Svezia: Elezioni legislative 2010

L'era della Socialdemocrazia alla prova della nuova Destra

di Ninni Radicini
Ottobre 2010


Le elezioni del 19 settembre hanno segnato tre risultati storici. La conferma della maggioranza relativa dell'alleanza dei partiti centrodestra del governo uscente; la peggiore sconfitta dei Socialdemocratici dal 1914; l'ingresso in Parlamento dei Democratici Svedesi, movimento con un programma incentrato sul contrasto alla immigrazione. S - Partito Socialdemocratico (ad. Pse nel Parlamento europeo) ha ottenuto il 30.7% (112 seg., -18). A seguire: M - Partito Moderato (ad. Ppe) 30.1% (107 seg., +10), Mp - Verdi (ad. Egp-Efa) 7.3% (25 seg., +6), Fp - Partito Liberale Popolare (ad. Alde) 7.1% (24 seg., -4), Partito di Centro (ad. Alde) 6.6% (23 seg., -6), Sd - Democratici Svedesi 5.7% (20 seg.), V - Partito della Sinistra (ad. Eul-Ngl) 5.6% (19 seg., -3), Kd - Democratici Cristiani (ad. Ppe) 5.6% (19 seg., -5). L'affluenza alle urne è stata l'84.6%, +2.6 in confronto al dato del '06. Il Parlamento (Riksdag) è composto da 349 seggi e si vota con il sistema proporzionale e sbarramento al 4%.

Il governo uscente era formato da Moderati, Partito di Centro, Partito Liberale Popolare, Democratici Cristiani. La vittoria dei Moderati deriva dallo spostamento al centro della linea del partito, in origine liberista. L'orientamento più recente prevede che la riduzione delle tasse avvenga con riforme graduali, a salvaguardia dello stato sociale. In tal modo il partito si è presentato come concorrente politico ed elettorale dei Socialdemocratici, ma non in contrasto con i principi dello stato sociale da loro realizzato e sostenuto nel corso dei decenni. Un passaggio simile è già avvenuto in Danimarca, per tanti anni governata dai Socialdemocratici, dal 2001 al centro-destra.

L'aumento dei voti per il Partito Moderato è effetto anche della gestione dell'economia nazionale, tornata a crescere già nel secondo trimestre del '09, proseguendo nel '10 con dati superiori alle previsioni. Il Partito Socialdemocratico, fondato nel 1889, ha governato per la maggior parte del secolo e dal secondo dopoguerra agli anni '80 ha avuto un consenso tra il 42 e il 50% (Tage Erlander è stato primo ministro dal 1946 al '69). Ha costruito uno stato sociale efficiente, al punto che la Svezia è stata per tanto tempo simbolo della Socialdemocrazia. Nella fase storica attuale sta però affrontando - come altri partiti europei della stessa area - una crisi elettorale segnata dal declino del voto ideologico e dalla rilevanza sociale, culturale e mediatica della questione della immigrazione.

Il movimento dei Democratici Svedesi, presieduto dal '05 dal trentenne Jimmie Akesson, è stato fondato nel 1988 e per tutti gli anni '90 ha avuto una crescita minima di consensi, rimanendo a circa una frazione di punto. Soltanto alle Legislative del '02 supera l'1%. Da allora aumenta in modo più consistente, passando a quasi il 3% nelle elezioni del '06 e poi alle Europee '09 (senza però ottenere seggi al Parlamento di Strasburgo). Ha rafforzato il consenso (soprattutto nel Sud), rilevato già dai sondaggi pre-elettorali, in linea con la crescita su scala europea di movimenti e partiti di destra che sottolineano in particolare l'opposizione alla immigrazione. Come, in Olanda, il Pvv - Partito per la Libertà, che alle Legislative di giugno '10 ha triplicato i voti in confronto a quattro anni prima, diventando il terzo partito (con inoltre quattro seggi al Parlamento europeo).

La Svezia ha circa 9.4milioni di abitanti, il 14% di origine straniera. L'aumento di consensi dei Democratici deriva dalla affermazione della intenzione di contrastare l'immigrazione sia, in modo implicito, dal punto di vista culturale, sia in difesa dello stato sociale. Come evidenziato in uno spot elettorale, la cui trasmissione è stata motivo di dibattito. Sia i Moderati del premier Fredrik Reinfeldt sia i Socialdemocratici di Mona Sahlin (già più volte ministro nei governi dal '90 al 2006) hanno escluso coalizioni di governo con i Democratici. In Svezia l'evoluzione dell'elettorato si riscontra anche nell'aumento dei contrari al passaggio dalla Corona all'Euro. A giugno, un sondaggio dell'Istituto Novus Opinion ha rilevato che soltanto il 25% degli intervistati è favorevole alla moneta unica: nel maggio '09 erano il 49%.



* Ninni Radicini ha pubblicato vari articoli sulla Germania (area politico-elettorale-storica). Articoli su altri argomenti sono stati pubblicati su vari periodici. Ha pubblicato inoltre recensioni e prefazioni a libri. Coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006).

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Copertina del libro La Grecia contemporanea 1974-2006 di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini       La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007


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