaterali alla Fiera, quelle cioè svoltesi nello stesso periodo o nello stesso spazio espositivo».
La storia della Fiera di Trieste viene da lontano. Nel 1920, negli spazi aperti di Sant'Andrea, venne inaugurata la prima edizione: fu un grande successo. Si voleva far conoscere Trieste e soprattutto le sue potenzialità emporiali agli altri Stati europei. Il suo porto venne quindi giustamente riconosciuto come importante punto di transito tra l'Europa Centrale e gli Stati orientali.
«La seconda edizione, datata 1922 - continua Quidacciolu - confermò il crescente interesse per questa manifestazione che si proponeva di diventare un appuntamento fisso annuale. Purtroppo, la mancanza di una sede adeguata prima e il periodo bellico dopo fecero slittare questi buoni propositi. Si dovrà aspettare il 1947 per avere una ulteriore edizione della manifestazione, denominata questa volta "Mostra Campionaria della Produzione Industriale e dell'Artigianato". Da allora fu un susseguirsi di successi annuali tanto che la Fiera di Trieste, posizionata finalmente nella sede adeguata di piazzale De Gasperi, divenne uno degli appuntamenti fieristici più importanti in Italia». (Comunicato stampa)
Immagini (da sinistra a destra):
1. Francobollo per la Fiera di Trieste del 1954 con panorama di Cortina d'Ampezzo
2. Francobollo per la Fiera di Trieste del 1953 dedicato alle arance della Sicilia
La Trieste del primo Novecento raccontata attraverso le cartoline della Modiano
14 dicembre (inaugurazione) - 14 gennaio 2022 (prorogata al 31 gennaio 2023)
Palazzo delle Poste di Trieste
Quarta e ultima mostra per celebrare i 25 anni del Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa. L'esposizione è stata realizzata da Simonetta Freschi, responsabile dell'Archivio Storico Modiano, assieme a Chiara Simon, curatrice del Museo postale. Dopo le suggestioni fotografiche di "Urban", il filo della memoria riannodato con "160 anni al fianco degli italiani" e "25 anni al fianco dei triestini", il suggello dell'annullo filatelico ad hoc e delle visite guidate, proseguono con una nuova mostra le celebrazioni per il quarto di secolo del Museo postale che ha da poco riaperto al pubblico dopo un intervento di restauro che lo ha reso più bello e funzionale.
"La Trieste del primo Novecento raccontata attraverso le cartoline della Modiano" raccoglie una selezione di immagini tratte dalle lastre fotografiche conservate nell'Archivio Storico Modiano che raccontano la Trieste dei primi del Novecento attraverso le piazze e le vie più note della città. È stato così ricostruito uno spaccato della vita dell'epoca mediante un percorso virtuale che invita il visitatore a scoprire le differenze tra com'era la città allora e come sono via via mutati nel tempo fisionomia e spazi.
«Grazie ad alcuni ingrandimenti - spiegano le due curatrici - è possibile focalizzare il proprio sguardo su quei particolari che il formato classico delle cartoline formato centimetri 9 per 14 non potrebbe di certo rendere apprezzabili: i volti, le espressioni, gli abiti dell'epoca per un tuffo nel passato che può aiutare le nuove generazioni a comprendere come vivevano i loro coetanei di oltre un secolo fa. L'allestimento della mostra è volutamente incentrato sulle immagini, ma per chi volesse conoscerne la storia, è possibile scoprire aneddoti e curiosità sulla città di Trieste inquadrando il QR Code posto sotto ad ogni fotografia».
Le immagini recuperate riguardano per la maggior parte vedute e panorami della città di Trieste per un totale di oltre trecento lastre, ma nell'Archivio Storico Modiano si conservano anche centinaia di fotografie che ritraggono le località limitrofe della Venezia Giulia, dell'Istria, così come decine di immagini delle maggiori città italiane con una particolare attenzione ai principali centri urbani dell'allora Impero Austro Ungarico. «Ciò che però accomuna e caratterizza in maniera distintiva le cartoline della Modiano - proseguono le due curatrici - è la scelta deliberata di voler ritrarre le città od i panorami cogliendoli nella spontaneità del momento, in uno spaccato di vita quotidiana che non deve essere messa in posa o preparata ad hoc».
Non mancano inoltre le "chicche postali", come le affrancature meccaniche che sono state utilizzare dalla Modiano nel corso dei decenni o alcuni francobolli chiudilettera della azienda triestina; come non potevano mancare le cartoline vere e proprie "S.D.M", messe cortesemente a disposizione da un Collezionista privato dato che l'Archivio Storico conserva le lastre, i clichés di stampa ma solo pochi esemplari cartacei. Le varie vicissitudini (incendi accidentali e dolosi, bombardamenti e spostamento dei locali della fabbrica) che hanno contraddistinto la storia della Modiano nei primi decenni del Novecento hanno infatti con tutta probabilità distrutto le stampe di allora, ma non sono venuti meno i supporti in vetro e in metallo a testimonianza di una produzione che preserva il suo valore storico e artistico. (Comunicato stampa)
Il Novecento di Nora Baldi
24 settembre (inaugurazione ore 17.00-20.00
) - 11 novembre 2022
Biblioteca Statale Stelio Crise - Trieste
L'esposizione, attraverso i numerosi materiali d'archivio conservati dalla famiglia Baldi e, in particolare, dalla figlia Giovanna, rende omaggio a Nora Baldi Osvaldella (1912-1991), triestina, figlia di Rocco Osvaldella, titolare, con il fratello Eugenio, di una rinomata fonderia. Mostra curata da Gianni Contessi, professore ordinario di Storia dell'arte contemporanea nell'Università di Torino, e dall'architetto Lucia Krasovec-Lucas, che ha inoltre progettato l'allestimento.
Nora è nota soprattutto come amica e mecenatessa di Umberto Saba, frequentato assiduamente negli ultimi anni della sua vita (1947-1957). Testimonianza della frequentazione è un ricco epistolario pubblicato nel 1966 nella collana dei Saggi dell'Editore Einaudi. Lo è inoltre il volumetto intitolato "Il paradiso di Saba", scritto da Nora Baldi su "mandato" dello stesso poeta e pubblicato da Mondadori nel 1958. Meno nota è la sua frequentazione di altri significativi esponenti della cultura italiana fra i quali spicca quella con Alberto Savinio.
Amiche di Nora Baldi sono state altresì le scrittrici Gianna Manzini e Clotilde Marghieri, la nota sodale di Bernard Berenson, nonché Clara Lusignoli, straordinaria traduttrice dal francese einaudiana. Arturo Carlo Jemolo, Claudio Magris, Giovanni Giudici e Andrea Zanzotto sono stati alcuni fra i principali interlocutori di Nora Baldi, ai quali possiamo aggiungere Maria Luisa Astaldi e la poetessa istriana Lina Galli. Autrice di testi e curatrice di volumi dedicati a Trieste (L'onda di Trieste del 1968, Immagini per Saba del 1983 e alcuni articoli pubblicati nella "terza pagina" de "Il Piccolo" negli Settanta), Nora Baldi è stata anche collezionista d'arte e amica di artisti.
Il suo status sociale ed economico le ha consentito di possedere una discreta raccolta d'arte italiana di forte impronta novecentesca (fra gli altri, Morandi, Carrà, De Pisis, Guidi, Birolli, Vedova, Santomaso, Rosai, Campigli) con opere dei triestini Carlo Sbisà (autore del bellissimo ritratto di una giovanissima Nora Baldi in vesti di cavallerizza) e Nino Perizi (con una importante natura morta dei tardi anni Quaranta).
Depositaria di cimeli appartenuti al poeta Saba, Nora Baldi possedeva anche una discreta biblioteca di cui fanno parte un numero cospicuo di volumi, con dedica autografa degli autori, che testimoniano la sua frequentazione della migliore società letteraria italiana.
(Comunicato stampa)
Immagine:
Carlo Sbisà, Ritratto di una giovane Nora Baldi in vesti di cavallerizza
Renata Piccolo Sofianopulo
Caricature 1940-1952
31 maggio (inaugurazione) - 15 luglio 2022
Biblioteca Statale Stelio Crise - Trieste
Un omaggio all'artista figurativa curato dai figli a 111 anni dalla nascita, in collaborazione con questo Istituto e con i contributi di Stefano Crise, Alessandra Martellani, Maria Cristina Nastati, Paola e Guido Pesante, Antonio Rossetti, Terzo e Adele Unterweger Viani, Guido Walcher.
Gli anni della seconda guerra mondiale e del lungo dopoguerra furono per Trieste tra i periodi più sofferti della sua storia. Nell'incertezza per il destino della città, ritrovatasi ancora una volta in una cruciale posizione di confine geografico ed ideologico, si forma una generazione che desidera sopra ogni cosa una riedificazione morale, culturale e politica che si scrollasse di dosso la retorica deludente del passato.
In questo clima Renata Piccolo Sofianopulo, pittrice, ritrattista e grafica pubblicitaria, nel suo studio di via Mazzini 30 incontra artisti, intellettuali e altri personaggi della società dell'epoca che, attraverso un'ironica ma acuta disamina psicologica, diventano il soggetto delle sue caricature.
Un viaggio nel passato della nostra città in compagnia di importanti personaggi, seguendo i colori, i tratti e la visione artistica di Renata Piccolo Sofianopulo. (Estratto da comunicato stampa)
Immagini (da sinistra a destra):
1. Renata Piccolo Sofianopulo, caricatura di Alfred L. Grigis, pastelli su carta cm. 49x62, 1950
2. Renata Piccolo Sofianopulo, autocaricatura, acquerello cm. 43x45, 1941
3. Renata Piccolo Sofianopulo, caricatura di Stelio Crise, pastello su carta cm. 46x60, 1949
Nello Spazio
12-25 giugno 2022
Spazio Filatelia di Trieste (palazzo delle Poste centrali)
Francobolli, immagini, articoli di giornale, pubblicazioni e persino banconote che celebrano la Luna, dallo sbarco del 1969 alle più recenti missioni dell'Apollo 15. La mostra, realizzata dallo Spazio Filatelia di Trieste in collaborazione con l'Inaf Osservatorio Astronomico di Trieste, giunge in occasione dell'emissione del francobollo dedicato all'astrofisica triestina di adozione Margherita Hack da parte de Ministero dello Sviluppo Economico, domenica 12 giugno, giorno in cui nacque la signora delle stelle.
Quando l'uomo pose piede sulla Luna, il 21 luglio 1969, Margherita Hack era già direttrice dell'Osservatorio Astronomico di Trieste da cinque anni e in quel periodo si andava completando la realizzazione della succursale osservativa di Basovizza. Un evento come l'allunaggio non poteva lasciare indifferente una persona come lei che ha sempre considerato la divulgazione come parte importante dei compiti di uno scienziato. Nello Spazio Filatelia si potranno la collezione di francobolli di varie nazioni dedicata al tema dello Spazio; la prima pagina de "il Piccolo" sullo sbarco sulla Luna; delle pubblicazioni sull'astrofisica; delle banconote dell'epoca che riportano i volti degli astrofisici più importanti della storia.
A fare da cornice una carrellata di immagini messe a disposizione dall'Osservatorio di Trieste, che è uno dei 17 istituti italiani che formano l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e, oltre ad essere coinvolto nella ricerca di frontiera in astrofisica, svolge anche un'intensa attività di sensibilizzazione ed educazione: passeggiata lunare durante la missione Apollo 12; la prima impronta umana sulla Luna; Luna davanti al Sole durante l'eclissi solare del 21 agosto 2017 (sul disco del Sole s'intravede la silhouette dell'International Space Station); Sole illumina la faccia nascosta della Luna mentre passa davanti alla Terra (immagine ripresa dal satellite Dscovr in orbita a un milione di chilometri da noi); ritratto della Luna disegnato da Galileo Galilei; mosaico della Luna composto da 52 fotografie in falsi colori che evidenziano le differenti composizioni minerali del suolo; Polo Nord della Luna fotografato dal Lunar Reinassance Orbiter; immagine ai raggi infrarossi della Luna; campione di suolo lunare: una roccia di olivina basalto prelevata dalla missione Apollo 15, formata circa 3.3 miliardi di anni fa; cratere Dedalus sul lato nascosto della Luna (diametro di circa 80 chilometri); porzione della mappa della Luna composta con le immagini prese dalla missione Apollo 15.
Margherita Hack, che dal 1964 al 1987 fu direttrice dell'Osservatorio astronomico di Trieste (1964-87), con la sua gestione contribuì notevolmente allo sviluppo di questa istituzione, sia sul piano nazionale che internazionale. L'astronoma si interessò particolarmente di fisica, spettroscopia ed evoluzione stellare, associando all'ampia produzione di saggi scientifici una costante attività di divulgazione. In omaggio all'astrofisica, che fu anche accademica, divulgatrice scientifica e attivista, lo Spazio Filatelia di Trieste dedica una mostra filatelica e numismatica dedicata allo studio e all'esplorazione dello spazio, con la collaborazione di Inaf Osservatorio Astronomico che ha gentilmente messo a disposizione di Poste italiane bellissimi pannelli raffiguranti immagini della Luna. Il francobollo dedicato a Margherita Hack e i prodotti filatelici correlati saranno disponibili a partire da domenica 12 giugno, nello Spazio Filatelia di Trieste. (Comunicato stampa)
Saluti e Baci
07 aprile (inaugurazione) - 06 maggio 2022 (prorogata fino al 20 maggio 2022)
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa (Palazzo delle Poste Centrali) - Trieste
Mostra che racconta la storia della città di Trieste attraverso una serie di cartoline postali. L'iniziativa rientra nel progetto transfrontaliero "Saluti e Baci, le tracce dei confini in parole e immagini", fondato sulla doppia osservazione parola- immagine, che vuole valorizzare la comunicazione scritta in tutte le sue forme quale unico sistema che assicurava un legame tra chi partiva e chi restava, mettendo in evidenza come i confini, grazie alle diverse contaminazioni culturali, abbiamo contribuito alla multiculturalità riscontrabile nell'architettura della città.
Il progetto transfrontaliero, ideato e diretto da Lorena Matic e promosso dall'associazione culturale Opera Viva, si realizza con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, dell'Unione Italiana e della ZKB e la collaborazione dei Comuni di Monfalcone, delle Obalne Galerije Piran, dell'Università della Terza Età Danilo Dobrina e la Media Partnership della Rai Friuli Venezia Giulia e di RTV Slovenija - Radio TV Koper Capodistria a cui partecipano diverse scuole superiori.
