15 novembre (inaugurazione ore 18) - 03 febbraio 2019
Museo archeologico regionale "Antonino Salinas" - Palermo
La scultrice greca Venia Dimitrakopoulou (Atene) torna ad esporre eccezionalmente in Italia con una importante mostra personale al Museo Salinas, a cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini con testo critico di Franco Fanelli. Il composito universo creativo dell'artista è rappresentato da una considerevole selezione di opere - sculture, carte e installazioni, alcune esposte per la prima volta in Italia - tra cui spiccano inedite realizzazioni site-specific, per una mostra-installazione, curata da Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini, che dialoga con i reperti archeologici esposti in permanenza nelle sale museali.
Il Salinas, infatti, è il più antico museo dell'Isola e la più importante istituzione museale pubblica dedicata all'Arte Greca e Punica in Sicilia, che su indirizzo del Direttore Francesca Spatafora si è aperta negli ultimi anni ai linguaggi dell'arte contemporanea. L'esposizione ha i patrocini del Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, dell'Ambasciata di Grecia a Roma, dell'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana - Regione Siciliana, del Comune di Palermo ed è inserita nelle manifestazioni del progetto Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
La mostra palermitana è la prima tappa della "Trilogia Italia" organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura - Italia in collaborazione con l'Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici "Bruno Lavagnini" e con Artespressione di Milano, galleria di riferimento dell'artista in Italia per questa rassegna che tocca anche Torino e Trieste. Il percorso, che presenta delle peculiarità per ogni città, coinvolge infatti prestigiose sedi espositive: oltre al Museo Salinas di Palermo, la Gallery della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino (22 febbraio - 31 marzo 2019), quindi il Civico Museo Sartorio e il Castello di San Giusto a Trieste (12 aprile - 14 giugno 2019).
La "Trilogia" evidenzia la tematica propria di tutta la produzione della scultrice ellenica: il dialogo continuo tra il passato e il presente, partendo dal ricco retaggio archeologico che accomuna la cultura greca a quella del nostro Paese. Da qui il titolo "Futuro Primordiale", declinato con un sottotitolo specifico per ciascuna delle tre mostre: a Palermo "Materia", a Torino "Logos" e a Trieste "Suono". «Tutte e tre le esposizioni - precisa l'artista - sono legate dallo stesso filo conduttore, quello che tengo saldamente in mano per non perdermi, quello che, in questa occasione, definisco "Futuro Primordiale". Viene dal profondo del tempo e, con la consapevolezza del presente, sento che può condurci al futuro rendendolo meno incerto».
Venia Dimitrakopoulou ha donato al Museo archeologico regionale "Antonino Salinas" di Palermo Lancia d'oro, una delle opere principali della mostra. Dichiara l'artista: «Sono molto felice di collaborare con questa prestigiosa istituzione museale italiana, che custodisce le testimonianze più importanti dell'arte classica dei greci in occidente. Le opere che ho deciso di esporre qui si sono armonizzate in modo naturale con la collezione permanente, tanto che la mia gratitudine nei confronti del Museo ha trovato espressione nella donazione al Salinas della mia opera in bronzo Lancia d'oro, che ho realizzato quest'anno appositamente per questa mostra».
Ringrazia il direttore del Museo Salinas, Francesca Spatafora: «Accogliamo con grande piacere la donazione e la mostra di Venia Dimitrakopoulou che, attraverso le sue opere e l'uso sapiente della materia, richiama quel tempo mitico in cui affondano le radici del nostro presente. Ancora una volta si conferma come lo sguardo sensibile di un'artista contemporanea aiuti a ridefinire e rileggere il rapporto con l'arte antica».
Aggiunge Aliki Kefalogianni, direttore della Fondazione Ellenica di Cultura - Italia: «La Fondazione dà un'importanza fondamentale alla promozione e allo sviluppo di un dialogo attivo tra le due culture greca e italiana. Siamo quindi davvero felici ed onorati di organizzare questa importante mostra a Palermo, prima tappa di un progetto più articolato e ambizioso che comprende tre esposizioni di Venia Dimitrakopoulou e che toccherà anche le città di Torino e Trieste. Le tre tappe compongono un'unica opera in divenire, che rappresenta la cultura ellenica e apre un confronto con i linguaggi contemporanei».
In tutti i lavori esposti al Museo Salinas protagonista è la materia - dalla pietra lavica alla carta a mano cinese, dal bronzo al marmo, dal gesso alla terracotta - che sottolinea quanto l'archeologia riviva nella contemporaneità e l'immersione nel passato serva a comprendere il presente. Spiega infatti la scultrice: «A Palermo espongo le pietre vulcaniche, le teste dei guerrieri caduti e degli eroi, così come le opere su carta cinese, le Vesti di Nesso, l'Armatura Segreta e le Linee di pensiero. È un dialogo tra fragilità e solidità, l'effimero e l'eterno. Una riflessione sul modo in cui l'archeologia svela la materia nel presente. La materia, quindi, è il tema principale».
Venia Dimitrakopoulou decide di "sentire" attentamente ciascun luogo del suo lungo tour espositivo, creando appositamente nuove opere per rimanere "sintonizzata" con l'atto creativo, così come lei lo concepisce: «un processo continuo, un flusso in cui tutto è aperto all'inaspettato». E così, per citare alcuni lavori esposti al Museo archeologico di Palermo, gessi, bronzi e pietre vulcaniche di Egina (isola dove ha sede lo studio dell'artista) diventano teste e volti, spesso dalla bocca semi aperta, di antichi guerrieri, eroi e semidei come nelle opere Agamennone (2005-2009) e Pelope (2009), accanto a Lance (2018) in marmo e ottone dorato che raccontano il passato dell'Egeo attraverso venature nascoste e si innalzano come baluardi, strumenti di difesa.
In queste opere la materia prima determina il modellato estetico delle sculture che, a dialogo con l'ambiente in cui vengono presentate, mettono in risalto riferimenti storici e caratteristiche del luogo di provenienza, e raccontano così una sorta di storia personale che guida il visitatore nella loro contemplazione e interpretazione.
