Mario Merz: Numbers are prehistoric
22 ottobre 2015 - 31 gennaio 2016
Museo di Arte Cicladica - Atene
Organizzata da NEON in collaborazione con la Fondazione Merz la mostra - la prima di Mario Merz in un museo greco -, a cura di Paolo Colombo, evidenzia le diverse pratiche del lavoro dell'artista, sottolineando il sottile confine tra espressione scritta e arte visiva. La mostra, il cui titolo deriva dal libro di Mario Merz, Voglio fare subito un libro (1989), riflette la necessità che ha animato l'artista e il suo coinvolgimento con l'arte, la politica e la vita. In particolare il modo in cui Merz interpreta la nozione di natura, vista come una forza potente, generosa, che cresce seguendo una successione razionale proprio come aveva affermato il noto matematico italiano Leonardo Fibonacci. (Comunicato stampa)
Immagine:
Mario Merz, (opera senza titolo), matita, gesso, inchiostro, inchiostro indiano, smalto su carta cm. 73.5x55.5, 1983
"Eravamo a Trebisonda"
L'odissea dei greci del Ponto
di Emidio D'Angelo, ed. Equinozi 2015
Presentazione libro
27 ottobre 2015, ore 18.00
Centro Studi Cappella Orsini - Roma
www.comunitaellenicaroma.it
L'odissea dei greci del Ponto, un odissea sconosciuta ai più Attorno alle vicende di una modesta famiglia costretta alla fuga, si dipana la storia di un intero popolo, quella dei greci del Ponto (Anatolia), che un secolo fa furono travolti, dopo gli armeni, dal cedimento dell'Impero Ottomano e dalle conseguenti istanze nazionaliste turche, monoetniche e monoteiste. Questo romanzo trae origine da una narrazione autentica, quella di Lefteri, giovane protagonista della storia, che in vecchiaia ricorda… Alla sua voce si affiancano quelle degli altri personaggi, che insieme ricostruiscono in prima persona una storia sconosciuta ai più, in un affresco corale di pacata efficacia. Una narrazione lieve, attenta ai particolari e ai sentimenti dei protagonisti, sostenuta da un'accurata documentazione storica.
«Sarei invecchiato, restando quel ragazzo vagabondo di pensieri e di gambe che percorreva Trebisonda, e avrei raccontato ai nipoti la mia vita. E pochi ne sono rimasti come me ormai, ad aver vissuto nel tempo del Ponto, a chiedersi se fosse stato un sogno, a voler raccontare ad altri cosa fosse stato veramente. Tutto quello che ho passato, visto, sentito, il mondo che ho vissuto è ormai nel pozzo del tempo, cancellato dai passi veloci degli uomini nuovi. Invece io ho ancora dentro di me il sogno di Trebisonda, dove ho conosciuto uomini e donne di ogni razza che passeggiavano sul lungomare, quella città che sogno ogni notte, la mia vera città, la mia patria mancata. Per questo volevo raccontare ai distratti del mondo nuovo come fosse bello anche quello vecchio. Eravamo a Trebisonda… fin quando non si ruppero gli equilibri, e tutti impazzirono come in un formicaio invaso dall'acqua». (Comunicato Comunità Ellenica di Roma e Lazio)
UTO?!A
Retrospettiva d'arte cinematografica
Grecia / Cipro
06-30 ottobre 2015
Postmodernissimo Cinema - Perugia
www.postmodernissimo.com
Il mondo sconfinato del cinema è un oceano d'utopie in perpetuo e impetuoso movimento. Nel susseguirsi eterno ed errante delle acque cinematografiche, in questo scampolo d'inizio secolo, irrompe tumultuosa la New Wave Greca. Carico di un passato consacrato nella gloria del tempo, assalito da un presente di nubi e tempeste, il Paese Ellenico risorge attraverso la settima arte, regalandoci alcune tra le più splendenti gemme nel panorama del cinema contemporaneo. La rassegna è promossa dalla Associazione Culturale Umbria-Grecia in collaborazione con Postmod Mirada Invisibile e con la direzione artistica di Manuele Angelano.
- I aionia epistrofi tou Antoni Paraskeva (The eternal return of Antonis Paraskevas)
di Elina Psikou, con Christos Stergioglou, Maria Kallimani, Yorgos Souxes, Grecia 2013
06, 07, 09 ottobre 2015
L'incessante battaglia dell'uomo con sé stesso alla ricerca dell'eternità. Antonis Paraskevas, un notissimo conduttore tv va a nascondersi in un resort extralusso completamente vuoto ma con tutte le strutture funzionanti, per preparare uno spettacolare ritorno sulle scene e rinverdire la sua popolarità.