Nel Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa di Poste Italiane si potranno quindi ammirare cartoline postali antiche provenienti da collezioni private, da collezionisti e frutto della ricerca in famiglia di materiale inedito da parte degli studenti del Liceo Preseren di Trieste che si affiancano a quelle contemporanee e inedite realizzate da giovani autori. Gli studenti dell'Its Deledda Fabiani di Trieste, sezione Grafica e Comunicazione, ne hanno infatti realizzate di nuove, ispirandosi alle suggestioni tratte dai personali diari di viaggio scritti durante una passeggiata turistica alla scoperta della città da parte degli studenti del Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico di Duino Aurisina, che accoglie studenti provenienti da tutte le parti del mondo. Ulteriore spunto da cui sono partiti, sono state le molte fotografie degli scorci della città che evidenziano l'impronta multiculturale, scattate dalla giovane fotografa Claudia Calderone. L'esposizione viene accompagnata da un video che approfondisce gli obiettivi del progetto transfrontaliero.
Studenti triestini, croati e sloveni hanno rivestito un ruolo importante per la realizzazione del progetto, raccogliendo testimonianze e materiali inediti utili per la drammaturgia dello spettacolo, partecipando alle riprese video, elaborando nuove immagini sulla città che promuovono il territorio. Le scuole partecipanti: Liceo Preseren, Its Deledda Fabiani di Trieste, Conservatorio di Musica Tartini, Scuola internazionale del Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico di Duino Aurisina, Scuola media superiore italiana di Rovigno, Scuola media Pietro Coppo di Isola, Ginnasio Carli di Capodistria, scuole della minoranza italiana in Croazia e Slovenia. (Comunicato stampa)
Sandi Renko
Off Limits / Limits Off
20 gennaio (inaugurazione) - 20 marzo 2022
Spazio espositivo MITNICA - Lubiana (Slovenia)
Locandina della mostra
Mostra personale dell'artista triestino Sandi Renko (1949, Trieste), che si presenta l'installazione ambientale Off Limits/Limits Off. La mostra è organizzata dall'Associazione culturale per l'arte KONS di Trieste in collaborazione con la Facoltà di Scienze Naturali e Ingegneria di Lubiana ed è curata da Denis Volk. Di origine italo-slovena, Sandi Renko studia all'Istituto d'Arte Nordio di Trieste con i maestri dell'avanguardia artistica triestina: Ugo Carà, Miela Reina ed Enzo Cogno. Negli anni '70 si trasferisce a Padova dove apre il proprio studio di design.
Dopo l'incontro con gli artisti dell'ex gruppo N, si interessa all'arte cinetica e optical. Lavora in parallelo come designer e come artista visivo. Espone in Italia e all'estero e collabora con varie gallerie. Opera tra Padova e Trieste. Nel 2021 è stato tra i finalisti della Biennale Origins in Geometry organizzata dal Museum of Geometric and MADI Art di Dallas, Texas. L'artista lega la sua espressione artistica nel campo dell'arte geometrica alla storia e all'importanza della Mitnica intesa come edificio e come luogo fisico in cui si trova; la Mitnica era infatti un posto di blocco al confine tra Slovenia (Jugoslavia) e Italia.
Il punto di partenza dell'arte di Renko è il cubo. Il quadrato espande moltiplicando i piani in strisce, che poi piega e intreccia formando un cubo o più cubi completi o parziali. In ciascuna metà dello spazio espositivo collocherà due oggetti paralleli in policarbonato alveolare, che fungono da superfici della stessa parete. A un certo punto, anche in questi oggetti inizia a dividere la superficie tagliandola agli angoli in strisce che poi intreccia in cubi che, in questa doppia disposizione, sembrano un muro che cresce o crolla allo stesso tempo.
Con l'installazione che ricorda un muro in demolizione (o in formazione), da un lato vuole richiamare l'attenzione sui confini attuali, sui cambiamenti del regime sul confine interstatale tra Slovenia e Italia, alla scomparsa del confine e il suo ripristino dovuto all'emergenza covid, le migrazioni ecc... e d'altro lato, rimanda ad un passato più remoto della Mitnica posta in prossimità delle mura romane dell'antica Emona, il confine della città, una barriera fisica che nel tempo non può durare. I confini si erigono, si abbattono e si ricostruiscono di nuovo nello stesso posto o altrove. E ciò non vale solo per i confini fisici, questi spesso possono essere solo una metafora di qualcosa di non fisico, come i confini dentro di noi e tra di noi, nei nostri pensieri, atteggiamenti, relazioni e azioni. (Comunicato stampa)
Immagine:
Sandi Renko, Off Limits Limits / Off Limits Off 3 Blu
"L'ultimo calore d'acciaio"
regia di Francesco De Filippo e Diego Cenetiempo, Italia, 2021, 57'
18 febbraio 2022, ore 18
cinema Ariston - Trieste
Trailer: vimeo.com/657013330
Il docu-film diretto dallo scrittore e giornalista Francesco De Filippo e dal film-maker Diego Cenetiempo, prodotto da La Cappella Underground, incentrato sulla storia ultracentenaria della Ferriera di Trieste, sulla sua dismissione e sul futuro dell'impianto siderurgico. La proiezione è organizzata in collaborazione con Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival. Sono previste nei giorni successivi due repliche del film, sempre accompagnato in sala dagli autori: domenica 20 febbraio alle ore 15.00 e martedì 22 febbraio alle ore 20.30.
"L'ultimo calore d'acciaio" racconta il passaggio dall'industria pesante tradizionale alla logistica gestita da sistemi digitali. Byte, containers, colletti bianchi e silenzio sostituiscono fuoco, polvere, sudore e schianti. Non è soltanto la mera narrazione di una trasformazione urbanistica tendente alla sostenibilità e alla conversione della metallurgia in energia pulita, quanto il racconto dei cambiamenti sociali legati allo sforzo di adeguare i contesti a nuove forme di produzione, più pulite anche se forse più anonime.
La storia ha un nome e cognome: è quella della Ferriera, il famoso impianto siderurgico di Trieste, chiuso dopo 123 anni e numerosi passaggi di proprietà. Il documentario si svolge nell'arco di una giornata e si dipana lungo un itinerario poetico e di forti suggestioni, con attenzione al rapporto uomo-macchina, intervallato dalle testimonianze degli operai, degli altri protagonisti della trasformazione e di esperti del settore.
Scrivono i registi a proposito del loro film: «Il documentario si fonda su immagini inedite, avvalorate da un attento equilibrio nelle testimonianze raccolte. Il film è ambizioso: vuole raccontare di macchine, altoforni, inquinamento e uomini duri attraverso la delicatezza di un tono poetico e - narrando della fine di una esperienza come la Ferriera - a tratti malinconico. C'è unaparte intermedia per la quale si è fatta una scelta più giornalistica e meno autoriale per consentire la contestualizzazione dell'impianto siderurgico nella città e nelle dinamiche sociali di questa. E per descriverne la controversa storia, dall'appoggio incondizionato della politica e dei cittadini allacondanna totale, pochi anni dopo, fino a decretarne la chiusura». (Comunicato stampa)
Dante Alighieri nei francobolli
04-30 ottobre 2021 (prorogata al 30 novembre 2021)
Spazio Filatelia e Museo Postale di Trieste
Esposizione filatelica organizzata da Poste Italiane nei locali di Spazio Filatelia e Museo Postale di Trieste. Un momento importante delle celebrazioni dedicate ai 700 anni dalla morte del Sommo Poeta che nelle settimane scorse si erano impreziosite con l'emissione di una serie di francobolli ad hoc per l'importante ricorrenza. Il racconto della vita e delle opere di Dante vengono infatti raccontate attraverso una modalità insolita: il racconto della vita e delle opere di Dante con sullo sfondo, tutte le emissioni filateliche italiane dedicate al grande poeta e tutte le emissioni del mondo uscite nel 1965 per celebrare i 700 anni dalla sua nascita.
Si tratta di un'occasione unica per rileggere la storia di questa grande personalità italiana e di capire come i francobolli siano sempre presenti per celebrare eventi importanti, personalità di spicco, luoghi significativi così come i momenti salienti della storia del nostro Paese. Nello stesso tempo è un modo per rivalutare il mondo filatelico e le collezioni tematiche nelle quali i francobolli di tutto il mondo, legati insieme del fil rouge culturale, danno vita ad una raccolta costruttiva e approfondita sia sul tema trattato che sui francobolli stessi.
Grazie alla collaborazione con il Comitato di Trieste della Società Dante Alighieri, il Circolo Filatelico Sloveno "Lovrenc Košir e collezionisti privati, l'esposizione filatelica sarà arricchita da alcuni pezzi unici. In primis l'edizione Minuscola della Divina Commedia della Hoepli, stampata su carta di riso, a Firenze, da "L'Arte della Stampa" nel 1941: nella prima pagina appare una dedica di un padre Mario, Ispettore Scolastico classe 1878, che la regalò al figlio Giovanni nel 1942 in occasione dell'onomastico, e che il ragazzo portò con sé quando fu inviato sul fronte Russo.
A seguire una raccolta di quaderni manoscritti della Divina Commedia compilati da Tiziano Sgreva di Venezia, Ispettore delle Ferrovie dello Stato, classe 1885, grande appassionato di Dante Alighieri. Inoltre, una versione in dialetto triestino e, infine, la Divina Commedia realizzata con i francobolli, progetto ciclopico del Cift (Centro Italiano Filatelia Tematica) che ha voluto illustrare tutta (Inferno, Purgatorio e Paradiso) la Divina Commedia con materiale postale e filatelico. (Comunicato stampa)
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Dante (Poesia di Nidia Robba, scrittrice di Trieste)
Both Ways
29 agosto (inaugurazione) - 06 settembre 2020
Magazzino 27 del Porto Vecchio di Trieste
www.triestecontemporanea.it
Mostra di arte contemporanea che contribuisce, nel Science in the City Festival, alla edizione dell'EuroScience Open Forum (ESOF2020) di Trieste. È una mostra fisicamente policentrica, realizzata in 5 sedi europee di cui Trieste è la sede centrale, ed è una mostra replicata ed estesa online che è virtualmente disponibile planetariamente a chiunque vi entri con un suo avatar. Sarà il "centro" che raccoglie le esperienze di un progetto di coproduzione europea che Trieste Contemporanea ha iniziato nel marzo 2019 in partnership con l'Iniziativa Centro Europea (InCE) e con la Fondazione Internazionale Trieste (FIT) e ha proposto a un gruppo di istituzioni dell'arte e della scienza di Croazia, Italia, Romania, Serbia e Ungheria, con l'obiettivo di mettere in dialogo le posizioni e gli specifici modi di produzione di conoscenza dell'arte e della scienza.
Caratteristica del progetto è quella di compenetrare, in quasi-continuità, spazio reale e spazio virtuale. Qui però la realtà ha superato la fantasia dei curatori e degli artisti. Di pandemia trattavano solo alcuni celebri film catastrofici quando, più di un anno fa - per unire simultaneamente sotto l'egida dell'arte e della scienza più città e genti europee - una "estensione", allora assolutamente inusuale e ancora molto sperimentale, di live streaming e di virtual reality è stata pensata per Both Ways assieme ad Antonio Giacomin. Mentre ora l'accelerazione al progresso tecnologico di questo tipo di comunicazione, forzata dall'inedita situazione planetaria, ci offre l'opportunità di poter visitare la mostra triestina anche dall'Australia... comodamente seduti in salotto: trasformandoci in un avatar di bit.ly/bothwaystrieste. (Comunicato stampa Trieste Contemporanea)
Vedrai colori che son contenti
Elisa Vladilo. Interventi ambientali 1995-2019
termina lo 01 marzo 2020
Palazzo Costanzi - Trieste
www.triestecontemporanea.it
Mostra personale dell'artista Elisa Vladilo, promossa da Trieste Contemporanea a cura di Alessandra Pioselli, realizzata in collaborazione con il Comune di Trieste, con il supporto della Fondazione Kathleen Foreman Casali. Per la prima volta ripercorre i venticinque anni di lavoro artistico di Elisa Vladilo, attraverso una selezione dei progetti realizzati in luoghi pubblici e ambienti naturali in Italia, Austria, Croazia, Slovenia, Gran Bretagna e Mongolia dal 1995 al 2019.
"La potenza del colore, l'energia che contiene, sono da sempre protagonisti del mio lavoro, un potenziale per l'empatia con il mondo, per entrare in contatto con la nostra anima, direttamente, senza sovrastrutture", afferma l'artista. Fin dagli esordi, già dalla metà degli anni Novanta, il colore costituisce il segno distintivo della ricerca di Elisa Vladilo che interviene nel paesaggio, in spazi urbani e ambienti interni, privilegiando il colore puro e tonalità accese di rosa, giallo, arancio, verde e azzurro. L'artista ha definito una personale gamma cromatica per alterare o enfatizzare le qualità e i significati dello spazio, modificandone la percezione e l'uso. Con i suoi interventi punta a coinvolgere il corpo oltre che la vista, integrando nei suoi progetti alcuni elementi sonori (ad es. Summertime, Trieste 2010 o The Sound of Colors, Celje, Slovenia 2010).
La natura collaborativa dei progetti è un ulteriore aspetto del percorso dell'artista che ha spesso reso complici persone e abitanti nel processo di appropriazione immaginifica dei luoghi (ad es. Prendo il paesaggio e lo porto con me, Nervesa della Battaglia, 2011; Nel blu dipinto di blu, Trieste, 2013; Melting Street, Pola, Croazia, 2013), giungendo con Rima d'origine (Trieste 2013, Cambridge, 2014) a mettere in gioco il tema della cittadinanza culturale. Attraverso lo studio del rapporto tra spazio, corpo e colore, Elisa Vladilo riflette sul destino degli spazi comuni, la loro identità, gli usi e le relazioni.
Elisa Vladilo si diploma all'Istituto Statale d'Arte Nordio di Trieste, seguono poi gli studi di scenografia all'Accademia di Brera e all'Accademia di Venezia. Lavora nel campo della scenografia, della grafica e dell'architettura fino al 1989, quando inizia la sua carriera artistica. Viene selezionata per la mostra Whitechapel Open nel 1998, nello stesso anno ottiene la borsa di studio della Pollock-Krasner Foundation di New York e nel 2000 vince una residenza d'artista a Berlino assegnata all'interno di un progetto europeo di scambio tra Berlino e Londra, città nella quale lavora e risiede per 3 anni (1997-2000).