Le creazioni contemporanee di Venia Dimitrakopoulou si muovono infatti in costante equilibrio tra le ricerche moderne e l'estetica, i materiali e le tecniche tradizionali, passando dalla piccola scala alla monumentalità.
Significativa in proposito l'imponente scultura Promahones, esposta presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene e rievocata a Palermo dalla serie fotografica Promahones - Ombre (2014). Composta da giganteschi dischi in acciaio inclinati, aperti alle estremità, come sottolinea Franco Fanelli «arricchisce enormemente il gioco d'ombre che queste opere possono proiettare, sdoppiandole, moltiplicandole».
Attraverso pietra, marmo, terracotta, metallo o carta, che si declinano al servizio di un nomadismo stilistico che va dalla scultura tradizionale all'installazione, dal video all'azione, dalla scrittura al segno grafico, l'artista investiga caratteristiche e comportamenti della materia, dando un respiro di vita alle figure e agli oggetti che ne nascono. Esemplificativo il video Zoodochos Pighi (Fonte di Vita, 2011), opera drammatica nel senso etimologico della parola, in cui le mani dell'artista si ergono a simbolo della forza generatrice della dimensione scultorea, in un incessante processo metamorfico di creazione e distruzione della forma.
Tutte le opere della Dimitrakopoulou hanno un profondo carattere antropocentrico e riflettono sul ruolo dell'esistenza umana nello spazio e nel tempo che l'artista sceglie di cogliere nella sua creazione, chiamando l'osservatore a partecipare dell'espressione artistica, a viverla come una relazione con se stesso, attraverso un'esperienza interiore, mentale e sentimentale. Emblematiche le serie su carta delle Vesti di Nesso e delle Linee di pensiero (entrambe del 2011) dove, attraverso la scrittura automatica sulla forma di un'antica tunica o di uno stendardo, traspare in diverse lingue la dimensione intima dell'artista, che libera i suoi sentimenti e pensieri per poi nasconderli parzialmente dietro ad una linea, quasi a cancellarli ma mai del tutto.
Le tre esposizioni di Venia Dimitrakopoulou nel nostro Paese rientrano tra le azioni del programma "Tempo Forte Italia - Grecia 2018", iniziativa promossa dall'Ambasciata d'Italia ad Atene e sancita nel corso del Primo Vertice Intergovernativo tra Italia e Grecia, tenutosi il 14 settembre 2017 a Corfù, volta a favorire e sostenere il rafforzamento delle relazioni culturali tra i due Paesi del Mediterraneo, nel rispetto dell'equilibrio tra i vari ambiti culturali, dalla tradizione al contemporaneo, dal passato al futuro. Accompagna tutte e tre le tappe della rassegna un esaustivo catalogo edito da Umberto Allemandi con testo introduttivo di Franco Fanelli. (Presentazione con estratti da comunicati ufficio stampa IBC Irma Bianchi Communication)
Immagini (da sinistra a destra):
1. Venia Dimitrakopoulou, Anemos, installazione in gesso di dimensioni variabili, 2009
2. Venia Dimitrakopoulou, opera in bronzo del 2018 donata al Museo Salinas (fotografia di Iolanda Carollo)
3. Venia Dimitrakopoulou, Sullo sfondo Linee di pensiero II e III, inchiostro indiano su carta cinese, 2018 (fotografia di Iolanda Carollo)
Convegno di studi internazionale: "Testa del Sele"
Museo Archeologico Nazionale "Vito Capialbi" di Vibo Valentia
27 ottobre 2018
Prima della restituzione dell'importante opera bronzea "Testa del Sele", un convegno di studi internazionale con la partecipazione di alcuni tra i più importanti studiosi delle immagini di culto in ambito greco, magnogreco e romano. Gli interventi previsti nel corso della giornata approfondiranno il tema dell'importante ruolo che le immagini di culto hanno rivestito nell'antichità. L'opera scultorea bronzea a cera persa, proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Paestum, è stata prestata in un rapporto di reciprocità di scambio al museo di Vibo Valentia in cambio della Laminetta Aurea di Hipponion, consegnata per le celebrazioni e l'allestimento dell'importante mostra "L'immagine invisibile".
Il capolavoro virile e barbato ha una datazione incerta. Gli studiosi propendono per un ampio arco cronologico, compreso tra la seconda metà del IV sec. a.C. e l'epoca romana (seconda metà del I sec. a.C. - prima metà del I sec. d.C.).
Il rientro dell'opera presso il Museo Archeologico di Paestum, è previsto nei giorni immediatamente successivi al convegno, mentre è già rientrata la Laminetta Aurea ed è visitabile nella sua importante sede di sempre, il Museo di Vibo. (Comunicato stampa)
Trieste Photo Days 2018
Festival internazionale della fotografia urbana
V edizione, 18 ottobre - 25 novembre 2018
www.triestephotodays.com
Zisis Kardianos e Hiro Tanaka vincitori ex aequo del TPD Book Award 2018
Premiazione
27 ottobre 2018
Palazzo Gopcevich - Trieste
La giuria del TPD Book Award 2018 ha scelto tra gli oltre 80 progetti in gara due vincitori ex aequo: il greco Zisis Kardianos, con il progetto InLimbo e il giapponese Hiro Tanaka con Around 42nd and 7th. Entrambi gli autori saranno presenti presso la Sala "Bobi Bazlen" di Palazzo Gopcevich a ritirare il loro premio e presentare i rispettivi libri, pubblicati per l'occasione da dotART, che si occuperà anche della promozione e della distribuzione. I due libri (64 pagine, edizione deluxe limitata) saranno disponibili per l'acquisto in anteprima presso la Sala Bazlen nei giorni 26 ottobre (orario 18-20), sabato 27 ottobre (orario 11-21) e domenica (orario 11-13).
InLimbo – Zisis Kardianos
Una suggestiva testimonianza dello stato di insicurezza del popolo greco dopo che la recessione economica ha influenzato le vite delle persone. Quella che è iniziata come una crisi economica, presto è diventata anche una crisi sociale e umanitaria che ha intaccato irrevocabilmente la percezione e la psiche di un'intera nazione, strappandole ciò che per così tanto tempo ha dato per scontato.