- Wasted youth
di Argyris Papadimitropoulos, Jan Vogel, con Haris Markou, Ieronymos Kaletsanos, Arthouros Kiviliov, Grecia 2011
14, 15, 16 ottobre 2015
Alienazioni organiche, crisi delle distanze. Gus Van Sant e New Wave si fondono in un dramma criptico e fatalista.
- L
di Babis Makridis, con Aris Servetalis, Efthymis Papadimitriou, Lefteris Matthaiou, Grecia 2012
21, 22, 23 ottobre (il 21 con dibattito: "Quando la crisi di una nazione diventa la crisi di un intero sistema" con Dimitri Deliolanes, corrispondente della ERT Radiotelevisione Pubblica Greca e il critico Leonardo Persia)
Un'era che ha smarrito la ragione ha il suo (anti) eroe in un uomo teleguidato da ordini imperscrutabili. Un uomo di mezza età, padre di famiglia vive nella sua macchina da cui non esce mai. Il suo lavoro, a cui si dedica con maniacale diligenza, consiste nel localizzare un tipo di miele particolarmente raffinato e portarlo ad un uomo che vive in una grande villa. Ma la sua routine viene rotta da un nuovo corriere che si dimostra più bravo di lui, mettendo così a rischio il suo lavoro.
- Mesa sto dasos (In the woods)
di Angelos Frantzis, con Katia Goulioni, Iakovos Kamhis, Nathan Pissoort, Grecia 2010
26 ottobre (ore 19.30), 27 ottobre (ore 21.30)
La natura delle foglie, le radici del desiderio e una casa nascosta nel cuore del bosco. Un viaggio verso l'altro lato. Intimista, onirico, immaginifico. Qualcosa di simile a una fiaba esistenziale "punk".
- September
di Penny Panayotopoulou, con Kora Karvouni, Nikos Diamandis, Youlika Skafida, Grecia 2013
10, 11, 12, 13 ottobre
Lo spettro della solitudine da cui non si sfugge mai abbastanza e il fragile equilibrio delle relazioni umane. Anna è una donna sola che ha il suo cane come unico amico. Quando questo muore chiede di poterlo seppellire nel giardino dei suoi vicini di casa. Ma da qui in poi, sempre più sola e depressa, cercherà di sopperire alla sua solitudine...
- Luton
di Michalis Konstantatos, con Nicholas Vlachakis, Eleftheria Komi, Christos Sapountzis, Grecia 2013
17, 19 ottobre (ore 19.30), 18, 20 ottobre (ore 21.30)
Le misteriose tessiture della Vita e le imprevedibili collisioni che il Fato riserva agli esseri umani. Sebbene non appaiano legate da alcunché, le vite di tre individui (una giovane praticante avvocato, un ragazzo e un proprietario di un minimarket) hanno un profondo e viscerale legame che sfocerà in una evoluzione inaspettata, specchio della turbolenza del tessuto sociale greco.
- O manavis (The grocer)
di Dimitris Koutsiabasakos, Documentario, Grecia 2013
24 ottobre (ore 19.30), 25 ottobre (ore 21.30)
Premio del pubblico al Festival di Salonicco. Nikos Anastassiou, fruttivendolo ambulante, e sua moglie Sofia seguono lo stesso percorso dal 1980. Una volta alla settimana, tutto l'anno, partendo dalla città di Trikala, visitano i villaggi abbandonati dei Monti del Pindo, percorrendo 75 chilometri. Il documentario li segue in un road-movie che attraversa le quattro stagioni.
- To mikro psari stratos
di Yannis Economides, con Vangelis Mourikis, Petros Zervos, Vicky Papadopoulou, Grecia 2014
28 ottobre (ore 21.30, presente l'autore), 29, 30 ottobre (ore 19.30)
- 195 metres
di Alessandro di Cosmo, Marco Fortunati, Maria Tsausi
28 ottobre (ore 21.15)
Il film racconta la "questione di Cipro": tensione sfociata in guerra effettiva nel 1974 e in una divisione forzata tra le 2 comunità, greco-cipriota e turco-cipriota, che abitano l'isola. Saranno presenti i registi.
Sphinx Thebes Festival
04 ottobre (inaugurazione ore 19.00) - 04 novembre 2015
Conference Center - Tebe (Grecia)
Il Festival, ideato da Constantine Angelou e Polyxene Kasda, è un progetto artistico nello spazio urbano e sociale della città di Tebe, dove artisti, scrittori, scienziati, architetti e personaggi della cultura internazionali si incontrano e interagiscono con la città, proponendo idee e soluzioni per la creazione della città del futuro, cioè lo spazio dove si vuole vivere. (...) In questo contesto nasce il progetto curato da Dores & Rose Sacquegna della Primo Piano LivinGallery di Lecce, presenti con la rassegna Una città fertile: ovvero il quesito della Sfinge, articolata in tre distinte sessioni (Greek Waves, Landgraphie, Cryptographie) sul mito, l'identità e l'utopia, con la partecipazione di noti artisti internazionali e registi greci.