Alessandra Pioselli è direttore dell'Accademia di belle arti G. Carrara di Bergamo dal 2010. Insegna Storia dell'arte contemporanea presso la stessa Accademia e Arte pubblica al Master in economia e management dell'arte e dei beni culturali del Sole24Ore (Milano). È, inoltre, critico d'arte, curatore e giornalista pubblicista. Collabora con Artforum (New York). Si occupa di ricerca storica e critica in prevalenza attorno a temi e progetti inerenti alla dimensione civica e urbana dell'arte. Nel 2015 ha pubblicato per Johan&Levi "L'arte nello spazio urbano. L'esperienza italiana dal 1968 a oggi" (e ha dedicato la copertina del volume all'intervento site-specific di Elisa Vladilo, My favourite place, del 2007). (Comunicato stampa Trieste Contemporanea)
Immagine:
Elisa Vladilo, My Favourite Place, Trieste, Molo Audace, 2007, courtesy l'artista
Stefano Visintin: "Prospettive"
termina il 28 febbraio 2020
Impresa Sociale "Ad Formandum" - Trieste
Mostra fotografica - organizzata con il concorso dell'Associazione Juliet - sui luoghi della città su cui si accendono frequenti dibattiti e polemiche su un possibile utilizzo futuro. Dopo la mostra dedicata alla città e i suoi riti (il caffè), le persone e gli eroismi quotidiani (lo sport), il progetto fotografico di Stefano Visintin si sofferma sugli spazi urbani che in taluni casi hanno già iniziato una profonda trasformazione con esiti non sempre chiari e positivi. Il "waterfront", la periferia, il quotidiano caotico, gli spazi chiusi e quelli negati suggeriscono interrogativi su potenzialità non sempre sfruttate.
Stefano Visintin è un fotografo triestino che si contraddistingue per l'amore e l'attenzione nei confronti del dettaglio architettonico e la ricerca della tessitura geometrica. Questi assunti costituiscono la base e l'inizio del suo lavoro fotografico. Nel suo percorso di formazione, non si sottrae, quindi, agli stimoli creati in precedenza dai grandi maestri della fotografia, quali Ranger-Patzsch (per l'inquadratura purista e minimalista), Walker Evans (per l'idea di una fotografia debitrice del dettaglio architettonico), Bernd e Hilla Becher (per il sistema di catalogazione e confronto costruito sulle analogie).
Da diversi anni, però, la sua attenzione è rivolta anche al tema del ritratto, argomento al quale ha già dedicato diverse mostre tra cui quelle per "Arti e Mestieri" e Uno+Uno nonché per il festival "Triestèfotografia". In quest'ultimo caso le sue fotografie dialogavano con testi narrativi eseguiti ad hoc da scrittori e la narrazione diventava cornice del ritratto o, per dirla in altro modo, il ritratto si rifletteva nel contesto che lo conteneva. C'è quindi un piano narrativo a più livelli: l'interpretazione del volto della persona inquadrata e la testimonianza della parola che entra a viva forza e in parallelo all'immediatezza fotografica.
Il risultato diviene una narrazione ininterrotta, fotografica e letteraria, nonché multilingue e pluriculturale, sui personaggi e le storie della città, in un continuo rispecchiarsi di volti, scorci e situazioni. Di recente ha collaborato con Claudio Grisancich alla realizzazione del libro di poesie e fotografie "Album" edito da Hammerle Editore. La mostra "Pop" che ne è poi scaturita, si incentrava su una attenta e lenta scansione di frammenti, vie, facciate e cose della città che fu e che riemerge da un racconto poetico molto intimo. L'autore ha inoltre collaborato con il settimanale "Zeno" con progetti fotografici ad hoc, e collabora con Juliet art magazine. (Comunicato stampa)
"La musica, la vita del suo tempo e oltre il suo tempo"
L'insegnamento di Vito Levi (1899-2002), protagonista, scrittore, testimone della storia e della vita musicale
termina il 31 gennaio 2020 (prorogata fino al 15 febbraio 2020)
Biblioteca Statale Stelio Crise - Trieste
Locandina
"La musica, la vita del suo tempo e oltre il suo tempo". Sono parole tratte dalla lectio di Vito Levi per il conferimento della laurea h.c. da parte della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trieste il 4 giugno 1981. Sintetizzano il senso del suo magistero, il legame che egli aveva voluto stabilire attraverso le sue lezioni e i suoi scritti. Ed è, ora, anche il titolo della mostra documentaria dedicata a Vito Levi (1899-2002) "protagonista, scrittore, testimone della storia e della vita musicale".
La mostra è promossa dall'Archivio e Centro di Documentazione della Cultura Regionale in collaborazione con l'Archivio degli Scrittori e della Cultura Regionale, con il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Trieste, con il Conservatorio di Musica "G.Tartini", con il Civico Museo Teatrale "C.Schmidl". L'iniziativa vuole ricordare il grande musicologo, critico, scrittore, storico della musica, professore al Conservatorio e all'Università di Trieste.
Nella mostra, oltre a numerose immagini riguardanti la sua vita, la famiglia, le relazioni di amicizia e quelle professionali, sono esposti documenti relativi alla sua attività di compositore dagli anni Venti del Novecento, i suoi libri tra i quali quelli su Wagner, Strauss e sulla vita musicale a Trieste, le versioni ritmiche di opere pubblicate sotto lo pseudonimo di Bruno Bruni dopo che - per le leggi razziali promulgate dal fascismo nel 1938 - Levi aveva dovuto lasciare l'insegnamento al Conservatorio e l'attività di critico musicale presso "Il Piccolo", prima di abbandonare Trieste e sfuggire alle conseguenze dell'occupazione nazista.
Nella mostra si potranno trovare documenti sui suoi interessi di bibliofilo (dopo la seconda guerra ebbe anche incarichi di dirigente della biblioteca al Conservatorio). E, inoltre, i diari delle lezioni, appunti e dispense dei suoi corsi, alcune tesi di laurea di cui fu relatore all'Università, diversi scritti inediti tra i quali alcuni frammenti autobiografici e di saggistica musicale, lettere e testimonianze dei suoi rapporti con musicisti, musicologi italiani e stranieri ma anche con scrittori e uomini di cultura triestini tra i quali Svevo, Saba, Benco, Rosso. E con Fulvio Tomizza, che fu suo genero e suo amico e che lo fece personaggio di alcune sue importanti opere. (Comunicato stampa)
Gian Carlo Venuto
Chiaro attivo 1975-1979. Opere pittoriche a margine di Villa Fulcis
termina il 15 gennaio 2020
Studio Tommaseo di Trieste
www.triestecontemporanea.it
Retrospettiva dell'artista Gian Carlo Venuto promossa da Trieste Contemporanea e progettata dall'artista per lo spazio triestino. La mostra presenta una selezione delle opere realizzate nella seconda metà dei Settanta, segnate dall'esperienza didattica condotta dall'artista a fianco di Franco Basaglia a Villa Fulcis, nei laboratori creativi dell'Ospedale Psichiatrico di Trieste che si svolgevano in quegli anni nella villa bellunese.
Gian Carlo Venuto (Codroipo, 1951) ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Venezia e di Torino e all'Accademia di Brera a Milano. Partito da esperienze astratto-informali e successivamente legate alla pittura monocroma e alla nuova figurazione, Venuto negli anni di cui la mostra rende conto, si dedica a esperienze di animazione culturale e di promozione del reinserimento sociale e si impegna intorno al 1975-78 in attività di ricerca alternativa nell'ambito dell'Accademia di Belle Arti di Venezia e dell'Ospedale Psichiatrico di Trieste. Nel 1975 partecipa alla X Quadriennale d'Arte di Roma e vince la borsa di studio dell'opera Bevilacqua la Masa di Venezia (con mostra personale l'anno successivo). Nel 1976 è Premio Lubiam e Premio Michetti. Dal 1976 al 1979 produce happenings di controcultura che sfociano in una ricerca di autoanalisi e autoritrattazione che è fulcro nel 1979 della personale "Comunicazione" al C.I.A.C. di Udine. (Comunicato stampa)
Il sogno americano nelle cartoline vintage dei primi del Novecento
termina il 11 gennaio 2020
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
L'esposizione attraverso le preziose e coloratissime cartoline vintage della collezionista triestina Gilda Manganaro racconta l'atmosfera del grande sogno americano dei primi del Novecento di quanti, con la speranza di un futuro migliore, migravano verso il nuovo continente. Considerati veri e proprio documenti postali questi cartoncini colorati hanno viaggiato in tutto il mondo raccontando la società dell'epoca e oggi sono veri e propri testimoni della vita dei migranti provenienti dall'Europa e dalla Cina, la maggior parte dei quali si ritrovarono nei ghetti delle grandi città atlantiche, separati per nazionalità, cercando di sopravvivere attraverso i lavori già svolti nella madrepatria o nelle miniere alla ricerca dell'oro.
La storia delle cartoline postali risale a 150 anni fa, quando il 1º ottobre 1869 le Poste austriache emisero la prima "Correspondenz Karte". I primi esemplari sono degli "interi postali", ossia dei cartoncini preaffrancati che in breve tempo iniziarono ad essere stampati, non più soltanto dallo Stato, bensì anche dai privati. Nel 1870 sarà la Francia a stampare la prima cartolina illustrata, subito imitata dalla Germania. La vera svolta arrivò con l'introduzione del colore che fece del cartoncino in bianco e nero un vero e proprio strumento di comunicazione furono quegli gli anni in cui le cartoline divennero un vero e proprio fenomeno di mercato quale racconto visivo dell'atmosfera di quel mondo. (Comunicato stampa)
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Atlante americano
di Giuseppe Antonio Borgese, a cura di Ambra Meda, ed. Vallecchi, pag.269, ottobre 2007
Recensione di Ninni Radicini
Francobollo dedicato al Porto Franco di Trieste
Il 13 dicembre è stato emesso un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica "le Eccellenze del sistema produttivo ed economico" dedicato al Porto Franco di Trieste, nel III centenario della istituzione, relativo al valore della tariffa B pari a 1,10€ (Tiratura: cinquecentomila esemplari; Fogli da quarantacinque esemplari). Il francobollo è in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Bozzetto a cura di Silvia Isola. La vignetta riproduce, sullo sfondo, una mappa del Porto di Trieste su cui si evidenziano, a sinistra, un treno adibito al trasporto delle merci, a destra, una gru con elevatori per containers e, in basso al centro, una nave mercantile.
Completano il francobollo le leggende "300 anni" e "Istituzione Porto Franco di Trieste", la scritta "Italia" e l'indicazione tariffaria "B". Il francobollo ed i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi, possono essere acquistati presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli "Spazio Filatelia" di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it. Per l'occasione è stato realizzato anche un folder in formato A4 a due ante contenente il francobollo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione, al costo di 12€. (Comunicato stampa)
Il 18 marzo 1719 l'imperatore Carlo VI istituì il Porto Franco di Trieste. Una "patente" che ha mutato il corso della storia della città e anche dell'impero d'Asburgo dapprima, dell'Italia e dei mercati europei poi. In questi tre secoli lo scalo ha avuto un ruolo fondamentale nelle relazioni commerciali tra Vecchio Continente e Oriente. Un tratto di storia così lungo e denso merita di essere celebrato con l'emissione di un francobollo speciale. La ricorrenza del III centenario dell'istituzione del Porto Franco di Trieste può e deve costituire un'opportunità per riflettere sulle peculiarità e sull'identità del porto stesso, sulle sue relazioni con il sistema economico nazionale e europeo. Lo scalo di Trieste sta vivendo una fase di straordinario rilancio, assumendo una posizione primaria come snodo di riferimento nel Mediterraneo per la Nuova Via della Seta.
In questo senso va il potenziamento della rete ferroviaria, in parte concepita e realizzata fin dall'età imperiale con una presenza capillare di binari lungo ogni banchina e nella parte retroportuale. In questo senso va l'attualizzazione dello status giuridico di Porto Franco che rappresenta un unicum a livello internazionale, portando numerosi vantaggi tra cui importanti incentivi doganali. Oggi il porto di Trieste è il punto di accesso ideale per i traffici con il Far East e intra-mediterranei, grazie a fondali naturali profondi fino a 18 metri capaci di accogliere le portacontainer di ultima generazione, connessioni ferroviarie giornaliere dirette verso le aree produttive e industriali del Nord-Est e delle maggiori destinazioni europee. Un'eccellenza italiana dal respiro internazionale.
Lo dimostrano i numeri: Trieste è il primo porto del Paese per movimentazione totale di merci e primo terminal petrolifero del Mediterraneo, oltre ad essere la porta privilegiata di accesso in Europa dei traffici RO-RO provenienti dalla Turchia. Ma è soprattutto il primo porto italiano per movimentazione ferroviaria. Con un record di 10 mila treni raggiunto nel 2018 e 210 mila camion tolti dalla strada, lo scalo rappresenta un modello in termini di efficienza, sostenibilità e attenzione per la qualità del lavoro. Tutto parla del porto a Trieste.
La stessa fondazione della città, a partire appunto dal XVIII secolo, dipende dalla scelta di Carlo VI e di Maria Teresa di eleggervi "il" porto dell'Impero. Un porto che ha suscitato l'impianto a Trieste delle più varie e qualificate imprese economiche. Tra di esse, possiamo ricordare alcuni dei maggiori gruppi assicurativi della storia italiana e europea, del caffè e della cantieristica oggi leader mondiale nel settore crocieristico. Il porto è l'anima di Trieste. (Testo bollettino, di Zeno D'Agostino - Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale)
Trieste, gli anni delle sovrastampe
termina il 16 novembre 2019
Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa di Trieste
Locandina
Mostra dedicata agli anni della cortina di ferro nel Territorio Libero. Il Territorio Libero di Trieste fu istituito il 15 settembre 1947 e amministrato temporaneamente, secondo lo Statuto Provvisorio del Trattato di pace con l'Italia, da un Governo Militare Alleato anglo-americano e da un Governo Militare jugoslavo, in attesa di un assetto stabile. I visitatori potranno consultare documenti e oggetti originali di quell'epoca nello specifico: giornali, riviste, fotografie, manifesti. Importante evidenziare anche la presenza di materiale filatelico come le buste F.D.C. (Primo Giorno d'Emissione) ed i francobolli con le famose sovrastampe A.M.G. - F.T.T. e S.T.T. - V.U.J.A. La mostra è curata ed organizzata dal triestino Marco Zaccaria, collezionista e appassionato di storia locale, in collaborazione con la Richard Francis Burton Society. (Comunicato stampa)
Palombari
La singolare storia dei sommozzatori austro-ungarici, a cavallo fra due secoli
12 luglio - 17 agosto 2019
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa di Trieste
I visitatori potranno ammirate fotografie e cartoline appartenenti a Gianluca Minguzzi, curatore della mostra e di altri appassionati del mondo dei palombari. Minguzzi innamorato dei fondali marini sin dalla nascita è un sommozzatore professionista, collaboratore negli scavi subacquei della Soprintendenza archeologica dell'Emilia-Romagna e istruttore capo di corsi per palombaro. La sua esperienza nel mondo dei palombari lo ha portato ad avere un'ottima conoscenza della loro storia con una particolare attenzione per la divisione dell'Alto Adriatico. Da qui una ricerca a 360 gradi, avviata da oltre quattro anni, nella speranza di far tornare a galla conoscenze ormai dimenticate per impedirne la perdita. (Comunicato stampa)
Manet e Massimiliano
Un incontro multimediale
19 giugno 2018 - 19 giugno 1867
La ricorrenza della morte di Massimiliano imperatore del Messico
termina il 30 dicembre 2018
Scuderie e Castello di Miramare - Trieste
www.castello-miramare.it
Dopo le celebrazioni dei 150 anni dalla morte di Massimiliano d'Asburgo, un percorso immersivo e "multimediale" - a cura di Andreina Contessa e Rossella Fabiani, in collaborazione con Silvia Pinna - per dar vita all'incontro impossibile tra l'imperatore del Messico, fucilato il 19 giugno 1867, ed Edouard Manet, il grande pittore francese che, indignato dalla vicenda, denunciò con la sua pittura le responsabilità dell'imperialismo francese. Il sorprendente itinerario - promosso dal Museo storico e il Parco del Castello di Miramare e prodotto da Civita Tre Venezie e Villaggio Globale International - trasporterà migliaia di visitatori all'interno di questa storia, dentro i luoghi che l'hanno scandita, da Miramare al Messico a Parigi, grazie a una dimensione immersiva di suoni, proiezioni e ambienti ricreati. Sarà inoltre valorizzato anche il contesto di Miramare richiamato attraverso testimonianze quali lettere, libri, documenti e dipinti.