Zisis Kardianos è attivo come fotografo "street" e documentarista dal 1985. Ha studiato sociologia al Deree College di Atene e fotografia alla scuola Focus, sempre ad Atene. E' fondatore del collettivo di fotografi da tutto il mondo "Burn my Eye", che è regolarmente invitato a esporre o tenere seminari in festival internazionali di fotografia come il Mois de la Photo off – Parigi (2014), la Brighton Photo Biennial (2014) e il festival di street photography di San Francisco (2016). E' inoltre associato del gruppo di fotografia Balkan Bulb e fotografo collaboratore dell'agenzia fotografica Millennium Images. Tramite l'agenzia, le sue fotografie sono diventate le copertine di libri di editori internazionali. Nel 2016 ha partecipato all'SPF di Bruxelles, dove il suo saggio fotografico "In Limbo" è stato premiato con il premio del pubblico.
Around 42nd and 7th – Hiro Tanaka
Una carrellata di colori razze, generi, colori, suoni, odori, ed emozioni che si fondono insieme a Times Square, New York.
Hiro Tanaka (Giappone) ha vissuto negli Stati Uniti per diversi anni. Una coincidenza interessante lo ha portato a viaggiare su un furgone con gruppi punk negli Stati Uniti e in Europa: la vincita di un viaggio negli Stati Uniti grazie a un biglietto della lotteria comprato in un centro commerciale a Tokyo. Da allora ha iniziato a scattare foto, fare riprese video e raccogliere frasi inglesi in slang. Ha vinto il Cosmos Arles Pdf Award, lo ShainBook Award in Francia, lo Yet #11 in Svizzera, ed è stato selezionato come finalista a numerosi premi, tra cui il Kassel Photobook Award, il Kassel Dummy Award, Gomma Photography Grant, Daylight Photo Award e altri. Tanaka ha partecipato a mostre presso numerosi festival fotografici internazionali. (Comunicato stampa)
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Trieste Photo Days 2018
International festival of urban photography
5th edition, 18 October - 25 November 2018
Zisis Kardianos and Hiro Tanaka winners of TPD Book Award 2018
Award ceremony
27 October 2018
Palazzo Gopcevich - Trieste
TPD Book Award 2018 Jury has chosen among the over 80 submitted projects two ex-aequo winners: Zisis Kardianos (Greece), with the project InLimbo and Hiro Tanaka (Japan) with Around 42nd and 7th. Both authors will join the festival at the "Bobi Bazlen" Hall of Palazzo Gopcevich to collect their prize and present their books, published for the occasion by dotART, which will also be responsible for promotion and distribution. The two books (64 pages deluxe limited edition) will be available for purchase at the "Bazlen" Hall on Friday 26 October (from 6 pm to 8 pm), Saturday 27 October (from 11 am to 9 pm) and Sunday (from 11am to 1 pm).
InLimbo - Zisis Kardianos
A suggestive personal record of the state of flux and insecurity of the Greek people, particularly those living in Athens, after the on-going economic recession burst into their lives. What began as an economic crisis soon also became a social and humanitarian one, irrevocably affecting the perceptions and the psyche of a whole nation and tearing through what was for so long and so delusively taken for granted. In my photographic exploration I tried to be restrained, resisting exploitative poverty porn, taking instead the pulse of the street, not a thoroughfare bustling with commercial vibrancy or even a fake euphoria, but one on which an ineffable mixture of frustration, sadness and bewilderment has penetrated every moment of people's lives. This book is comprised of images in a quasi-documentary style, but the stories behind them have been stripped away in order to enhance their lyrical aspect instead of the merely informational.
Zisis Kardianos is a photographer based in Zakynthos, Greece. "I look for my subjects and inspiration, moving as a curious observer in the public sphere. My expanded field of interest is in the social landscape but I have no reservation to call myself a street photographer however passé that may sound. My photographs have been exhibited internationally, have been published in magazines and have illustrated book covers. I consider the photo-book as the ideal vehicle to carry my photography and since 2012 I have self-published two books. I am a founding member of the international photographer's collective "Burn My Eye", member of the "BULB" collective and contributing photographer to "Millennium" photo agency."
Around 42nd and 7th - Hiro Tanaka
A kaleidoscope of races, genres, colors, sounds, smells, and emotions that come together in Times Square, New York.
Hiro Tanaka was born and raised in Japan and has lived in the United States for several years. An interesting coincidence led him to start taking photographs, and getting on the van, traveling with punk bands in United States and Europe – after accidentally winning a free trip to the US through raffles at a shopping mall in Tokyo, since then he has been taking photographs, shooting video footage and collecting English slangs and phrases. He has won Cosmos Arles Pdf Award, ShainBook Award in France, Yet #11 in Switzerland, and has been selected as a finalist and shortlisted for several awards such as the Kassel Photobook Award, Kassel Dummy Award, Gomma Photography Grant, Daylight Photo Award and more. Tanaka has had exhibitions in several international photo festivals. (Press release)
Enotri e Brettii in Magna Grecia. Modi e forme di interazione culturale
a cura di G. De Sensi Sestito e S. Mancuso, Rubbettino Editore 2017
Presentazione volume
02 settembre 2018, ore 18.30
Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna (Crotone)
L'opera è esito di un progetto di ricerca e di valorizzazione del patrimonio storico-archeologico regionale promosso dall'Università della Calabria per far emergere con adeguata evidenza il quadro variegato di presenze e di relazioni fra culture e popoli diversi del Mediterraneo fiorite nella Calabria nel primo millennio a.C.. La ricchezza del patrimonio storico e archeologico calabrese, dalla protostoria all'età ellenistica, infatti, non si esaurisce nello splendore della cultura delle città magno-greche fiorite lungo le coste ionica e tirrenica, ma include la serie di insediamenti degli Enotri che con esse avevano in varie forme interagito fino all'epoca classica e di quelli dei Brettii strutturatisi dalla metà del IV secolo a.C. in poi, disseminati nelle aree collinari a controllo dei punti di accesso dalla costa e della viabilità interna. (Estratto da comunicato stampa)
Testa della Sfinge della Passoliera
Museo Archeologico dell'antica Kaulon - Monasterace (Reggio Calabria)
Nei prossimi giorni il Museo Archeologico dell'antica Kaulon accoglierà la Testa della Sfinge della Passoliera, un bellissimo esempio di scultura in terracotta di età arcaica attualmente esposta presso il MArRC di Reggio Calabria e rinvenuta a Kaulonia agli inizi del Novecento. Infatti nell'ambito dello scambio istituzionale tra Polo Museale della Calabria - Museo Archeologico Nazionale di Kaulonia ed il MArRC che vedrà il mosaico pavimentale del Drago tra i reperti inclusi nel percorso espositivo della mostra Oikos.
