Da Bisanzio alla Grecia moderna: Arte Ellenica nelle avversità, 1453-1830
di Ninni Radicini
11 gennaio 2006
Quattro secoli di storia della Grecia - dalla caduta di Costantinopoli alla liberazione dal giogo turco - attraverso una serie di tesori artistici provenienti dal Museo Benaki di Atene. Centotrentasette opere - icone, dipinti, sculture in legno, costumi, lavori in metallo, gioielleria, ceramiche - per rappresentare la evoluzione storica e culturale del popolo ellenico. La mostra (Onassis Cultural Center, New York, conclusa il 6 maggio 2006) è stata strutturata in modo da suddividere i quattro secoli in periodi, caratterizzati con le opere corrispondenti, esplorando l'eredità artistica e spirituale della Chiesa ortodossa, la rilevanza delle arti decorative, le descrizioni della Grecia da parte di viaggiatori stranieri, l'Illuminismo greco, e la lotta per l'indipendenza nazionale.
Il 29 maggio 1453 Bisanzio finisce sotto dominio turco. Dopo il massacro dei suoi cittadini, l'unico punto di riferimento rimasto alla comunità ellenica è la Chiesa ortodossa, che in quel frangente, oltre che istituzione religiosa, assume il compito di svolgere funzioni politiche, culturali, sociali. E' la Chiesa ortodossa che salvaguarda l'arte bizantina e ne tramanda le tecniche e la forza spirituale connaturata, riuscendo contemporaneamente a renderla pronta a confrontarsi con le più importanti evoluzioni artistiche che si sviluppano in altri paesi, come lo stile gotico e il Rinascimento italiano. Come si nota, ad esempio, nel dipinto "L'adorazione dei Magi", realizzato tra il 1565 e il '67 da Domenikos Theotokopoulos "El Greco" (Creta, 1541-1614).
I turchi e i veneziani si contendono i territori della Grecia, tra cui le isole e i territori costieri, fondamentali questi ultimi per rendere sicura la navigazione nel Mediterraneo orientale. Nel 1687, durante una battaglia tra i due eserciti, un ordigno incendiario, lanciato dai soldati di Venezia, finisce sopra la copertura del Partenone. Le fiamme arrivano a un deposito di polvere pirica, sistemato all'interno dai turchi. Il disastro conseguente infligge danni ingenti a uno dei patrimoni artistici della umanità. La difesa delle propria storia e delle proprie tradizioni diventa di essenziale.
Ogni greco, in quel momento, si assume idealmente il compito di proteggere e tramandare il patrimonio culturale popolare e lo fa ogni giorno, non con gesti eclatanti ma configurando la propria stessa vita come microcosmo ellenico, in attesa che milioni di microcosmi, un giorno - quattro secoli dopo - si congiungano per dare vita a uno stato libero, non più sogno irrealizzabile ma ultimo traguardo di un lungo, difficile, drammatico percorso. La casa è il primo luogo dove comincia la difesa della identità nazionale. Le sculture, le fontane, le decorazioni dei pannelli del letto, le coperture ricamante, le lenzuola, i cuscini, i ricami, e le ceramiche di una casa del Dodecaneso testimoniano un legame fortissimo con le origini.
Il periodo dal XVII al XIX sec. è considerato dalla mostra per essere stato caratterizzato dalla crescita della marina mercantile. Oltre ai benefici alla economia, l'incremento degli scambi commerciali via mare permise al popolo ellenico di apprendere le profonde evoluzioni che nello stesso periodo avvenivano in altri stati europei. I dipinti con scene di ambientazione marittima e la documentazione di fonte religiosa relativa alle celebrazioni in cui si invocava la protezione divina per i marinai e per i naviganti, testimoniano la rilevanza del fenomeno.
E' attraverso il mare che gli ellenici hanno la possibilità di confrontarsi con altri popoli. Ma a differenza di coloro che hanno attinto dalle idee liberali maturate in Occidente provando poi a replicarle nel proprio contesto, con la Grecia, e con il popolo greco, siamo in presenza di uno scambio reciproco e paritario di cultura, che si dimostra fondamentale e utile sia alla Grecia sia agli altri paesi europei. Nasce così l'Illuminismo greco, movimento culturale che unisce il pensiero liberale sviluppatosi con particolare forza in Francia e in Inghilterra con il carattere della Grecia classica. A sua volta il classicismo greco feconda il movimento romantico e quello neoclassico in Europa.
Movimenti che rappresentano l'avanguardia intellettuale di quelle associazioni patriottiche che sorsero nell'Ottocento e contribuirono in modo determinante al passaggio dalla Europa dei regni e degli imperi a quella degli stati liberi e sovrani. L'Europa delle nazioni indipendenti e democratiche teorizzata da Mazzini trova un suo fondamento nello scambio culturale che intellettuali e artisti francesi, inglesi, italiani, tedeschi ebbero con la Grecia, arrivandovi, già prima del 1830, al seguito di gruppi di archeologi e missioni diplomatiche. I pittori ne traggono motivo per disegni, acquerelli e dipinti a olio che illustrano quel periodo prima della liberazione. La Grecia viene rappresentata come terra di idillio, di valori tradizioni, di classicità intatta.
L'effetto è incontrollabile e la ondata di filoellenismo dà subito l'impressione di poter arrivare dove la politica, gli eserciti, la diplomazia, non riescono. E non si ferma con la liberazione della Grecia. Il Romanticismo è ormai anche Ellenismo. A dimostrarlo, i dipinti che raffigurano scene della lotta di liberazione greca, i patrioti ellenici, e importanti personalità della cultura europei e greci, tra cui lord Byron e Rigas Feraios, una dei maggiori esponenti dell'Illuminismo greco. Lord Byron (George Gordon, 1788-1824) è stato tra i volontari che arrivarono in Grecia dopo l'inizio della guerra d'indipendenza.
Attraverso le sue poesie e i discorsi, ha avuto un ruolo notevole nella promozione internazionale della cultura greca. Componente del comitato filoellenico di Londra, nel 1823 ebbe l'incarico di recarsi a Missolonghi, dove i patrioti stavano cercano di resistere all'assedio dei turchi. Byron morì l'anno dopo e la notizia ebbe eco in tutta Europa. La sua storia e il sostegno alla causa ellenica, riportato dalle cronache, contribuì molto a far conoscere la lotta di liberazione che si stava combattendo.
Il museo Benaki è stato fondato nel 1930 da Antonis Benakis, con la intenzione di promuovere la cultura ellenica e agevolare la conoscenza di altre civiltà, attraverso l'organizzazione di mostre e rassegne internazionali. La collezione, dal Neolitico al Ventesimo secolo, comprende circa 33mila oggetti. L'Onassis Cultural Center ha come fine la promozione della civiltà ellenica nel Nord America. Riceve più di centomila visitatori l'anno, l'85% dei quali ha una età compresa tra i 40 e i 65 anni e non è di origine greca. Dal 2000, il centro ha partecipato a più di trentamila conferenze e seminari.
* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007