Ad accompagnarci in questo flashback virtuale sarà la narrazione teatrale ideata dallo sceneggiatore Alessandro Sisti e recitata da Lorenzo Acquaviva, che nei panni di Massimiliano farà rivivere le emozioni e le contraddizioni di questa trama, raccontando in prima persona le preoccupazioni dell'imperatore, il suo amore per Carlotta e per Trieste, il suo impegno per il Messico e i suoi tentativi di un governo illuminato. La "multimedialità" sarà al centro di questa rievocazione, instaurandosi su più livelli di lettura, non solo per l'evidente relazione tra il racconto digitale e l'ambiente di Miramare in cui questo viaggio viene "rivissuto", ma anche per la pluralità di piani cui rimanda.
Dai giornali, attraverso cui Manet viene a conoscenza della tragica fine di Massimiliano, alla pittura come mezzo per aprire un acceso dibattito sulla censura - che fu animato peraltro dallo scrittore Emile Zola e coinvolse figure come Giosuè Carducci e Franz Listz -, dalla narrazione scenografica e potente ai video finali di due artisti messicani che ci riporteranno all'oggi. In questo tessuto di connessioni emergerà anche la doppia valenza dell'arte, che se da un lato indossa le vesti ufficiali della cronaca, come mostrano i dipinti del tempo esposti nelle Scuderie e nel Castello, dall'altro esprime la sua capacità di smascheramento della rappresentazione della realtà.
Massimiliano, divenuto imperatore del Messico su invito dell'invasore francese Napoleone III, viene fucilato dalle truppe ribelli a Querétaro insieme ai due generali Miramòn e Mejía. Di fronte a rivolte divenute ormai scontro armato, il sovrano francese lo aveva abbandonato. L'eco della notizia giunse immediata in Europa e a Parigi. La morte di Massimiliano fu uno scandalo per le implicazioni politiche e culturali che portava con sé: sotto la patina rifulgente della Belle Epoque, metteva in moto i fermenti che avrebbero condotto alla Prima Guerra Mondiale.
Manet ne fu così ossessionato che realizzò tra il 1867 e il 1868 ben tre versioni di grande formato, come si confaceva ai dipinti di storia, uno schizzo ad olio e una lastra litografica. La forza polemica e la verve politica dell'opera ne impedirono l'esposizione al Salon di Parigi, dove era stata annunciata, e nessuna delle versioni dell'Esecuzione di Massimiliano fu mai esposta al pubblico finché Manet fu in vita. Dalla partenza per il Messico, con cui si apre la mostra, allo scoppio inarrestabile della guerra civile guidata da Benito Juàrez, saremo condotti fino a Parigi, dentro lo studio di Manet.
Ascolteremo i pensieri dell'artista e i commenti dei giornali del tempo, vedremo gli scatti dell'unico fotografo autorizzato a immortalare il cadavere di Massimilano sul luogo della fucilazione, Francois Aubert; davanti ai nostri occhi scorreranno le immagini dei quadri - conservati ora in vari musei d'Europa e d'America (Boston, Londra, Copenhagen, Mannheim) - di cui scopriremo dettagli e particolari inediti. Grazie a una serie di effetti speciali seguiremo l'evoluzione del lavoro. Nella prima versione del dipinto, realizzata di getto a poche settimane dal truce episodio, Manet manifesta la partecipazione emotiva agli eventi, ma risente delle ancora scarse notizie e della mancanza di immagini circolanti in Europa. Nelle versioni successive l'artista cerca di arricchire i particolari in base alle informazioni ormai diffuse.
Aggiunge così il muro di fondo, alcuni spettatori, cambia la posizione dei generali di Massimiliano e soprattutto inserisce un'invenzione che esprime una precisa presa di posizione: veste i soldati del plotone d'esecuzione non più con i panni borghesi, bensì con le uniformi dell'esercito francese, definendo il messaggio e il senso dell'opera. La versione finale del 1868 sarà la più grande, quella dal tratto più definito, in cui l'esempio della pittura spagnola e di Goya appare esplicito. Ora la cronaca si decanta e acquisisce un significato universale: dalla crudezza del primo impatto si è giunti all'equilibrio simbolico del dipinto finale e Massimiliano, fra i due generali, finisce per assomigliare a Cristo fra i due ladroni, sacrificato sull'altare dell'imperialismo francese.
Da Parigi torniamo così a Trieste, lì dove il viaggio aveva preso avvio. Il mare e le onde nell'ultima sala ci circondano. Il 15 gennaio 1868 la fregata Novara, la stessa con la quale la coppia reale era partita piena di speranze, riconduce il feretro del sovrano nell'unica città in cui Massimiliano si era sentito veramente a casa. Trieste, proclamato il lutto cittadino, veglia il corteo funebre, che attraversa le strade della città. In lontananza la sagoma del Castello di Miramare. Dopo l'esperienza immersiva ideata e realizzata da Senso Immersive (studio creativo, spin-off di DrawLight), ecco le lettere di Massimiliano, i libri della sua biblioteca riferiti al Messico e all'America, altri documenti storici - dai proclami alle stampe sulla sua fucilazione - e poi alcuni dipinti conservati nei depositi e in altri ambienti del Castello, che descrivono la partenza per il nuovo regno e il rientro della salma.
Al centro di quest'ultima sezione è esposto l'imponente Ritratto di Massimiliano Imperatore, a rievocare il simbolo delle antiche glorie. Memorie iconiche che preparano a scoprire l'immaginario messicano e la sua rivisitazione artistica in chiave contemporanea. A chiudere il percorso sono, infatti, i video di due giovani artisti Calixto Ramírez e Enrique Méndez de Hoyos, che si confrontano con una vicenda cruciale della storia del loro Paese e offrono uno sguardo che restituisce alla (nostra) prospettiva europea la lente d'ingrandimento messicana, intrecciando ancora una volta in un'unica trama presente e passato, storia e arte. (Comunicato stampa Civita Tre Venezie)
Alexander Kircher: il pittore triestino dimenticato
termina il 29 ottobre 2018
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Rassegna con materiali originali e documentazioni che contribuiscono alla conoscenza e alla definizione di un pittore che, ingiustamente, ha rischiato l'oblio proprio nella sua città d'origine. Kircher (Trieste, 1867) rimase per tutta la vita appassionato cultore di visioni e paesaggi marini. Molte delle sue tele diverranno cartoline che la collezionista Liliana Pajola ha raccolto e con le quali ha sostanziato il suo nuovo libro La Marina da guerra Austroungarica nei quadri di Alexander Kircher (edizioni Luglio 2018) che sarà presentato prossimamente proprio al museo postale. La rassegna allestita dalla direzione museale è ricca in cartoline, documenti e oggetti originali.
Più di duecento le prime, tutte d'epoca, a testimoniare l'amore dell'artista non solo per il mare, in generale per quei panorami che molti artisti di fine Ottocento hanno saputo ritrarre e presentare a un pubblico sempre più interessato ai viaggi e alla conoscenza di luoghi e culture diverse. Grazie alla sensibilità del collezionista Giorgio Petronio, almeno una ventina di disegni firmati in prima persona da Kircher troveranno spazio nelle teche museali e del contiguo Spazio Filatelia. Nei testi e nel libro che inquadra la vita e l'opera dell'artista, molte informazioni sono state fornite da Peter Teichmann, nipote di Kircher, residente in Germania. Cartoline e quadri del pittore triestino sono ospitati da istituzioni museali e amministrative europee di rilievo: nel Museo della Scienza e della Tecnica e nel Museo dell'Esercito di Vienna, nel municipio di Brema, a Kiel e Francoforte a Spalato, Pola e Rovigno, tra le tante. (Comunicato stampa)
A fior d'acqua
Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz, Fabrizio Giraldi, Mila Lazic
termina il 21 ottobre 2018
DoubleRoom arti visive - Trieste
doubleroomtrieste.wordpress.com
Una suggestiva esposizione curata da Massimo Premuda che presenta le ricerche visive di 3 artisti contemporanei intrecciate nel racconto della vita del mare, l'eterno muto interlocutore di artisti e scrittori. In mostra "Gibigiana" di Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz, una videoinstallazione che, con un approccio pittorico, ricrea sul soffitto dello spazio il riflesso della luce solare sulla superficie del mare, "Port of Trieste" di Fabrizio Giraldi, un reportage fotografico sul porto industriale di Trieste i cui unici protagonisti sono merci, camion, container e navi che raccontano degli scambi internazionali della città con il resto del mondo, e "Polifonia mediterranea" di Mila Lazic, installazione sonora in cui 13 persone diverse leggono, ognuna nella propria lingua, "Breviario mediterraneo", il più famoso e tradotto libro dello scrittore croato Predrag Matvejevic.
A questi lavori vengono affiancati i disegni di progetto del primo restauro ad opera dell'architetto Ado Buiatti di "Edipo Re", storica imbarcazione di 16 metri a vela e motore del pittore Giuseppe Zigaina attorno al cui tavolo sedettero artisti e intellettuali come l'amico Pier Paolo Pasolini e altri nomi noti. Oltre a foto e disegni dell'"Edipo Re" viene presentata infatti anche un'inedita intervista audio di Buiatti a Zigaina proprio sulla laguna di Grado scelta come location per alcune significative scene del film "Medea" di Pasolini interpretato dalla divina Maria Callas, e rielaborata in forma di video dall'artista Carlo Andreasi.
Le opere in mostra restituiscono una possibile rappresentazione del mare vissuto come momento di meditazione e specchio in cui riflettersi, ma anche come esperienza intima e universale al tempo stesso, partendo da "Polifonia mediterranea", installazione sonora di Mila Lazic in cui 13 persone diverse leggono, ognuna nella propria lingua, "Breviario mediterraneo", il più famoso e tradotto libro del grande scrittore croato Predrag Matvejevic, in una vera e propria moltitudine di voci che fluttuano come le onde del mare, si passa a "Gibigiana", videoinstallazione di Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz che, con un approccio pittorico di costruzione di nuove immagini in movimento, ricrea sul soffitto dello spazio con l'ausilio del proiettore, come in un patchwork, il riflesso della luce solare sulla superficie del mare, e infine si chiude con "Port of Trieste", reportage fotografico molto asciutto di Fabrizio Giraldi sul porto industriale della città i cui unici protagonisti sono merci, camion, container e navi che raccontano degli scambi internazionali della città con il resto del mondo e di una parte della città di cui tutti parlano, ma che in realtà nessuno conosce...
A queste ricerche visive contemporanee viene abbinata una ricca documentazione su "Edipo Re" - storica imbarcazione di 16 metri a vela e motore del pittore Giuseppe Zigaina utilizzata come luogo d'ispirazione per le sue opere, spazio famigliare e conviviale per artisti e intellettuali - cercando di restituire la visione di un'epoca "epica" compresa tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '80, in cui rientrano anche le tre memorabili edizioni della "Settimana internazionale del cinema" di Grado volute proprio da Pasolini, in polemica con il "Festival del cinema" di Venezia, portando sull'Isola d'Oro fra il 1970 e 1972 importanti film, registi e attori internazionali in una sorta di "controfestival", e ben documentate nella pubblicazione presente in mostra "Zigaina e Pasolini in scena" a cura di Francesca Agostinelli ed edita per i tipi di Forum-Editrice Universitaria Udinese.
L'omaggio parte da una toccante testimonianza dell'architetto Ado Buiatti, presentando i disegni di ristrutturazione della barca "Edipo Re" da lui eseguiti, accostati al suo materiale fotografico sulla laguna di Grado e alla sua intervista audio a Giuseppe Zigaina sulle riprese del film "Medea" dell'amico Pier Paolo Pasolini. Nello specifico in mostra sono presenti una ventina di disegni di progetto del primo restauro dell'imbarcazione "Edipo Re" realizzati da Buiatti fra il 1971 e il 1972 su commissione del pittore Zigaina, sui quali si può notare, a margine di ogni tavola, il curioso acronimo Upn (Ufficio Progettazioni Notturne) evocativo di tutto l'entusiasmo e dello spirito amichevole dell'intensa e durevole collaborazione tra i due.