La casa in Magna Grecia e Sicilia che verrà inaugurata presso lo stesso museo, la Testa di Sfinge su espressa richiesta del direttore del Polo e del direttore del Museo ritornerà per la prima volta nel suo luogo di provenienza. Un reperto che Paolo Orsi rinvenne in fosse di scarico insieme ad elementi architettonici pertinenti ad un santuario extraurbano demolito già in antico, costituito da più edifici databili tra la fine VI e la prima metà V secolo a.C. Parti di questi elementi architettonici caratterizzati dalla presenza di teste leonine dalla vivace policromia, oggi costituiscono un interessante settore espositivo del museo archeologico di Kaulonia afferente al Polo Museale della Calabria.
La Testa richiesta in prestito, è un bellissimo esempio di scultura in terracotta, policroma - forse, elemento decorativo forse, offerta votiva - databile alla seconda metà del VI secolo a.C. che ha sempre affascinato i visitatori del museo reggino fin dai tempi della sua prima esposizione. La sua importanza e il legame con il sito della Passoliera già documentato, nell'esposizione museale cauloniate, ad avviso del Polo costituiscono un'opportunità importante per poter ammirare un reperto mai esposto nel territorio in cui fu rinvenuto. Un'esposizione che sarà supportata nei mesi della durata del prestito da iniziative ed attività collaterali curate dalla direzione del museo. Il Museo Archeologico dell'antica Kaulon, diretto da Rossella Agostino, è afferente al Polo Museale della Calabria guidato da Angela Acordon. (Comunicato stampa)
Mosaico pavimentale de La Sala dei draghi e dei delfini
Museo Archeologico dell'antica Kaulon - Monasterace (Reggio Calabria)
01-02 agosto 2018
Il mosaico della cosiddetta Sala dei Draghi e dei Delfini, realizzato con tessere policrome, di particolare interesse scientifico per la sua fattura, per la ricercatezza del tema figurativo e per le dimensioni, è da considerarsi tra le testimonianze più significative riconducibili al centro magno-greco di Kaulonía, identificato dall'archeologo Paolo Orsi agli inizi del Novecento e localizzato nell'odierna cittadina di Monasterace Marina. Testimonianze oggi conservate nell'area del Parco archeologico dedicato allo stesso centro, nel comune di Monasterace ai piedi della suggestiva Collina del Faro.
Dopo la scoperta, a cura della Soprintendenza Archeologica della Calabria, nel 2012, nell'ambito delle attività di ricerca condotte nel sito di Kaulonia, il mosaico ad oggi ricordato come uno dei più importanti e dei più antichi ritrovati in Magna Grecia, è stato ricoperto per una sua opportuna tutela e conservazione, dopo un intervento di restauro conservativo finalizzato alla messa in sicurezza delle parti più deteriorate. Il mosaico, di circa 30 mq e databile tra fine IV - inizio III secolo a C., costituisce il piano pavimentale centrale di un lungo vano con piscina per il bagno caldo di un edificio termale, eretto su un edificio pubblico già esistente, munito di ambienti di rappresentanza e di servizio.
Colpisce la particolare ricchezza dei motivi e dei soggetti decorativi scelti - delfini, draghi, ippocampi - e la loro composizione armoniosa con particolari tecnici quali l'uso di lamine in piombo per delineare i profili dei delfini. Lo schema compositivo del mosaico - realizzato con tessere policrome in pietra naturale, ceramica e terracotta di varie forme e dimensioni - pone al centro sei medaglioni con motivi floreali, delimitati da più listelli colorati, la cui particolare composizione dà luogo a una visione prospettica, mentre sul lato occidentale e meridionale sono disposti stretti e lunghi pannelli con figure di animali marini (draghi, delfini e ippocampo) affrontati per coppie. Un particolare decorativo è costituito inoltre, in prossimità dell'accesso alla sala, da una rosetta circolare a 12 petali. (Estratto da comunicato stampa)
Magna Graecia Film Festival
XVa edizione, Catanzaro, 28 luglio - 05 agosto 2018
www.magnagraeciafilmfestival.it
La XVa edizione del Magna Graecia Film Festival è dedicata alla memoria dell'indimenticato Maestro Vittorio De Sica. L'arena che ospita la kermesse è nella cornice dell'area portuale del quartiere marinaro di Catanzaro. Una location che negli ultimi anni ha reso ancor più suggestivo l'Mgff - Festival riservato alle opere prime e seconde di giovani e talentuosi cineasti - ideato da Gianvito Casadonte (reduce dal recente successo del Taormina Film Fest in cui ha curato la direzione artistica insieme alla collega Silvia Bizio, protagonista anche dell'Mgff con l'organizzazione di diversi appuntamenti).
La rassegna ha ormai contagiato tutti, in città come nel resto della regione, tanto da creare un'attesa febbrile nella gente che come di consueto seguirà in massa le proiezioni degli otto film in concorso e la lunga serie di eventi targati Mgff. Il direttore Casadonte, anche nel 2018, ha voluto mantenere inalterato il 'classico canovaccio' della kermesse, non disdegnando però il ricorso ad alcune novità. Prima fra tutte la conduzione delle serate, affidata alla presentatrice Rai Carolina Di Domenico.