Odissea un racconto mediterraneo
Canto XIX "Odisseo e Penelope"
Lettura e interpretazione di Tullio Solenghi
10 agosto 2015, ore 21.30
Parco archeologico Rossano di Vaglio - Mefitis - Vaglio di Basilicata (Potenza)
In Odisseo e Penelope Tullio Solenghi ci racconta il primo incontro tra l'eroe e la sua fedele compagna. Odisseo è finalmente approdato a Itaca, dopo i dieci anni della Guerra di Troia e i dieci trascorsi in mare per aver sfidato Poseidone. Odisseo non si rivela alla moglie, finge di essere uno straniero che molto ha errato per mari e che, in una terra lontana, ha pure incontrato Odisseo. Chiede di poter parlare a Penelope in privato, lontano dagli sguardi dei proci. Penelope si lascia incantare dal racconto dello straniero.
Gli chiede prove: come era vestito Odisseo quando lo ha incontrato? E lo straniero ne fa una descrizione fotografica, con grande precisione dei dettagli. Penelope forse un sospetto lo ha, forse ha intuito che l'uomo di fronte a lei è il suo sposo. Prima di congedarsi dallo straniero, Penelope gli racconta il sogno che ha fatto, chiedendogli di spiegarglielo: venti oche uscivano dall'acqua per mangiare il suo grano, su di loro piomba un'aquila che le uccise tutte. Appollaiatasi sul tetto l'aquila le parla con voce umana per rivelarle di essere il marito... Lo straniero le risponde che il sogno non ha bisogno di interpretazione, al che Penelope risponde con uno dei passi più celebri dell'Odissea:
"Le porte dei sogni sono due:
una è fatta di corno, l'altra di avorio;
quelli che vengono dall'avorio ci illudono con parole vane,
quelli che vengono, invece, dalla porta di lucido corno,
se un uomo li vede, si realizzano davvero".
Agosto al Museo
Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
Grecità - I Suoni della Grecìa d'Occidente
08 agosto 2015
- ore 18.00
Incontro-conferenza: "La musica dei Greci di Calabria"
- ore 21.00
.. Concerto: Il mistero della musica grecanica - Mimmo Morello
.. La lira bizantina - Ettore Castagna, Nicola Pelle, Pino Rubino, Lele Trimboli
.. Fhoregguo ego! Il ballo dei greci di Calabria - Danzatori e musicisti di Cardeto con l'Associazione Culturale Zampognari di Cardeto
.. Danzatori e musicisti di Gallicianò con il gruppo Cumelca
.. Adelfìa greca: I greci di Puglia, i greci di Calabria - Le Tre Sorelle, canzoni polivocali in greco di Calabria e del Salento
Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei
Arte nella Magna Grecia e nell'Italia meridionale
31 luglio 2015 - 10 gennaio 2016
Palazzo Reale - Milano
La mostra intende presentare, attraverso più di 200 opere d'arte greca, magnogreca e romana, un aspetto poco noto del mondo classico: la rappresentazione della natura nei suoi vari aspetti, l'azione dell'uomo sulla realtà naturale e sull'ambiente.
LANDing - Polyxeni Angelidou Live performance, 23 luglio 2015, ore 21.30 e 23.30
Museolaboratorio di Città S.Angelo (Pescara)
www.museolaboratorio.org
Land: un luogo, una parte di terra che non è coperta da acqua, il suolo, un'area, una regione e le persone che vi vivono; ing: (eng), l'azione del verbo o il suo risultato, il prodotto, il materiale che si esprime tramite un suffisso posto a nomi derivanti da verbi, ecc.; (eng) un suffisso con il significato di "appartenenza", "il tipo di", "provenienza". In anteprima nazionale LANDing, azione di Polyxeni Angelidou nata attorno all'installazione della scenografa di origini abruzzesi Cristina Lelli. Prende avvio da una corsa attorno a un'anima in continua evoluzione ovvero l'installazione composta da tre blocchi di ghiaccio che, sospesi, fanno da contrappeso ad altrettante masse di gesso. Il ghiaccio, medium effimero e transeunte, si scioglie per declinarsi in una nuova e più stabile forma, così come l'individuo risponde al bisogno di plasmarsi nei vasi comunicanti dell'odierna società liquida.