Mentre nel video ad opera dell'artista Carlo Andreasi viene restituita visivamente l'inedita suggestiva intervista audio di Ado Buiatti a Giuseppe Zigaina del 1981 in cui il pittore racconta alcuni retroscena sulle riprese del film "Medea" di Pier Paolo Pasolini girate nella laguna di Grado con la divina Maria Callas, accostando ai 15 minuti di racconto i disegni di ristrutturazione della barca "Edipo Re" di Ado Buiatti, le sue foto sulla laguna di Grado realizzate fra il 1979 e il 1981 e alcune fotografie dall'Archivio Zigaina. (Comunicato stampa)
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Immagini (da sinistra a destra):
1. Mila Lazic, Polifonia mediterranea, 2017
2. Edipo Re (imbarcazione di 16 metri) dall'Archivio Buiatti
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Puoi proseguire con i seguenti articoli e recensioni di Ninni Radicini:
Callas: 1977-2007
Grecia 2007: Anno di Maria Callas
Maria Callas: una Donna, una Voce, un Mito (Recensione catalogo mostra)
Mondo ex e tempo del dopo, di Pedrag Matvejevic, ed. Garzanti (Recensione libro)
Monaco, Vienna, Trieste, Roma
Il Primo Novecento al Revoltella
termina lo 02 settembre 2018
Civico Museo Revoltella - Trieste
www.museorevoltella.it
E' un continuo dialogo tra il dentro e il fuori quello che si può ammirare al quinto piano della Galleria d'Arte Moderna del Museo "Revoltella". Il "dentro" è rappresentato dalle fondamentali proposte di artisti triestini e giuliani. Il "fuori" è offerto dalla superba collezione di artisti italiani, e non solo, patrimonio del Museo. Il titolo dell'esposizione - "Monaco, Vienna - Trieste - Roma" - richiama l'influenza di Monaco di Baviera e di Vienna su Trieste, negli anni in cui il capoluogo giuliano apparteneva all'Impero d'Austria-Ungheria, e l'interscambio - parallelo e successivo - tra gli artisti della città e del territorio e l'Italia.
Il percorso, ideato da Susanna Gregorat, conservatore del "Revoltella", si sviluppa su sette sezioni, a documentare questi flussi e queste influenze, dagli anni delle Secessioni a quelli del "ritorno all'ordine", coprendo una storia che dagli albori del Novecento si inoltra nel "secolo lungo", sino a lambire il secondo conflitto mondiale. L'esposizione prende il via dalle opere realizzate nei primi anni del Novecento dai più prestigiosi e noti artisti triestini e giuliani. Ricorrono i nomi di Eugenio Scomparini, Glauco Cambon, Arturo Rietti, Adolfo Levier, Argio Orell, Vito Timmel, Guido Marussig, Antonio Camaur, Alfonso Canciani, Piero Lucano, Guido Grimani, Gino Parin, e ancora Carlo Sbisà, Arturo Nathan, Leonor Fini, Giorgio Carmelich, Vittorio Bolaffio, Edgardo Sambo, Marcello Mascherini.
Sono dipinti, sculture e grafica fortemente condizionati dal clima secessionista d'Oltralpe monacense e viennese. Sperimentato, in molti casi, attraverso la formazione veneziana e il clima internazionale delle Biennali, ma soprattutto frutto della formazione alle Accademie di Belle Arti di Monaco di Baviera e di Vienna. Una sezione monografica è riservata all'arte pittorica e grafica di Federico Pollack, più noto a Trieste come Gino Parin, contraddistinta da uno stile del tutto originale e maturata in ambito europeo e britannico.
Il percorso introduce poi il visitatore nella duplice sezione dedicata all'arte italiana degli anni Venti e Trenta, caratterizzata dal recupero della tradizione artistica italiana (il cosiddetto 'ritorno all'ordine' di sarfattiana memoria). Qui si ammirano i capolavori patrimonio del Museo: i dipinti di Felice Casorati, Carlo Carrà, Mario Sironi, Guido Cadorin e Felice Carena, in ambito nazionale. E, a livello territoriale, le autorevoli opere di Piero Marussig, Carlo Sbisà, Edgardo Sambo, Oscar Hermann Lamb, Edmondo Passauro, Mario Lannes, Eligio Finazzer Flori, Alfonso Canciani. La sezione successiva indaga lo stretto rapporto umano e artistico instauratosi tra i triestini Arturo Nathan, Carlo Sbisà e Leonor Fini, non disgiunto dall'interazione, pur limitata nel tempo, con un grande artista avanguardista quale fu Giorgio Carmelich, prematuramente scomparso a soli ventidue anni. Segue la sezione dedicata alla figura del pittore goriziano Vittorio Bolaffio, artista dalla personalità tormentata, fortemente legato a Trieste e al triestino Umberto Saba, nel cui particolare lirismo si rispecchiò.
A concludere il percorso è la inedita sezione riservata alla Secessione romana, rievocata dai dipinti di alcuni protagonisti di quella stagione particolare che, sviluppatasi tra il 1913 e il 1916, vide a confronto numerosi artisti di diversa provenienza geografica e formazione artistica, in una visione moderatamente avanguardistica, ma molto ben definita. Qui, opere di artisti italiani quali Armando Spadini, Plinio Nomellini, Giovanni Romagnoli, Felice Carena, Lorenzo Viani si affiancano ad artisti territorialmente più vicini, quali Teodoro Wolf-Ferrari, Virgilio Guidi, lo scultore Ceconi di Montececon e, ancora, il triestino Edgardo Sambo che nel suo sorprendente dipinto Macchie di Sole del 1911 riecheggiò mirabilmente quella fervida e oramai lontana esperienza del secessionismo italiano.
"Questa mostra - osserva Laura Carlini Fanfogna, Direttore dei Civici Musei di Trieste - evidenzia, ancora una volta, la ricchezza delle Collezioni d'arte del "Revoltella", Museo fondamentale per qualsiasi indagine sul Novecento italiano. Qui troviamo, com'è opportuno che sia, una documentazione puntuale e organica dell'arte giuliana. Ma qui si conservano e ammirano anche capolavori tra i maggiori del secolo, degli artisti italiani e non solo. Come questa esposizione attentamente mette in luce". (Comunicato stampa Studio Esseci)
Boico/ Cervi/ Frandoli/ Nordio
Interni navali tra arte e design 1963-1967
termina il 25 agosto 2018
Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone
www.mucamonfalcone.it
Nel secondo dopoguerra gli architetti triestini Romano Boico (1910-1985), Aldo Cervi (1901-1972), Vittorio Frandoli (1902-1978) e Umberto Nordio (1891-1971) furono tra i massimi protagonisti nel campo del design e della progettazione d'interni navali. Questa esposizione si focalizza, con il supporto di foto d'epoca, studi, progetti esecutivi, bozzetti, pubblicazioni, sulle realizzazioni degli anni Sessanta sulla turbonave Galileo Galilei (1963), Guglielmo Marconi (1963), Oceanic (1965), Raffaello (1965) e sulla motonave Italia (1967). Sarà esposto anche il "Cavallo rampante" in bronzo di Marcello Mascherini, opera scultorea che decorava la sala delle feste di prima classe della turbonave Marconi. La mostra è promossa e realizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Monfalcone, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e la curatela di Francesca Nodari. (Comunicato stampa)
La Telefonia al Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa
dal 12 giugno 2018
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Nuova esposizione permanente che amplia la sezione dedicata alla Telefonia. Gli oggetti provenienti dalla collezione di Claudio Sequalino, vanno a arricchire lo spazio museale inaugurato nel 2007, anno di nascita di Postemobile. dove già sono esposti numerosi radiotelefoni della collezione di Marco Zanettovich. In mostra anche gli strumenti d'epoca e quelli utilizzati per la manutenzione telefonica. La fruizione delle nuove installazioni, oltre alla possibilità di interagirvi, sarà facilitata dal posizionamento di una serie di pannelli che ripercorreranno la storia della telefonia da Meucci sino all'anno 2000. A completare il potenziamento della sezione, l'apporto tecnico e pratico fornito dalla classe V C "Elettrotecnici" dell'Istituto Tecnico Alessandro Volta di Trieste che, grazie al lavoro dello studente Federico Bologna, ha fornito al Museo Postale alcune nuove fonie automatiche che introducono ai contenuti del museo. (Comunicato stampa)
L'Ufficio Postale di Dolina San Dorligo della Valle (Trieste) compie 145 anni
Il 5 maggio alle ore 12.00, è il compleanno dell'Ufficio Postale di Dolina San Dorligo della Valle. Ricorrono quest'anno infatti 145 anni di storia dell'ufficio cittadino e per l'occasione tutti sono invitati per festeggiare la sua storia e il ruolo che questo ha avuto nella vita del paese attraverso tre secoli di storia. All'evento realizzato da Poste Italiane in collaborazione con l'Istituto Mitteleuropeo di Storia e Cultura "Josip Pangerc", parteciperanno la direttrice della Filiale di Trieste di Poste Italiane, Maria Letizia Fumagalli, la curatrice del Museo Postale, Chiara Simon, il responsabile dell'Istituto "Josip Pangerc", Marco Manin e l'azienda Miot. L'ufficio postale fu costruito nel marzo del 1873 per sostenere la crescita commerciale del Comune di San Dorligo e fu diretto fino al 1907 da Ursula Pangerc.
Il nuovo ufficio trovò spazio nel grande edificio della famiglia Pangerc, situato nella piazza principale di Dolina e venne utilizzato dai residenti del borgo, riconosciuti dalla Monarchia austro-ungarica, per effettuare le operazioni postali sia in madre lingua slovena che in quella tedesca. Dopo Ursula fino al 1920 l'ufficio fu diretto da Josip Pangerc. Con il passaggio di Trieste all'Italia l'ufficio di Dolina fu denominato San Odorico di Valle e dal 1923 San Dorligo della Valle. Il 24 novembre 1924 la struttura divenne una Ricevitoria dipendente dal Ministero delle Poste e dei Telegrafi. Negli anni '30 la famiglia Pangerc prese in mano le sorti dell'Ufficio Postale di San Dorligo della Valle/Dolina. Il 1° ottobre del 1952, anno della grande riforma postale delle Ricevitorie, entrò in vigore il nuovo ordinamento degli Uffici Locali e delle Agenzie.
La riforma segnò una grande svolta per i dipendenti postali degli uffici periferici che passarono direttamente sotto la dipendenza dello Stato diventando a tutti gli effetti dipendenti pubblici. L'ufficio di San Dorligo venne inserito nell'elenco delle Agenzie con straordinario ore 1 (grado XII - c). Questa storica trasformazione fu sottoscritta anche da uno dei componenti della famiglia Pangerc/Pancrazi, il signor Ljubivoi/Amato che segnò l'ultimo atto di una lunga storia familiare. Nel 1973 per i 100 anni di attività l'ufficio postale di San Dorligo della Valle, è stata coniata una medaglia e realizzato uno speciale annullo filatelico. Nell'inverno del 1984, a causa del freddo e dello scoppio di una tubatura, l'ufficio postale fu trasferito nella sede attuale. Per l'occasione sono stati allestiti due pannelli, uno in italiano e l'altro in sloveno, per raccontare attraverso le parole e le immagini la storia dell'Ufficio Postale. (Comunicato stampa)
Immagini di lavoratrici triestine, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento
termina lo 07 aprile 2018
Palazzo delle Poste di Trieste
La mostra curata dal Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa e dalla Rete Espansioni, Rassegna Internazionale d'Arte Contemporanea, è il risultato di una ricerca di immagini che colgono il duro lavoro delle donne. Sono più di 60 i manifesti esposti tra il piano nobile del Palazzo delle Poste e le sale del Museo Postale, che raccontano come, tra enormi difficoltà, ma con capacità e determinazione tutta femminile, le donne dell'epoca si sono cimentate in mestieri e professioni per uscire dalla miseria. In strada, in fabbrica, in ufficio, nei campi, alle poste, ma anche in ospedale e in sartoria o alla guida di un tram, grazie alle loro battaglie quotidiane è iniziato il lungo cammino di emancipazione della donna.
Nella splendida cornice del Palazzo delle Poste di Trieste, costruito fra il 1890 e il 1894 ad opera dell'architetto Friedrich Setz, il visitatore potrà ripercorrere attraverso le immagini d'epoca l'evoluzione del lavoro femminile anche nell'Azienda Poste Italiane. Partendo dalle prime telegrafiste, colleghe di Matilde Serao, per arrivare ai giorni nostri, quando il mestiere della portalettere diventa sempre più "telematico". Un percorso che ha portato Poste Italiane ad avere un presenza di donne nel suo organico che supera il 50%. (Comunicato stampa)
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Immagini (da sinistra a destra):
1. Telegrafiste a Trieste
2. Lavandaie del lavatoio di Muggia
3. Ufficio alla Posta Centrale di Trieste nel 1914
Sea by the City | Morje ob Mestu
Nina Alexopoulou, Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz, Nika Furlani, Elio Germani, Fabrizio Giraldi, Mila Lazic, Claudia Livia e Emanuela Marassi
termina lo 01 aprile 2018
Galerija Vžigalica | Match Gallery - Ljubljana (Slovenia)
doubleroomtrieste.wordpress.com
La mostra - a cura di Jani Pirnat e Massimo Premuda - è il tentativo di trasportare a Lubiana una possibile rappresentazione del mare di Trieste, un "mare di città" fortemente connotato, l'eterno muto interlocutore di una città di mare. In mostra 8 artisti contemporanei della scena artistica triestina che raccontano un mare vissuto come momento di meditazione e specchio in cui riflettersi, ma anche come luogo di incontro fra genti e culture - soprattutto in questi tempi di nuove rotte e geografie umane -, e infine - anche nei lavori che esplorano il mare da un punto di visto più evocativo, fisico o emotivo - come esperienza intima e universale al tempo stesso, che Predrag Matvejevic ha magistralmente sintetizzato così: "Il mare non lo scopriamo da soli e non lo guardiamo solo con i nostri occhi. Lo vediamo anche come lo hanno guardato gli altri, nelle immagini e nei racconti che ci hanno lasciato: veniamo a conoscerlo e lo riconosciamo al tempo stesso".
La mostra presenta tre lavori sul mare visto come luogo di incontro e scambio, aprendo l'esposizione proprio con un omaggio al grande scrittore croato a un anno dalla scomparsa, con l'installazione sonora Polifonia mediterranea di Mila Lazic in cui 13 persone diverse leggono, ognuna nella propria lingua, Breviario mediterraneo, il più famoso e tradotto libro dell'autore, in una vera e propria moltitudine di voci che fluttuano come le onde del mare.
Si continua con MarePlurale di Elio Germani, un enorme fotomosaico realizzato con una serie infinita di foto scattate dai rifugiati e richiedenti asilo, in cui i ritratti di triestini, turisti e nuovi cittadini si mescolano sulle rive della città. Per concludere con Port of Trieste di Fabrizio Giraldi, un reportage molto asciutto sul porto industriale della città i cui unici protagonisti sono merci, camion, container e navi che raccontano degli scambi internazionali della città con il resto del mondo e di una parte della città di cui tutti parlano, ma che in realtà nessuno conosce...