Un Magna Graecia che riesce a portare in un luogo dell'estremo Sud della Penisola star del firmamento cinematografico mondiale. A cominciare dal pluripremiato regista Oliver Stone (capace di vantare ben tre Premi Oscar). E con lui ci saranno anche altri vincitori delle prestigiose statuette dell'Academy come Richard Dreyfuss o attori del calibro di Rupert Everett. Una parata di stelle internazionali che sarà arricchita dalla partecipazione di altri big del panorama italiano quali Pierfrancesco Favino, Edoardo Leo, Francesco Montanari e Marcello Fonte, oltre al presidente di giuria Paolo Genovese. Ma l'elenco è davvero interminabile, perché il Magna Graecia è ormai diventato un appuntamento clou a cui nessuno vuol mancare.
E a riguardo come non citare anche le tante donne di cinema e di spettacolo, oltre alla splendida Di Domenico, che come di consueto daranno un tocco di fascino a un evento glam quale l'Mgff. Si tratta di Anna Ferzetti, di Giulia Elettra Gorietti, che sarà di nuovo al Festival, e di Vittoria Puccini. Un'Arena concepita in modo ancor più elegante e funzionale, ma sempre con al centro il suo famoso red carpet. Una maniera per strizzare l'occhio agli Awards hollywoodiani, ma anche a Cannes e Venezia, facendo respirare 'aria di casa' ad artisti abituati a solcarlo nelle occasioni più importanti.
Altro must del Festival sono le masterclass - in programma nel centro storico della città capoluogo della Calabria - che tra pochissimi giorni saranno animate da Dreyfuss, Stone, Favino e dall'egittologo di fama mondiale Zahi Hawass. Anche per quest'ultimo può parlarsi di un gradito ritorno dopo il grande contributo intellettuale apportato alla rassegna nel 2017, quando l'insigne cattedratico e volto noto di National Geographic volle peraltro visitare i siti archeologici di maggior pregio del territorio catanzarese.
Ma non stupisce, perché Mgff è una realtà che fa soprattutto rima con arte e cultura proponendo performance musicali come l'esibizione dell'apprezzato cantautore Raphael Gualazzi e appuntamenti dedicati all'approfondimento e alla riflessione quali proiezioni di trailer come quello sul docufilm Caravaggio o sul ciclo di interviste di Be Kind - La diversità vista con gli occhi dell'innocenza - oltreché dibattiti, presentazioni di libri, momenti conviviali alla scoperta della ricca tradizione enogastronomica locale di alta qualità e molto altro ancora.
Tra le tante chicche dei giorni di programmazione, ci sarà anche spazio per la presentazione della serie tv "L'Involontario" alla presenza dell'ideatore Ugo Vivone e di uno degli attori protagonisti, Marco Maccarini. Non mancheranno i premi assegnati ai cineasti in concorso e alle figure di spicco del cinema nazionale ed estero, a cui andrà un riconoscimento per la promozione del cinema nel mondo, quali le famose Colonne d'Oro realizzate dal Maestro orafo Michele Affidato (che da anni ha legato il suo nome al Festival) e le sculture in vetro del Maestro Silvio Vigliaturo. (Estratto da comunicato ufficio Stampa
Reggi&Spizzichino Communication)
"E...state al Museo 2018"
Museo Archeologico Nazionale di Crotone (Crotone)
Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna (Crotone)
In occasione del cinquantesimo anno dalla nascita del Museo Archeologico Nazionale di Crotone, il Polo Museale della Calabria ha organizzato per l'estate 2018 una serie di incontri (a ingresso libero) su tematiche legate all'antica città achea e alle collezioni del suo museo. Si vuole così celebrare questo presidio culturale, che negli anni ha costituito un fondamentale riferimento per la formazione identitaria del territorio. Come negli anni scorsi, le conversazioni estive permetteranno di tenere lo sguardo aperto su una regione in antico al centro del Mediterraneo attraverso la viva voce di storici, antropologi, archeologi. (Comunicato stampa)
- Cinquantennale dalla nascita del Museo Archeologico Nazionale di Crotone
Museo Archeologico Nazionale di Crotone
18 luglio, inaugurazione della mostra Kerameus: vasi e recipienti ceramici greci dalle collezioni del Museo di Crotone
25 luglio, Il cranio di Carìa. Studio antropologico della Calabria nell'età neolitica
08 agosto, Medici e medicina a Crotone tra mondo greco e grandi imperi orientali
13 agosto, Presentazione del libro F. Mollo, Guida archeologica della Calabria antica
18 agosto, Edifici monumentali nelle colonie achee d'Occidente
31 agosto, Presentazione della guida G. Aversa, Kroton e Scolacium. Musei e Parchi Archeologici da giacimento culturale a patrimonio da valorizzare
- Tra Greci, Italici e Romani: la Calabria al centro del Mediterraneo
Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna
22 luglio, Armi, guerrieri e prassi della guerra tra mondo greco e mondo indigeno
11 agosto, Teatri, territorio e culture: la Calabria e il Mediterraneo
25 agosto, Castiglione di Paludi, un centro fortificato italico nella Sibaritide meridionale
02 settembre, Presentazione del volume Enotri e Brettii in Magna Grecia. Modi e forme di interazione culturale
Archimede a Siracusa
26 maggio 2018 - 31 dicembre 2019
Galleria Civica Montevergini di Siracusa
L'esposizione offre ai visitatori l'occasione, unica, di conoscere da vicino una delle più geniali figure dell'intera storia dell'umanità e, grazie alle più avanzate applicazioni multimediali, di immergersi nella città di Siracusa nel terzo secolo avanti Cristo, vera e propria capitale della Magna Grecia e del Mediterraneo centrale, dove il grande scienziato è vissuto, ha concepito le sue straordinarie invenzioni ed è stato infine ucciso da un soldato romano appena entrato in città da conquistatore. Una serie di animazioni progettate da Lorenzo Lopane e realizzate con gli allievi dell'INDA rendono viva la presenza degli antichi siracusani e tra loro del grande scienziato.
