Repubblica Ceca: avanzata dei movimenti liberali-conservatori

Le prospettive della crisi economica e la crisi dei due partiti storici

di Ninni Radicini
Agosto 2010


Nell'arco di poco più di una settimana, la Repubblica Ceca e la Slovacchia - dal 1918 al '92 unite a formare la Cecoslovacchia - hanno cambiato il proprio esecutivo, passando a governi di centrodestra. In Slovacchia, Iveta Radicova dall'8 luglio è la prima donna a presiedere il governo, sostenuta in Parlamento da una coalizione di quattro partiti di area cristiano-democratica e liberale. In Repubblica Ceca, Petr Necas il 28 giugno è diventato primo ministro di un esecutivo in cui il suo partito Ods, fondato nel '91 dopo la caduta del regime filosovietico, è alleato con due movimenti di area liberale-conservatrice (Top09, Vv).

Nelle elezioni per il rinnovo dei 200 seggi della Camera dei Deputati della Repubblica Ceca, svoltesi il 28 e 29 maggio (si è votato con il sistema proporzionale e sbarramento al 5%), il Cssd - Partito socialdemocratico (ad. Partito socialista europeo) ha ottenuto la maggioranza relativa con il 22.1% (56 seg. - 18), sebbene i sondaggi indicassero un consenso di circa il 30%. A seguire: Ods - Partito civico democratico (ad. Conservatori e riformisti europei) 20.2% (53 seg. -28); Top09 - Movimento Tradizione Responsabilità Prosperità 16.7% (41 seg.); Kscm - Partito comunista di Boemia e Moravia (ad. Sinistra unita europea - Sinistra verde nordica) 11.3% (26 seg. -); Vv - Movimento Affari Pubblici 10.9% (24 seg.). Non hanno ottenuto seggi Kdu-Csl - Unione cristiana e democratica (ad. Partito popolare europeo) 4.4% (-13 seg.) ed Sz - Partito verde 2.4% (-6 seg). Altre formazioni hanno ottenuto nell'insieme il 12.0%.

L'affluenza è stata del 62.6% (-1.9% sul dato del '06). Per i due maggiori partiti - Cssd e Ods - è stato il peggiore risultato dal 1996. Nella fase di consultazioni per la formazione del nuovo governo si era anche ipotizzata la possibilità di un governo di minoranza dei socialdemocratici con l'appoggio esterno dei comunisti. Si è arrivati alle elezioni con un governo ad interim presieduto da Jan Fischer, formato nel marzo '09 dopo una crisi derivata dal voto di sfiducia nei confronti dell'esecutivo formato da Ods, Verdi e cristiano democratici, avvenuta mentre Praga aveva la presidenza di turno della Ue. Nello stesso anno il Trattato europeo di Lisbona, prima di essere firmato dal presidente della Repubblica Vaclav Klaus, ha dovuto passare un ricorso alla Corte Costituzionale, che ha stabilito non essere in contrasto con la Costituzione nazionale.

Nella fase attuale di crisi economica, nonostante le condizioni della Repubblica Ceca siano considerate migliori in confronto agli stati confinanti, l'elettorato si è in maggioranza orientato verso partiti favorevoli a misure economiche di austerità; mentre i socialdemocratici in campagna elettorale hanno sostenuto l'aumento della spesa pubblica per il rilancio della economia e delle tasse per le aziende e per coloro che hanno redditi alti, oltre che il passaggio all'Euro entro i prossimi cinque anni. In altri stati dell'Europa centro-orientale (Lituania, Lettonia, Ungheria, Bulgaria, Polonia, Romania) l'adesione alla moneta unica è già stata rallentata per la rilevanza dei rispettivi deficit pubblici; tranne in Estonia di cui si prevede il passaggio nel '11.

La maggior parte del voto giovanile (18-35 anni) si è diretto verso i tre partiti di centrodestra, in particolare verso Top09 e Vv. Top09 è stato fondato nel giugno '09 ed è presieduto da Karel Schwarzenberg, ministro degli Esteri nel nuovo esecutivo come già tra il 2007 e '09. VV, il Movimento Affari Pubblici fondato nel '01 e presieduto dal giornalista e scrittore Radek John, ha proposto che ogni decisione del governo passi attraverso consultazioni pubbliche, via Internet. Nel '09 l'economia della Repubblica Ceca si è contratta del 4.1% e il nuovo governo fronteggerà la sfida di ridurre un deficit di bilancio intorno al 5.9% del Pil. L'Ue prevede una crescita nazionale dell'1.6% nel '10. Vaclav Klaus all'inizio di giugno ha detto di ritenere fallimentare la zona euro ed ha espresso preoccupazione per gli effetti nella Ue, anche per gli stati non ancora passati alla moneta unica.



* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).

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Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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