Si prosegue con tre lavori sulla percezione del mare, con la videoinstallazione Mare strabico di Emanuela Marassi - allieva e assistente di Avgust Cernigoj - che ci fa vivere l'esperienza di "sentire il mare" avvicinando l'occhio-orecchio a due grandi conchiglie bianche in cui due piccoli video con l'immagine della superficie del mare producono in noi uno strano effetto visivo che dà il "maldimare". Si mette alla prova la nostra empatia con gli altri con l'installazione interattiva Emotional resonance di Claudia Livia in cui, in una sorta di esperienza emozionale, il pubblico è invitato a interagire con l'opera che sintonizza il ritmo di caduta di gocce d'acqua con il battito cardiaco dello spettatore e lo armonizza a quello degli altri fruitori.
Per terminare con l'intervento video Gibigiana di Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz che, con un approccio pittorico di costruzione di nuove immagini in movimento, ricrea sul soffitto dello spazio con diversi proiettori, come in un patchwork, il riflesso della luce solare sulla superficie del mare, proprio come lo scherzo tanto amato dai bambini di giocare con i riflessi di specchi, vetri e cristalli. La mostra si chiude simbolicamente con la restituzione video della performance Sirene Fluide di Nina Alexopoulou e Nika Furlani (...) (Massimo Premuda)
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La grafica d'arte degli Sloveni d'Italia, di Denis Volk (Mostra, 2020)
Grafica Slovena in Italia / Slovenska Grafika v Italiji (Mostra, 2017)
Premio Darko Bratina. Sette giornate di proiezioni e incontri tra Italia e Slovenia dedicate al regista croato Dalibor Matanic
Artisti sloveni (Mostra, 2008)
Kaja Avberšek e Stefano Ricci (Mostra su fumetti e animazione, 2014)
Mostra filatelica per i 100 anni del Lions Club International
Rassegna di rari documenti dedicata alla VI Emissione d'Austria nel Küstenland
termina il 13 gennaio 2018
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
In collaborazione con l'Associazione di Storia Postale del F.V.G., il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa e lo Spazio Filatelia triestini organizzano il 17 dicembre (ore 11.00) una mattinata culturale alla Posta Centrale. Nel museo postale verrà inaugurata la mostra dell'Associazione di Storia Postale dedicata alla VI emissione d'Austria nel Küstenland. I documenti riguardano quel Litorale Austriaco di cui Trieste era "città immediata imperiale" con il suo territorio. Accanto, la contea principesca di Gorizia e Gradisca e il Margraviato d'Istria.
La popolazione era mista: secondo il censimento austriaco del 1910, su di un totale di 404.309 abitanti dell'Istria, il 41,6 % parlava il serbo-croato, il 36,5% parlava italiano, il 13,7% parlava sloveno, il 3,3% il tedesco. Questa popolazione composita con le sue differenza viveva assieme sull'ampio territorio, e le differenze si ripercuotevano nei nomi delle località, degli uffici postali, delle diciture dei bolli, della modulistica, eccetera. La rassegna allestita offrirà documenti e materiali per indagare sulla realtà particolare del glorioso Küstenland.
Nello Spazio Filatelia verrà presentata una rassegna filatelica di annulli speciali del Lions Club International Distretto 108 TA 2, curata dall'Officer per la Filatelia. Quest'anno è stata curata l'emissione di un francobollo celebrativo del Lions Clubs International nel centenario della fondazione. Fondatore del Lions è stato Melvin Jones, il cui impegno nella fondazione dei diversi clubs era di mettersi al servizio delle proprie comunità per migliorarne le condizioni. Nel 2017, per celebrare il centesimo anniversario della fondazione, i Lions si sono proposti di raggiungere l'obiettivo di assistere oltre 100 milioni di persone mediante quattro grandi campagne a favore della Gioventù, la Vista, la Fame e l'Ambiente. (Comunicato stampa)
Il Liberty e la rivoluzione europea delle arti
Dal Museo delle Arti Decorative di Praga
termina lo 07 gennaio 2018
Scuderie e Castello di Miramare - Trieste
L'ultimo degli stili universali in Occidente, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, porta l'arte nella vita e la vita nell'arte influenzando ogni forma creativa anche nella quotidianità. Dal Museo di arti decorative di Praga, per la prima volta in Italia, una selezione di 200 opere delle collezioni riporta ai tempi e ai gusti della Belle Époque in Europa. Tra i capolavori di Alphonse Mucha in mostra a Trieste, anche 7 metri di decorazione del padiglione della Bosnia-Erzegovina per l'Esposizione Universale di Parigi del 1900. Il Liberty (in ceco: Secese), l'ultimo degli stili universali ad avere interessato l'Occidente a cavallo tra il XIX e il XX secolo, segnando con i suoi tipici elementi figurativi l'architettura, la pittura, la scultura ma anche il mondo multiforme delle arti decorative, ebbe a Praga e in Boemia uno dei suoi centri di sviluppo più significativi e originali.
Sarà Trieste, città mitteleuropea per eccellenza, a presentare per la prima volta in Italia alcune delle più affascinanti realizzazioni del Liberty (o Art Nouveau) ceco ed europeo, grazie all'eccezionale collaborazione con l'UPM di Praga, Museo delle Arti Decorative tra i più rilevanti nel panorama internazionale. Istituito nel 1885 e chiuso dal 2014 per lavori di ristrutturazione della storica sede, il museo praghese - che riaprirà al pubblico a gennaio 2018 con le sue oltre 200.000 opere e una biblioteca di 172.000 volumi - ha prestato infatti alla città giuliana una selezione di oltre 200 tra le più significative opere delle sue raccolte, esposte in una mostra di grande fascino nelle sedi, tra loro contigue, delle Scuderie, nuovamente aperte, e del Museo storico del Castello di Miramare, in un progetto di valorizzazione e fruizione di questo straordinario complesso monumentale.
Promossa dal Polo museale del Friuli Venezia Giulia, dal Museo storico e parco del Castello di Miramare e dal Museo delle Arti Decorative di Praga, prodotta e organizzata da Civita Tre Venezie e Villaggio Globale International, la mostra farà dunque rivivere l'avvento del "modernismo" e gli anni cruciali della rivoluzione e dell'emancipazione delle arti in risposta alla sollecitazione dell'età moderna e alle mutate esigenze estetiche e spirituali. Pur con la sua doppia anima fatta di tradizione e di innovazione, la sua eterogeneità e la varietà di scenari ideologici che questo stile ebbe nelle diverse culture europee, il Liberty o Art Nouveau fu un fenomeno culturale che investì tutta l'Europa e coinvolse tutte le arti nel segno del rinnovamento e della ribellione alla stagnante e sterile figurazione artistica. Con una convinzione comune - che arte e vita dovevano essere intrecciate e con una forte carica etica e l'impegno a trasformare l'ambiente di vita e le condizioni sociali.
Il concetto di "vita" ebbe un ruolo centrale nelle teorie estetiche in vigore al volgere del secolo, fondate su consapevolezza che potremo definire quasi olistica. "Lo stile è tutto ciò che rispecchia e accentua la connessione della vita... E' l'intenso desiderio di un'unità spirituale della vita e del mondo, un'incarnazione dell'affinità e unità cosmica". Di qui l'attenzione per la natura come fonte di bellezza artistica, una visione organica dell'esistenza e dell'arte concepita nella sua interezza, senza distinzioni, e l'interesse di tanti esponenti dell'Art Nouveau per le scienze naturali e spirituali. Istanze sociali e istanze artistiche s'intrecciavano laddove l'obiettivo era la rigenerazione della vita e il cambiamento della gerarchia dei valori.
Le arti applicate ebbero un ruolo centrale in questa visione: fu in questo campo infatti che il movimento dell'Art Nouveau o Liberty si fuse maggiormente con la generalizzata modernizzazione della società divenendo una componente importante del processo di trasformazione: elemento chiave nella riforma della vita quotidiana. Dalle pitture alle litografie, dai manifesti ai gioielli, dagli stupefacenti vetri alle ceramiche, dai mobili ai tessuti, dall'abbigliamento e dalla biancheria agli oggetti da tavola la mostra di Trieste - curata da Radim Vondracek, Iva Knobloch, Lucie Vlckova con la direzione di Helena Koenigsmarkova (Direttore del Museo delle Arti Decorative di Praga) e di Rossella Fabiani storico dell'arte, rievoca il mondo della Belle Époque e di una borghesia che fa i conti con il progresso.
Un progresso che rincorre - l'emancipazione femminile, i trasporti, le comunicazioni, la corrente elettrica - ma dal quale vuole difendersi, combattendo l'eccesso di industrializzazione e la cultura meccanizzata di massa, con il ritorno all'industria artistica e a un artigianato di pregio. Accanto a capolavori d'arte decorativa presentati all'Esposizione Universale di Parigi del 1900 - momento decisivo nella diffusione di questo stile e punto d'arrivo del Liberty cosiddetto organico - saranno esposte opere influenzate dalle diverse correnti di pensiero sviluppatesi all'epoca. Accanto ad artisti del calibro di Jan Preisle e Alphonse Mucha, uno dei più importanti e rappresentativi protagonisti dell'Art Nouveau in Europa di cui la mostra presenta ben 12 opere, saranno esposti a Trieste esempi delle innovazioni grafiche del viennese Gustav Klimt e di Koloman Moser.
Quindi le firme nei gioielli di Emanuel Novák, Josef Ladislav Nemec e Franta Any'z; le celebri vetrerie boeme e le creazioni di Adolf Beckert e Karl Massanetz, pioniere della decorazione a freddo dei vetri; i grandi nomi di Jan Kotera, Josef Hoffmann e Leopold Bauer, allievi della Wiener Akademie e di Otto Wagner, soprattutto per gli arredi, come pure dell'architetto Pavel Janák esponente principale dell'associazione praghese Artel. Davvero impressionante di Mucha l'esposizione di una parte consistente (L'epoca romana e l'arrivo degli slavi) della decorazione realizzata per la sala principale del padiglione della Bosnia-Erzegovina all'Esposizione Universale di Parigi del 1900: un acquarello e colore stemperato su tela di quasi 7 metri di lunghezza per 3 e mezzo di altezza che ci immerge nell'epopea slava.
Coinvolgente poi la possibilità di vedere ricreati, grazie all'allestimento scenografico affidato a Pierluigi Celli e agli eccezionali prestiti, ambienti in stile Art Nouveau unificato - dai mobili alle decorazioni per tessuti, agli accessori, agli oggetti funzionali - secondo quel concetto di arte globale che aveva coinvolto gli sforzi creativi in diversi settori interessando sia la classe media che il ceto alto, soprattutto l'intellighenzia urbana in piccole e grandi città. Si cercava la bellezza e l'equilibrio, si puntava all'arte nella vita: un'arte emancipata e integrata che in Boemia porterà a percorrere le nuove strade del cubismo. Si era fiduciosi nel futuro e ottimisti di fronte al progresso e a una pace diffusa.
Ma era un fragile equilibrio che si sarebbe spezzato di lì a poco. I Nazionalismi mai sopiti avrebbero aperto le porte dell'intolleranza; l'affare Dreyfus in Francia, cui seguì l'analogo caso Hilsner nel contesto boemo, evidenziò in quale misura la società fosse accessibile all'intolleranza nella veste dell'antisemitismo. "Dopo la crisi del 1908 in Bosnia e Erzegovina, vennero alla luce pericolose contraddizioni sociali, ideologiche e geopolitiche. Le guerre balcaniche scoppiate nel 1912 furono già una diretta avvisaglia del tragico epilogo della Belle Epoque: uno splendido sogno finito, come dice Stefan Zweig, nel «massimo crimine del nostro tempo», quella sanguinosa conclusione che fu la Prima guerra mondiale". Accompagna la mostra un catalogo Marsilio Editori. (Comunicato Civita Tre Venezie)
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Immagini (da sinistra a destra):
1. August Patek (1874-1958), C.k. priv., Továrny na koberce a látky nábytkové, Filip Haas a synové, litografia a colori cm 113x83, 1900
2. Ferdinand Andri, XXVI. Ausstellung Secession, litografia a colori su carta cm 96x63, 1906
3. Pavel Vávra e Marie Krivánková (progetto), collana in oro, granati boemi, madreperla, lunghezza 35cm, Praga, dopo il 1910
Segni di corrispondenza. Un francobollo per Trieste
termina il 30 dicembre 2017
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Locandina della mostra
Il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa compie vent'anni e festeggia la ricorrenza con una serie di iniziative. Nei venti anni di attività il Museo Postale triestino, oltre a custodire le memorie materiali e intellettuali del lavoro aziendale, ha promosso mostre e iniziative capaci di coinvolgere nuemrose associazioni del settore, anch'esse impegnate a promuovere la cultura del comunicare. Al piano nobile della Posta Centrale triestina verrà inaugurata la mostra Segni di corrispondenza. Un francobollo per Trieste, nata dalla collaborazione tra Poste Italiane e il Corso di laurea in Disegno industriale e multimedia dell'Università Iuav di Venezia.
La mostra raccoglie il lavoro corale ideato e curato dalla docente triestina Paola Fortuna coadiuvata da Federico Conti Picamus, sviluppato dagli studenti nel Laboratorio di Fondamenti del Design della Comunicazione e reso possibile grazie al prezioso contributo della direzione della filiale triestina di Poste Italiane e del Museo postale. In occasione del ventesimo anniversario del Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, sessantadue studenti, dopo aver visitato la Posta Centrale di Trieste, hanno progettato una micro architettura bidimensionale, un "artefatto visivo" per identificare i valori del museo e tradurli in un'immagine rappresentativa. In un mondo sempre più proiettato verso la digitalizzazione, diventa particolarmente interessante recuperare uno strumento ricco di storia e ripensarlo in un contesto attuale, con l'intento di dare un messaggio nuovo non solo a chi di collezionismo filatelico se ne intende ma anche alle nuove generazioni.