Basata sulle fonti storiche e archeologiche, una suggestiva narrazione disponibile in 4 lingue e affidata in italiano alla voce di Massimo Popolizio, consente di seguire gli eventi che portarono, sul finire della seconda guerra punica, allo scontro con Roma. Un articolato percorso di approfondimento interattivo presenta oltre venti modelli funzionanti di macchine e dispositivi che la tradizione attribuisce a Archimede. Mostra ideata dal Museo Galileo e curata da Giovanni Di Pasquale con la consulenza scientifica di Giuseppe Voza e Cettina Pipitone Voza, promossa dal Comune di Siracusa e prodotta da Civita Mostre con Opera Laboratori Fiorentini e la collaborazione di UnitàC1 e dell'Istituto Nazionale Dramma Antico di Siracusa. (Comunicato Ufficio stampa Civita)
Omaggio all'Ellenismo del Ponto
18 maggio 2018, ore 16.30
Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia
La Comunità dei Greci Ortodossi in Venezia in collaborazione con la Fondazione Ellenica di Cultura Italia organizzano l'evento in occasione della giornata della memoria del genocidio dei Greci del Ponto, che viene celebrata ogni anno il 19 maggio. La manifestazione è patrocinata dall'Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Post Bizantini di Venezia. I greci del Ponto hanno abitato dall'antichità un territorio che si estendeva dalle zone nordorientali dell'Asia Minore fino alle coste del Mar Nero. Il termine "Ponto" fu dato dai greci colonizzatori della regione costiera che in maniera eufemistica lo chiamarono "Efxino Ponto", cioè "Mare ospitale". I primi coloni ionici e dorici si stabilirono in quest'area attorno al ottavo secolo a. C. e vi rimasero per quasi tremila anni. Ponto divenne la patria del filosofo Diogene, del geografo Strabone, e del re Mitridate.
I Greci del Ponto, così come gli Armeni e gli Assiri, minoranze etniche che conservarono viva la loro identità culturale, linguistica e religiosa, vissero pacificamente nella regione fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Con l'ascesa dei nazionalisti Turchi (i "Giovani Turchi") le popolazioni appartenenti alle minoranze etniche subirono dure persecuzioni. Si calcola che dal 1914 al 1923 tre milioni e mezzo di Greci, Armeni e Assiri persero la vita. Una vicenda drammatica che comportò massicci flussi di profughi verso la Grecia e i paesi limitrofi, come la Georgia e la Russia. Nel 1923, gran parte dei sopravvissuti ai massacri fuggirono in Grecia, sulla base dello scambio forzato delle popolazioni definito col trattato di pace di Losanna. Con il termine Pontii, cioè "originari del Ponto", vennero denominati i profughi di quest'area dopo il 1923.
Con l'occasione della "Giornata della memoria del Genocidio dei greci del Ponto" "la Comunità dei Greci Ortodossi in Venezia" in collaborazione con la "Fondazione Ellenica di Cultura Italia", organizza l'incontro con due autori, che hanno narrato la tragedia dei greci del Ponto: Maria Tatsos, La ragazza del Mar Nero (edizioni Paoline, 2016); Emidio D'Angelo, Eravamo a Trebisonda: l'odissea dei greci del Ponto (edizioni Equinozi, 2015). Nel corso della presentazione dei libri, verranno eseguiti dal musicista Konstantinos Kostelidis canti con l'accompagnamento della lira pontiaca. Inoltre il 17 maggio tale evento sarà presentato agli studenti del liceo statale "Antonio Pigafetta" di Vicenza, nel ciclo di conferenze che "la Comunità dei Greci Ortodossi a Venezia", organizza con la scuola vicentina. (Comunicato stampa)
Mary Zygouri: La Répétition de l'Impossible
11 aprile (inaugurazione ore 18.30) - 31 maggio 2018
Prometeogallery di Ida Pisani - Milano
www.prometeogallery.com
Mary Zygouri (Atene, 1973) ricerca e riconfigura le politiche e le poetiche dell'archivio, si colloca nelle crepe, nei conflitti e nei silenzi, facendo emergere storie "minori" che reclamano di essere ascoltate. Mary Zygouri crea una poesia politica e civica attraverso linguaggi di varia natura dalla performance al video e all'installazione, dal ricamo alla fotografia, invitando lo spettatore a una lettura stratificata dei significati. Nelle sue opere lo spazio urbano e quello sociale, con tutte le loro discontinuità, rotture e contraddizioni diventano piattaforme e megafoni aperti alla partecipazione attiva di cittadini-attori-spettatori, concependo punti di vista alternativi, de-naturalizzando concetti consolidati, in una continua lotta per restituire il vero significato alle cose, per aprire strade a nuove visioni.
Con un'attitudine allegorica crea strategie critiche finalizzate a ricostruire visivamente la storia e la storia dell'arte, modificando i modelli precostituiti della comunicazione e della società. In mostra sono esposti quattro grandi progetti che l'artista ha realizzato negli ultimi anni, Venus Of The Rags / In Transit \ Eleusis, 2014, Movimento in Semi-Libertà, 2015, Je Reviens Toujours, 2017, The Round Up Project: Kokkinia 1979 - Kokkinia, 2017, 2017, realizzato in occasione di Documenta14, Atene e Kassel. (Comunicato stampa)
Mosaico con raffigurazione di Nereide
Mosaico con raffigurazione di pesci
Tornano al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, da poco inaugurato nella sua nuova veste, due splendidi mosaici, accuratamente restaurati in occasione della XVIII edizione di Restituzioni, esposti fino al 16 settembre scorso alla Reggia di Venaria di Torino nella mostra La fragilità della bellezza. Si tratta del Mosaico con raffigurazione di Nereide, tra i più antichi pavimenti rinvenuti ad Aquileia e uno degli esempi più significativi della ricchissima collezione musiva del Man, e del Mosaico con raffigurazione di pesci, risalente al I sec. d. C.