Polyxeni mette in scena azioni spastiche, nervose, poiché la sua pelle accoglie stati mentali confusionari, proiettando su di sé la necessità di un progresso fisico e psichico tarato sull'odierno nomadismo tecnologico e globale. La ciclicità dell'azione - che si apre e termina con lo stesso atto - indica un movimento che si svolge per forza di inerzia: l'urgenza di dover partire senza una meta stabilita è quasi un bisogno indotto dalla mancanza di risorse e allo stesso tempo dalla superfetazione dell'offerta.
La stasi non è contemplata, se non sotto forma di una caduta che porta l'individuo a toccare il suolo: si tratta a volte di dover tastare il terreno e provare a sentirne la concretezza per rimodellarsi con esso e con il suo portato culturale. L'impossibilità umana di eguagliare la velocità e l'efficienza delle sinapsi informatiche crea disorientamento e l'esigenza di un uomo costantemente mobile e libero da fardelli e fisici e culturali; chiede una rinegoziazione continua dell'individualità a contatto con l'ambiente che si trova a occupare, anche se di passaggio, onde evitare sterili urti.
Polyxeni Angelidou (Salonicco, 1985) ha studiato architettura (2003-2010) e danza (2008-2011) in Grecia, dove ha lavorato come insegnante di danza e performer. Dal 2012 vive a Berlino e svolge inoltre le professione di coreografa. Ha frequentato il Master in Coreografia presso l'Università di Danza Contemporanea HZT di Berlino con il supporto della borsa di studio rilasciata dalla Fondazione Statale Greca IKY. L' interdisciplinarità è il punto forte di Polyxeni: le sue opere spaziano da pezzi teatrali, progetti in situ fino a installazioni. I suoi lavori si concentrano su temi come le persone che vivono in contesti urbani, le strutture e i conflitti che emergono da quegli ambienti e il modo in cui influenzano gli esseri umani individualmente, socialmente, fisicamente e virtualmente.(Estratto da comunicato stampa)
Bella come i Greci. 1880-2015: 135 anni di Letteratura Greca
di Maurizio de Rosa, ed. Universitalia (Roma)
Presentazione volume
24 giugno 2015, ore 10.30
Palazzetto Mattei - Roma
www.comunitaellenicaroma.it
Maurizio de Rosa, di natalità milanese (1971) e da diversi anni residente ad Atene, è un affermato traduttore letterario e studioso della grecità moderna. In questo suo ultimo libro, che si fonda su un precedente studio storico-fotografico (o fotostoria) della letteratura greca moderna, Voci dell'agorà, uscito nel 2005, spinge la sua trattazione, debitamente aggiornata e rimaneggiata, fino al periodo 2000-2014. Il risultato è, di fatto, una sorta di reportage sulla letteratura dello Stato nazionale greco, fondato nel 1832 dopo oltre un decennio di lotte sanguinose per la libertà. Il presente lavoro della tradizionale storia letteraria conserva la ripartizione cronologica, ma più che sulle correnti letterarie e sulle personalità dei singoli autori, questa volta lo sguardo si concentra sulle opere, che in ultima analisi sono l'unico e vero fondamento della letteratura. (Comunicato stampa Comunità Ellenica di Roma e Lazio)
Concerto di musica greca: Rebetika & Greek Oriental Tunes
Takis Kunelis & Friends
23 maggio 2015, ore 18.30
SpazioTeatro 89 - Milano
www.panellinion.info/takiskunelis
Takis Kunelis - voce, bouzouki
Kyriakos Gouventas - violino
Haris Lambrakis - ney, pianoforte
Antonio Stragapede - chitarra
Partecipazione speciale: Maria Saltiri - voce, chitarra
Un viaggio musicale nella Grecia del primo '900. Dai quartieri popolari di Costantinopoli e di Smirne al porto del Pireo, per ascoltare le melodie che hanno creato il mito del Rebètiko: un autentico e raro esempio d'incontro delle musiche modali con il sistema tonale e l'armonia; incontestabile simbolo della musica greca del Novecento.
Magna Grecia
Poesia composta da Nidia Robba, autrice di romanzi e raccolte di liriche, pubblicata nel libro Ultima cetra (ed. La Mongolfiera libri, pagg. 142, Trieste, febbraio 2015)
Presentazione romanzo
11 aprile 2015, ore 17.30
Sala Giubileo-Filoxenia - Trieste
www.hfc-sezioneitaliana.com
La Fondazione Ellenica di Cultura - Italia, la Comunità Greco-Orientale di Trieste e l'Università di Trieste - Lingua Neogreca, in collaborazione con la casa editrice Marlin Editore presentano a Trieste il romanzo del giovane scrittore e regista teatrale Francesco Puccio.