Gli studenti hanno così sperimentato sull'oggetto-francobollo con un linguaggio moderno, affidando le loro diverse interpretazioni grafiche alla scelta di una prospettiva, un dettaglio, un elemento legati al tema delle poste e delle comunicazioni. Ne è nato un progetto corale che coinvolge la cultura, la creatività, la memoria dei luoghi, la vita delle persone. Durante l'inaugurazione verranno presentate sei cartoline, scelte tra i progetti degli studenti, stampate da Poste Italiane a tiratura limitata di 200 pezzi ciascuna, realizzate esclusivamente per l'iniziativa con impresso l'annullo speciale dell'evento. Sempre il giorno dell'inaugurazione saranno inoltre distribuiti 200 manifesti numerati, anche questi stampati a tiratura limitata, che raccolgono un mosaico di tutti i francobolli elaborati durante il corso. (Comunicato stampa)
Immagini (da sinistra a destra):
1. Francobollo di Cristina Fanelli e Alberto Ferro
2. Francobollo di Giovanni Bortolan e Ludovica Polo
3. Francobollo di Enrico Caldini e Matteo Giacomini
Giuseppe Mayländer. Una storia editoriale da Trieste all'Europa (1906-1934)
18 novembre - 09 dicembre 2017
Biblioteca Statale Stelio Crise di Trieste
I volumi esposti in questa mostra bibliografica fanno parte della collezione privata di Antonio Storelli, nipote di Mayländer, che, in una ricerca durata molti anni, ha recuperato quasi tutti i titoli e ha ricostruito la storia editoriale del nonno materno. Originario della Croazia, nel 1877, da una famiglia di fede ebraica di origine ungherese, Mayländer cominciò la sua avventura a Trieste, dove si trasferì nel 1904. Il mestiere di libraio gli permise di affinare la sua vocazione editoriale e di conoscere gli intellettuali triestini dell'epoca, cui diede voce nella rivista Il Palvese. La sua Libreria antica e moderna di via San Nicolò divenne il centro propulsore delle Edizioni Giuseppe Mayländer di Trieste e, con l'acquisto della stessa da parte di Umberto Saba, nel 1919, egli lasciò un segno indelebile nel tessuto culturale della città.
Il percorso espositivo presenta l'annata completa de Il Palvese, le edizioni triestine e le prime edizioni della Casa editrice bolognese Apollo, con i cataloghi della Libreria antiquaria e d'arte e opere di varia saggistica. Accompagna la mostra l'opera ad olio di Tullio Silvestri che ritrae Giuseppe Mayländer nella sua libreria di Trieste (Collezione A. Storelli), realizzata intorno al 1912. L'esposizione segue la precedente iniziativa, allestita nel Museo Ebraico di Bologna nel 2013, da cui è scaturita la pubblicazione del catalogo curato da Antonio Storelli e Gianfranco Tortorelli, L'editore Giuseppe Mayländer e la casa editrice Apollo. Storia di una impresa editoriale (Bologna, Pendragon). (Comunicato stampa)
Il mare di Trieste
26 settembre (inaugurazione ore 18.30) - 06 novembre 2017
Caffè Eppinger - Trieste
Collettiva delle socie Fidapa Bpw Italy - Sezione Storica di Trieste. Partecipano, con più opere a testa, Carolina Franza, Monica Kirchmayr, Giuliana Griselli, Anna Negrelli, Marta Potenzieri Reale, Paola Sbisà. E' un'opera dedicata al mare di lieve sapore metafisico dipinta da Mirella Schott Sbisà - scrive Marianna Accerboni - l'immagine guida della rassegna che riunisce in un interessante e variegato microcosmo creativo sei artiste aderenti allo storico sodalizio.
Presentazione mostra
Mostra e volume dedicati alla Toponomastica femminile a Trieste e Provincia
Conferenza stampa, 11 maggio 2016
Circolo della Stampa di Trieste
"La mostra e il volume dedicati alle vie al femminile da parte di sedici fotografe rappresentano il felice coronamento di un percorso creativo e di un approfondimento storico e artistico - scrive Marianna Accerboni - che per la prima volta prende in considerazione lo sbilanciamento fra le piazze, le vie e i luoghi dedicati agli uomini e quelli intitolati alle donne".
Presentazione
Natale al fronte
termina il 31 gennaio 2017
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Durante il periodo natalizio, vicinanza o solitudine con parenti e amici vengono avvertite con intensità ben superiore al quotidiano. Figurarsi cosa poteva provare un soldato della Prima Guerra Mondiale costretto al fronte, nel disagio della trincea, bombardato e magari isolato dal fuoco di sbarramento. Certo una parola buona, scritta dalla sua famiglia riusciva a rinfrancarlo almeno un po' dalla misera condizione in cui la follia del conflitto l'aveva costretto. E, di sicuro, la possibilità di ricevere una cartolina d'auguri durante le festività di fine d'anno rappresentava un tonico la cui importanza non si fa fatica a comprendere.
Fa specie sapere che durante la Grande Guerra, nella sola Austria Ungheria, viaggiarono circa quattro miliardi e quattrocento milioni di effetti postali, cifra che da sola fa intendere come, al tempo, le lettere e le cartoline fossero di importanza capitale per la comunicazione tra famiglie e militi, con particolare riguardo durante le festività. Di questo particolare vissuto, tra trincee e domicilii familiari, tratta la mostra. La rassegna, realizzata da Roberto Todero per l'Associazione culturale F. Zenobi in collaborazione con la curatrice museale Chiara Simon, consiste di 51 schede composte da cartoline originali e distintivi natalizi. Altri oggetti postali e di vita quotidiana sostanziano la rassegna dove non mancano note e spiegazioni.
"Quanta corrispondenza viaggiò al fronte durante le festività principali? Non lo sapremo mai - spiegano gli organizzatori - ma è certo che il volume di scambio di auguri e informazioni fosse altissimo, migliaia e migliaia di cartoline, lettere, ma anche pacchetti con doni spedite ai propri delle proprie truppe. Spedizioni che venivano effettuate anche da diversi comitati patriottici a sostegno dei propri soldati. Tra i materiali esposti, c'è anche una lirica composta dal poeta Carlo Mioni per una pubblicazione a favore dei soldati al campo. Intitolata Canta il soldato, la lirica venne edita nel 1916.
"La notte sacrosanta è di Natale - scrive Mioni - ed io mi trovo solo, abbandonato in un vasto stanzone d'ospedale...". Contenuti a parte, le cartoline esposte sono tutte degne di interesse: si tratta di "cartoline da campo" (Feldpost) create appositamente per le festività natalizie. Oggi sono diventate delle autentiche fonti storiche utili per la conoscenza della vita al fronte durante il 1914-1918. (Comunicato stampa)
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1917 la Grande Guerra. Cento immagini di Achille Beltrame (Mostra)
"Pronto... sono Matilde"
Dal telegrafo al postino telematico: come le Telecomunicazioni hanno cambiato il nostro modo di comunicare
termina il 28 aprile 2017
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Un'operazione di archeologia industriale che vuole raccontare alle nuove generazioni la storia delle Telecomunicazioni. Una storia in cui l'Italia ha avuto un ruolo determinante. Un progetto che si propone di riallacciare l'interesse dei giovani verso un settore, quello delle Telecomunicazioni, che in Italia, contrariamente al resto del mondo, non entra più negli indirizzi di studio graditi ai giovani. Una serie di conferenze, sul tema, integreranno il contenuto della mostra. La mostra viene organizzata dal Museo Postale e telegrafico della Mitteleuropa e dall'associazione culturale "6idea". Consiste nell'allestimento di un'esposizione di apparati di telecomunicazione che interessano l'arco temporale che va dalla fine dell'800 ad oggi (telegrafi, telefoni ed altre tecnologie di telecomunicazione). Questi materiali provengono dalla collezione del Museo Postale e da alcune collezioni private.
Gli apparati saranno ambientati nel contesto storico di riferimento tramite l'uso di semplici istallazioni (poster, francobolli, cartoline, manuali, fotografie, documenti storici ecc..). L'iniziativa si rivolge principalmente ai giovani cercando di stimolare, oltre alla loro curiosità per questi oggetti "strani " ed "obsoleti", l'interesse verso i principi delle telecomunicazioni che restano a tutt'oggi alla base delle tecnologie più avanzate. Alcuni di questi apparati saranno rimessi in funzione e collegati. L'obiettivo principale della mostra è realizzare un'esposizione che coinvolga attivamente il pubblico, che potrà non solo guardare ma anche interagire con i telefoni in modo divertente, un approccio didattico rivolto principalmente ai giovani.
Il titolo della rassegna è un'omaggio alla scrittrice napoletana Matilde Serao che nel 1875 lavorò come telegrafista avendo vinto un posto come ausiliaria ai Telegrafi di Stato. Scrittrice e giornalista famosa, si occupò di comunicazione tutta la vita, fondando nel 1892 il quotidiano "Il Mattino" di Napoli con il marito e poi nel 1903, prima donna nella storia del giornalismo italiano, fondando da sola e dirigendo il quotidiano "Il Giorno". Collaborano all'iniziativa gli artisti: Ana Cevallos, Luciana Costa, Elisabetta De Minicis, Laila Grison, Monica Kirchmayr, Rosanna Palombit, Giorgio Schumann che esporranno nella sala della Posta alcune loro creazioni ispirate al tema della mostra; la cooperativa Sociale Onlus Lybra (del sistema Acli Trieste) con i lavori appositamente realizzati dalle persone diversamente abili nell'ambito del progetto "Era Creativa" e l'European School of Trieste.
La mostra sarà accompagnata da un programma di eventi e conferenze che si svolgeranno grazie alla collaborazione: della prof.essa Cristina Benussi e del prof. Fulvio Babich docenti all'Università di Trieste, di Gianni Chelleri di "Space in a hand", di Ester Pacor di "Espansioni", di Marianna Sinagra violoncellista del Teatro Verdi di Trieste, di Giuliana Stecchina docente di Comunicazione orale e masmediatica Università di Pola, Paola Urso di "6idea" ed il musicista Marco Zanettovich. (Comunicato stampa)
Programma delle conferenze
- Matilde Serao e Giuseppina Martinuzzi, due direttrici di giornale nell'800, a cura di Ester Pacor
- Una storia italiana. Lo sviluppo delle telecomunicazioni, a cura di Paola Urso e Marco Zanettovich
- Matilde Serao, a cura di Cristina Benussi, Università degli Studi di Trieste
- L'importanza del telegrafo, nello studio della storia contemporanea, a cura di Mario Coglitore, già Università Ca' Foscari di Venezia
Da Venezia a Trieste, "Segni di Corrispondenza"
Gli studenti dello Iuav disegnano un francobollo dedicato al Palazzo delle Poste di Trieste
Le linee, i volumi, i materiali, le tecniche del monumentale palazzo sede di Poste Italiane a Trieste sono diventati oggetto di studio per gli studenti del Laboratorio di Fondamenti di design della comunicazione 1A dello Iuav di Venezia. Ne è risultato un percorso didattico capace di coniugare lo studio del product e graphic design con la creazione di materiali che permetteranno l'allestimento di una mostra nel Palazzo delle Poste Centrali di Trieste. Guidati dalla professoressa Paola Fortuna con la collaborazione di Federico Conti Picamus, gli studenti veneziani hanno sintetizzato il loro studio, ognuno con il proprio estro e la propria visione, in un progetto di francobollo dedicato alla grande Posta Centrale del capoluogo del Friuli Venezia Giulia. I lavori degli studenti dello Iuav sono stati particolarmente apprezzati da Poste Italiane e per tale ragione saranno prossimamente esposti nel piano nobile del palazzo.
"Segni di corrispondenza. Un francobollo per Trieste", questo il titolo dell'esercitazione, nasce da una collaborazione tra la Filiale di Trieste di Poste Italiane e l'Università Iuav di Venezia. Gli studenti del laboratorio 1A, la scorsa primavera, hanno visitato la Posta centrale triestina e il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, integrando il sopralluogo con altre informazioni sulla storia del sito e la mission di Poste Italiane. Da questi presupposti, il successivo impegno degli studenti che hanno messo a frutto la trasferta triestina cimentandosi nella creazione di un proprio francobollo che riassumesse il senso delle conoscenze acquisite.
Un impegno vissuto con fantasia e capacità tecnica che ha consentito ai ragazzi di creare delle proposte grafiche caratterizzate da freschezza e originalità. I lavori degli studenti veneziani della docente Paola Fortuna verranno ospitati a Trieste e diventeranno uno degli elementi centrali delle iniziative dedicati al ventennale del Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, ospitato nello storico Palazzo delle Poste, progettato dall'architetto austriaco Friedrich Setz e inaugurato nel 1894 come sede dell'Imperial Regia Direzione delle Poste e Telegrafi. (Comunicato stampa Venezia, 23 giugno 2017)
Il Lazzaretto Teresiano e lo sviluppo di Trieste al tempo degli Asburgo
termina il 30 giugno 2017
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa | Spazio Filatelia - Trieste
Nel novero delle diverse iniziative legate all'anniversario dei 300 anni dalla nascita dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa di Trieste propone la mostra di documenti e cartoline curata da Chiara Simon e da Mauro Malusa del Circolo Filatelico Kosir. La mostra realizzata al Museo Postale approfondisce le vicende e la funzione del Lazzaretto Teresiano, sorto a Trieste e inaugurato il 31 luglio del 1769 per volontà e lungimirante visione di Maria Teresa d'Asburgo. L'importante struttura sanitaria, che operò sino al 1868, era un mezzo di prevenzione per la peste e altre pandemie che periodicamente infestavano il vecchio continente.
Nei lazzaretti infatti transitavano uomini, navi e merci che, per un periodo di tempo, dovevano soggiornarvi affinché potessero successivamente essere sdoganati perché ritenute sani e puliti. Testimonianza di questo periodo storico e delle pratiche di prevenzione attuate dalle autorità del tempo, quel rastrello per la disinfezione della posta che il Museo postale triestino conserva e espone per gentile concessione del Comune di Muggia. Si tratta di un'oggetto unico, pochi ne risultano ancora conservati in tutto il mondo, e pertanto forma la "pietra d'angolo" della rassegna postale. Accanto, sarà esposta una medaglia originale della collezione di Franco Meriggi che ritrae l'imperatrice Maria Teresa e il figlio Giuseppe II, originariamente distribuita per l'inaugurazione di quel Lazzaretto Teresiano sorto di fronte al borgo di Roiano.
Oltre a altri materiali e approfondimenti documentari sul ruolo svolto dal Lazzaretto nel contesto del porto e dell'emporio triestino, la rassegna si sostanzia con una vasta scelta delle cartoline originali dedicate allo sviluppo del Borgo Teresiano e del resto della città sotto gli Asburgo raccolte da Mauro Malusa, collezionista e nel Circolo Filatelico Kosir. Le belle cartoline sono state sistemate sia negli ambienti museali che nel contiguo Spazio Filatelia. All'allestimento ha contribuito il tocco di fantasia artistica di Ana Cevallos di "6idea". Nell'ambito dello Spazio Filatelia, uno speciale annullo filatelico e la cartolina dedicata all'evento da Poste Italiane. (Comunicato stampa)
Cartolina dedicata a Maria Teresa d'Austria
Panoramica di Trieste nella mostra dedicata a Maria Teresa d'Austria
Olga Micol: Azzurro
29 settembre (inaugurazione) - 23 ottobre 2016
Sala Comunale d'Arte - Trieste
In mostra una serie di foto recenti, rielaborate in fase di post-produzione e dedicate al tema del mare e della Barcolana. "Azzurre, come un algido sogno, che t'invita a entrare in un territorio di mare e di Bora, di vento nordico e d'intuizioni fantastiche, che la fotografa-artista Olga Micol ti porge sempre con un sorriso. Così sono le sue foto, naturali e sofisticate al tempo stesso" - scrive la curatrice Marianna Accerboni - "forse perché colgono con amore alcuni attimi di un territorio di grande bellezza e suggestione, come quello di Trieste. L'esperienza e l'abilità tecnica supportano da anni quella sua capacità innata di cogliere l'attimo e l'anima dei luoghi."