Il tessellato con Nereide, rinvenuto casualmente tra il 1859 e il 1860 non lontano dalla Basilica di Aquileia, raffigura una scena mitologica a soggetto marino dai colori vivaci, racchiusa entro un raffinato bordo con treccia e nastro. La scena, centrata su una figura femminile dai capelli biondi seduta su un toro bianco dalla coda pisciforme, fu interpretata fin dalla scoperta come una raffigurazione del mito di Europa, amata da Zeus, nelle sembianze di un toro. Ed è con questo nome che il mosaico è ampiamente noto, anche se è probabile si tratti di una raffigurazione di Nereide, le mitiche ninfe che insieme ai Tritoni scortavano il dio del mare, Posidone, sedute su animali marini, quali il toro con coda di pesce del mosaico aquileiese.
Il mosaico decorava una sala di una ricca domus risalente alle fasi più antiche di Aquileia; dalla stessa abitazione proviene anche il notissimo mosaico con raffigurazione di "pavimento non spazzato", che nel nuovo allestimento del museo dialoga con la Nereide, in una nuova disposizione di grande effetto, in una delle sale dedicate alle abitazioni private di Aquileia. Sempre a una domus appartiene anche l'altro mosaico atteso al museo per i primi di ottobre, rinvenuto nel 1963, un secolo più tardi rispetto a quello con raffigurazione di Nereide, nel quartiere settentrionale di Aquileia, in un contesto noto con il nome di Casa di Licurgo e Ambrosia. Il piccolo riquadro musivo rappresenta una scena di mare realistica di chiara derivazione ellenistica, centrata sul tema della lotta tra pesci e crostacei, un motivo molto noto nel mondo romano, ampiamente presente nei raffinati pavimenti di Pompei. (Comunicato ufficio stampa Civita Tre Venezie)
The Greeks
11 aprile - 31 maggio 2018
Studio Gariboldi - Milano
www.studiogariboldi.com
"(...) cominciando dalle cose belle di qui, salire sempre più, quasi usandole come gradini, in vista del bello supremo, da una a due e da due a tutti i bei corpi, e dai bei corpi alle belle istituzioni, e dalle belle istituzioni alle belle nozioni, finché dalle nozioni si trovi compimento in quella nozione, che non è nozione d'altro se non del bello stesso, e così, in conclusione, si conosca ciò che è il bello in sé." (Platone, Simposio)
Una collettiva di artisti greci le cui opere hanno contribuito alla evoluzione e alla formazione dell'arte contemporanea greca. L'intento è di mettere in mostra diverse genealogie artistiche nate dalla tradizione e sviluppate grazie ai percorsi di ricerca interiore di ciascun artista. Artisti in mostra: John Christoforou, Costa Coulentianos, Nicholas Georgiadis, Constantin Karahalios, Ioannis Kardamatis, Pavlos, Lucas Samaras, Theodoros Stamos, Takis Vassilakis. (Comunicato stampa)
Immagine:
Theodoros Stamos, Moon Chalice 1, olio su tela, 1962
Georgina Spengler
Thàlassa | Ouranòs
termina il 30 giugno 2018
Galleria MAC Maja Arte - Roma
www.majartecontemporanea.com
La mostra, a cura di Daina Maja Titonel, presenta una recente serie di dittici della pittrice Georgina Spengler (Atene, 1959). Nelle dieci opere esposte (olio e a carboncino su tavola) il punto di partenza è una macchia di colore ottenuta sovrapponendo tra di loro due tavole di compensato non preparate, una delle quali inizialmente cosparsa con uno strato di pigmento ad olio molto diluito. Osserva Claudio Zambianchi nel testo critico che accompagna la mostra: "Il colore, liquido e fluido, intride il legno e ne rileva le venature, un po' com'era successo nella Histoire naturelle di Max Ernst, ma con modalità tecniche diverse (lì si trattava di frottage). La macchia fa affiorare il disegno segreto del legno, la sua complessa epidermide che altrimenti rimarrebbe in buona parte nascosta.
Il raddoppiamento speculare dell'immagine, come nelle macchie di Rorschach, aggiunge un ulteriore elemento di sollecitazione visiva e immaginativa alla mente dell'artista. Il processo preparatorio (...) serve a liberare l'immaginazione, che ora può proiettare sulla macchia un mondo a un tempo aereo e abissale, fatto di cieli e profondità marine, di Ouranòs e di Thàlassa; e, se la parte celeste si popola di nuvole dalle forme fantastiche, nella parte acquatica dei dipinti appaiono gorghi e creature del profondo, queste ultime legate spesso più alla mitologia che alla zoologia." (Comunicato stampa)
Immagine:
Georgina Spengler, Maia ed Elettra
Riconoscimenti greci al Concorso di Poesia e di Teatro "Castello di Duino"
www.hfc-worldwide.org/trieste
Il Concorso di Poesia e di Teatro "Castello di Duino" è uno dei più importanti a livello internazionale e viene organizzato ogni anno in occasione della Giornata Mondiale della Poesia. E' dedicato ai giovani fino ai 30 anni e, ad oggi, si registrano in tutto circa 13.500 partecipanti. Ideatrice e Presidente del Concorso è la Professoressa Gabriella Valera Gruber. Anche quest'anno nella XIV edizione del Concorso, a Trieste (11-24 marzo 2018), presenta un programma ricco di manifestazioni ed eventi culturali, si sono distinti studenti e giovani greci e ciprioti. Le poesie che sono state segnalate per la pubblicazione nell'edizione annuale del Concorso sono: Il giorno del ritorno di Anastasia Michopoulou; Lotofagi di Voudouri Soultana.
Il 17 marzo 2018, ore 11.00-13.00, presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, la premiazione dei vincitori della sezione "Progetti Scuola" e della sezione "Giovanissimi" del Concorso Scuola e Teatro. Il 18 marzo 2018 alle ore 16.30, presso l'Auditorium del Castello di Duino, la premiazione della sezione "over 16" del Concorso e la lettura delle poesie da parte degli autori nelle lingue originali e in italiano, mentre ci sarà traduzione simultanea in e dall'inglese. La partecipazione di studenti e giovani greci e ciprioti nel Concorso Internazionale di Poesia e di Teatro "Castello risale al 2009, ed è un' iniziativa della Fondazione Ellenica di Cultura Italia.