Diego, originario di una città del Sud, trasferitosi a Roma per lavoro, giunge su un'isola della Grecia per realizzare un servizio fotografico per la rivista turistica a cui collabora. Alle spalle, si lascia un'ex fidanzata con cui ha ancora qualche legame. Un passato familiare fatto di sapori e profumi irripetibili, e un senso di mancata appartenenza al tempo presente, lo pongono in una costante condizione di vuoto e di malessere. Con l'aiuto delle persone che conoscerà in Grecia, tra cui la vecchia Nora e, in particolare, la guida Cleante, moderno aedo greco narratore di storie, Diego riuscirà a realizzare foto bellissime e a vivere giorni irripetibili.
Ma il giovane non porterà con sé solo i ricordi di un viaggio coinvolgente; imparerà anche ad amare di nuovo e a non temere i sentimenti grazie all'incontro con la giovane Mathilde, studiosa parigina di storia dell'arte, in vacanza sull'isola. Sullo sfondo, il racconto narrato, come in dissolvenza, che Cleante farà della storia di Euripide e della leggendaria creazione della sua Medea, nata dall'incontro del poeta, in quella stessa isola, con la giovane e ribelle Agape. Una storia d'amore quindi, ma anche un percorso di formazione, un viaggio di scoperta e un ritorno alle origini in un'isola della Grecia contemporanea ma sovrapposta, in dissolvenza, a quella di un mito lontano eppure tracciabile con le dita e ben a vista, capace di disegnare mondi ancora nuovi e inesplorati.
Francesco Puccio (Cava de' Tirreni, 1982), laureato in Lettere classiche, dottore di ricerca in "Antropologia del mondo antico", scrittore e regista teatrale. E' responsabile artistico de "L'antico fa testo", progetto di ricerca sul teatro antico nato nel Centro di Antropologia e Mondo Antico dell'Università di Siena. Ha scritto racconti, romanzi, drammaturgie, e ha realizzato numerosi progetti per il teatro nelle aree archeologiche e nei siti museali, con testi ispirati al mito greco e alla sua permanenza nel mondo contemporaneo.
Alice Psacaropulo
Lo Spirito della Musica dall'età cicladica all'età barocca
27 marzo (inaugurazione ore 17.00) - 11 aprile 2015
Sala Giubileo-Filoxenia - Trieste
www.hfc-sezioneitaliana.com
Mostra con opere dell'artista triestina di origini greche Alice Psacaropulo. L'inaugurazione è stata preceduta da un intervento musicale del Trio Nova Academia (Stefano Casaccia - flauto dolce, Leopoldo Pesce - violino e Antonella Costantini - tastiera) e le opere dell'artista sono state presentate dall'architetto Barbara Fornasir. La mostra è organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura - Italia, dalla Comunità Greco-Orientale di Trieste e dall'Università di Trieste - Lingua Neogreca. A conclusione della mostra, l'11 aprile alle ore 17.30 avrà luogo la presentazione del romanzo di Francesco Puccio Mathilde bianca di calce, ambientato in un'isola delle Cicladi.
Alice Psacaropulo è nata e cresciuta a Trieste da padre greco di Sifno e da madre italiana. L'essere cresciuta a Trieste, in un ambiente dalla natura multiforme e ricca di colori, il soggiorno a Venezia, gli studi a Torino oltre che i suoi rapporti con Sifno, isola delle Cicladi caratterizzata dal patrimonio ancestrale della cultura cicladica, hanno ispirato e influenzato la sua arte. Fin dagli anni della scuola è evidente il suo talento nella pittura dai successi nelle manifestazioni per giovani artisti a livello nazionale. Ha frequentato l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con il maestro Felice Casorati dal 1939 al 1943, un periodo che ha segnato profondamente il suo percorso artistico. Si è laureata alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trieste. Ha lavorato come assistente alla cattedra di Storia dell'Arte delle Università di Trieste.
Nel 1948 partecipa alla XXIV Biennale di Venezia e alla V Quadriennale di Roma ricevendo premi e segnalazioni oltre a critiche molto positive. Dal 1953 al 1960 Alice Psacaropulo ha insegnato pittura presso l'Università Popolare di Trieste. E' stata docente di Storia dell'arte in vari Licei ed Istituti d'Arte di Venezia, Udine e infine al Liceo "Petrarca" di Trieste. Negli anni '80 ha insegnato presso l'Università della Terza Età ponendo particolare attenzione ai pittori ed alle mostre più importanti del momento. Sue mostre personali sono state presentate in molte città d'Italia e all'estero, come Napoli, Roma, Torino, Milano, Venezia, Padova, Livorno, Trieste, Genova, Parigi, Madrid, Vienna, Barcellona, Lubiana, Stoccolma, Atene-Pireo, Maribor ecc. Nel 2008 il Comune di Trieste le ha conferito il Sigillo Trecentesco della Città per essere un "personaggio irripetibile che onora la nostra città per la globalità del suo impegno culturale".
