Quadri e teche sul 1981 in Grecia e fotografie dal giornale Eleftheros Cosmos (Mondo Libero)
16 dicembre 2008 - 28 gennaio 2009
Prometeogallery - Milano
www.prometeogallery.com
Noto internazionalmente per suoi lavori sugli archivi di storia sociale, sul valore simbolico dell'architettura e sulla memoria collettiva, l'artista greco Vangelis Vlahos (Atene, Grecia 1971) presenta 22 quadri/teche - opere recenti e per lo più inedite - che ordinano materiale fotografico e ritagli di giornale relativi a un anno circa della storia greca e il cui titolo è 1981 (Allagi).
Tanto quest'opera quanto l'altra presente in mostra e che è una sequenza di 42 fotografie sotto vetro, Images to influence the reading of Greece's interests in Eastern Europe and the Balkans today, traggono i loro documenti originali dall'archivio del giornale greco Eleftheros Cosmos (Mondo Libero) che era l'organo ufficiale del regime dei Colonnelli. Ancora all'influenza del ruolo attuale della Grecia nei Balcani è dedicato l'ultimo lavoro costituito da due modelli architettonici in scala, The National Bank of Greece (NBG) 1961-2006.
Le rovine che Vangelis Vlahos porta alla luce non sono proprio quelle "classiche". Anche se spesso sono frammenti di architettura urbana i reperti che emergono dal suo scavo. L'impressione immediata è che il rapporto tra incolumità e vulnerabilità del potere sia al centro dei progetti di Vangelis Vlahos, indipendentemente da quale tipo di potere (militare, politico, economico, etc.) sia di turno ogni volta. Anzi proprio i passaggi temporali significativi e i momenti di trasformazione, come la caduta della giunta militare greca o il crollo del muro di Berlino, sono quelli maggiormente in grado di rivelare la tenuta o la fragilità del potere dietro le forme con cui esso si rivela o si nasconde. Tuttavia, quello che i lavori di Vlahos mettono in scena è comunque una rappresentazione del potere colta sempre però nel momento in cui ne viene minacciata o scalfita la presunta integrità.
Tra le opere, un modello in scala della Torre del Pireo: un edificio di 25 piani commissionato per il porto più importante della Grecia come monumentale centro affari e commercio dalla giunta militare ma mai completato prima della caduta del regime nel 1974 e dunque un'utopia fallita. Ma questa rappresentazione del potere acquista pienamente senso nel lavoro di Vangelis Vlahos solo se è messa a confronto con un altro principio di autorità che è quello fondamentale della storia, di quella formazione discorsiva che chiamiamo "storia".
E qui tutta l'importanza dell'opera di Vlahos emerge interamente nel momento in cui ciò che viene messo sotto inchiesta non sono tanto i fatti e i dati del potere come tali ma il sapere che essi definiscono, l'influenza che esercitano. La mostra è accompagnata da un catalogo realizzato per l'occasione dalla Prometeogallery di Ida Pisani, con testi di Marco Scotini e Aristide Antonas. (Comunicato stampa)
Puoi proseguire con la presentazione di mostre di altri artisti ellenici:
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007