Presentazione mostra
Poster dedicato alla cestista triestina Pia Punter e telegrammi originali
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Da una serie di telegrammi originali rinvenuti, il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa dedica un poster a una cestista triestina che attorno alla fine degli anni Quaranta del Novecento fu pure capitana della nazionale italiana di "palla al cesto", quella Pia Punter che con la squadra del dopolavoro del Pubblico Impiego Ilva di Trieste vinse il campionato italiano 1939-1940. "Infinite congratulazioni al misterioso ma grande tesoro della Pallacanestro Italiana nonché capitana delle campioni d'Italia con orgoglio stringoti la mano abbraccioti" scrive in un telegramma tale Itala Soave riferendosi alla vittoria della Puntar e delle sue compagne sulle milanesi.
Erano tempi, quelli, in cui il basket veniva giocato sulla terra battuta, signore e signorine calzavano divise con le gonne ben sotto il ginocchio, i punteggi erano ben lontani da quelli odierni. Infatti l'Ilva Trieste di Pia Punter conquistò lo scudetto in una finale giocata contro l'Ambrosiana Inter di Milano, regolando le meneghine con un sofferto ma sufficiente 23 a 22. Da un dirigente nazionale del Dopolavoro un altro telegramma esprime "a Voi e camerate vivissimi rallegramenti per vittoria campionato nazionale palla canestro sicura promessa per altre future affermazioni nostra squadra". Era il ventennio fascista, e le compagne di squadra, erano, per l'appunto, "camerate".
Campionato dopo campionato gli scenari cambiano. "Juventus e Genova disposte ingaggiarti - riceverai offerte squadre - segue lettera", si legge in un altro telegramma che fa intendere come l'atleta fosse richiesta da tante altre squadre e fosse pronta a lasciare Trieste. Non per niente fu capitana della squadra nazionale che nel 1938 vinse il campionato europeo. Ne aveva fatta di strada da quel ricreatorio sangiacomino Riccardo Pitteri in cui iniziò a praticare da ragazzina il basket, la pallavolo e il tennis. Scomparsa nel 1984, appartiene meritatamente al novero di quelle azzurre triestine che hanno portato alto il nome della propria città nel Paese e all'estero. Il poster a Lei dedicato, con i telegrammi originali, sarà presentato alla presenza di alcuni familiari dell'atleta azzurra. Il poster arricchirà in modo permanente la collezione telegrafica della struttura museale. (Comunicato stampa)
Da "Grande" a "Unità d'Italia"
termina lo 01 marzo 2016
Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa - Trieste
Spesso si da per scontata la conoscenza di luoghi e ambienti che fanno parte della propria città. In realtà il volto odierno di un quartiere o di un particolare spazio urbano sono il risultato di scelte edilizie e architettoniche concretizzatesi attraverso lunghi periodi di tempo. Per "leggere" dunque a fondo piazze e strade e conoscerne l'evoluzione che le ha portate al volto attuale, si rendono necessari documenti e immagini che aiutano nella ricerca e regalano sorprese, spigolature, curiosità.
Nella serie "Trieste inedita" proposta e realizzata dalla direzione del Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa in collaborazione con il Circolo Numismatico Triestino e i collezionisti Adelio e Antonio Paladini, un nuovo capitolo viene dedicato a piazza Unità d'Italia, alla riscoperta di uno degli spazi pubblici più importanti del capoluogo regionale. Dopo la rassegna dedicata al Borgo Teresiano dello scorso anno, la nuova mostra indaga con immagini inedite e scorci singolari la ricca e complessa storia di Piazza dell'Unità d'Italia, già piazza Grande.
La spettacolare piazza che si affaccia sul golfo triestino dal cuore della città ha una lunga storia. Della sua esistenza vi sono notizie già nel Tredicesimo secolo, quando prendeva il nome di piazza San Pietro dalla chiesa ivi eretta. Ma sino al 1916 sarà sempre e meglio conosciuta come "piazza Grande". I grandi cambiamenti iniziano soprattutto agli albori del Settecento e, talvolta, sono inevitabilmente frutto della necessità. Il vecchio municipio, per esempio, era stato distrutto da un incendio, pertanto si dovette provvedere alla costruzione del nuovo palazzo Comunale, edificazione completata nel 1707. I disegni, le foto, le tante e rare cartoline d'epoca, i medaglioni originali commemorativi che sostanziano la mostra documentano i tanti cambiamenti che riguardano l'area.
Palazzo per palazzo, le documentazioni allestite consentono la comprensione di come ogni angolo dell'odierna Piazza dell'Unità si sia sviluppato con precise finalità, tassello di una concezione architettonica e edilizia complessiva volta a far crescere, in quel preciso punto della Trieste emporiale, una vera e propria immagine monumentale volta a dare prestigio e potenza a una delle città più importanti dell'Impero Austroungarico e del successivo Regno d'Italia. Per il visitatore, i reperti forniti dai collezionisti, riuniti in una logica quanto leggibile cartellonistica, sono una chiave sintetica ma esaustiva per conoscere la storia della grande piazza nel contesto della crescita esplosiva del porto più a Nord di tutto il mar Mediterraneo. (Comunicato stampa)
Trieste-Suez
Storia e modernità nel "Voyage en Egypte" di Pasquale Revoltella
Civico Museo Revoltella - Trieste
25 luglio - 04 novembre 2012
Presentazione
Winckelmann e l'arte presso gli Egizi
Civico Museo di Storia ed Arte - Orto Lapidario - Trieste
termina il 15 novembre 2012
Sezione della mostra "Trieste-Suez", l'esposizione si pone come l'antefatto culturale alla conoscenza dell'Egitto e pone l'accento su due delle più importanti sezioni del museo: il monumento o cenotafio di J.J. Winckelmann, inaugurato nel 1833 e la sezione egizia, con più di un migliaio di reperti dalla terra dei faraoni, un unicum in regione e tra le migliori d'Italia, dopo le raccolte di Torino, Firenze, Bologna e Milano.
Rappresentazioni teatrali
Il barone e l'Arciduca. Sogni d'oltremare a Palazzo Revoltella
26-27-28 luglio 2012, ore 20.30 - 29 luglio ore 19 e 20.30
10-11 agosto ore 19 e 20.30 - 12 agosto ore 20.30 - 17-18-19 agosto ore 19 e 20.30.
Gli ospiti incontreranno il barone e l'Arciduca Massimiliano d'Austria, che avrà occasione di raccontare al Barone del suo ultimo viaggio in Brasile, le sue aspirazioni, i suoi tormenti, diviso tra un carattere mite e sensibile e gli obblighi a cui il suo ruolo lo richiamavano. Revoltella renderà partecipe l'Arciduca e il pubblico della straordinaria avventura del canale di Suez e del suo viaggio in Egitto. Un confronto che metterà a nudo due personaggi profondamente diversi, per carattere, indole e visione del mondo, ma accomunati dal volere realizzare i propri sogni.
Dentro al quadro - Cesare Dell'Acqua: L'arrivo dell'Imperatrice Elisabetta a Miramare
03-04, 25 agosto ore 21
L'arrivo dell'Imperatrice Elisabetta a Miramare", spettacolo misto video-prosa. Sissi, chiusa in una stanza del castello di Miramare in attesa che marito e cognato esaurissero i loro impegni istituzionali a Trieste, tra i quali l'invito che ebbe Massimiliano di recarsi a casa del Barone Revoltella.
Squarci svizzeri a Trieste. Pietro Nobile e Matteo Pertsch protagonisti del neoclassico triestino
di Roberto Costa Longeri, ed. Ericlea
Roberto Costa Longeri - professore emerito della Facoltà di Architettura dell'Università dell'Università di Trieste - pubblica opere sulla sua città, Trieste: una continuità di studi e di ricerche assai significativa, che dà testimonianza certa di un rapporto umano privilegiato tra l'autore e la sua città. In questo nuovo volume ci narra della Trieste del Neoclassico, città cosmopolita, di confine, incrocio di culture diverse, "città senza territorio".
Presentazione libro
Trieste 1918: La prima redenzione novant'anni dopo
30 ottobre 2008 - 25 gennaio 2009
Varie sedi - Trieste
Trieste fu l'obiettivo non solo simbolico di una delle più cruente guerre di tutti i tempi, la Prima Guerra Mondiale. Una guerra che si concludeva giusto novant'anni fa conquistando all'Italia la capitale giuliana. Si compiva così la "prima redenzione"; la seconda sarà invece datata 1954, quando la città tornò nuovamente italiana. Trieste si prepara a ricordare quello storico momento a partire dall'esposizione, per la prima volta al pubblico, di un tesoro segreto custodito nelle casseforti dell'Archivio di Stato di Trieste quale eredità del governo austriaco.
Un unicum nazionale, una scoperta clamorosa. L'eredità è costituita da tremila preziosi consegnati fin dal '700 al Tribunale di Trieste come depositi giudiziali - mai reclamati dai proprietari -, trasferiti dal governo austriaco a quello italiano, oggi custoditi nell'Archivio di Stato di Trieste. Uno spaccato di storia sociale, una originale occasione per ricostruire stili e gusti di epoche trascorse. Attraverso la schedatura di questo "tesoro" si è potuto ricostruire l'attività di alcune botteghe orafe triestine e regionali.
Il percorso espositivo che si dipana in cinque diverse sedi e altrettante esposizioni. Si tratta di vere e proprie mostre monografiche, una delle quali - quella allestita nelle Pescheria - a sua volta articolata in sei sezioni. A completare il progetto, affidato ad una equipe di studiosi di numerose università italiana e europee, un fitto programma di dibattiti, letture, spettacoli, film e documentari d'autore. Tra gli appuntamenti, quello già citato e allestito nella sala Attilio Selva di palazzo Gopcevich: Il tesoro riscoperto. Una preziosa eredità austriaca nell'Archivio di Stato di Trieste.
Con La posta degli irredenti. Documenti dei volontari giuliani e dalmati del Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa ci si addentra nel discorso letterario, ripercorrendo la vita di alcuni soldati insigniti della medaglia d'oro, tra cui noti scrittori giuliani - arruolati nell'esercito italiano durante la prima guerra mondiale -, anche attraverso le loro lettere spedite dal fronte. Sfilano nomi celebri come quelli di Slataper, Stuparich...
Le giornate di fine ottobre e inizio novembre del 1918, giornate di entusiasmo popolare per il passaggio di Trieste all'Italia, giornate di manifestazioni e di atti simbolici - come la rimozione dell'aquila bicipite dal palazzo della Luogotenenza -, sono documentate dal corpus di immagini fotografiche esposto a palazzo Costanzi nella mostra Trieste liberata. La cronaca nelle immagini della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte. Il percorso si snoda poi attraverso l'esposizione Eroi in divisa. Uniformi dalle collezioni civiche, allestita nel Civico Museo del Risorgimento, dove vengono esposte per la prima volta otto divise del Regio Esercito Italiano. Lo stesso Museo, nel suo allestimento permanente, propone un itinerario per la comprensione dell'irredentismo giuliano, dai moti del 1848 alla prima guerra mondiale.
Nel grande spazio dello splendido Salone degli Incanti (ex Pescheria centrale), affacciato sul golfo, 6 sezioni per un'unica grande mostra danno il titolo all'intera iniziativa: Trieste 1918. La prima redenzione novant'anni dopo. Reperti bellici appartenuti all'esercito italiano e a quello austriaco - provenienti dal Civico Museo di guerra per la pace "Diego de Henriquez" e da collezioni private - danno il via alla visita, che prosegue attraverso la sezione dedicata alla rappresentazione della Grande Guerra nelle strisce dei fumettisti, nelle pagine di alcuni letterati giuliani, come Giani e Carlo Stuparich, Scipio Slataper, Giulio Camber Barni, Enrico Elia e Umberto Saba, inseriti nel più vasto contesto storico-letterario del primo Novecento.
Ancora, nelle fotografie scattate da un ufficiale dell'esercito comune austro-ungarico, comandante dello squadrone di pionieri del reggimento, in vari teatri di guerra: fronte russo, fronte rumeno, fronte italiano. Per poi addentrarsi nei diversi aspetti della vita civile, economica e culturale di una città in guerra come Trieste durante il primo conflitto. Fino ad attraversare, come ideale conclusione del percorso, i "luoghi della memoria" disseminati sull'altopiano carsico, camminando tra croci, lapidi, plastici e riproduzioni fotografiche. All'interno del Salone degli Incanti, in un auditorium creato appositamente, si svolgeranno ogni giorno, per più di un mese, incontri e dibattiti con docenti universitari e studiosi sul tema della Grande Guerra, affrontata da diversi punti di vista. Verranno inoltre proiettati film e documentari di grandi autori della cinematografia internazionale.
in arte... Ursus
25 aprile - 11 maggio 2008
Molo Quarto, Porto Vecchio - Trieste
La rassegna, che propone una sessantina di opere realizzate da una trentina di artisti e si svolgerà negli spazi sottocoperta del pontone, è realizzata per favorire il recupero e la valorizzazione di questo straordinario e raro reperto di archeologia industriale navale, costruito nel 1914 nello Stabilimento Tecnico Triestino. L'evento espositivo è ideato e organizzato dall'Associazione CarpeArtem e dalla Guardia Costiera Ausiliaria con la cura critica e la consulenza artistica dell'architetto Marianna Accerboni e la collaborazione tecnica e creativa di Luciano Di Jasio.
Presentazione
Lo Schiaffo
di Nidia Robba, ed. La Mongolfiera libri, marzo 2011
C'è una Città, una città aristocratica, dove tre civiltà millenarie si uniscono in un raggio di luce che regala all'Europa il privilegio della unicità: Trieste.
Prefazione di Ninni Radicini
"Visione di Trieste", dipinto di Vittorio Robba
Puoi proseguire con le presentazioni delle seguenti mostre:
Sguardi. La fotografia del Novecento in Friuli e nella Venezia Giulia (Capodistria | Udine, 2009-2010)
Mostre e iniziative a cura di Marianna Accerboni
Mostre relative alla Storia del Lago di Garda e del Trentino - Alto Adige / Südtirol
Mostre sui Balcani
Mappa del sito www.ninniradicini.it
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