La Fondazione, oltre agli aspetti organizzativi, si occupa anche della diffusione del bando sia alle scuole greche e cipriote (in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione Greco e Cipriota) sia ai enti culturali di poesia. L'edizione di quest'anno è organizzata nell'ambito dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale, fa parte del programma di iniziative congiunte tra Italia e Grecia, intitolato "Tempo Forte". (Comunicato stampa Fondazione Ellenica di Cultura)
Esposizione permanente dal 20 febbraio
Università Statale di Milano
La Fondazione Arnaldo Pomodoro e l'Università degli Studi di Milano si fanno promotori dell'iniziativa Jannis Kounellis in Statale, a un anno dalla scomparsa dell'artista. La sede centrale dell'Ateneo ospiterà l'opera Senza titolo (2005) di Jannis Kounellis (1936-2017), concessa in comodato gratuito alla Statale dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro, che nel 2006 invitò l'artista ad allestire nel proprio spazio espositivo a Milano, la grande mostra intitolata "Atto unico", curata da Bruno Corà. Senza titolo si presenta come una lunga putrella di ferro, montata in verticale, che occupa in altezza tutto lo spazio, dal pavimento al soffitto.
Sulla sua sommità è adagiata una grande risma di fogli da disegno, che piegandosi naturalmente verso il basso formano una sorta di capitello. Il ferro, come materiale grezzo e industriale e la struttura della putrella, come elemento che evoca la costruttività, ricorrono spesso nel lavoro di Kounellis, mentre i fogli da disegno rimandano all'attività tradizionale dell'artista. Realizzata appositamente per gli spazi della prima sede della Fondazione Pomodoro e alta 540 cm, l'opera si inserisce perfettamente nell'architettura del nuovo spazio che la ospiterà in Statale, progettata da Piero Portaluppi nei primi anni Cinquanta.
L'opera di Kounellis si aggiunge alle importanti testimonianze di arte del Novecento (da Wildt a Fontana) già presenti nella sede centrale dell'Università e va ad arricchire la collezione permanente d'arte contemporanea avviata negli ultimi anni grazie al progetto La Statale Arte, che comprende già i lavori di Nanda Vigo, Mikhail Ohanjanian e Paolo Icaro - il cui intervento è attualmente in corso - e che nasce proprio per valorizzare la suggestione del colloquio tra la monumentalità dell'architettura della Ca' Granda e le interpretazioni del presente, favorendo la più ampia diffusione dell'esperienza artistica. Questa iniziativa rappresenta una tappa fondamentale dell'attività della Fondazione Arnaldo Pomodoro, nell'ottica di far conoscere la propria collezione al di fuori degli spazi museali e dei luoghi solitamente adibiti a esposizioni d'arte, per rendere patrimonio di tutti l'arte contemporanea. (Comunicato stampa)
Il Museo Navigante è una iniziativa promossa dal Mu.MA - Galata di Genova, dal Museo della Marineria di Cesenatico, dall'associazione La Nave di Carta della Spezia e dall'Associazione Musei Marittimi del Mediterraneo, che ha riunito musei pubblici e privati per valorizzare il patrimonio culturale marittimo italiano. Il Polo Museale della Calabria, guidato da Angela Acordon, ha aderito all'iniziativa con il Museo Archeologico dell'antica Kaulon, diretto da Rossella Agostino e con il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna - Crotone, diretto da Gregorio Aversa.
Il percorso espositivo del Museo archeologico dell'antica Kaulon - Monasterace (Reggio Calabria) illustra la storia della colonia magno-greca di Kaulonia dall'età di fondazione, ad opera dei crotoniati, fino ad età ellenistico-romana ed ospita anche reperti subacquei tra cui, ancore e resti di colonne lavorate da aree limitrofe all'odierno Museo situato a poca distanza dalla costa nei pressi di Punta Stilo caratterizzata dalla presenza del Faro. L'esposizione presenta per alcuni settori parziali ricostruzioni di edifici abitativi e sacri finalizzate ad una migliore lettura da parte del pubblico.
Le Collezioni più importanti sono: rocchi di colonne in marmo anche lavorate rinvenute nelle acque antistanti il sito dell'antica città di Kaulonia; Tetto tempio del Colle della Passoliera di età greca caratterizzato da una ricca policromia; Collezione numismatica e fra i "pezzi" più significativi si segnalano: manufatti bronzei, tra cui specchi, elementi di armature ed una interessante iscrizione votiva in lingua achea dall'area del tempio dorico; Mosaico pavimentale policromo con la raffigurazione di drago di età ellenistica dall'abitato.
Il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna - Crotone è suddiviso in tre sezioni principali dedicate la prima ("Terra") ai resti dell'insediamento sorto sul promontorio in età romana, la seconda ("Sacro") al santuario di età greca sviluppatosi sullo stesso luogo e, infine, una terza ("Mare") destinata ad illustrare le problematiche dell'archeologia subacquea, espone una parte del carico di marmi trasportati dalla nave naufragata presso Punta Scifo e databile al III sec.d.C., oltre ad altre suppellettili rinvenute durante lo scavo del relitto e oggetti prelevati da altri contesti sottomarini.
Terrecotte architettoniche, vasi a figure nere, vasetti miniaturistici, bronzetti figurati attestanti la frequentazione del santuario greco e appartenenti al cd. Tesoro di Hera, formano le collezioni più importanti. Fra i pezzi di maggior pregio si ricordano: frammenti in marmo pario appartenenti alla decorazione del grande tempio di ordine dorico di cui, nell'attiguo Parco Archeologico, si conserva parte del basamento ed una colonna in blocchi tufacei. (Comunicato stampa)
* Ninni Radicini, coautore del libro La Grecia contemporanea (1974-2006), ha pubblicato articoli su vari periodici, recensioni e prefazioni a libri.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007