Il percorso artistico di Alice Psacaropulo è partito da una varietà di soggetti nei quali si rispecchia la sua capacità innata di immortalare l'attimo e la sua ricerca degli aspetti più intimi dell'animo umano. All'inizio degli anni '50, l'artista si è avvicinata ad espressioni postcubiste, caratterizzate da movimenti vibranti leggermente tratteggiati e da un colorismo inquieto. Negli anni '70 sviluppa il suo primo spiccato espressionismo attraverso l'arte decorativa (decorazioni navali dei grandi transatlantici: Conte Biancamano, Raffaello, Oceania, ecc.) e soggetti specifici d'arte sacra, come il caso emblematico dell'Assunzione di 28mq eseguita, nel 1980, sul soffitto della Chiesa Arcipretale di Cessalto (Treviso). Oggi il suo stile è arrivato ad una nuova forma di Neorealismo. (Comunicato Fondazione Ellenica di Cultura)
"Mythos 3.0"
13-20-27 marzo 2015, ore 18.00
Biblioteca Raffaello - Roma
www.comunitaellenicaroma.it
Tre eventi caratterizzati da performance teatrali-musicali seguiti da laboratori di lettura partecipata. Il progetto "Mythos 3.0" è presentato dall'associazione M.Th.I. in collaborazione con la Comunità Ellenica di Roma e del Lazio, nell'ambito del progetto "oltre il libro e leggere il domani in tutte le forme", promosso dall'Istituzione Sistema delle Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale. Il progetto Mythos ha inoltre il patrocinio dell'ITI (International Theatre Institute) per la Giornata Mondiale del Teatro 27 marzo.
Le tre performance sono incentrate sul tema del mito, che viene rivisitato in chiave moderna, grazie alla sapiente rilettura che ne hanno fatto due autrici italiane contemporanee quali Antonia Brancati e Maddalena Fallucchi. Varie le discipline artistiche impegnate: recitazione, danza, musica dal vivo e fotografia d'artista. Attraverso gli incontri-laboratorio, che seguiranno le performance, si intende avvicinare il pubblico alla lettura del mito e analizzare la sua fortuna nei secoli, sviluppando nuove forme del leggere, che vadano oltre il semplice libro e permettano di interpretare la realtà nelle sue molteplici forme. (Comunicato stampa Comunità Ellenica di Roma e del Lazio)
Programma
- 13 marzo
.. ore 18.00, Crono/Era - I gusti gastronomici di Saturno
Lettura drammatizzata del monologo Delitto di famiglia, di Maddalena Fallucchi
Lorenzo Acquaviva(Crono), Valerio Fubelli (tromba)
.. ore 18.40, Laboratorio di lettura partecipata
- 20 marzo
.. ore 18.00, Narciso/Eco - L'eco e lo specchio
Lettura drammatizzata del monologo Bello e impossibile, di Antonia Brancati
Emanuele Carboni (Narciso), Stefania Toscano (Eco), Massimo Montagnolo (sax)
Sdraiato su una panca Narciso sembra in posa per un pittore o uno scultore invisibili. Per un po' immobilità e il suono del sax. Appare Eco, bella e senza voce, e il racconto si dipana come in una seduta sul lettino dello psicanalista. Riuscirà Narciso a capire qual è il dramma che lo tormenta?
.. ore 18.40, Laboratorio di lettura partecipata
- 27 marzo
.. ore 18.00, Penelope/Ulisse - La tela che non finisce mai
Lettura drammatizzata del monologo L'anatra nella nebbia di Antonia Brancati
Penelope Lydia Biondi, violino Yorgos Siopoudis
Penelope entra affannata nella stanza e accende un registratore dal quale inizia a registrare un messaggio per il suo Ulisse lontano ma questo suo parlare diventa un viaggio a ritroso nei suoi pensieri più reconditi dal quale viene svegliata solo grazie al suono del violino. Che messaggio avrà registrato per l'amato sposo?
.. ore 18.40, Laboratorio di lettura partecipata. Conduce il prof. Cristiano Luciani, docente di Letteratura Neogreca all'Università di Roma "Tor Vergata" e di Lettere italiane e latine nei Licei.
Il senso di Thodorìs per la crisi
Cinema greco contemporaneo
28 febbraio 2015, ore 20.00
Cinema Detour - Roma
.. ore 20.30, Little land, di Nikos Dayandas (Grecia 2013, 60', sottotitoli in italiano)
Un abitante di Ikaria, a chi gli chiede il segreto di vita lunga e felice, risponde che a Ikaria si beve molto vino, si sta insieme e si ascolta molta musica greca, in particolare le canzoni di Malamàs. Little Land, Piccola Terra, è Ikaria, una piccola isola greca in mezzo all'Egeo. Da qualche anno, l'isola attrae l'interesse di medici e scienziati, che vogliono scoprire il segreto della longevità dei suoi abitanti. A Ikaria, infatti, si vive a lungo, ma si vive anche felici e, specialmente in questi anni di crisi, la felicità pare essere un fenomeno ancor più raro della longevità. Thodorìs, il protagonista, è un trentacinquenne, che come molti della sua generazione, ha perso il lavoro e forse anche la speranza in un futuro "qualsiasi". E' greco, ma la sua situazione è simile a quella di tanti suoi omologhi sparsi per l'Europa.
Il disagio, il malcontento e la disperazione dilagano nel nostro continente, eppure un altro modo di vivere esiste e si basa su un sistema sociale in cui "soldarietà" (alilenghì) e "scambio" (alaxià) non sono solo belle parole, ma sono vere strategie di sopravvivenza. Emblema di questo sistema è Ikaria. Thodorìs qui cerca il suo nuovo futuro e scopre che nell'isola "si lavora sodo, ma con lentezza e costanza, ogni giorno. Ci si stanca solo fisicamente, perché la mente è serena". Il trentenne scopre che quel dover bastare a sé stessi, in cui noi tutti crediamo, è in realtà un falso mito.
Il nostro modello di società ci ha insegnato "a saper fare un solo lavoro e, dunque, a competere l'uno con l'altro, per la sopravvivenza" e ciò intralcia la ricerca della felicità e stride con lo stile di vita Ikariota, che si svela essere "come una danza: una volta che ne hai imparato i passi, sei parte del cerchio". Il segreto di Ikaria è che lì "non ottieni ciò che vuoi, ma ciò di cui hai realmente bisogno." Auguriamo a tutti noi, di raggiungere presto o tardi la nostra Ikaria. Il film di Dayandas ha vinto due premi al Festival di cinema di Salonicco, ed è stato premiato all'Astra Film Festival e al Cineeco Film Festival. Con il Patrocinio di Comunità Ellenica di Roma e Lazio, a cura di Viviana Sebastio e Cinema Detour.
---
A land rediscovering its own powers in order to survive the crisis. Since the start of the crisis in Greece, a growing number of young unemployed Athenians are moving to the countryside, hoping to change their lives for the better. The film follows 35yearold Theodoris, as he settles on the remote island of Ikaria. There, he discovers a society with a unique culture of autonomy and cooperation, and a people who live not only better, but longer than everyone else - in one of the world's few 'blue zones' where inhabitants enjoy extraordinary longevity. Director Nikos Dayandas goes in search of the Ikarian secret, discovering how the islanders' radically different lives are increasingly relevant to us in times of economic and social upheaval. Little Land (2013) wins two awards at the Thessaloniki Documentary Festival (the Wwf Award and the Ert3 Broadcasting Award) picked up two awards at the Astra Film Festival and the Cineeco Ff. (Comunicato stampa Comunità Ellenica di Roma e Lazio)
El Greco, architetto di altari
Fotografie di Joaquìn Bèrchez
27 febbraio (inaugurazione ore 18.00) - 14 giugno 2015
Palladio Museum - Vicenza
In occasione del quarto centenario dalla morte di Doménikos Theotokópoulos detto "El Greco" (Candía, Creta, 1541 - Toledo, 1614), questa esposizione fotografica restituisce un capitolo molto importante, ma altrettanto poco conosciuto, dell'attività artistica del grande pittore rinascimentale: il suo lavoro come architetto nell'arte del retablo, ovvero nella progettazione di altari. Una mostra in collaborazione con Istituto Cervantes, Real Academia de Bellas Artes de San Carlos Valencia, Municipality of Heraklion, Generalitat Valenciana, Culturartes IVC+R. El Greco, formatosi prima a Creta e poi a Venezia e Roma, nel 1577 si trasferì a Toledo.
Nella città spagnola il sistema di produzione delle immagini era ben diverso da quello italiano e l'artista realizzava non solo i dipinti ma anche i grandi altari che li incorniciavano, i retablos appunto. Insieme al figlio Manuel, si occupò dell'intaglio dell'assemblaggio e della doratura degli elementi architettonici per le pale. A Toledo, El Greco si fece notare per lo stile personale, per un particolare gusto nell'uso dell'oro brunito, eredità dei primi anni di formazione trascorsi a Creta. Le architetture di avanguardia conosciute durante i soggiorni a Venezia e Roma (in particolare quelle di Andrea Palladio e di Michelangelo) furono reinterpretate da El Greco e adattate agli usi e ai modi dell'architettura spagnola e soprattutto di Toledo.
El Greco architeto de retablos / architetto di altari vuole mostrare il ricco e complesso dialogo tra i dipinti di El Greco e le loro "cornici": da intendersi non limitatamente agli altari che li contenevano ma anche alle architetture in cui questi erano inseriti. Joaquín Bérchez, grazie alla sua peculiare strategia fotografica e a un uso sofisticato del particolare e del frammento, ci svela la profonda conoscenza del linguaggio architettonico utilizzato da El Greco nei suoi retablos e i valori plastici che lo definiscono. Aspetto, quest'ultimo, inedito e poco noto della poliedrica personalità artistica de El Greco. Joaquín Bérchez è uno dei più noti storici dell'architettura spagnoli ma da molti anni è anche un fotografo professionista.
I due aspetti si armonizzano: per Bérchez la fotografia è uno strumento di narrazione e di creazione visiva dell'architettura e del paesaggio. Le fotografie di Bérchez sono state esposte in numerose città spagnole e in diverse gallerie internazionali: New York (Queen Sofia Spanisu Institute), Messico (Colegio de Minería), Vicenza (Palladio Museum), Palermo (Università degli Studi di Palermo), Roma (Real Academia de España), Lisbona (Museu Arte Popular). Le sue fotografie sono presenti su riviste internazionali quali «FMR» di Franco Maria Ricci e da oltre dieci anni illustrano le copertine dei nostri «Annali di architettura». (Comunicato Ufficio stampa Studio Esseci)
Uso strumentale del mito: Atene, la città ideale.
15 gennaio 2015, ore 17.30
Demagogia e stravolgimento del linguaggio: Le Supplici di Euripide, Le Nuvole di Aristofane, Il Dialogo dei Meli e degli Ateniesi di Tucidide.
22 gennaio, ore 17.30
Biblioteca di San Matteo degli Armeni - Perugia
www.umbriagrecia.it
Archimede e il laser
08 gennaio 2015, ore 16.30
Aula magna dell'Istituto di Istruzione Superiore "O.M. Corbino" - Siracusa
L.A.S.E.R. (luce amplificata per emissione stimolata di radiazione) e specchi ustori di Archimede, di questo si parlerà al seminario di divulgazione scientifica di Danilo Giulietti, fisico dell'univ. di Pisa. Archimede, che contribuì alla difesa della città di Siracusa nella guerra contro i Romani, morto nel 212 A. C. proprio durante la caduta della città, è ricordato per gli "specchi ustori" con cui incendiava le navi romane. La leggenda degli specchi ustori è tramandata dagli stessi romani che non erano in grado di comprendere la matematica e la scienza di Archimede associandola a macchine da guerra improbabili e sicuramente meno pericolose delle capacità di analisi che la più grande mente dell'antichità avrebbe potuto mettere a servizio del popolo di Siracusa.
Oggi la conoscenza dei Laser e delle loro potenzialità fa pensare erroneamente alla possibilità che siano esistiti gli specchi ustori nell'epoca di Archimede. Questo è dovuto a un'errata visione della scienza e del lavoro degli scienziati che non sono ispirati solo dal loro "genio", ma subiscono l'influenza dell'ambiente scientifico e della storia del loro tempo. L'anno 2015 è stato dedicato dall'Unesco alla Luce e alle tecnologie a essa collegate, tra queste il Laser è sicuramente ciò che di più moderno si possa pensare per le sue ricadute tecniche e per la filosofia della scienza che vi è alla base. Il Laser ha permesso, infatti, di realizzare gli ologrammi, "foto" la cui particolarità è di riprodurre un'immagine tridimensionale degli oggetti.
Ogni frammento di ologramma porta in sé quasi tutta l'informazione dell'intero sistema osservato e quindi la rappresentazione è ottenuta non come somma di singole parti ma come interazione tra tutti gli elementi dell'ologramma stesso. Questa visione di una realtà interconnessa avvicina le filosofie orientali al meccanicismo Newtoniano occidentale. L'analisi di quali sono oggi le possibilità del Laser, fondato su teorie e tecnologie quantistiche e di cosa invece sia stata la scienza e la tecnologia ai tempi di Archimede, di cui purtroppo se ne conosce pochissimo, sarà il tema del seminario cui potranno partecipare tutti quelli che intendono mantenersi informati sui temi della scienza e della cultura. (Comunicato stampa Galleria Roma - Siracusa)
* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007